36. You don't love me, big fucking deal.

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Venerdì 18 Marzo 2016

Quince lesse rapidamente il messaggio di Mitchell sul gruppo whatsapp della squadra di football e, non appena avvertì un movimento sospetto provenire dall'aula di grammatica spagnola della professoressa Sanchez, si voltó di scatto.

Qualcuno era uscito dall'aula e quel "qualcuno" non era altri che Amber.

Esatto, la sua cara e dolce amica Amber che recentemente era come scomparsa dai social e anche dalla vita di Quince.

Gli ultimi messaggi che si erano scambiati risalivano ormai a settimane fa e il ragazzo stava letteralmente impazzendo: non vederla e non parlarle gli faceva sempre quello strano effetto. Non poteva farci niente. E, cosa peggiore, non sapeva neppure perchè gli capitasse di provare certe emozioni proprio nei suoi confronti.

In realtà lo sapeva eccome, ma forse era troppo presto per ammetterlo perfino a se stesso.

Lasció scivolare il cellulare in tasca e la seguì, provando a richiamare la sua attenzione pronunciando semplicemente il suo nome: - Amber!

La ragazza arrestó improvvisamente la sua marcia e con molta tranquillità si voltó verso il personaggio che l'aveva chiamata.

Era meravigliosa, incantevole... sembrava essere ritornata alla sua passata spensieratezza e spontaneitá.

Riconoscendolo, Amber non poté fare a meno di esclamare con un tono molto allegro: - Quince! - e corrergli incontro per stringerlo in uno di quei rari abbracci che concedeva solo a pochi.

Il giovane ricambió quella dolce stretta affettuosa e sorrise fra sè e sè, sentendosi come rinato: Amber gli era mancata molto e quasi si detestava per non averle scritto, vinto dal suo orgoglio.

- Allora? Come stai? - chiese la ragazza raggiante, una volta sciolto l'abbraccio e senza curarsi del fatto che si trovavano in corridoio durante le loro lezioni, dunque rischiavano di essere mandati in presidenza.

- Beh, diciamo abbastanza bene - disse il ragazzo ricambiando il dolce sorriso - E, prima che ti ponga la stessa domanda, che ne dici di spostarci da qui prima che qualcuno ci faccia sospendere?

- Si, ottima idea - concordó la ragazza ridendo e, sistemandosi lo zainetto di pelle nera sulle spalle, propose - Andiamo al solito bar? Tanto dubito ci sia qualcuno, a quest'ora dovrebbero essere tutti a lezione.

- Elementare, Watson - concordó il giovane scherzoso nel tentativo di farla ridere ancora e prendendola a braccetto la scortò fino al loro solito bar, l'unico posto che forse conosceva fin troppo bene tutti quei ragazzi, l'unico posto che custodiva davvero dei segreti.

Ci impiegarono poco tempo ovviamente e, una volta accomodati, ordinarono qualcosa da bere e da mangiare, poi Amber prese la parola e disse appoggiandosi con i gomiti sul tavolo: - Allora, dicevamo... come va a te, Qu?

- A me?! Alla grande - rispose il giovane con una risatina - Ma chiediamo a te... insomma, ho visto alcune foto su instagram che non avrei mai immaginato - concluse ridendo nervoso e alludendo a dei selfie, che la giovane aveva pubblicato, in cui si ritraeva sorridente insieme a Richard.

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