Il giorno che i due ragazzi si erano dedicati era giunto al termine, così come anche il compleanno del moro, la sera era ormai giunta e per strada era quasi deserta.
Quel giorno Benjamin e Federico dimenticarono tutti i loro problemi, la vita che avevano e le persone che li aspettavano, non volevano pensare ai problemi che ogni giorni li opprimevano, sapevano che quella era un'occasione da non farsi sfuggire, non gli sarebbe ricapitato tanto presto di poter lasciare il paese loro due da soli.
I due giovani avevano trascorso l'ora di pranzo e parte del pomeriggio nella campagna che avevano scelto per fare il loro picnic, avevano più volte interrotto il loro pranzo per scambiarsi baci e carezze, sembrava che i due non riuscissero a stare separati neanche per pochi minuti, dopo la notte che avevano appena trascorso non volevano più reprimere i loro sentimenti, volevano poter vivere il loro giovane amore.
Il più piccolo, per l'occasione, aveva comprato una torta all'altro che era rimasto piacevolmente sorpreso da quel gesto.
Benjamin amava il modo in cui Federico si prendeva cura di lui, i piccoli gesti che gli riservava e che lo facevano sentire speciale,
Quando era con Federico si sentiva unico.La notte decisero di passarla ancora una volta in quel posto, in quella stessa stanza, dove si erano lasciati andare, dove il loro amore aveva potuto vedere la luce, dove si erano uniti a tal punto da sentirsi una cosa sola.
Ma, purtroppo per loro, anche la notte era giunta al termine e i due dovevano ripartire diretti al loro piccolo paese, dovevano salutare quei momenti che avevano vissuto e la tranquillità dell'anonimato, in poche ore sarebbero ritornati ad essere Benjamin e Federico, quelli di sempre, il figlio del signore temuto da tutti e il ragazzo che tutti adorano per la sua semplicità e spontaneità.
I due ragazzi si svegliarono insolitamente presto, era poco più tardi delle sei del mattino.
-"Buongiorno." Disse sorridente Federico.
-"Buongiorno a te." Farfugliò sottovoce il più grande con lo sguardo perso nel vuoto.
Il biondo si avvicinò per dargli un bacio a stampo ma l'altro, rapidamente, si scostò e si alzò dal letto.
-"Benjamin." Lo chiamò il minore.
-"Mh?" Mugolò il moro.
-"Cosa ti succede?" Chiese il più piccolo e si mise a sedere al centro del letto.
-"Nulla." Mentì Benjamin. "Perché?" Continuò.
-"Stavo per baciarti e ti sei spostato." Spiegò il biondo con lo sguardo fisso sul ragazzo.
-"Stavi per baciarmi? Non me ne sono reso conto, scusami." Mentì ancora una volta il più piccolo.
Federico sospirò rumorosamente e decide di fingere di credere alle parole dell'altro, gli avrebbe chiesto spiegazioni una volta ritornati a casa, non voleva rovinare il poco tempo che gli restava del loro viaggio.
-"Va bene." Sussurrò lui. "Magari potresti darmelo ora un bacio, che dici?" Chiese mentre un sorriso compariva sul suo volto.
-"È tardi Federico, magari quando torniamo a casa." Rispose il moro senza mai guardarlo negli occhi, continuava a rovistare nella sua borsa fingendosi alla ricerca di qualche cosa.
-"Tardi? Sono solo le sei del mattino e la diligenza non partirà prima delle otto e mezza." Sbuffò il più piccolo.
Benjamin si girò, finalmente, a guardarlo e gli sorrise debolmente.
-"Non vuoi fare colazione?" Chiese.
-"Colazione?" Ripetè il minore che ci capiva sempre meno di quella situazione che si era venuta a creare.
-"Si, non so tu, ma io ho tanta fame." Rispose sorridente il più grande e prese i suoi vestiti.
-"Va bene, andiamo a fare colazione." Sospirò Federico e si alzò da quel letto che era stato testimone del loro amore.Durante la colazione i due non scambiarono molte parole, si limitarono alle cose più indispensabili come commentare il clima sereno di quella giornata, la bella stagione che era arrivata e notizie di attualità lette dal quotidiano che gli era stato portato al tavolo, Federico continuava a lanciare all'altro varie occhiate ma sembrava che Benjamin lo ignorasse, cercava in tutti modi di non incrociare il suo sguardo.
Anche il cammino per arrivare alla loro fermata e il viaggio nella diligenza fu abbastanza silenzioso, Benjamin continuava a guardare la strada attraverso il piccolo finestrino ed era perso tra i suoi pensieri mentre Federico cercava continuamente di iniziare una conversazione con lui ma non c'era stato modo di farlo parlare, troncava le discussioni ancora prima che queste si sviluppassero e, infine, liquidò il minore con una scusa banale, gli disse che aveva il mal di testa e lo pregò di stare in silenzio; Federico a quelle parole sentì i suoi occhi inumidirsi ma non poteva piangere in quel momento, non davanti a Benjamin e, per di più, per un motivo così assurdo ma decise che, una volta ritornati a casa, gli avrebbe dato appuntamento al loro solito posto e gli avrebbe chiesto spiegazioni, si erano appena dichiarati amore, non poteva comportarsi così.-"Benjamin?" Lo chiamò Federico una volta scesi dalla diligenza.
-"Federico, dimmi." Rispose il ragazzo.
-"Questa sera puoi venire al nostro solito posto?" Chiese il più piccolo facendo incrociare i loro occhi per la prima volta in quella giornata.
-"Ehm..." Balbettò il moro. "Sono molto stanco e vorrei riposare." Mentì lui.
-"Ti prego, è importante." Lo supplicò il minore.
Benjamin sospirò e annui.
-"Va bene, ci vediamo prima dell'ora di cena." Disse e prese le sue cose.
-"A stasera." Lo salutò il biondo.
Il più grande si limitò a fargli un cenno con la testa prima di allontanarsi diretto verso la sua dimora.L'ora che era stata decisa dal maggiore era finalmente arrivata, Federico si era già recato al loro posto quasi un'ora prima, non voleva rischiare di fare tardi e perdere così l'occasione per chiedere spiegazioni al ragazzo che tanto amava.
Non dovette aspettare ancora molto tempo prima che potesse udire dei passi dirigersi verso di lui, riconobbe all'istante il suono che gli stivali di Benjamin producevano una volta a contatto con il terreno di quel bosco.
L'avrebbe riconosciuto tra mille.
-"Federico." Lo chiamò Benjamin una volta raggiunto.
-"Vieni a sederti." Lo invitò il più piccolo indicando lo spazio accanto a lui.
Il moro annuì e fece come gli era appena stato detto ma si assicurò che tra di loro ci fosse una certa distanza.
-"Perché mi hai fatto venire qui?" Domandò.
-"Qui? Questo è il nostro posto, siamo cresciuti tra questi alberi, veniamo sempre qui." Disse Federico con un filo di voce, si sentiva debole davanti a quegli occhi che gli avevano rubato il cuore.
-"Lo so ma perché hai insistito tanto?"
-"Dobbiamo parlare."
-"Parlare di cosa?"
-"Di noi." Rispose il biondo e sfiorò la mano dell'altro.
Benjamin era tentato di dirgli che non c'era nessun noi, o almeno non ancora, ma decise che era meglio farlo parlare.
-"Parla allora." Disse lui.
-"Perché ti stai comportando in questo modo con me?"
-"In che modo?" Finse di non capire il maggiore.
-"È tutto il giorno che mi ignori, ti ho fatto qualcosa?" Chiese disperato Federico con, ormai, gli occhi umidi.
Il moro, incapace di reggere il suo sguardo, abbassò lo sguardo.
-"Solo ieri notte hai detto di amarmi e ora fai finta che io non esista, perché Benjamin?" Continuò singhiozzando il minore.
-"Federico, io..." Si interruppe il più grande.
-"Tu cosa?! Per te sono solo un passatempo? Mi hai solo preso in giro?" Ormai Federico stava piangendo disperato.
-"No, assolutamente no!" Rispose Benjamin e gli prese le mani. "Tutto ciò che ti ho detto è vero, io provo davvero qualcosa per te." Continuò.
-"Allora perché mi tratti in questo modo?"
Il moro allungò una mano e gli accarezzò la guancia.
-"Perché non possiamo stare insieme piccolo Federico, non è il nostro destino." Sussurrò lui prima di alzarsi e andare via, lasciando solo Federico che sentiva di poter morire per il troppo dolore che stava provando.
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Illegal love || Fenji.
FanfictionIllegal love || Fenji. "Due ragazzi che scelgono di amarsi in un'epoca in cui il loro amore era illegale. Lotteranno per il loro sentimento ma il peso della giustizia, e l'opposizione da parte delle loro famiglie, saranno troppo per loro?"