1909.
Il novecento era iniziato, tutti respiravano aria di novità, grandi geni erano a lavoro per rendere sempre più moderno il mondo, non volevano permettere che iniziasse il nuovo millennio senza qualche scoperta che avrebbe cambiato le vite e le abitudini di tutti.
Quei due bambini che giocavano allegri tra i boschi poco lontani da casa non avevano perso le loro abitudini, ogni giorno, sempre alla solita ora, i due bambini che ormai erano diventati due ragazzi, si incontravano in quello che era diventato il loro posto e si rallegravano con la presenza dell'altro.
I due avevano vite diverse, uno era libero di essere ciò che più gli aggradava essere, di esplorare e di essere felice, mentre l'altro era costretto a sottostare al potere di un padre tiranno che credeva di fare la sua felicità, ma in quei momenti insieme le loro vite non avevano peso, loro erano semplicemente Benjamin e Federico, nulla più nulla meno, solo due amici che avevano condiviso una vita e che avevano ancora tanto da condividere, il futuro li aspettava dietro l'angolo.-"Benjamin?" Lo chiamò Federico mentre osservava la grande distesa d'acqua davanti a lui.
-"Cosa c'è?" Chiese l'altro mentre calciava distrattamente un sassolino.
-"È da tanto che ci conosciamo, no?"
Benjamin si girò verso di lui e lo guardò confuso, perchè quella domanda?
-"Si Federico, da tutta una vita, perché?"
-"Eppure non siamo mai usciti fuori da qui." Constatò il più piccolo.
-"Cosa intendi?" Gli chiese il moro e si avvicinò a lui a grandi passi.
-"Tutti sanno che siamo amici ma nessuno ci ha mai visto insieme." Continuò a parlare Federico.
-"Si, è vero."
-"È una cosa strana, non trovi?" Lo sguardo del biondo era fisso verso un punto indefinito davanti a lui.
-"Si, è alquanto strano ma non capisco dove vuoi arrivare con questo ragionamento." Ammise Benjamin e si sedette sulla terra ancora umida per la pioggia.
-"Sembra come se dovessimo nasconderci dagli occhi di altra gente nonostante tutti siano già a conoscenza." Per Federico tutto ciò che stava dicendo aveva un senso mentre per l'altro era l'esatto opposto. "Dobbiamo nasconderci, Ben?" Continuò e si girò verso di lui per guardarlo negli occhi.
-"Cosa? No, certo che no, perché mai dovremmo?"
-"Allora perché non usciamo da questo bosco?" La tristezza era chiara negli occhi azzurri del più piccolo.
Un piccolo sorriso aleggiò sul volto del moro che, velocemente, si alzò in piedi e porse una mano all'altro.
-"Cosa c'è?" Chiese Federico, questa volta, confuso.
-"Usciamo, andiamo in paese, siamo stati troppo in questo bosco!" Disse entusiasta il più grande.
Un mezzo sorriso comparì sul volto del biondo che gli afferrò la mano e lo seguì lungo il sentiero.
Federico avrebbe seguito ovunque Benjamin, anche in capo al mondo, mano nella mano con lui sarebbe andato ovunque senza paura, Benjamin gli dava sicurezza, ma questo lui non lo sapeva ancora.Benjamin e Federico, tra chiacchiere e risate, erano giunti in paese e la spensieratezza generale li colpì in pieno, c'erano donne che parlavano tra di loro o facevano compere e uomini seduti ai tavolini, dell'unica locanda del posto, che bevevano un buon bicchiere di vino e commentavano notizie di attualità.
Federico era abituato a quella normalità, passava gran parte del suo tempo, quando non era con il più grande, in paese ed era ben voluto da molti abitanti del posto mentre per Benjamin era l'esatto opposto, quando non era con Federico era costretto a trascorrere il suo tempo tra le mura della sua grande casa e c'era sempre qualcuno pronto a spiegargli un nuovo argomento, suo padre voleva che fosse il più acculturato possibile, era raro che il moro mettesse piede in piazza, i suoi compaesani lo vedevano solo come il figlio del signore, per lui provavano rispetto e, alcuni, anche paura ma non affetto, non conoscevano di lui nulla più di quello che si sentiva dire in piazza ma a loro bastava sapere le sue origini per stargli alla larga.-"Ecco, siamo in piazza." Annunciò Benjamin e aprì le braccia.
-"Lo so." Rise Federico e si guardò intorno.
Lo rendeva felice sapere che il moro aveva deciso di portarlo in paese pur sapendo che non era esattamente ben voluto.
Gli occhi dei presenti in piazza finirono velocemente su i due ragazzi che stavano chiacchierando tra di loro.
Un vociare generale li interruppe dalle loro chiacchiere e, capirono, che l'argomento di tanta confusione erano loro e, più in particolare, il ragazzo dai capelli mori.
Un profondo sospiro fuoriuscì dalle labbra del più grande che si guardò intorno quasi spaesato, non riconosceva quelle strade nonostante fosse nato in quel posto.
-"Vuoi tornare indietro?" Gli chiese Federico che si preoccupato per lui.
Benjamin si girò verso di lui e gli regalò un piccolo sorriso.
-"No, Federico, questo è il mio paese e posso restare qui." Disse sicuro lui.
Il biondo gli sorrise riconoscente, gli prese la manica della giacca e lo tirò verso la locanda.All'interno della locanda la situazione era più tranquilla di quello che sembrava all'esterno, erano pochi i clienti presenti nella stanza e quei pochi erano in angolini a parlare tra di loro di chissà che argomento di poco conto.
Benjamin e Federico scelsero un tavolo che dava loro la visuale sulla piazza, volevano osservare il movimento che c'era e Benjamin era molto curioso di scoprire le loro abitudini.
-"Non ci sei mai venuto?" Chiese Federico, pur conoscendo la risposta, mentre scostava la sedia.
-"No, è la prima volta." Rispose l'altro e si guardò intorno curioso, era sorpreso nel vedere l'arredamento scelto per quel posto.
-"Io ci sono venuto varie volte, si mangia bene e anche il servizio è di buona qualità." Gli disse il più piccolo e con un gesto della mano chiamò la cameriera che era dall'altro lato del locale.
-"Se me lo dici tu, mi fido." Sorrise Benjamin.
Perché lui si fidava ciecamente di Federico, se gli avesse detto che il fuoco era freddo gli avrebbe creduto, perché lui gli avrebbe affidato la sua vita senza paura.-"Grazie." Sussurrò il biondo a testa bassa.
-"Di cosa?" Gli chiese Benjamin mentre prendeva il bicchiere con il vino che gli avevano appena portato.
-"Per aver deciso di portarmi in paese, so che non è la tua meta preferita."
-"Voglio farti capire che noi non dobbiamo nasconderci, siamo amici, no?" Chiese il moro e prese un generoso sorso di vino.
Federico annuì e si portò alle labbra il suo bicchiere ancora pieno.
I due non sapevano cosa li attendeva, non sapevano che da lì a poco tutto sarebbe cambiato.
Loro erano destinati a qualcosa di grande, di diverso, che la gente non poteva capire.
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Illegal love || Fenji.
Hayran KurguIllegal love || Fenji. "Due ragazzi che scelgono di amarsi in un'epoca in cui il loro amore era illegale. Lotteranno per il loro sentimento ma il peso della giustizia, e l'opposizione da parte delle loro famiglie, saranno troppo per loro?"