4. Waves after waves, slowly drifting.

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Amber arrivó sotto casa di Evelyn e gettando il mozzicone della sua seconda sigaretta suonó al campanello.

Adorava andare a casa sua, insomma, era una realtà totalmente differente dal proprio piccolo appartamento nella zona sud della città.

La casa di Evelyn era circa sulla via principale, si trovava nella Walden Drive, e come ogni sontuosa villetta californiana, si trovava in un quartiere perfettamente curato.

Un grande giardino con prato inglese abbellito da un sentiero mattonato e le rigogliose piante variopinte della signora Dallgard, dava l'accoglienza a qualsiasi ospite; la villetta su due piani, era interamente bianca e con parecchie pareti in vetro.

A completare il tutto delle tipiche palme tropicali.

Amber amava davvero tanto quel posto e le sembrava passato un secolo dall'ultima volta che era stata lì: effettivamente, dalla morte di Jacques, aveva smesso di andare a casa di chiunque fosse.

Passó qualche minuto e ad aprirle ci fu proprio la madre di Evelyn, Theodora Dallgard.

Ella era una donna davvero molto fine, con i capelli sempre raccolti in una coda ordinata, gli occhi verdi erano finemente truccati, orecchini e collana di perle le davano un aspetto molto più elegante.

Indossava una camicia bianca e dei pantaloni a zampa d'elefante beige e le sue solite scarpe alte e bianche.

Ella la accolse dicendo gentilmente: - Amber cara, da quanto tempo non ti vedo. Come stai?

- Bene Theodora, grazie e tu? - rispose garbatamente la ragazza.

- Benissimo, entra cara...ma hai mangiato ultimamente? Ti vedo molto sciupata...- notó la signora Dallgard conducendola verso le scale - Comunque sia, Evelyn e Cassie sono di sopra che ti stanno aspettando.

- Oh si, lo so, sono un pó in ritardo - disse la ragazza senza dar peso alla sua osservazione riguardante il dimagrimento.

La signora Dallgard la ignoró e aprì la porta della camera di Evelyn "annunciandola": - Ragazze, Amber è arrivata.

- Finalmente sei arrivata, pensavo avessi dimenticato la strada di casa mia - scherzó Evelyn alzandosi dal letto sul quale era seduta a gambe incrociate.

- Evelyn! - la richiamó bonariamente la madre che non sopportava la troppa ironia.

- Stavo solo scherzando, mamma - rispose la ragazza dandole le spalle per evitare di rispondere male.

- Comunque sia, io vi lascio tranquille ragazze, mi raccomando non combinate guai. Evelyn torneremo stasera tardi, ti ho lasciato la cena in forno, devi solo riscaldarla...ah e non aspettare Alexis, dorme da una sua compagna di classe - disse la donna e stampandole un bacio sulla fronte disse: - Ci vediamo stasera, buon divertimento ragazze, alla prossima volta. - e uscì dalla stanza chiudendo la porta.

- É da molto che mi state aspettando? - chiese Amber gettando lo zaino ai piedi del letto, come se fosse a casa sua, e sedendosi assieme alle sue amiche.

- Solo tre quarti d'ora - disse Cassie ridendo - Ma almeno non hai fatto il tuo solito ritardo di un'ora. Stai migliorando.

- Che stronza! - disse Amber ridendo e gettandogli un cuscino addosso.

- Ma che dite, giovincelle, questo bagno lo iniziamo si o no? - chiese Evelyn alzandosi e aprendo la porta del suo bagnetto correlato alla stanza.

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