24. I'm free to be the greatest, I'm alive.

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Venerdì 12 Febbraio 2016


Richard era già sveglio da un bel pezzo quando la sveglia del cellulare vibrò, dopotutto era da giorni che pensava a quella sorpresa da fare ad Amber, la quale, testarda com'era, si ostinava ad ignorare ogni suo tentativo di comunicazione.

Indossò sopra gli indumenti, che già aveva scelto, qualcosa di più pesante in modo da ripararsi dal freddo e uscì di casa facendo attenzione a non provocare alcun rumore o frastuono insolito che potesse in alcun modo svegliare i suoi genitori.

Era proprio dai loro racconti che aveva tratto l'ispirazione per quel gesto, una volta, infatti, suo padre gli aveva raccontato che chiese alla madre di Richard di fidanzarsi, scrivendoglielo sul muro davanti la finestra della sua camera e per fare quel graffito, aveva impiegato quasi tutta la notte e una fatica quasi sovrumana. Ma alla fine ne era valsa la pena.

Richard, nella speranza che potesse funzionare anche con lui, aveva deciso di fare una sorpresa simile ad Amber, ma solo per potersi accaparrare la sua benevolenza e fiducia visto che i tempi stavano diventando molto brevi. Ancora, a differenza dei suoi genitori, non sarebbero usciti di nascosto per fare l'amore, ma avrebbero semplicemente annullato sempre più la distanza che la giovane continuava a interporre fra loro due.

Egli non era mai stato un amante dei legami troppo profondi e seri con le ragazze, questa era la ragione per la quale non riusciva a soffermarsi su di lei in maniera accurata e dunque, a non capire che lei non si poteva far cadere così facilmente in un tranello tanto elementare. Ma Richard non aveva alcuna intenzione di perdere quella libertà acquisita con il sudore di sette camice e mantenuta secondo l'insegnamento di Quince.

Quince...già lo stava aspettando al cancello di casa sua seduto sul suo motorino e imbacuccato come se fosse un eschimese; generalmente a Beverly Hills non faceva eccessivamente freddo, eppure quella mattinata era alimentata da una sgradevole arietta gelida, sicuramente odiata dai due ragazzi.

Stava di fatto che Quince, nonostante avesse saputo le intenzioni dell'amico e tutto l'accaduto con Amber, non aveva fatto nulla per fermarlo o quanto meno per avvertirla; al contrario, aveva accettato quell'incarico con la convinzione che la sua amica non si sarebbe lasciata ingannare proprio da certe sciocchezze.

L'unica da quale era rimasta veramente colpita era stata proprio quella del suo Jacques; era stato proprio al sedicesimo compleanno della ragazza, Jacques era andato a scuola presto e le aveva riempito l'armadietto di loro foto assieme unendo anche molti screen shot delle loro chat più intime, sul banco il suo regalo per lei magnificamente impacchettato e con tanto di dedica e fuori dalla scuola, appeso al cencello dell'entrata, un enorme striscione con su scritto TANTI AUGURI MIA PICCOLA AM.

Quel ragazzo era sempre stato un pazzo, la sua mente viaggiava alla velocità della luce ed era sempre un passo avanti a tutti, e poi, lui dedicava tutto il suo tempo al suo piccolo pezzo di cielo, nonchè la sua preziosa e dolce Am. Jacques l'aveva sempre adorata e rispettata, non le avrebbe mai fatto del male.

Ecco perchè Amber non avrebbe mai permesso a Richard di avvicinarsi e rovinarle un così bel ricordo: lui non le prestava attenzione per una giusta causa, lui non era il suo Jacques.

Dunque,  Quince era abbastanza convinto del fatto che, qualsiasi cosa Richard avesse fatto, per Amber sarebbe risultato sempre come l'ultimo vagone del treno, qualcuno di irrilevante.

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