30. Follow me into my world.

524 29 3
                                    

Dopo una giornata estremamente stancante ed eccessiva passata fra i muri scolastici, finalmente Amber trovò un po' di riposo. 

L'ultima campanella era suonata e per i corridoi non c'era nessun'altro studente oltre Amber, la quale lentamente si trascinava verso l'uscita; aspettava sempre dieci minuti in classe dopo il trillo della campana in modo da non doversi bloccare per i corridoi e salutare a destra e a sinistra le stesse persone che incontrava sistematicamente ogni santo giorno. 

Nonostante fosse abituata alla confusione, spesso e volentieri non la tollerava. 

Credeva di essere l'unica ad uscire relativamente tardi da scuola; lo credeva perché non sapeva che negli spogliatoi maschili c'era sempre un ritardatario che perdeva tempo nel rendersi il più presentabile possibile dopo una partita di calcio. 

E quel ritardatario non era altri che Richard Parker. 

Il ragazzo, infatti, uscì dallo spogliatoio e pian piano si diresse verso l'uscita, ignaro della presenza di Amber, la quale a sua volta si avviava tranquilla verso la porta. 

Entrambi, dunque, non sapevano della presenza dell'altro, fin quando non se ne accorse Richard che, imboccando il corridoio principale, la vide passare di sfuggita. 

Si arrestò per qualche istante e la osservò per essere certo che quella fosse la persona che credeva: aveva i capelli raccolti con una matita disordinatamente sulla nuca, una felpa blu elettrico più grande di almeno due taglie, converse abbinate alla felpa e pantaloncini grigi da ginnastica. 

Vide anche una leggera spira di fumo e, solo dopo qualche secondo, si accorse della sigaretta accesa retta fra le dita della mano destra: solo una ragazza come Amber aveva la sfacciataggine di infrangere le regole a scuola senza curarsi di nulla e comportandosi naturalmente. 

Decise ancora una volta di coglierla alla sprovvista e, velocemente e silenziosamente, le si avvicinò e in men che non si dica le sfilò bruscamente la sigaretta dalle mani e, mettendosi al suo fianco, disse: - Non si fuma a scuola.

Lei si voltò di scatto e con una certa disinvoltura, ma non appena vide Richard il suo sguardo mutò, caricandosi di odio e, bloccandosi, ordinò acidamente: - Dammi la sigaretta. 

- E' proibito fumare - disse lui in tono provocatorio sperando di farla andare su tutte le furie, così continuò: - Quindi non te la restituirò. 

- Richard sei irritante! - sbottò la giovane - Sembra che tu ti diverta a farmi dispetti, come se in questo modo io potrei mai notarti. 

- Credi che io abbia bisogno di farmi notare da te? - la canzonò il giovane, sentendo come sempre quella forte pulsione che lo spingeva a provocarla ulteriormente. 

- Allora spiegami perché mi infastidisci continuamente - ribatté a muso duro la ragazza, facendogli intendere che non aveva alcuna intenzione di farsi fregare da lui. 

- Perché è divertente farti incazzare. Sei diventata troppo tranquilla ultimamente e io mi sto annoiando da morire - spiegò languidamente Richard mentre aspirava dalla sigaretta che le aveva preso. 

Amber lo guardò con odio: aveva detto quella frase alludendo a un doppio senso. 

Sapeva bene ciò che molti dicevano su di lei senza alcun fondamento, sapeva che molti si vantavano di essere stati con lei e di aver fatto o visto chissà che cosa. In tutti i casi si trattava comunque di falsità: Amber era molto riservata e sospettosa, non si lasciava avvicinare da chiunque. 

ExplosionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora