9. We don't need no introduction.

907 59 2
                                    

Una folla quasi assatanata e composta, perlopiù, da ragazzine ostruiva il passaggio di uno dei locali più in voga di tutta Hollywood: il Boulevard3. 

Quel locale era enorme e in più strepitosamente fantastico, ogni serata vi era una festa differente, dunque non c'era da stupirsi se tutti erano in attesa di entrare alla festa di quel diavolo di Evan Coffin.

La sua era una semplice festa a tema, tipica di quello spostato, nulla di più e nulla di meno, dunque non si capiva esattamente per quale ragione fossero tutti elettrizzati; forse lo erano per il posto, ma lì buona parte dei giovani della città ci passava ogni venerdì sera, dunque tutta quella frenesia non era poi così spiegabile e accettabile.  

Richard sbuffó un pó scocciato, odiava quelle file interminabili, eppure sapeva che in poco tempo avrebbe trovato il modo per superare tutti.

Si sistemò i capelli come era solito fare e si avvicinò a tutte le ragazze lì ammassate per procedere con quella strategia che non falliva mai: la mano su di un fianco, una piccola palpatina, sguardo languido, sorriso ammiccante e quel "Scusa" seducente per poi passare immediatamente alla ragazza successiva e riprendere con la scenetta.

Ovviamente quel suo piano funzionò e come per magia si ritrovò all'ingresso del locale dove il bodyguard, Jim, vedendolo gli chiese: - Richard bello, come hai fatto dal parcheggio ad arrivare qui così rapidamente? - e gli diede il cinque in segno di saluto.

Jim era il classico bodyguard con un fisico da armadio, con la voce possente, scuro di carnagione, tatuaggi sparsi per tutto il braccio e un'aria truce che incuteva paura... si trattava solo di apparenza, in realtà egli era una delle persone più buone che potessero esistere.

- I soliti trucchi del mestiere - rispose Richard ridendo e facendo un occhiolino amichevole.

- Beh, allora mi sa che è ora che li riveli anche a noi - disse Jim ridendo a sua volta.

Richard stava per rispondere di nuovo con la sua solita risata ma si bloccò come pietrificato non appena la vide.

Amber.

Lei.

I suoi capelli per la prima volta erano ordinatamente acconciati in morbide onde che le ricadevano con grazia sulle spalle le davano un aspetto quasi "importante", esattamente come la prima volta in cui l'aveva vista con Jacques a quella festa; il suo solito trucco semplice  evidenziava occhi e labbra, le parti preferite di Richard; il collo esile era ornato da una massiccia collana di gemme abbastanza seducente e particolare da scatenare l'invidia di tutte le ragazze presenti; il corpo, sempre coperto da vestiti larghi, casual e scuri, era insolitamente fasciato e modellato da un abitino blu elettrico aderente; scarpe sicuramente alte anche se Richard non poteva vederle.

Non c'erano dubbi: quella era Amber Stonem, la vera Amber Stonem amica di Jacques Marceau.

Ammaliato da quella visione, che era diventata così sbiadita da tempo nel suo immaginario, Richard fece per entrare in modo da poterla seguire, ma Jim lo bloccò dicendo: - Amico, serve il biglietto, lo sai che solitamente voi minorenni non potreste entrare qui dentro, a maggior ragione se si tratta di una festa privata.

- Oh, andiamo Jim, lo sai anche tu che sono amico di Evan - provò a convincerlo Richard.

- Lo so, ma se ti faccio entrare senza invito e qualcuno ti scopre io mi gioco il posto e tu il culo - provò a scherzare l'omone facendo intendere le sue ragioni.

Richard sbuffò e chiese scocciato: - Devo mettermi a cercarlo quindi?

- Già ragazzo, mi spiace - confermò il buttafuori mentre faceva entrare altre persone aventi il biglietto.

ExplosionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora