20. You know you make my world light up.

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Il ragazzo all'udire il trillo tipico di una "prenotazione" della fermata aprì immediatamente gli occhi e si mise all'in piedi cedendo il posto ad una ragazza che colse al volo l'occasione.

Non lo aveva fatto per gentilezza, nè tantomeno perchè voleva conoscere quella ragazzina di certamente soli quindici anni, ma semplicemente perchè la prossima sarebbe stata la sua fermata per andare a scuola.

Era raro vederlo su di un autobus la mattina, di solito lo accompagnava sempre sua madre oppure scroccava un passaggio a Richard.

Quel giorno, peró, aveva passato una notte d'inferno; si era addormentato verso le quattro del mattino, dunque, si era svegliato tardi e quando era sceso al piano di sotto, sua madre era già andata via e lui aveva dovuto correre come un matto per arrivare alla fermata.

Sua madre era una delle poche in grado di comprendere la stanchezza del proprio figlio e concedergli dunque una giornata di riposo.

Quince adorava quel comportamento di sua madre, ma quella mattina non poteva proprio assentarsi: doveva organizzare la festa di San Valentino con uno dei gruppi più importanti e popolari della scuola.

Così, probabilmente per miracolo, era riuscito ad arrivare alla fermata in tempo, prendere l'autobus e perfino trovare un posto libero su cui sedersi e riposarsi.

Infatti, aveva chiuso gli occhi non appena si era seduto e con una debole musica, emanata dagli auricolari, aveva provato a riaddormentarsi.

Era comunque matematicamente e scientificamente provato che non ci sarebbe riuscito: non era il luogo adatto per schiacciare un pisolino e poi, come tutti gli altri ragazzi della sua età, prima di dormire si metteva a riflettere su cose accadute o che voleva accadessero.

Era facile capire a cosa stesse pensando.

Generalmente si trattava di partite si calcio o festini in cui potersi divertire con tante ragazze, ma quella mattina aveva in testa solo lei: Amber.

Ma non pensava solo a lei nella sua concretezza, piuttosto si stava concentrando sul modo più adatto per potersi sbarazzare di Richard e metterlo fuori gioco definitivamente.

Anche Dafne sarebbe stata abbastanza felice.

Dafne.

C'era anche lei nei suoi pensieri.

Era da qualche tempo che non si sentivano e peggio ancora non si erano nemmeno aggiornati, ma sicuramente lei aveva avuto il suo gran bel da fare con il bellimbusto di Evan da come si diceva in giro.

Rise a quel pensiero.

Dafne non sarebbe mai cambiata: sempre prevedibile e pazza.

Era certo che quella sua ultima bravata con Evan, era stata una tattica per attirare su di sè l'attenzione di Richard.

Era stata furba e calcolatrice ed in fondo quelle erano le sue caratteristiche: inutile negarlo.

Distorse ancora una volta i suoi prnsieri e si concentró su altro di poco definitk mwntre scendeva dall'autobus.

La fermata di quella scuola era affollatissima, tutto piuttosto logico se si considerava che nel giro di cinque minuti arrivavo dieci autobus, ciascuno proveniente da zone diverse, uno dopo l'altro e soprattutto strapieni.

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