Le ore passavano, il buio era sceso sul paese e si era impossessato di ogni minima parte di questo, tutti gli abitanti del luogo si stavano incamminando verso le rispettive dimore e sorridevano al pensiero delle, meritate, ore di riposo che li aspettava, alcuni si fermavano a chiacchierare con qualche paesano incontrato per strada per potersi confrontare sulle ultime novità successe in paese, e con questo tutti intendevano la relazione sentimentale che univa Benjamin e Federico in un modo in cui loro non potevano comprendere, alcuni avevano opinioni contrastanti ma tutti ritenevano che fosse una vera e propria sorpresa, pur sapendo della forte amicizia che li legava nessuno aveva mai osato pensare che ci fosse del tenero tra di loro anche perché sapevano dell'astio che il padre del più grande provava nei confronti dell'altro.
Era ormai sera inoltrata, mancavano solo pochi minuti a mezzanotte, le strade erano tranquille e del tutto vuote, a causa della tarda ora, ma c'era qualcuno, un ragazzo in particolare, a cui non importava di che ora fosse e di quanto freddo facesse, continuava a correre imperterrito tra le strade di quel paese e scrutava attentamente ogni angolo per non lasciarsi sfuggire neanche un dettaglio, per quanto insignificante potesse sembrare agli occhi degli altri, sentiva che le sue gambe stavano per cedere e l'aria, a malapena, riusciva a penetrare nei suoi polmoni, erano ore che continuava a correre senza alcuna sosta ma non aveva ottenuto risultati.
-"Federico!" La sua voce risuonò alte tra quelle strade dove regnava il silenzio.
Non gli importava che la sua ricerca potesse dare fastidio a qualcuno, il suo unico obbiettivo era quello di ritrovare il ragazzo dal ciuffo biondo, il suo ragazzo.
Benjamin era rimasto per diverse ore al loro solito posto nell'attesa che il più piccolo arrivasse ma di lui non si era vista ombra, non lo aveva neppure avvisato in qualunque modo, quella stessa mattina gli aveva promesso che ci sarebbe stato e, di solito, lui era un ragazzo che manteneva la parola data, soprattutto a lui, e quindi questo lo aveva indotto a pensare che fosse successo qualcosa di davvero grave per costringerlo a non presentarsi all'appuntamento, i peggiori scenari si erano presentati nella testa del moro ma li aveva scacciati via tutti per permettersi di poterlo cercare senza distrazioni.
Un lampo illuminò il cielo buio della notte, seguito subito dopo da un forte tuono che rimbombò tra le strade silenziose del paese, segno che da lì a poco tempo si sarebbe verificata una forte tempesta, il freddo penetrava nelle ossa ma a Benjamin non importava, il suo unico pensiero era Federico, doveva trovarlo ad ogni costo.
"Piccolo mio, dove sei?" Pensò e lasciò che una lacrima gli rigasse la guancia.La campana della chiesa aveva risuonato già da diverso tempo la mezzanotte, un nuovo giorno era iniziato e con esso si era scatenata anche una furiosa tempesta, la pioggia scendeva fitta sulle strade del paese e sembrava potesse trafiggere la pelle dei malcapitati che si trovavano per strada e alla mercé del maltempo.
Benjamin non si era ancora arreso, continuava a correre e a cercare il più piccolo senza mai fermarsi, il pensiero che potesse succedergli qualcosa a causa sua lo terrorizzava, il ricordo delle parole che i compaesani gli avevano rivolto era ancora vivido dentro di lui e temeva che avessero tenuto fede alle loro parole, che Federico avesse pagato quel loro amore con la sua vita.
-"Federico!" Un ennesimo grido gli lacero la gola già secca da tempo. "Federico dove sei?!" Continuò ad urlare.
La sua vista era annebbiata dalla tanta pioggia e dalle lacrime che continuava a cadere copiose sul suo volto.
Un uomo comparve nella visuale del più grande che rimase sorpreso nel vedere qualcuno per strada, a quell'ora e con quel maltempo, ma non perse tempo ad avvicinarsi e a chiedere informazioni.
-"Mi scusi?" Disse.
L'uomo, dalla folta barba grigia, si girò verso di lui e inarcò un sopracciglio.
-"Giovanotto, non dovresti essere per strada a quest'ora e con questa pioggia." Disse con la sua voce burbera.
-"Non è indicato nemmeno per lei essere qui." Rispose il moro che non era riuscito a mordersi la lingua.
-"Tu sei un signorino, dovresti essere a riposo nel tuo caldo letto, con i tuoi tanti cuscini mentre tutti ti servono e riveriscono come se fossi un Dio." Controbattè l'uomo mentre si lisciava la sua lunga barba.
-"Può pensarla come vuole, sono qui solo per chiederle una cosa." Disse il più grande e fece uno strano gesto con la mano. "Ha per caso visto un ragazzo di nome Federico? È abbastanza alto, pelle abbronzata, occhi azzurri, capelli biondi.
Credo lo con..." Stava dicendo Benjamin ma venne zittito dall'uomo che sbuffò sonoramente.
-"No, non ho visto quel ragazzo e non dovresti vederlo nemmeno tu." Ringhiò lui.
-"Cosa?" Domandò confuso il giovane.
-"Anche io so, come tutto il paese, ciò che vi unisce ed è una cosa totalmente sbagliata.
Siete due uomini, se così vi si può definire, e dovete crearvi delle famiglie, con delle donne." Rispose l'anziano marcando bene le ultime parole.
-"Non credo siano cose che vi riguardano ma vi ringrazio per l'aiuto, continuerò la ricerca." Disse Benjamin ignorando le sue parole. "Buonanotte." Aggiunse e girò i tacchi per andare il più lontano possibile da lì, non voleva ascoltare altro da quell'uomo che non sapeva nulla di lui e di Federico.Le parole di quell'uomo però servirono a Benjamin che, dopo tanto camminare, si era reso conto che era troppo tardi, ed era una serata troppo fredda, per proseguire nella sua ricerca, in quelle condizioni non avrebbe ottenuto alcun risultato.
Dopo non molto tempo, il moro, ritornò a casa sua e rimase sorpreso nel vedere che alcune luci erano ancora accese, credeva che tutti dormissero già da un pezzo; estrasse le sue chiavi dalla giacca ed entrò lentamente, cercando di fare il meno rumore possibile, per evitare di svegliare qualcuno.
Il suo sguardo vagò nell'ingresso per cercare di scoprire chi fosse ancora sveglio ma, quando non trovò nessuno, pensò che si trattasse solo di qualche cameriera che aveva deciso di anticiparsi il lavoro del giorno prima, quindi, decise di andare nella sua stanza ma non appena salì il primo scalino una voce giunse alle sue orecchie.
-"Benjamin." Lo chiamò.
Il ragazzo si girò nella direzione del salotto e sorrise alla donna.
-"Maria, non pensavo di trovarti ancora sveglia." Disse e si avvicinò a lei. "Come mai sei ancora sveglia?" Chiese.
-"Stavo dormendo ma ho fatto un brutto sogno e sono scesa per una tisana." Rispose la ragazza e alzò la sua tazza bianca fumante.
-"Capisco, vuoi parlarne?" Continuò a chiedere il moro e la seguì nel salotto.
Maria scosse la testa e si sedette sul divano.
-"Nulla di estremamente terribile, tranquillo." Rispose e abbozzò un sorriso. "Tu piuttosto, dove sei stato?" Chiese e bevve un sorso della sua bevanda.
Benjamin, come un fulmine a ciel sereno, si ricordò della faccenda accaduta quel pomeriggio e di Federico, che era riuscito a dimenticare per qualche istante, e il suo viso si rabbuiò all'istante.
-"F- Federico..." Balbettò e abbassò la testa.
-"Cos'è successo a Federico?" Chiese preoccupata la ragazza.
-"Oggi dovevamo incontrarci al nostro solito posto." Disse il maggiore e Maria annuì per invitarlo a continuare. "Ma lui non si è presentato, l'ho cercato fino a questo momento ma in paese, e nei dintorni, di lui non c'è traccia." Aggiunse cercando di trattenersi dal piangere.
-"È s- scomparso?" Domandò balbettando la castana.
-"Così sembra, mi aveva promesso che oggi ci saremmo visti ma..." Si interruppe Benjamin che non ce la faceva a ricordare, nuovamente, ciò che era successo.
Maria restò in silenzio per qualche istante e anche quando aprì bocca per parlare non sembrava essere molto convinta.
-"Benjamin?" Lo chiamò.
-"Dimmi."
-"E se fosse scappato perché non riusciva più a reggere questa situazione?"

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Illegal love || Fenji.
ФанфикIllegal love || Fenji. "Due ragazzi che scelgono di amarsi in un'epoca in cui il loro amore era illegale. Lotteranno per il loro sentimento ma il peso della giustizia, e l'opposizione da parte delle loro famiglie, saranno troppo per loro?"