7. When life would move slower, we would never grow up.

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Le due ragazze erano sedute su di una panchina fuori dal loro fast-food preferito in attesa che Quince e Richard portassero la loro "cena", anche se si sarebbe potuto trattare tranquillamente di uno spuntino notturno a base di pizza.

Entrambe erano uno spettacolo per gli occhi, insomma, continuavano ed essere due delle ragazze più belle di Beverly Hills nonostante fossero stanche e sudate.

Chiunque le avesse viste, sarebbe rimasto affascinato e incuriosito da loro; era piuttosto normale come cosa, ma in quel momento le due erano "proprietà" di Richard e Quince, nessuno si sarebbe avvicinato a loro, era un pó come se fossero sotto la protezione di un qualche mafioso.

Forse era anche vero.

Ad un tratto le due vennero interrotte da Richard, il quale posó un bacio delicato sul viso di Dafne guardando di sottecchi Amber.

La reazione di Dafne non fu una delle migliori, infatti roteó gli occhi sbuffando e acciuffó il trancio di pizza fumante che egli le stava porgendo: detestava averlo accanto dopo tutto quello che era successo fra di loro.

Fortunatamente arrivó Quince che, turbolento come sempre, si fiondó sulla panchina separando le due amiche e rubando il posto a Richard.

Amber lo fulminó con lo sguardo dicendo: - La tua delicatezza e il tuo garbo, mi struggono Quince, davvero...

Sarcasmo.

Tipica mossa di Amber che faceva sorridere con le sue espressioni facciali, ma non ci sarebbe riuscita se non fosse stato per Quince con le sue buffonate.

Quince ed Amber.

Guardandoli chiunque avrebbe potuto notare qualcosa di troppo forte che li legava.

Forse si trattava di amore, ma era difficile capire i loro sentimenti, entrambi erano degli adolescenti complessi.

Quince era uno stronzo di prima categoria ma che poteva comunque provare dei sentimenti reali anche se inaccettabili per il suo codice etico, si divertiva a manipolare le persone, in fondo.

Poi c'era Amber, solitaria ma popolare, un pó doppiogiochista ma non era in grado di prendere in giro qualcuno a lungo, era troppo schietta; nonostante ció, comprendere le sue emozioni era ulteriormente complicato,  lei era come una cassaforte: ermeticamente blindata.

I due non avrebbero mai capito perchè provassero tanto piacere nello stuzzicarsi a vicenda con le loro sciocche battute e, ovviamente, nessun'altro ci sarebbe riuscito.

I due continuarono a battibeccare amorevolmente ma vennero interrotti da Richard che osservò: - Fantastico...quindi io mi siedo in aria.

- È un'ottima idea - rispose prontamente Dafne mentre addentava il suo trancio di pizza.

- Daf, vuoi tornare a casa tutta intera? - la minacció Richard per nulla divertito da quella frecciatina.

- Perchè non la prendi in braccio e ti siedi? - propose Quince, convinto di fare un favore a Dafne.

Quest'ultima, al contrario, lo fulminó con lo sguardo e facendo finta di nulla disse: - Se lo puó scordare. Io non mi muovo da qui, sono arrivata per prima. Piuttosto, perchè non prendi tu in braccio Amber? - propose a sua volta trafiggendo Quince con i suoi magnetici occhi azzurri.

- Cosa?! - esclamó Quince rischiando di strozzarsi con la mozzarella filante.

Come poteva essere così stronza, Dafne?

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