- Quincey? Quincey? Veglia, preto...mamma atto asta - udì confusamente il giovane durante il suo sonno.
Poi qualcuno che zampettava lungo le sue gambe per fermarsi al petto.
Delle manine che cominciavano a toccargli le guance.
Quince aprì gli occhi e, ancora stralunato per il sonno, si rese conto che a chiamarlo era stato la sorellina di tre anni Sophie, per avvisarlo che sua madre aveva preparato il pranzo.
La vide accoccolata sul suo petto che lo guardava con i suoi innocenti occhioni e, con sorriso tenero, la abbracció per poi richiudere gli occhi e rilassarsi ancora, anche se il divano non era uno dei posti migliori.
Il ragazzo non aveva una gran voglia di alzarsi, si sentiva stanco, troppo stanco, ma era meravigliosamente felice per aver trascorso l'intera festa con Amber.
Amber...
Di colpo, ricordandosi quel piccolo dettaglio, aprì gli occhi e si alzó di soprassalto, rischiando di far cadere la piccola Sophie.
Riuscì ad afferrarla prima che fosse troppo tardi, ma perse l'equilibrio e si ritrovó, con un gran tonfo, sul pavimento con ancora addosso la piccola Sophie, la quale acquattata sul suo petto rideva per l'accaduto.
Subito entró in scena una ragazza alta e slanciata, con dei vertiginosi tacchi alti neri e un vestitino aderente e a collo alto beige, un aspetto autoritario ma molto bella: la sorella maggiore Clarice.
- Che state combinando voi due? - chiese la ragazza avvicinandosi al divano, poi notando il fratello a terra commentó - Certo che ti accomodi sempre in posti particolarmente strani. - e rise in maniera molto composta.
- Non c'è niente da ridere - disse il ragazzo lamentandosi falsamente e aiutando la piccola Sophie a scendere dal proprio petto.
- Oh si, invece, dovresti davvero vederti - continuó a dire ridendo la ragazza tendendogli una mano per farlo alzare.
Quince strinse la mano e, prima che la sorella potesse anche solo rendersene conto, la tiró verso sè, facendo cadere Clarice in maniera tale che non si facesse male.
- E adesso dovresti vederti tu - disse il ragazzo scoppiando a ridere.
- Sei un cretino - disse Clarice tirandogli un colpetto sulla spalla e ridendo.
- Cretino o meno, quella che è a terra adesso sei tu e non io - disse il giovane ridacchiando mentre si rimetteva all'in piedi con un'agilità impressionante.
- Si - disse lei sarcastica afferrando la mano di Quince - Anzichè accogliermi come si deve, mi butti a terra. Certo che sei proprio un gran fratello eh - e con pochi gesti si sistemó il vestito da eventuali grinze che si erano formate.
Clarice si stava riferendo alla propria presenza in quella casa, dopotutto lei era la sorella maggiore, l'unica con una passione talmente accentuata per lo studio da dover essere mantenuta in Germania per garantirle un buon posto di lavoro.
Aveva 23 anni e ormai non si vedeva abitualmente a Beverly Hills da circa cinque anni; tornava una volta all'anno e non sempre nei periodi festivi.
Quince le voleva un gran bene e l'aveva sempre vista come un punto di riferimento, come non fare altrimenti?
Il giovane rise e slanciandosi per abbracciarla disse: - Hai ragione Cla...bentornata. Mi sei mancata.
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Explosion
Romance"ci piacciamo ma non vogliamo ammetterlo?" Nello scenario californiano di Beverly Hills, le vite di alcuni adolescenti si intrecciano indissolubilmente per dar vita alle solite avventure giovanili di cui mai nessuno vuole parlare. Amicizia, amori, s...