17. Cause they don't know about us.

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Le due ragazze arrivarono in piazzetta dopo circa dieci minuti: avevano deciso di fare il tratto di strada più lunga per arrivare al raduno.

Giunsero camminando a braccetto nel buio della città, chiacchierando del più e del meno e tenendosi compagnia con un'ennesima da dividere.

Ridevano, scherzavano, parlavano, commentavano e imitavano sotto lo sguardo attento e indiscreto della luna, loro confidente da molto tempo ormai, che le seguiva guardando la fiammella rossa della sigaretta che si consumava sempre più.

Ma quella non era una semplice fiammella che si sarebbe spenta.

Quella fiammella si sarebbe spenta per quella serata ma poi si sarebbe riaccessa non appena ci sarebbe stata l'occasione, perchè fra Dafne ed Amber quella fiammella avrebbe continuato ad esistere in eterno.

Era qualcosa di normale vederle in quel modo (ovviamente per qualcuno che le conosceva da tanto): due ragazze che sembravano tutte matte camminare da sole per la città deridendo persone e cose che solo loro sembravano conoscere o comprendere, mentre si passavano ad ogni tiro quella sigaretta che per qualche strana ragione somigliava più ad una canna.

Eh sì, sembravano proprio delle pazze drogate, ma sembravano anche tanto unite ed era bello vederle in quel modo.

Le due erano state sempre oggetto di critica per gli adulti, soprattutto genitori, che le vedevano, eppure nonostante fossero guardate così male per le loro abitudini, il linguaggio o il vestiario, erano anche invidiate e ammirate.

Nessun genitore avrebbe potuto affermare con certezza che i propri figli avevano e avrebbero trovato un amico o amica che li completasse come Amber per Dafne e Dafne per Amber.

Quelle due formavano davvero una coppia strana, di psicopatiche probabilmente, loro stesse lo pensavano.

Dopotutto quel duetto era formato da Dafne con le sue manie di protagonismo e le sue dipendenze da persone o cose che la rendevano sempre più popolare nonostante fosse afflitta da problemi affettivi, ed Amber, con la sua misteriosa solitudine, il menefreghismo e l'indifferenza con profonde carenze d'affetto.

Insomma, due casi irrimediabilmente persi, da rinchiudere in un manicomio.

Le due amiche lo sapevano, ne erano anche troppo coscienti, ma poco importava: loro stavano bene e si apprezzavano l'un l'altra.

Non sarebbero mai cambiate solo perchè la gente le riteneva strane.

Quella storia andava avanti da davvero tanto tempo, a partire dalle medie.

Tutto era successo per caso, ma poi Dafne era riuscita a far procedere quell'amicizia per il meglio, dopotutto ella sceglieva accuratamente le persone da frequentare, in particolar modo se sentiva che quel qualcuno l'avrebbe accompagnata per tanti altri anni della sua vita.

Dafne aveva notato Amber subito, già a undici anni lei si distingueva in quella massa indistinta di studenti.

Alle medie era sempre stata la ragazzina casinara che ne combinava di tutti i colori e trovava ogni motivo valido per ridere; alle superiori aveva continuato a mantenere le stesse sembianze ma con qualcosa in più.

Dopo le medie, Dafne si era convinta che avrebbe dovuto incontrare nuovi amici, nuove amiche e invece, il primo giorno di scuola aveva incontrato quella ragazzina che le aveva tenuto compagnia per tre anni.

Amber era di nuovo lì: l'unica che se la stava prendendo comoda per entrare in classe, l'unica che non si preoccupava di incontrare qualche volto familiare e di come era vestita.

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