Fifty six.

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I giorni passavano lentamente uno dopo l'altro, mancavano solo venti giorni al giorno di Natale, nella piazza del paese erano già state applicate tutte le decorazioni che il caso riteneva opportune, tutti erano davvero felici di poter passare del tempo con la famiglia senza doversi preoccupare del lavoro ed erano anche felici per la grande festa che si sarebbe tenuta quel giorno, tutti i compaesani erano stati invitati al grande matrimonio di Benjamin e Maria che, per l'appunto, si sarebbe tenuto il giorno di Natale ma molti temevano che qualcosa potesse interferire con la celebrazione, temevano che la relazione, diventata pubblica, di Benjamin e Federico potesse interrompere tutto.
I preparativi per il matrimonio procedevano a grande velocità, dato il poco tempo che avevano a disposizione
Il moro stava dedicando tutto il suo tempo all'organizzazione di quella giornata, faceva di tutto per tenersi costantemente occupato, non perché il suo desiderio fosse quello di organizzare una giornata magica per lui e Maria ma, bensì, desiderava essere occupato per non avere tempo di pensare, sapeva che se si fosse concesso anche solo pochi minuti liberi i ricordi lo avrebbero assalito, il pensiero di aver perso Federico lo avrebbe lentamente ucciso e lui non poteva permetterselo.

Quel giorno era insolitamente soleggiato, non c'era traccia dei grossi nuvoloni grigi che, per giorni, avevano minacciato l'intero paese.
Nella grande casa c'era un grande via vai di persone, tutti coloro che potevano essere di un qualche aiuto nell'organizzazione erano ben accetti nella casa.
-"Benjamin?" Lo chiamò la futura sposa che aveva appena finito di sistemare alcune pezzi di tessuto.
-"Maria, dimmi." Annuì il più grande che era intento a stilare la lista degli invitati pur sapendo che l'intero paese era invitato alla festa.
-"Non credi sia troppo presto per sposarci?" Chiese la ragazza con voce titubante.
Benjamin distolse lo sguardo dai tanti fogli e dedicò la sua totale attenzione alla giovane che sobbalzò non appena i suoi occhi verdi incontrarono quelli freddi e spenti del ragazzo.
-"Prima o poi dovremmo farlo, che sia tra venti giorni o qualche anno." Rispose lui. "Preferisco farlo ora e non pensarci più." Aggiunse e ritornò a scrivere.
-"Benjamin." Lo chiamò nuovamente la castana attirando la sua attenzione. "Non puoi sposare una persona solo perché prima o poi dovrai farlo e perché preferisci farlo adesso e non pensarci più." Disse.
-"Tu non ami me e io non amo te eppure siamo costretti a sposarci, non preferisci farlo subito così da non dover più continuare a recitare la parte della devota fidanzata?" Chiese retorico il maggiore.
-"Io non fingo." Rispose Maria.
Quella risposta sorprese molto il moro ma non si lasciò zittire, anzi, sorrise divertito e si alzò dalla poltrona per potersi avvicinare alla giovane.
-"Vuoi dire che mi ami davvero?" Domandò divertito. "Che sei davvero la mia devota fidanzata?" Continuò e le accarezzò la guancia.
Maria, prontamente, gli scacciò via la mano e si spostò.
-"Smettila Benjamin, questo non sei tu!" Esclamò.
Il moro, in un primo momento, sbuffò sonoramente ma subito dopo si avvicinò, nuovamente, alla ragazza e si abbassò leggermente per poter essere alla sua altezza.
-"Sono il tuo fidanzato, il tuo promesso sposo, posso fare tutto ciò che voglio con te." Sussurrò il ragazzo e allungò un dito per poter sfiorare le labbra della castana che sobbalzò a quel contatto.
-"S- smettila..." Balbettò sottovoce la ragazza.
Prima che Benjamin potesse aprire bocca per dire qualsiasi cosa qualcuno lo chiamò attirando la sua attenzione.
-"Benjamin."
Il ragazzo si voltò verso la porta e abbassò lo sguardo, sapeva che stava sbagliando.
-"Madre..." Sussurrò.
-"Cosa stavi facendo?" Chiese con una certa durezza nella voce la donna. "Maria, ti stava importunando?" Continuò a chiedere rivolta verso la ragazza.
-"N- no, non si p- preoccupi..." Balbettò la giovane che non voleva che il ragazzo finisse nei guai.
-"Maria, per favore, puoi lasciare me e Benjamin da soli?" Chiese cortesemente Agnes.
La castana annuì e, velocemente, uscì dalla stanza.

-"Accomodati." Disse Agnes, non appena vide la ragazza allontanarsi, e si accomodò sul divano.
-"Preferisco restare in piedi." Rispose Benjamin che continuava a torturarsi le mani.
-"Accomodati." Ripeté la donna assumendo un tono più autoritario.
Il moro sospirò e si accomodò sul divano assicurandosi di mantenere una certa distanza tra lui e sua madre.
-"Volete parlarmi?" Chiese il ragazzo.
-"Si." Annuì la madre.
-"Ditemi, sono tutto orecchi." Disse il giovane e si sistemò sul divano.
-"Benjamin, sono davvero molto preoccupato per te." Ammise Agnes e gli prese la mano.
-"Per me?" Ripeté il maggiore. "E perché mai?" Aggiunse e si tirò via la mano.
-"Negli ultimi giorni sei strano, diverso, non esci mai di casa e passi tutto il tuo tempo ad organizzare un matrimonio che fino a pochi giorni fa volevi impedire." Raccontò la donna. "Che ti sta succedendo?" Chiese con tono preoccupato.
-"Non mi sta succedendo nulla, ho solo capito che è questa la vita più adatta a me." Mentì Benjamin che fece di tutto per non incontrare lo sguardo di sua madre.
-"E Federico?"
Sentir pronunciare il nome del ragazzo scatenò in lui tutte quelle emozioni che, per giorni, aveva represso affinché non lo uccidessero.
-"F- Federico cosa?" Balbettò il moro che a stento si tratteneva dal piangere.
-"Che fine ha fatto Federico? Fino a pochi giorni fa eri deciso a lottare per lui, non ti importava se tutto il paese fosse venuto a conoscenza della vostra relazione, tutto ciò che volevi era poter essere felice con lui.
Solo voi due, nessun altro."
Quelle parole servirono per abbattere del tutto le difese che si era creato per difendersi dal mondo, per difendersi da Federico, e varie lacrime gli rigarono il viso mentre cercava di coprirsi con le mani.
-"Figliolo..." Sospirò la donna e si avvicinò al ragazzo per poterlo abbracciare. "Ti va di raccontarmi cos'è successo?" Chiese mentre gli accarezzava i capelli.
Benjamin annuì debolmente e si asciugò le lacrime.

-"Sei sicuro sia stato lui a scriverla?" Chiese sconcertata Agnes dopo aver letto la lettera.
-"La scrittura è sua e la motivazione è plausibile." Rispose il moro e ripose, nuovamente, la lettera nella tasca interna della sua giacca, voleva portarla sempre con lui, voleva tenere con sé l'ultimo ricordo che gli restava di Federico.
-"È davvero molto strano, se è come mi hai detto tu, poche ore prima era normale, innamorato, e poi ti ha scritto questo." Disse pensierosa la donna.
-"Madre cosa volete dire?" Chiese confuso Benjamin.
-"E se non fosse stata una sua idea?" Azzardò un ipotesi Agnes.
-"La scrittura è sua, è impossibile che non sia stato lui a scriverla." Rispose il moro.
-"Non sto dicendo questo." Controbattè la donna. "E se fosse stato costretto a scriverti questa lettera?"

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Ehi💕
Vi ringrazio infinitamente per le ventinove mila visualizzazioni, vi adoro💕
Vi comunico, con di spiacere, che molto probabilmente questa sarà l'ultima settimana di Illegal Love, mancano solo 5 capitoli più l'epilogo che spero di riuscire a scrivere entro questa settimana così non vi farò aspettare.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter, mi trovate con il nick @suarezgilliesIt.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora