Le poche ore che dividevano i due giovani dal loro grande viaggio, seppur la loro destinazione fosse abbastanza vicina, erano giunte al termine.
Le nuvole non accennavano ad andare via e a lasciar spazio al sole ma, per fortuna di tutti, sembrava che non ci sarebbe stata nessuna tempesta, nonostante non ci fosse il sole ad illuminare il paese il cielo era sereno, per quanto possibile.
Benjamin e Federico, dopo il loro incontro al loro solito posto, si erano recati alle proprie abitazioni per prendere tutto il necessario.
Il più piccolo non riusciva a pensare ad altro che alle parole di Benjamin e al suo fiato caldo che si infrangeva sulla sua pelle nuda, più volte si era ritrovato a pensare al sapore delle sue labbra, ardeva dal desiderio di farle sue, voleva assaporarle in ogni loro minima parte, sognava le loro labbra unite in un passionale, e pieno di amore, bacio mentre con ogni carezza si giuravano amore eterno ma sapeva che quel suo desiderio era sbagliato, loro due non potevano essere più che amici, loro due non potevano amarsi, sapeva che Benjamin non provava nulla per lui e, ormai, se n'era fatto una ragione e sapeva anche che quel tipo di relazione l'avrebbero pagata con la vita, una coppia dello stesso sesso non era ben vista, neanche un po', e lui mai avrebbe permesso che qualcuno facesse del male al suo Benjamin.I due si erano dati appuntamento alla fermata delle diligenze poco prima che questa partisse.
Benjamin era già arrivato da un po', aveva deciso di non sopportare oltre le grida e le lamentele di suo padre, non voleva rovinare tutto per colpa del malumore del genitore.
Il giovane era seduto su una piccola panchina e continuava a guardarsi intorno nell'attesa di scorgere i capelli biondi del suo amico, non stava più nella pelle per l'emozione.
Pochi minuti dopo riuscì ad intravedere, dal fondo della strada, il suo amico che camminava affaticato per il peso della grande valigia alle sue spalle e lui, velocemente, lo raggiunse.
-"Benjamin, ciao." Lo salutò Federico abbozzando un sorriso.
-"Vieni, ti dò una mano." Disse il moro e prese una delle borse che reggeva il ragazzo.
-"Grazie mille." Biascicò il più piccolo e si trascinò, seguito da Benjamin, fino alla piccola panchina. "Non è ancora arrivata?" Chiese mentre si accomodava affiancato dall'altro.
-"No, ancora no, ma penso manchi poco." Rispose Benjamin e sistemò le valigie davanti a loro.
Il biondo, stanco per il lungo cammino, appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo che sobbalzò per la sorpresa.
-"Sei stanco?" Sussurrò il più grande.
-"Un po'." Rispose il ragazzo e si sforzò di sorridere.
-"Nella diligenza potrai riposare per un po'." Disse Benjamin e gli accarezzò dolcemente il viso.
-"Spero solo arrivi presto, questa panchina è davvero scomoda." Biascicò sorridente il minore.
Il moro distolse lo sguardo dal viso del più piccolo, si girò a guardare la strada e fu davvero grato di vedere il mezzo avvicinarsi a loro.
-"È arrivata, Federico, andiamo." Lo avvisò.
Federico annuì debolmente e si alzò prima di prendere le sue valigie.Il viaggio in diligenza fu più veloce e comodo del previsto, era durato diverse ore e Federico aveva dormito quasi tutto il tempo con la testa poggiata sulla spalla del suo amico che lo osservava ammaliato, più volte Benjamin aveva avuto la tentazione di sporsi e rubargli un bacio ma sapeva che era sbagliato nei suoi confronti, e anche pericoloso data la gente che li circondava, quindi si limitò ad accarezzarlo di nascosto e a scostargli, un paio di volte, i capelli dal viso.
Federico era un angelo ai suoi occhi.-"Non vedevo l'ora di scendere dalla diligenza." Disse Federico mentre si stiracchiava.
-"Non è stato tanto male." Ammise Benjamin e prese le sue valigie.
-"Si ma preferisco stare da solo con te." Rispose il più piccolo pentendosi dopo poco per la scelta azzardata di parole.
-"A-andiamo." Balbettò imbarazzato il moro e si incamminò lungo il sentiero.Benjamin e Federico stavano camminando già da un po', il cielo si stava scurendo sempre di più anche se non era già sera, le nuvole che fino a poco prima erano candide si stavano incupendo e non promettevano nulla di buono.
-"Hai visto il cielo?" Chiese il biondo con lo sguardo alzato al cielo.
-"Si, non promette nulla di buono." Rispose Benjamin mentre lo imitava.
-"Dobbiamo sbrigarci." Disse Federico e riprese a camminare.
-"Speriamo di farcela ad arrivare prima della tempesta." Sospiro il più grande e lo seguì.Purtroppo le preghiere dei due giovani non vennero ascoltate, poco dopo scoppiò una vera e propria tempesta che trovò impreparati Benjamin e Federico.
