capitolo 47

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Mi alzo dal mio posto, e sotto lo sguardo di tutti i carcerati attraverso la mensa in silenzio. La guardia mi prende per la manica e mi porta fino ad un'altra stanza, in disparte, della quale non mi ero mai accorto. È piccola e buia, come il resto della "prigione", illuminata soltanto da una lampadina al centro della scrivania in un angolo della camera. Appena entro, vedo Federico e Giovanni dall'altro lato. Subito un sorriso mi si dipinge sul volto, così come a loro. Fanno per alzarsi e venire ad abbracciami quando la guardia si fionda su di loro e li rimette a sedere, avvertendo: "non è ammesso contatto, mi dispiace"
Subito si rattristano. Cazzo, non posso nemmeno essere felice per un attimo?
Mi metto di fronte a loro. Siamo divisi da un vetro, non ci possiamo sfiorare.
Prima di iniziare a parlare, chiedo al poliziotto: "puoi uscire almeno?"
P: "no"
Scrollo la testa e mi rivolgo finalmente a loro: "ciao ragazzi!"
Giova: "ciao Matte"
Fede: "cosa hai fatto per essere stato portato via? Ti abbiamo visto con due poliziotti correre giù dalle scale, poi niente"
Io: "non ho fatto nulla... Ma prima, come avete fatto a sapere che ero qui?"
Giova: "questo paese è un buco. Se dei poliziotti ti portano via, non puoi essere andato molto lontano"
Scoppiamo a ridere tutti e tre.
Rispiego ancora una volta tutta la storia.
Fede: "dimmi chi è sta cazzo di vecchia di merda che la meno"
Giovanni sorride, poi dice: "stai tranquillo, un mese passa in fretta. Noi non possiamo far nulla per tirarti fuori di qui"
Io: "un avvocato?"
Giova: "costa troppo, nessuno di noi ha abbastanza soldi"
Fede: "vuoi che chiediamo a tua madre?"
Io: "no, non voglio che scopra dove sono"
Fede: "oh ok"
La guardia si intromette, come sempre, e urla: "i cinque minuti sono finiti"
Arriva e porta via i miei due amici, lasciandomi solo nella stanza. Esco anche io e ritorno nella mia cella.
Jacopo sta parlando con un altro uomo alla sinistra della sua stanza, ignorandomi quando entro.
E così, tra noia mortale e chiacchiere con Britney, la settimana passa in fretta.
Ormai so dove si trovano tutte le stanze, conosco i nomi di tutti i carcerati e ho buoni rapporti con la maggior parte di loro. L'unico che non mi parla mai è Jacopo, anche se non ho ancora capito perché.
"Frittella vieni con noi?", mi chiede Sally, della stanza 78, mentre si dirige nel parco fuori dalla zona-celle con Bruno e Claudio.
Io: "si arrivo", rispondo seguendoli.
Adesso c'è l'orario libero: per un'ora possiamo andare dove vogliamo, ovviamente senza uscire dalla centrale.
Apriamo una porta e ci ritroviamo nel giardinetto, circondato ai quattro lati da muri alti e scuri, che non ci permettono di vedere al di là.
Chiacchiero con loro tutto il tempo, finché nell'ora di visite (dalle 17:00 alle 18:00) arriva il solito poliziotto. Sapendo già cosa devo fare, mi alzo dalla panchina sulla quale ero seduto con Bruno e lo seguo nella stanzetta. Durante la settimana, Mike e Spawn sono venuti ogni giorno a salutarmi, e a vedere come stavo.
Io: "ciao ragazzi"
Fede: "hey Matte"
Io: "chiamatemi pure Frittella"
Fede: "Frittella?"
Io: "si, è il mio nuovo soprannome"
Giova: "ma fa schifo"
E ridono come stupidi. Non è vero, a me piace...
Giova: "perché proprio Frittella?"
Io: "a mensa ero inciampato e mi si è spiaccicata una frittella sulla faccia"
Ridiamo tutti e tre.
Fede: "ok 'Frittella' ", risponde facendo le virgolette in aria
Io: "allora, novità?"
Giova: "si, ma tieniti forte perché ci rimarrai...male penso"
Io: "mi fate preoccupare"
Fede: "perchè è preoccupante"
Io: "dai muovetevi e ditemi cosa c'è"
Giova: "sappiamo chi è il padre di Sara"
Fede: "cioè mio padre"
Io: "oddio... E sarebbe?"
Mike e Spawn si guardano. Il primo fa un cenno all'altro, che mi fissa e risponde: "un certo Jacopo Betti"

s7ormy || Dreaming of 2 {illuminati crew}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora