Eight.

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La luce della luna riusciva ad ad illuminare la stanza di Benjamin che se ne stava a braccia conserte nel suo grande letto, troppo grande e vuoto per una sola persona.
Il moro aveva sempre ritenuto che quella stanza fosse troppo grande per una persona sola, aveva insistito per avere una stanza più piccola, amava quelle riservate ai domestici, le trovava della giusta dimensione per non sentirsi solo, ma suo padre continuava a ripetergli che lui era nato per essere un signore e che non doveva accontentarsi, ogni volta, Benjamin gli rispondeva che non era questione di accontentarsi, ma bensì, era un suo desiderio ma il suo genitore non ne voleva sapere, non gli avrebbe dato una stanza più piccola per farlo confondere con la servitù ma oramai il moro ci aveva fatto l'abitudine, suo padre non voleva la sua felicità ma solo il suo successo per poi sfruttarlo per suo scopi.
Il più grande continuava a girarsi nel letto e cercava di conciliare il sonno ma due occhi azzurri, quegli occhi azzurri, continuavano a perseguitarlo.
Erano passati diversi giorni da quell'incontro a casa del minore ma non riusciva a pensare ad altro, in quei pochi giorni si erano visti altre volte e ogni volta lui si era ritrovato a bramare quella labbra tanto rosee e desiderava ardentemente sapere che sapore esse avessero, voleva più dei loro semplici contatti, era stufo delle solite carezze furtive ma sapeva che era sbagliato.
Federico era il suo migliore amico e non poteva provare amore verso di lui, qualsiasi cosa fosse quello strano sentimento si sarebbe costretto a farlo sparire, non avrebbe rovinato tutto per così poco.

Benjamin riuscì a conciliare il sonno solo a tarda notte, quando ormai mancava poco al sorgere del sole, ma per sua fortuna suo padre era assente e poteva concedersi qualche ora extra di riposo.
Fu sua madre ad interrompere il suo sonno quando era quasi ora di pranzo, in punta di piedi entrò nella stanza e raggiunse il letto di suo figlio ancora dormiente, si sedette accanto a lui e gli scostò i capelli dal viso.
Agnes era molto orgogliosa di suo figlio e sperava che un giorno sarebbe riuscito a ribellarsi a suo padre, non era d'accordo con il potere che esso esercitava sul loro unico figlio ma non aveva modo per contrastarlo, nei suoi occhi Agnes riusciva a rivedere quella felicità che Alberto, anni prima, aveva negato ad entrambi, era la sua unica gioia e, per sua fortuna, non aveva preso nulla da suo padre.
-"Figliolo." Lo chiamò la donna e gli accarezzò gentilmente la guancia.
Un mugolio fuoriuscì dalle labbra del più grande che si girò nella direzione opposta.
Un sorriso comparve sul viso di Agnes che si lasciò andare ad una fragorosa risata, quella scena gli ricordava tanto quando il suo bambino era ancora piccolo.
-"Su Benjamin, svegliati, è tardi." Continuò lei.
-"Ho tanto sonno..." Sbadigliò Benjamin e si coprì meglio.
-"È quasi ora di pranzo, devi alzarti." Gli disse la madre continuando a tenere un tono dolce.
Il moro sospirò e si girò verso la donna che lo aveva dato al mondo.
-"Hai dormito bene figliolo?" Gli domandò lei e gli scostò nuovamente la ciocca di capelli dal viso.
Il più grande annuì e aumentò la presa sul cuscino.
-"Come mai sei rimasto a dormire fino a così tardi? Non è da te." Constatò Agnes assumendo un'espressione preoccupata.
-"Non sono riuscito a chiudere occhio fino a tarda notte, ecco tutto." Spiegò brevemente Benjamin e scrollò le spalle.
-"Hai qualche problema Benjamin?" Chiese la donna.
Il moro osservò attentamente il viso della donna davanti a lui, sapeva che dietro quella sua domanda non c'era malizia, lei non era come suo padre, non gli faceva domande solo per avere qualche vantaggio o comunque per suo scopi, sapeva che se sua madre gli aveva rivolto quella domanda era solo per sincera preoccupazione nei suoi confronti.
-"Forse." Sussurrò lui imbarazzato.
Le labbra di Agnes formarono un piccolo sorriso e lasciò una carezza sulla mano di suo figlio.
-"Questioni d'amore?" Chiese.
Il viso di Benjamin avvampò all'istante e cercò di coprirsi il più possibile per evitare di farsi vedere in quelle condizioni ma era troppo tardi, sua madre aveva già notato la sua reazione e si era lasciata scappare una piccola risata.
-"Non devi vergognarti, sono cose più che normali." Lo rassicurò lei.
Il più grande annuì imbarazzato e si ritrovò a pregare che quel momento finisse il prima possibile.
-"Vuoi dirmi chi è la fortunata che occupa i tuoi pensieri?" Continuò a parlare Agnes.
Benjamin quasi rimase male a sentire quanto suo madre fosse convinta che si trattasse di una ragazza, Federico non era una ragazza, era così assurdo?
Un uomo che sceglie di amare un altro uomo, non c'era nulla di innaturale, solo amore.
-"Quando sarà il momento madre." Si limitò a dire il più grande e si alzò dal letto.

Dopo quella chiacchierata con sua madre Benjamin non aveva aperto bocca per tutto il giorno.
Era giunta la fine della giornata e da lì a poche ore suo padre sarebbe tornato a casa.
Federico, nel primo pomeriggio, l'aveva raggiunto al loro solito posto ma neanche lui riuscì a farlo parlare, il più grande si limitava a fare gesti con la testa o a rispondere a monosillabi, non aveva voglia di parlare con nessuno.
Neanche con Federico che era la fonte dei suoi problemi e della sua felicità.
Ma quest'ultimo si era deciso a farlo parlare, odiava non sentire la sua voce e la sua risata.
-"Benjamin?" Lo chiamò lui.
L'altro, per tutta risposta, si girò verso di lui e inclinò la testa di lato.
-"Ho una proposta da farti." Annunciò il più piccolo e si sedette accanto a lui.
Il moro continuò a guardarlo senza aprire bocca.
-"Ma se non parli non te la dico." Disse Federico e incrociò le braccia al petto.
Benjamin assottigliò gli occhi e sospirò.
-"Ti conviene parlare, è davvero allettante." Continuò cercando di stuzzicare la sua curiosità.
Il moro rilasciò un ultimo, lungo, sospiro e si decise a parlare.
-"Dimmi."
Sul volto di Federico comparve un grosso sorriso e gli buttò le braccia al collo per la felicità.
Benjamin in un primo momento ne fu sorpreso, quasi imbarazzato, ma subito dopo lo strinse a sua volta e si lasciò cullare dal dolce profumo del ragazzo.

-"Hai davvero una proposta da farmi o era solo una scusa?" Chiese il moro una volta sciolto l'abbraccio.
-"No, davvero." Rispose l'altro e si sedette a gambe incrociate. "Manca poco al tuo compleanno, solo una settimana." Continuò.
-"Si, lo so."
-"E io voglio passare con te quella giornata." Disse Federico facendo battere all'impazzata il cuore dell'altro.
-"Co-cosa?" Balbettò il moro.
-"Proprio così, per te va bene?"
-"Cos'hai in mente di fare?" Chiese Benjamin cercando di riacquistare la calma perduta poco prima.
-"Vorrei fare un viaggio con te, nulla di troppo lungo, solo qualche giorno." Spiegò il biondo e gli prese la mano. "Voglio che quella giornata sia speciale per te." Aggiunse.
Benjamin avrebbe voluto dirgli che, per rendere speciale qualsiasi giorno, bastava la sua presenza ma si trattenne, non era ancora il momento.
-"Per me va bene, dove vuoi andare?" Sorrise lui.
-"Benjamin, con te, io andrei ovunque."

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Ehi💕
Vi scrivo per dirvi che potete trovare il primo capitolo della nuova storia in collaborazione con fenjifanfiction sul suo profilo, si chiama 'Forbidden soulmates' e spero davvero vi piaccia💕
Vi ricordo che se volete parlare con me della storia o di qualsiasi altra cosa potete contattarmi qui o su Twitter, il mio nick è @suarezgilliesIt.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora