Twenty six.

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Il padre di Benjamin si era permesso di prendersi un lusso che non gli spettava, aveva deciso di poter comandare la figlia del suo unico figlio senza mai chiedergli cosa lui volesse, non si era mai preoccupato di sapere se il ragazzo fosse felice o meno, se le sue decisioni potessero contrastare gli ideali e i sogni di Benjamin, ad Alberto era importato sempre e solo di lui e del suo potere, tutto ciò che contava per lui era che il suo potere, o per meglio dire il suo dominio, continuasse con altre generazioni, a lui non importa di chi si ritrovava ad essere il suo mezzo per realizzare i suoi progetti, che fosse suo figlio o chiunque altro a lui non importava.
Benjamin non capiva il perché suo padre fosse così, forse i suoi genitori lo erano stati con lui e voleva solo rendere orgogliosi di lui i suoi genitori, o forse davvero credeva di rendere felice così Benjamin ma lui non sapeva quanto il ragazzo si sentisse oppresso, tutto ciò che voleva era poter essere libero e felice, voleva poter passare le sue giornate con Federico e gridare ai quattro venti il suo amore per lui ma non poteva, suo padre e l'intero paese glielo impediva.

La notte era arrivata e il buio si era impossessato del paese, solo poche candele ad illuminare debolmente la grande stanza del moro che non riusciva a prendere sonno e, per questo motivo, aveva deciso di abbandonare il letto e di spostarsi sulla sedia che aveva appositamente spostato accanto alla finestra per poter ammirare le stelle, i suoi pensieri erano del tutto rivolti a ciò che il padre gli aveva comunicato poche ore prima e al più piccolo.
Come gli avrebbe detto che suo padre gli stava cercando una fidanzata? Doveva farlo?
Non aveva il coraggio necessario per guardarlo negli occhi e dirgli che forse si sarebbe dovuto sposare con un altro.
Federico era tutto ciò che di più aveva e qualcuno li stava per separare.

La mattina, diversamente dalle altre volte in cui Benjamin aveva passato la notte insonne, era arrivata prima del previsto trovando impreparato il ragazzo che ancora era indeciso sul da farsi, non sapeva se rivelare o meno al suo fidanzato ciò che suo padre aveva intenzione di fare, non era neanche certo che l'avrebbe fatto del genere, in passato, varie volte gli aveva detto che gli avrebbe trovato una fidanzata ma non aveva mai realizzato le sue parole eppure quella volta c'era qualcosa di diverso, sembrava più calmo, più sicuro di sè e questo non prometteva nulla di buono.
I suoi pensieri furono interrotti da un bussare leggero alla sua porta.
-"Avanti!" Esclamò il ragazzo.
La porta si aprì lentamente e Nives, una delle cameriere, si sporse oltre di essa.
-"Signore?" Lo chiamò lei.
-"Nives, dimmi." La incitò a parlare Benjamin.
-"La colazione sarà pronta tra venti minuti, suo padre vuole che sia presente anche lei." Lo avvisò la donna.
-"Mio padre?" Sbuffò il moro. "Va bene, Nives, grazie per avermi avvisato." Aggiunse e abbozzò un sorriso.
Nives gli sorrise e richiuse nuovamente la porta.

Esattamente venti minuti dopo, Benjamin, scese le scale e raggiunse i suoi genitori nella sala da pranzo.
-"Buongiorno." Li salutò lui e andò a sedersi al suo solito posto.
-"Buongiorno Benjamin." Gli sorrise la madre.
-"Buongiorno figliolo, spero tu ti sia goduto una delle tue ultime notti da giovane libero." Disse Alberto e gli sorrise.
-"Io non mi fidanzerò con nessuna fin quando non sarò io a deciderlo, padre." Controbattè il moro.

La colazione passò nel più assoluto silenzio, Alberto aveva deciso di non rispondere alle parole del figlio e Benjamin gli fu grato per questa sua decisione, l'ultima cosa di cui aveva bisogno era una lite mattutina con il suo genitore, la sua unica preoccupazione era parlare con il più piccolo.
Subito dopo la colazione il ragazzo si alzò da tavola e, senza neanche salutare i suoi genitori, corse fuori casa diretto verso il bosco, era quasi sicuro che Federico fosse già arrivato vista la tarda ora.
Dopo una corsa non troppo lunga, arrivò al loro solito posto e trovò il biondo intento a fissare la grande distesa d'acqua davanti a lui con un sorriso stampato sul volto.
-"Federico." Lo chiamò lui con il fiatone.
Il più piccolo si girò verso di lui e gli corse incontro per poi gettarli le braccia al collo.
-"Buongiorno amore mio." Soffiò lui mentre il suo fiato caldo si infrangeva sulla pelle nuda del collo del maggiore.
-"Buongiorno piccolino." Sussurrò in risposta il moro e strinse possessivamente il corpo del ragazzo al suo, aveva un assoluto bisogno di sentirlo vicino, aveva bisogno che lui lo confortasse, aveva un disperato bisogno di lui.
Ma Federico si rese conto che in quell'abbraccio c'era qualcosa che non andava, Benjamin non l'aveva mai stretto in quel modo, doveva essere successo qualcosa di grave e così interruppe l'abbraccio.
-"Benjamin?" Lo chiamò.
-"Mh?" Mugolò il più grande mentre cercava ancora una volta un contatto con lui.
-"È successo qualcosa?" Gli chiese preoccupato il biondo.
Un lungo sospirò fuoriuscì dalle labbra di Benjamin che si costrinse a sorridere per non far preoccupare il ragazzo.
-"Dobbiamo parlare." Disse dopo.
Il più piccolo annuì e si diresse verso il grande albero seguito dal moro.
-"Cos'è successo?" Chiese.
-"Mio padre, ancora lui." Rispose Benjamin e gli prese la mano.
-"Cos'ha fatto?" Il volto del biondo non lasciava trapelare emozioni.
-"Ha superato ogni limite."
-"Dimmi."
-"Vuole cercarmi una fidanzata." Disse il più grande con lo sguardo basso.
Federico si ritirò la mano e si costrinse a non piangere, non riusciva a credere alle sue orecchie.
-"È uno scherzo?" Balbettò lui.
-"Purtroppo no..." Rispose il moro. "Già in passato mi ha detto questa cosa ma non ha mai fatto davvero nulla." Continuò.
-"Quindi pensi che non farà nulla neanche ora?" Chiese il più piccolo mentre in lui si accendeva un barlume di speranza.
-"Ieri sera mi sembrava davvero serio e sicuro di sè, non saprei dirti come agirà." Sussurrò in risposta Benjamin distruggendo ogni speranza del minore.
Un singhiozzo mal trattenuto fuoriuscì dalle labbra di Federico che sentiva il suo cuore distruggersi in mille pezzi e una lacrima rigava la sua guancia.
-"Non piangere, ti prego..." Lo supplicò il maggiore e gli asciugò il viso.
-"Ti porterà via da me." Singhiozzò il biondo.
-"No Federico, ti ho giurato che nessuno mi avrebbe mai portato via da te e così sarà.
Io resterò accanto a te accada quel che accada." Lo confortò Benjamin e gli prese nuovamente la mano.
-"Me lo giuri?"
-"Te lo giuro." Disse il moro e gli diede un bacio sulla mano.
-"Baciami, ti prego." Lo scongiurò il più piccolo.
Benjamin non se lo fece ripetere due volte, fece unire le loro labbra e asciugò più volte le lacrime che rigavano il volte del minore.
Mai l'avrebbe lasciato andare via da lui.

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Ehi💕
Vi ringrazio per le dodici mila visualizzazioni, sono tantissime per me e, tutto questo, in meno di un mese, vi adoro, grazie infinite💕
Per qualsiasi motivo potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @suarezgilliesIt, sarò felice di parlare con voi.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora