43. You're the one that I loved, and I'm saying goodbye.

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Sabato 1 Maggio 2016

- Ehi, Qu! - si sentì chiamare il ragazzo da una voce che avrebbe potuto riconoscere ovunque e per la quale avrebbe fatto di tutto.

- Am! - esclamó Quince felice mentre si voltava e stringeva fra le braccia Amber, appena corsa da lui.

Odorava di mare e di sole, ed era una delle note più deliziose che adorava di lei. Forse era la sua strana assenza sempre più frequente o il loro momentaneo allontanamento, ma cazzo... averla fra le braccia in quel modo era qualcosa di pazzesco, come se lo stesse facendo ritornare ai vecchi tempi in cui ci provava ancora spudoratamente con lei.

Sentiva il sale che le costellava la pelle, ancora tiepida di quei raggi di sole primaverili; i vestiti leggermente umidi aderivano al suo corpo, sicuramente, sazio di divertimento e onde; solo i capelli conservavano il solito profumo di pesca e ciliegia.

Si perse fra quelle sue onde sinuose con un sorriso tenero, che appoggió alla sua spalla e disciolse per dire: - Sei andata al mare oggi, eh? Ti tratti bene.

Lei si staccó da quell'abbraccio e con il suo solito sorriso, accettó lo scherzo dicendo: - Sì, Dafne e Tiffany hanno insistito.

- Te la spassi alla grande da quando ci stanno quelle due - commentó Quince sistemandosi lo zaino in spalla e senza smettere di guardarla.

Sentiva che era come se stesse ridendo con gli occhi.

- Beh, credo che abbiano saputo del casino con Evelyn, Cassie ed Edward.. - disse torturandosi le mani e pronta a continuare con il suo racconto, ma Quince la bloccó scuotendo la testa, come se non avesse capito bene, e chiese frastornato: - Scusa, hai detto Edward?!

- È complicato da spiegare - si giustificó la ragazza - E poi ora come ora, ho troppo male alle gambe per raccontare tutto minuziosamente nei minimi dettagli.

Eccola: un'altra scusa per scappre via dai problemi.

Quince conosceva bene quella tecnica ormai, così non le diede modo di metterla in alto e levandosi lo zaino di dosso, le mostró la schiena e disse: - Dai, forza. Sali e ne parliamo strada facendo... ti prometto che non faró domande su questa storia qui.

Voleva solo passare un po' di tempo con lei, non le interessava di tutta quella faccenda, dopotutto era ben informato: le sue amiche del cuore, insieme a quel cretinetto, avevano pensato bene di sostituirla con la nuova arrivata Sally... come se quella fosse stata in grado di prendere il posto di una come Amber.

La giovane, a quella proposta, guardó quasi sognante quelle spalle... aveva proprio bisogno che qualcuno le desse un passaggio, in qualsiasi modo, e, mordendosi le labbra chiese come ulteriore conferma: - Sei sicuro di volerlo e poterlo fare?

-Andiamo Am, non farti pregare... non è la prima volta che succede - spiegó ragionevolmente Quince accennando a tutte le volte in cui uscendo da scuola, Amber non aveva voglia di camminare e lui si offriva di accompagnarla portandola sulle spalle, poichè ancora non aveva una macchina.

- In effetti - commentó la ragazza ridendo e cominciando ad appoggiare una caviglia sul fianco di Quince affinchè potesse salire su di lui.

Quince fu pronto e con pochi e agili movimenti la fece sistemare sulla schiena tenendola per le ginocchia. Cominció a camminare e disse: - Beh, qualunque cosa ti sia successa, credo ti abbia fatto bene. Sembri pesare più di venti chili - e rise non appena la ragazza, scherzosamente, lo colpì alla spalla.

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