Il reparto ustionati

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Ma le bombe e il loro effetto non rimangono li, nel recinto. Incendiano  tutto ciò che c'è intorno, nel raggio di qualche decina di metri. Delle palle di fuoco schizzano via da quei paracaduti argentati che prima avevano un altro significato. Speranza. Quando morivi di fame. quando morivi di sete. Quando morivi di freddo. Questi invece lasciano morire e basta, e portano con sè la vita, lasciando morte e distruzione sul cammino già percorso.
 Una palla di fuoco mi colpisce sulla spalla, passando la sua lingua ustionante su tutta la parte destra del mio corpo. Cado a terra e non so se sono completamente cosciente.
 In alcuni momenti mi sembra di galleggiare sull'acqua salata del mare. Le onde mi portano via, sempre più lontano dalla riva. Galleggio senza peso, trascinato dalla corrente impetuosa. L'acqua mi entra nei polmoni, cerco di tirarmi su ma non ci riesco; c'è una qualche strana  pressione che mi tiene ancorato al mare. 

Ma questo non è il mare. Questo è il pavimento lastricato e sgargiante dell'anfiteatro cittadino. E non è una qualche strana pressione a tenermi fermo. E' la folla che mi calpesta. Non so se mi credono morto, ma forse sono solo scandalizzati da ciò che è successo e quindi non si accorgono nemmeno di camminare sopra una persona. Vicino alla mia mano sinistra sento un qualcosa di morbido e pieno di fili finissimi. La mia parrucca. Non so come reagiranno i capitolini se ora mi riconoscessero ma credo che non sentirei dolore. Ci stanno già pensando le ustioni a perforarmi la carne, torturandomi il corpo e l'anima. Il mio cappotto pesante, quello che mi doveva riparare dal freddo e rendermi irriconoscibile sta bruciando, recandomi danni dove la palla di fuoco non ne aveva fatti.
Katniss  penso dentro di me. Lei era molto più vicina al recinto rispetto a me. Chissà se è viva. Ma non voglio pensarci, perchè al momento non ho proprio la forza per sopportare un dolore del genere, nel caso lei non fosse più viva. 
La ragazza in fiamme continua la mia mente, che ora vaga senza una meta precisa.
Un piede calpesta il mio ginocchio sano e un altro mi calpesta sul collo e sento un inquietante scricchiolio per niente rassicurante.
 I rumori degli spari si fanno sempre più forti, segno che i ribelli sono qui, vicinissimi. La folla reagisce alla loro vicinanza e, se prima camminava veloce, ora corre. Il mio corpo incassa tutti i colpi ma la sopportazione ha un limite.
 E così svengo, ma solo dopo aver detto un " ti amo " dentro di me riferito a Katniss, nel caso fosse il mio ultimo pensiero da vivo. 

Sono in un letto alto, in una stanza completamente bianca. Nell'aria si sente un odore pungente di detersivo. Sono solo. Le mie gambe sono coperte da dei pantaloncini bianchi mentre il mio busto è scoperto. Una stretta fasciatura mi ricopre tutta la spalla destra. Ora non sento dolore, ma sono solo indolenzito, come se mi fosse passata sopra una maratona, il che, in effetti, è vero. La stanza mi ricorda quella dell'ospedale del distretto 13 solo che qui i pannelli sono di vetro e posso vedere cosa succede fuori. Infermieri e medici si spostano velocemente su quello che sembra un corridoio. Uno da una sguardo verso il mio letto e si accorge che sono sveglio e così entra, portando dietro di sè una schiera di colleghi. Alcuni sembrano capitolini, altri no.  "Benvenuto al reparto ustionati! " dice uno con aria festosa. Sul bavero del camice ha appuntato un cartellino con scritto sopra " Kanye ".
" Ciao. " rispondo meno allegro.
" Buongiorno, Peeta. Sei qui da cinque giorni e non ti sei mai svegliato perchè ti abbiamo anestetizzato totalmente più volte, poichè abbiamo dovuto operarti in varie parti del corpo a causa delle ustioni causate dalle bombe. Hai domande da farmi?" spiega un altro in tono più professionale. A quanto scritto si dovrebbe chiamare Walst.
" Sì. Avete dovuto mettermi altre protesi?" chiedo con tono palesemente preoccupato.
" No. Nessuna protesi aggiunta. " mi rassicura.
" In cosa consistevano le operazioni che mi avete fatto?" dico guardando Walst, che mi sembra il più serio.
" Ti abbiamo fatto una pulizia completa della pelle per poterti poi applicare delle creme e degli unguenti che accelereranno il processo di chiusura delle ferite. Inoltre abbiamo dovuto mettere a posto la scapola e la clavicola destre, poichè erano molto malandate; le ossa erano molto consumate. Ora stai molto bene, domani possiamo anche levarti la fasciatura e, con qualche pasticca ed unguenti vari, sarai come nuovo." dice un' infermiera, Dalyn.
" Bene. Posso avere qualcosa da mangiare?" chiedo con una punta di imbarazzo.
" Si, subito." risponde Kanye, e poi esce.
" Una persona ha chiesto più volte di vederti. La faremo entrare appena avrai finito di mangiare, okay? " dice Walst.
" Okay, va bene. " concedo.
Kanye torna con un vassoio fumante e me lo porge. Io lo appoggio sulle mie gambe ma lui mi fa un sorriso divertito e mi indica un piano scorrevole che si trova alla fine del letto.
" Tiralo verso di te. Serve per farti appoggiare mentre mangi, come se fossi su un tavolo." dice divertito.
E' quasi irritante.
Faccio come ha detto anche se mangiare così mi sembra un po' scomodo.
Pasta al sugo, stufato di carne e una mela.
Sparisce tutto velocemente poichè avevo una fame pazzesca. Il tutto però è stato abbastanza imbarazzante perchè i tre medici erano rimasti davanti a me, con lo sguardo fisso sulla mia bocca e non dicevano neanche una parola. Decido di rompere il silenzio.
" Allora, chi era questa persona che vuole vedermi e che ha tanto insistito per incontrarmi?" chiedo.
" Ora la facciamo entrare. "
Escono. Mi chiedo perchè sono entrati tantissimi medici se alla fine hanno parlato solo in tre.
La porta si riapre. Non credo ai miei occhi, stento quasi a riconoscerla, se non fosse per il suo sorriso caldo e contagioso, che all'inizio odiavo ma che è diventato tanto caro. Le parole mi muoiono in bocca perchè non so come si possa esprimere tanta gioia, stupore, emozione a parole. Potrei dire qualsiasi cosa ma so che non basterebbe. E credo che capisca cosa provo perchè è lei a mettere fine all'atmosfera elettrica che si è creata.
" Ciao, Peeta..."

E non posso fare a meno di saltare giù dal letto e correre ad abbracciarla.  

Spazio autrice! 🌼
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Grazie e a presto :)
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Hunger Games: Il Canto della Rivolta visto da Peeta. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora