41. 'Cause I don't wanna lose you now.

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Richard uscì da scuola arrabbiato e scocciato: la discussione mattutina con Amber non era stata un vero e proprio toccasana.

Ció che lo infastidiva ancora di più, era il fatto che lui stesso non riuscisse a capire perchè se la stesse prendendo così tanto: insomma, doveva solo portarsela a letto per via di quella scommessa.

In cuor suo, nonostante si ripetesse sempre quella scusa della scommessa, sapeva che era nervoso perché Amber non era un semplice trofeo da vincere. Sì, l'intento iniziale era stato quello, nulla su cui discutere... ma poi, conoscendola, non aveva potuto fare altro se non apprezzarla troppo profondamente per pensare che fra loro potesse esserci della semplice amicizia.

Amber, non era come le altre, lo aveva sempre saputo, eppure, solo dopo che lei aveva deciso di tirarsi indietro e non dargli la possibilità di andare oltre, se ne stava rendendo conto. Con lei era molto più che attrazione fisica.

Non poteva far finire tutto in quel modo, ovviamente... doveva trovare a tutti i costi un modo per riaverla.

Ci avrebbe pensato, in quel momento però aveva solo bisogno di svagarsi un po' e, in venti minuti, si ritrovò nella villetta del suo amico Greg in riva al mare a Santa Monica. Le prime giornate calde ed estive si facevano sentire e, come ogni anno, tutti i ricconi del posto cominciavano ad inaugurare ogni settimana con delle serate in riva al mare: nulla di eccezionale.

Ovviamente anche Richard faceva parte di quel mondo, ma la sua serata sarebbe stata organizzata in onore del suo compleanno a Maggio, molto più in là dunque.

Arrivò su quella piccola spiaggetta privata e notò che la casa, al tramonto, era fiocamente illuminata da alcune tipiche lanterne hawaiane... tipico di Greg.

Richard parcheggiò la sua moto e fece il suo ingresso: tutta gente che conosceva e noiosa. Si doveva preparare alla solita monotonia purtroppo.

Non fece in tempo ad avvicinarsi al bancone dei cocktail che venne colto di sorpresa da Greg, il quale, con una coppa di champagne, disse: - Guarda un po' chi c'è, il nostro caro Parker. - e scolandosi l'ultimo goccio proseguì - Dov'è stavolta la piccola Amber? Non l'hai portata con te? Avevo lasciato una stanza libera per voi - e scoppiò in una grassa risata.

Richard avrebbe tanto voluto tirargli un pugno in pieno volto, odiava il fatto che qualcuno si prendesse gioco di lui e, cosa ancora peggiore, che mettesse in mezzo Amber. Sì, lui aveva accettato quell'assurda scommessa, ma nessuno aveva il diritto di deridere lei.

Mostrò una specie di sorriso forzato, poi prendendo una coppa di champagne, a sua volta, chiese beffardamente: - Ti preoccupi così tanto per questa scommessa perché hai paura di perdere mille dollari?

- I soldi non sono un problema, amico - puntualizzò il ragazzo già brillo circondandogli le spalle con un braccio - Quello che voglio io è vederti perdere qualcosa per una volta - e scoppiò a ridere di nuovo.

Ecco. Tutto molto prevedibile.

I suoi "amici" erano così invidiosi di lui che proprio non riuscivano a metterlo KO in nessun modo, e la scommessa che gli era stata proposta ne era stata l'ennesima prova.

Richard ridacchiò e, scostandosi da quella presa, disse: - Beh, non c'è fretta. Amber finirà con il sottoscritto, è matematico - e bevve un sorso dal suo bicchiere.

- Ne sei così sicuro? - continuò a chiedere Greg mentre lo seguiva fuori in balcone e gli porgeva una sigaretta.

- Sai, non credo che finora qualcuno sia mai riuscito anche solo a baciare Amber Stonem - disse il ragazzo appoggiandosi alla ringhiera e facendo intendere all'amico che era sulla buona strada.

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