29. Pay me what you owe me.

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Dafne arrivó in palestra con un'aria totalmente diversa dal solito, come se si fosse trasformata.

Era cupa in volto e si trascinava mollemente dopo aver impiegato circa quindici minuti a cambiarsi nello spogliatoio femminile. Era insolito per lei che era sempre stata quella piena di energia e che si divertiva a fare ginnastica.

Sembrava spenta, morta...ma come poterla biasimare?

Era come se tutto il mondo avesse deciso di andarle contro quella mattina. In realtà tutto era iniziato con quel famoso battibecco a San Valentino con Richard e aveva proseguito con quell'odioso martedì.

Svegliatasi troppo presto per via di recente insonnia, era andata a fare la sua solita corsetta al parco incontrando Noah; avevano cominciato a parlare e, nervosa com'era, Dafne aveva perso il controllo accusandolo di essersi allontanato troppo da quando aveva fatto entrare nella sua vita Cassie, quell'odiosa amica di Amber che lei classificava come 'falsa vittima'.

Dopo la lite era sfrecciata a casa e ad accoglierla non era stato l'odore del pane tostato, ma l'ennesimo battibecco dei suoi genitori, i quali non smettevano proprio di fare i bambini.

Evan continuava a cercarla e, ormai, tutta la scuola sapeva di quella notte trascorsa assieme a lui, dunque i pettegolezzi più coloriti si erano diffusi per i corridoi in maniera meravigliosa...meglio di un messaggio su whatsapp con il wi-fi libero.

Erano tutte buone ragioni per avere il morale sotto i tacchi?

Assolutamente sì.

Arrivó al campo e, solo dopo essere giunta nella sua solita postazione in battuta, si rese conto che avrebbero dovuto condividere la palestra della scuola con un'altra classe.

Osservó qualcuna di quelle ragazze e Dafne si accorse che fra di loro c'era l'amica ingenua di Amber, Evelyn, che aveva un'aria tutt'altro che timida in quel momento.

Era di fronte a Sarah Ponce, una delle pettegole della scuola, e per qualche strana ragione stava guardando verso la sua direzione con uno sguardo da assassina.

Chi stava guardando?

Alzó una mano per salutarla, dopotutto Evelyn era una sua conoscente, molte volte aveva preso parte alle uscite organizzate con Amber; ma lei non la calcoló neppure di striscio e le voltó le spalle facendo ondeggiare bruscamente la sua coda di lunghi capelli castano chiaro.

- Ma che...?!- fece per dire Dafne irritata e confusa da quel suo atteggiamento, perchè non l'aveva salutata?

Avrebbe espresso tutto il suo disappunto in quella frase se non fosse stato per la sua compagna Melody che dandole un'amichevole pacca sul sedere la incitó: - Forza Daf, facciamo tremare i muri di questa palestra. - e corse davanti nella postazione proprio di fronte a lei.

Dafne da quelle parole, dimenticó quello che cominció a considerare come malinteso con Evelyn, e inizió a giocare dando il meglio di sè.

La corsa e la pallavolo erano le due cose che le venivano meglio, ma solo perchè attraverso quei due sport lei sfogava tutta la sua rabbia e frustrazione; erano dei modi per rilassarsi e dare espressione a tutto ció che sentiva dentro.

Le ragazze cominciarono a giocare ed Evelyn non smetteva di guardare con odio la povera Dafne, la quale era ignara di quel suo sentimento.

Tutto sembrava tranquillo e normale, in realtà stava per succedere qualcosa di terribile: una vera e propria catastrofe.

Evelyn stava detestando con tutta se stessa Dafne, in maniera troppo profonda per essere normale.

Odiava quegli occhi tanto azzurri ed espressivi, quel naso da vezzosa, quella bocca così provocante alla quale nessun ragazzo sapeva resistere, quel fisico perfettamente modellato, senza bisogno di alcuno sforzo, e che faceva perdere la testa a tutti i ragazzi.

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