La chiacchierata con Gale ( parte prima )

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" Tigris, abbiamo bisogno di aiuto."dice Cressida.
Tigris. Quel nome mi pizzica la mente. Non è la prima volta che la sento nominare ma non ricordo proprio dove l'ho sentita; eppure non ho mai conosciuto un abitante di Capitol City all'infuori di Effie.
Fisso il suo viso, chiedendomi se i suoi genitori l'abbiano chiamata veramente Tigris, ispirandole poi questa mutazione di aspetto, o se sia stata lei a scegliere lo stile e a cambiarsi il nome per intonarlo alle strisce.
" Plutarch ha detto che potevamo fidarci di te." aggiunge Cressida.
Sembra non riconoscerci, così volge lo sguardo al vecchio televisore sul bancone mentre Katniss si avvicina e si leva la parrucca. Lo schermo illumina il suo viso.
Tigris sembra capire chi è ed emette un basso brontolio.
Scende dallo sgabello e si inoltra tra degli appendiabiti con fuseaux di pelliccia. Si sente scivolare un qualcosa con un rumore secco e poi con una mano fa cenno di avvicinarci. Katniss fa dei passi avanti titubante; neanche io mi sento troppo sicuro ma che scelta abbiamo? Le strade non sono per niente sicure e di ricadere nelle mani di Snow non se ne parla. Tutto è meglio di quell'opzione.
La mia mente è ancora solleticata dal nome familiare della capitolina.
Quando i miei occhi si sono abituati al buio, capisco che Tigris ha fatto scorrere un pannello sulla parete, facendo scorgere la cima di una scala di pietra.
" Snow ti ha bandita dai Giochi?" chiede Katniss.
Ecco! Tigris era una degli stilisti degli hunger games! Lo è stata nelle primissime edizioni che ricordo vagamente; aveva un aspetto più giovanile e meno inquietante ma non ricordo per quale distretto operasse; non per il 12. Forse, deve aver fatto qualche operazione di troppo e aver superato il limite del disgusto, cosí è stata cacciata.
La capitolina si limita a riguardarla e a far guizzare la coda da tigre, cosa che mi mette i brividi, con disappunto.
" Perché io ho intenzione di ucciderlo, sai?" continua Katniss.
La bocca della stilista si apre in quello che può sembrare un sorriso.
Cominciamo a scendere e alla fine capisco chi siamo arrivati in una piccola cantina senza porte né finestre. Bassa ma ampia. Ci sono cataste di pelli che non vedranno la luce del giorno da anni. L'aria è fredda e umida e il ricordo della prigionia si fa spazio dentro di me. Ho paura di avere un attacco di rabbia ma perlomeno ho ancora la mani ammanettate.
Quando siamo scesi tutti si sente il rumore del pannello che torna al proprio posto, dell'appendiabiti spostato e il passo felpato di Tigris che la porta allo sgabello.
Gale crolla a terra, così gli altri preparano un letto di pelli, gli tolgono gli strati di armi e lo aiutano a sdraiarsi mentre io lotto contro i miei demoni interiori per non risfociare nella pazzia. Katniss lo medica, applicando dei punti di sutura sulla ferita che ha nel collo, poi gli da degli antidolorifici.
" Puoi riposare adesso. Questo posto è sicuro. " gli dice. E lui si addormenta alla velocità della luce.
Mentre Cressida e Pollux cominciano ad allestire giacigli di pelliccia per tutti, lei si avvicina verso di me. Mi toglie le manette ed ho paura di come posso reagire ma mi offro da solo il beneficio del dubbio. Mi sciacqua il sangue sui polsi con delicatezza sotto l'acqua di un rubinetto, applicando un antisettico e poi fasciandomeli sotto le manette.
" Devi tenerli puliti, altrimenti l'infezione potrebbe diffondersi e..." comincia lei.
Vengo catapultato indietro nel tempo.
Arena. 74esimi hunger games. Katniss che mi medica la gamba e mi dice la stessa frase che mi ha detto ora e io l'avevo interrotta. Decido di ripetere la scena.
" So cos'è l'avvelenamento del sangue, Katniss. Anche se mia madre non è una guaritrice. " dico.
" Mi hai detto la stessa cosa nei primi hunger games. Vero o falso?" chiede.
"Vero. " rispondo " E tu hai rischiato la vita per procurarti la medicina che mi ha salvato?"
" Vero. Lo dovevo a te se ero ancora viva per farlo." accompagna la frase con una scrollata di spalle.
" A te?" domando.
Mi sento confuso.
Dentro di me prende forma un ricordo, sicuramente confuso perché tutto luccica. Siamo sotto l'albero di Katniss. Lei sopra, io e i Favoriti sotto. Loro mi uccidono e lei gli stringe la mano dicendo ' alleati '. Io che rimango solo, a terra, sanguinante.
Io non devo cedere. So che non è vero, perché è tutto luminoso. Il mio corpo si irrigidisce e i miei polsi fanno forza contro il metallo delle manette nello sforzo di rimanere calmo e lucido. Ma alla fine tutta l'energia mi abbandona. "Sono cosí stanco Katniss." riesco a dire.
" Dormi." mi incoraggia.
" No, se non mi sistemi con le manette attorno ai sostegni della scala. Non so se sognando posso sfociare nella rabbia. Non voglio correre il rischio, siamo già rimasti in pochi fin troppo presto." dico.
" Ma cosí starai scomodo e non riuscirai..." comincia.
" No! Legami lì!" ordino.
Alla fine me lo concede e nonostante la posizione innaturale, crollo nel sonno immediatamente.

Quando riapro gli occhi mi accorgo che tutti sono svegli e che Katniss mi fissava. Mi fa male la schiena ma almeno ho riposato per un po'. Appena riprendo vagamente coscienza, la ragazza di fuoco comincia a parlare.
" Ho mentito. Ho mentito su tutto. Non c'è nessuna missione speciale. Era tutta una farsa, tutta una cosa inventata da me, a scopo personale. Scusate se ho messo in pericolo le vostre vite per inseguire la mia vendetta. Pollux, perdonami per Castor, non era mia intenzione. Finnick. La Jackson. Leeg. Homes. Sono tutti morti per colpa mia. Perdonatemi. "
Dopo le sue parole c'è un lungo silenzio che viene interrotto dalla voce profonda di Gale.
" Katniss lo sapevamo tutti che mentivi sulla Coin e sul fatto che ti avesse mandato ad assassinare Snow."dice il ragazzo.
" Tu magari lo sapevi. Ma i soldati del 13 no. " replica lei.
" Pensi davvero che la Jackson credesse che avevi ricevuto ordini dalla Coin? " chiede Cressida "Certo che no. Ma si fidava di Boggs, ed era evidente che lui voleva che andassi avanti. "
" Non ho mai detto a Boggs cosa progettavo di fare!" ribatte Katniss.
" L'hai detto a tutti, al Comando! Era una delle condizioni per essere la Ghiandaia imitatrice. << Sarò io ad uccidere Snow.>>" esclama Gale.
Lei per un attimo rimane interdetta ma poi continua.
" Ma non è così. E' stato un disastro totale." protesta.
" Credo che la riterrebbero una missione molto ben riuscita, invece. Ci siamo infiltrati in campo nemico, dimostrando che le difese di Capitol City possono essere violate. Siamo riusciti a far passare un filmato della nostra azione su tutti i notiziari di Capitol City. Abbiamo gettato l'intera città nel caos, nel tentativo di trovarci. " ribatte Gale.
" Credimi, Plutarch ne sarà entusiasta." aggiunge Cressida.
" Questo perchè a Plutarch non interessa chi muore. Non finchè i suoi giochi sono un successo." dice lei.
Continuano così, con Gale e Cressida che cercano di convincerla mentre Pollux annuisce. Io sto zitto ma sto sentendo tutto. Ma alla fine vengo interpellato e da una parte ciò mi fa sentire meglio: sarò squilibrato mentalmente, ma comunque ci tengono a sapere la mia opinione.
" Cosa ne pensi, Peeta?" chiede Katniss.
" Penso... che tu non abbia ancora idea dell'effetto che puoi fare."
Ed è vero. Lei mi fa star bene. Nonostante tutto quello che abbiamo passato, mi stupisce ancora come il primo giorno in cui ci sono entrato in stretto contatto. Tra tutte le falsità, le bugie, le finzioni, le arene, io provo qualcosa per lei. Ed è un qualcosa di unico, di buono, una di quelle sensazioni che ti riempiono lo stomaco con una sensazione calda. Così forte che non te lo riesci a spiegare. Ma credo che comunque non basti quello che ho detto, così mi sistemo meglio, mettendomi seduto e continuo.
" I compagni che abbiamo perduto non erano stupidi. Sapevano quello che facevano. Ti hanno seguita perchè credevano che saresti davvero riuscita ad uccidere Snow. "
Mi guarda intensamente, a lungo.
Poi prende una cartina dalla tasca e la stende per terra con determinazione.
" Dobbiamo fare un piano. Dove siamo, Cressida?" chiede Katniss.

Spazio autrice🌼
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-Azzurra

Hunger Games: Il Canto della Rivolta visto da Peeta. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora