Nonostante la bella stagione che stava per arrivare e le tante belle giornate, la notte, continuava ad esserci un fresco venticello che riusciva a dare sollievo a Benjamin che non era mai stato un grande amatore dell'estate.
Benjamin, ancora una volta, era appoggiato al muro e osservava il cielo attraverso la grande finestra presente nella sua stanza, guardava le stelle e quasi gli sembrava che stessero sorridendo per lui e, in quel momento tanto delicato, si domandava se Federico stesse facendo la stessa cosa, se anche lui guardava le stelle e gli dedicava tutti i suoi pensieri.
Da qualche tempo a quella parte, il moro, non riusciva a fare altro che passare il suo tempo a pensare a quel ragazzo dagli occhi tanto azzurri che gli stava rubando il cuore.
Il ragazzo non era sicuro della scelta che aveva preso, non sapeva se andare in viaggio con Federico fosse la cosa migliore da fare, ormai aveva capito che i suoi sentimenti verso l'amico, se ancora poteva definirlo così, stavano mutando e sperava fosse lo stesso per l'altro ragazzo.
Un sospiro fuoriuscì dalla labbra rosse del moro mentre nella sua testa continuava a ripetersi la frase che Federico gli aveva detto ore prima.
-"Benjamin, con te, io andrei ovunque."
Avrebbe voluto rispondere, dire che per lui era lo stesso, ma non ne aveva avuto il coraggio, come sempre d'altronde, preferiva non dire nulla e non rischiare di perderlo.
Benjamin preferiva soffrire anziché vedere Federico soffrire.
"Smettila di pensarci Benjamin, sarà ciò che sarà.
Se è destino voi starete insieme." Pensò.
Ma era davvero ciò che voleva? Voleva davvero stare con Federico?Il sole era sorto, un nuovo giorno era iniziato e Benjamin sapeva che sarebbe stato duro per lui, avrebbe detto ai suoi genitori del viaggio che aveva intenzione di fare con Federico e sapeva anche che suo padre non l'avrebbe di certo presa bene, anzi, avrebbe cercato di impedirlo in tutti i modi.
Con lo sguardo assonnato, il moro, si trascinò al piano di sotto e raggiunse la sala da pranzo.
-"Buongiorno." Biascicò il ragazzo e si avvicinò a sua madre per lasciarle un bacio sulla guancia.
-"Buongiorno figliolo." Sorrise lei e riappoggiò sul tavolo la piccola tazza del caffè. "Dormito bene?" Continuò.
Benjamin annuì e distratto e andò a sedersi di fronte alla donna.
-"Hai l'aria stanca." Constatò Agnes.
-"Ho solo dormito poco." Sussurrò il più grande.
-"Come mai?" Continuò a chiedere la donna.
Benjamin sospirò, sapeva che sua madre era solo preoccupata ma gli davano fastidio così tante domande, soprattutto appena sveglio, e poi sapeva che non poteva rivelarle il vero motivo della sua insonnia.
-"Nulla di particolare, stavo leggendo un libro e non mi sono reso conto del tempo che passava." Mentì lui e prese un biscotto appena sfornato.
-"Se ci fosse altro me lo diresti, vero?" Chiese la madre e allungò una mano per prendere quella del figlio.
-"Ma certo madre." Forzò un sorriso lui. "In effetti avrei una cosa da dirvi..." Continuò lui sottovoce.
Agnes si trattene dal sobbalzare dalla sorpresa, era raro che suo figlio si aprisse con lei.
-"Dimmi pure, Benjamin." Sorrise la donna.
-"Io e Federico abbiamo organizzato una cosa." Disse il moro e iniziò a torturarsi il labbro inferiore con i denti.
-"E?" Lo incitò a continuare lei.
-"Vorremmo fare un viaggio, nulla di troppo lontano, solo qualche giorno." Spiegò il ragazzo.
La madre annuì e prese l'ultimo sorso del suo caffè.
-"Quando avreste intenzione di fare questo viaggio?" Chiese.
-"Ecco, uhm..." Balbettò Benjamin prima di prendere un respiro profondo. "Per il mio compleanno." Disse infine.
Agnes rimase sorpresa a sentire quelle parole, non pensava mancasse così poco tempo.
-"Ma Benjamin, manca solo una settimana."
-"Si, lo so."
-"Non pensate sia troppo presto?"
