Quando saliamo sul furgone è tardi.
«Mi sono divertito, ci crederesti?» dice papà.
«Proprio no» rido.
«Sbaglio o sembrava ti stessi divertendo con Logan?»
«Non sbagli.» Inutile negare l'evidenza.
«Avete fatto pace?»
«Un giorno litighiamo, l'altro facciamo pace, l'altro ancora ci comportiamo come se niente sia successo. Questo era uno di quei giorni. Abbiamo chiacchierato del più e del meno come due vecchi amici. È stato piacevole.»
Quando entriamo in casa, io mi fiondo al bollitore. Mi preparo una tisana e mi siedo a tavola per gustarla rilassata. Per fortuna la giornata è finita.
«Devo uscire» dice un attimo dopo papà con il cellulare in mano. «Un amico ha la macchina in panne, devo andare ad aiutarlo. Torno il prima possibile.»
«Certo.»
Lo guardo armeggiare nello sgabuzzino e tirare fuori una cassetta degli attrezzi e qualche altra scatola. «Ci vediamo più tardi.»
Ne approfitto per farmi una doccia e sciacquare via tutta la stanchezza della giornata. Asciugo i capelli e li raccolgo in una treccia morbida, poi tiro fuori il libro che sto leggendo. Non faccio in tempo a sdraiarmi che suonano alla porta. Ma chi diavolo...! Scendo le scale al buio e sbircio dalla finestra della cucina. Connor ?! Che cosa ci fa qui a quest'ora? È impazzito?
Apro la porta.
«Ciao» esordisce.
Noto che ha lo sguardo annebbiato e la voce impastata. Immagino sia ubriaco.
«Che cosa vuoi?»
«Parlare con te»
«Sei pazzo! Se ci fosse stato mio padre in casa avresti passato un guaio.»
«Non ho paura di tuo padre.»
«Dimmi che cosa vuoi?»
«Posso entrare?»
«No.»
«Hai appena detto che tuo padre non c'è. Sempre la brava bambina è?» Si appoggia allo stipite della porta, immagino che faccia fatica a reggersi in piedi. È fuori di sé. Poi mi lancia un'occhiata dalla testa ai piedi. Incrocio le gambe e cerco di tirare un po' più giù la felpa.
«Che stavi facendo?» mi domanda.
«Stavo per mettermi a leggere» rispondo.
«Vestita così?» Indica le mie gambe nude. «O forse stavi aspettando qualcuno?» continua.
«No!»
«Magari Logan?»
Incurante delle mie proteste entra in casa e va a sedersi sul divano.
«Senti, sei ubriaco e non mi piace affatto questo tuo atteggiamento» dico subito.
«Chiariamo una cosa molto importante» ribatte alzando un dito per zittirmi. «Non mi è piaciuto il tuo comportamento di questa sera.»
«Come scusa?»
«Hai capito benissimo. Il fatto che tu ti sia appiccicata a Logan è stata una mossa molto spiacevole. Mi hai fatto passare per stupido.»
«Mi hai mollata nello studio di tuo padre e poi non hai fatto altro che chiacchierare sul divanetto con Isabelle. Che cosa avrei dovuto fare? Venire ad implorarti o stare a guardarvi tutto il tempo?»
«Questo non lo so.» Alza le spalle.
«Tu sei fuori di testa.»
«L'unica cosa che ti chiedevo era di passare un po' di tempo insieme. Trasgredire. Fare qualcosa che potesse movimentare la serata...»
«Lo sappiamo tutti e due quali erano le tue intenzioni, però non sono quel tipo di ragazza.»
«Oh, Anderson, andiamo, non scherzare. Pensavo fosse una tattica per fare la preziosa.»
«Non c'è nessuna tattica. Non verrò a letto con te per paura di essere lasciata!»
Lui scuote la testa poi si passa una mano sulle tempie.
«Okay, d'accordo. Possiamo trovare un compromesso. Dimmi cosa vuoi» sospira.
«Come scusa?»
«Da me. Che cosa vuoi?»
«Io? Sei stato tu a presentarti a casa mia, Connor!»
«Vorrei una ragazza con cui divertirmi, condividere le mie follie, le mie passioni. Evidentemente mi sono sbagliato.»
«Evidentemente sì.»
«Anderson noi ci apparteniamo. Siamo fatti l'uno per l'altro. Io lo so che mi desideri, che sei pazza di me.» Si alza e si avvicina. Posso sentire il suo respiro sul mio collo. Mi cinge la vita con le braccia e per un attimo sento cedere le mie difese.
«Siamo stati un po' aggressivi. Tutto qui. Ma sono sicuro che con pazienza potremmo trovare l'intesa giusta.»
«L'amore non deve essere una questione di pazienza. Io non ti devo andare bene e tu non devi andare bene a me. Sono questa e non posso cambiare.»
«E io sono questo e non voglio che mi cambi» ribatte lui mollando la presa.
«Speravo tu fossi davvero diverso.»
«Io non sono abituato a queste cose! Non sono il classico fidanzatino. Non ci riesco, è più forte di me. Andremo al college tra qualche mese e non mi va di innamorarmi di te per poi iniziare una relazione a distanza!»
«Quindi vuoi qualcosa destinato a finire?»
«Quindi volevo solo cogliere l'attimo.»
Lo fisso per un lungo istante. «Allora non abbiamo altro da dirci.»
«Sei sicura di quello che stai facendo, Anderson?»
«Sei riuscito a rovinare tutto nel giro di un attimo.»
«Va bene» dice. «Ti mancherò, Anderson. Ti mancherò così tanto che sarà una tortura. Arriverà il giorno in cui correrai dame, tra le mie braccia.»
«Non succederà mai.»
«Succederà.»
«Vattene, Connor»
«Sei sicura?»
«Ho detto vattene.»
«Guarda che non sono il tipo che viene a implorarti. Se mi mandi via non tornerò indietro.»
«Buonanotte.» Gli volto le spalle, poi sento sbattere la porta di casa.

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AGAIN (1)
Teen Fiction!!QUESTO LIBRO è GIà DISPONIBILE NELLE LIBRERIE E SU AMAZON IN CARTACEO E DIGITALE!! Quando la madre si trasferisce in Cina per lavoro, Rachel, diciassette anni, è costretta a tornare a vivere nel paese della sua infanzia con il padre, che non vede...