-"Ben, cosa facciamo?!" Domandò agitato il più piccolo.
-"Non lo so Federico, davvero non lo so..." Rispose Benjamin mentre cercava di coprirsi il più possibile con la sua giacca.
Poco dopo il suo sguardo ricadde su una piccola locanda poco lontano da loro e un sorriso comparve sul suo volto.
-"Federico, guarda!" Esclamò allegro e indicò il locale poco distante da loro.
Il biondo seguì la traiettoria da lui indicato e si trattenne a stento dal saltare dalla felicità.
-"Corriamo!" Quasi urlò lui e si affrettò a raggiungere il posto seguito dall'altro.L'interno della locanda era molto più confortevole di quanto sembrasse all'esterno e anche la donna che li aveva accolti sembrava molto gentile.
-"Ragazzi, volete una stanza?" Domandò loro la giovane donna.
-"Si, grazie, questa tempesta ci ha trovato davvero impreparati." Rispose Federico e si passò una mano tra i capelli bagnati.
-"Sarà solo per una notte, non creeremo disturbo." Aggiunse Benjamin.
-"Nessun disturbo, questa locanda è qui proprio per questo." Sorrise lei e aprì il grande libro davanti a lei. "Però c'è un problema." Aggiunse.
Un sospiro fuoriuscì dalle labbra del biondo che temeva di dover passare la notte al freddo.
-"Quale?" Chiese il maggiore.
-"Abbiamo solo una stanza." I due si rivolsero un'occhiata prima di tornare a concentrarsi sulla donna. "Però il letto è abbastanza grande per entrambi, se per voi non è un problema."
Continuò.
-"Federico, tu cosa ne pensi?" Gli chiese il moro.
-"È solo per una notte." Quasi sussurrò il più piccolo. "Abbiamo condiviso tante cose, una stanza non ci cambierà la vita, e poi dormiremo, neanche noteremo la presenza dell'altro." Continuò abbozzando un sorriso.
-"Ha ragione, dormirete quindi non vi vedrete."
Si intromise la donna.
Benjamin annuì poco convinto e afferrò la chiave che la donna gli aveva passato.
Per lui era molto più che una semplice stanza, avrebbe passato la notte con Federico e non sapeva quanto questo potesse fargli bene dato i suoi sentimenti confusi.-"È davvero una bella stanza." Ammise Federico mentre sistemava il letto.
-"Già." Si limitò a dire Benjamin mentre cercava di guardarlo il meno possibile, non voleva fare cose di cui si sarebbe pentito.
-"Dormiamo?" Gli chiese il più piccolo.
-"C-cosa?"
-"Ti ho chiesto se dormiamo, domani dovremmo camminare ancora un po' e ci serviranno energie."
Il moro annuì e si infilò sotto alle coperte seguito dall'altro che si accoccolò a lui.
-"Ti dispiace stringermi?" Sussurrò lui.
Benjamin si sentì morire, aveva il ragazzo che lo rendeva felice stretto tra le braccia e non poteva desiderare altro.
Federico alzò lo sguardo e iniziò a tracciare cerchi immaginari sul petto dell'altro.
-"Benjamin?" Lo chiamò sottovoce.
-"Dimmi." Rispose il maggiore facendo incontrare i loro sguardi.
-"Non lasciarmi, sei troppo importante per me." Sussurrò Federico.
Quelle parole fecero perdere il controllo a Benjamin che si avventò sulle labbra rosee del più piccolo che rimase sorpreso da quel gesto ma non esitò a ricambiare.
Le loro bocche si muovevano l'una contro l'altra mentre le loro mani si cercavano per intrecciarsi, il corpo di Federico era schiacciato tra il materasso e il corpo di Benjamin che cercava di non fargli del male mentre una sua mano era persa tra i suoi capelli mori.
Continuavano a stringersi come se avessero bisogno dell'altro per restare in vita, erano bisognosi di loro.Dopo minuti interi i due si staccarono con il fiato spezzato mentre le loro fronti erano poggiate l'una contro l'altra.
Federico sorrise debolmente e accarezzò la guancia di Benjamin ma quest'ultimo si scansò agitato.
-"No Federico, non dovevamo farlo!" Disse lui cercando di non urlare.
-"Perché dici questo?" Domandò ferito il biondo.
-"Noi siamo amici, non possiamo amarci."
-"E questo chi lo dice? Se tu lo vuoi e io lo voglio nessuno può negarcelo." Rispose sicuro di sè Federico.
-"Ma Federico..."
-"Niente ma Benjamin, zitto e baciami." Ordinò il più piccolo.
Benjamin non perse tempo e fece come gli era appena stato tempo, catturò nuovamente le labbra del ragazzo e lo strinse forte a sè.
Non l'avrebbe lasciato andare via.

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Illegal love || Fenji.
Fiksi PenggemarIllegal love || Fenji. "Due ragazzi che scelgono di amarsi in un'epoca in cui il loro amore era illegale. Lotteranno per il loro sentimento ma il peso della giustizia, e l'opposizione da parte delle loro famiglie, saranno troppo per loro?"