-"Per me è perfetto e poi non avrebbe senso farlo in un altro periodo." Sbuffò il moro e incrociò le braccia al petto.
-"Non arrabbiarti, non sto dicendo che per me non va bene.
Se voi siete sicuri di riuscire ad organizzare tutto, a me, sta bene." Disse Agnes.
-"Perfetto allora." Si limitò a rispondere Benjamin.
-"Tuo padre già lo sa?"
A quelle parole il ragazzo si irrigidì e lasciò cadere il biscotto tra le sue mani.
-"Suppongo di no." Continuò la donna notando la sua reazione.
-"Non appena scenderà a fare colazione lo dirò anche a lui." Disse il più grande cercando di mantenere la calma.
Poco dopo dei passi pesanti raggiunsero le sue orecchie e lo avvisarono dell'imminente arrivo di suo padre.
-"Buongiorno." Disse duro l'uomo.
-"Buongiorno caro." Lo salutò sorridente Agnes.
-"Non si saluta più in questa casa?" Borbottò Alberto una volta raggiunto il figlio.
Benjamin, titubante, alzò la testa e incrociò gli occhi del padre dello stesso colore dei suoi.
-"Buongiorno padre." Disse.
-"Buongiorno a te." Rispose il genitore prima di accomodarsi a capotavola.
Il ragazzo chiuse gli occhi e espirò e inspirò più volte prima di decidersi a parlare.
-"Padre." Lo chiamò.
L'uomo girò la testa e gli fece un cenno con la testa.
-"Dovrei dirvi una cosa." Continuò lui.
-"Dimmi pure Benjamin." Acconsentì Alberto e si versò della spremuta.
-"Vorrei fare uno viaggio."
Un sorriso comparve sul volto del padre che si voltò a guardarlo e gli dedicò la sua completa attenzione.
-"Un viaggio? Mi sembra un'ottima idea, qual è la tua destinazione?" Chiese entusiasta lui.
-"Non molto lontano." Rispose Benjamin.
-"Resti nel paese, si, mi sembra una buona idea, le giornate non sono ancora delle migliori ed è meglio restare vicino casa." Annuì l'uomo e bevve la sua spremuta.
-"Però c'è dell'altro..." Sussurrò il moro.
-"Dimmi allora, non perdere tempo."
-"È un'idea di Federico."
L'espressione del padre mutò immediatamente appena sentì il nome del ragazzo.
-"Ancora quello lì?" Sputò lui.
-"Si, vuole che facciamo un viaggio per il mio compleanno."
-"Lui vuole?" Rise l'uomo. "Lui non è nessuno per volere qualcosa." Disse, questa volta, con tono duro.
-"Lui è mio amico, il mio migliore amico, e può chiedermi qualsiasi cosa." Sbuffò Benjamin.
Nessuno doveva parlar male di Federico.
-"E sentiamo, ti ha già chiesto di pagargli il viaggio?" Chiese evidentemente nervoso Alberto.
-"No." Rispose il moro. "E vi dirò di più, sarà il suo regalo di compleanno, pagherà lui anche per me." Aggiunse soddisfatto.
-"Ti usa soltanto, tu per lui non sei niente." Ringhiò l'uomo.
-"Vi sbagliate padre.
Io con lui sono felice e lui lo è con me, ci conosciamo da quando siamo piccoli e stiamo bene insieme.
Continueremo a vederci che voi vogliate o no.
Non avete parola sul nostro rapporto."
Disse alzando il tono della voce Benjamin prima di alzarsi e lasciare soli i suoi due genitori.
Federico era la cosa migliore che aveva, era l'unico in grado di farlo sorridere a prescindere dagli eventi, Federico era la sua luce nel buio, tutto ciò di più bello che aveva.
Tra così tanto lusso Federico era la cosa più preziosa.----------------------------------------------------
Ehi💕
Vi ringrazio infinitamente per le tremila visualizzazioni, oggi sono appena otto giorni dall'inizio di questa storia e siamo già in tremila, grazie infinite, vi adoro💕
Come sempre vi ricordo che se volete parlare con me di qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @suarezgilliesIt.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕
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Illegal love || Fenji.
FanfictionIllegal love || Fenji. "Due ragazzi che scelgono di amarsi in un'epoca in cui il loro amore era illegale. Lotteranno per il loro sentimento ma il peso della giustizia, e l'opposizione da parte delle loro famiglie, saranno troppo per loro?"