La terza intervista

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Gradis viene a svegliarmi, tirandomi qualche calcio attraverso le sbarre. Forse gli ha levato l'elettricità.
Stanotte ho dormito meglio. Ho sempre sognato Katniss come un ibrido ma forse, col fatto che ormai ho capito che è la verità, non sono più confuso e spaventato come prima.
Sono solo deciso ad ucciderla alla prima occasione.
Però sono debole.
Gradis non mi porta più da mangiare.
Infatti, malgrado me lo sia ripromesso più volte, a volte ho staccato dalle mollichine di pane dalla pagnotta della mia famiglia.
Però mangiarla mi fa un effetto benefico.
Mi ricorda casa.
Comunque, Gradis mi viene a chiamare.
Mi dice di sbrigarmi perché dobbiamo andare.
Andare dove?
Ah sì, l'intervista. Ora ricordo.
Quando esco dalla cella, getto il mio sguardo su Johanna e Annie.
Johanna non è migliorata, anzi: non le è ricresciuto un solo capello ed è magrissima. Ha un brutto colorito giallastro. Al momento, sembra stia in uno stato di trance.
Annie mi fa veramente molta compassione: i capelli rossi sono appiccicati alle guancie e alla fronte; deve aver pianto molto. Le sue braccia tremano e le ossa sporgono spigolose sulle articolazioni. Geme sommessamente e mi sembra che sussurri continuamente il nome di Finnick.
Il loro deve essere un amore vero.
Non era come quello di Katniss. Lì c'era amore da una sola parte: la mia. Io la amavo.
Ma ora non più.
Mentre Gradis mi spinge verso la porta, essa si apre da sola, sbattendo sul muro bianco.
Entra il guardiano di Johanna, Taffel.
La ragazza del distretto 7, appena sente il botto si risveglia dal trance.
Un secondo dopo aver visto Taffel, comincia a gridare come una pazza.
" No! No! Lasciami stare! Non mi toccare!"
Taffel e Gradis ridono.
Provo un moto di rabbia immenso che esplode dentro di me.
Mi libero dalla stretta di Gradis che ora si è fatta meno ferrea e gli tiro un pugno sulla tempia destra.
Prendo alla sprovvista anche Taffel, assestandogli un pugno sull'occhio.
Cadono entrambi a terra.
Dalla faccia che fanno capisco che sono in guai seri.
Cerco di scappare, passando dalla porta.
Comincio a correre, con i guardiani alle calcagna.
Un pacificatore di guardia però si è accorto delle mie intenzioni, cosí mi molla una botta dietro al collo con la sua arma, una specie di fucile - pistola molto più grande e preciso delle armi normali.
Cado a terra.
Gradis e Taffel mi massacrano di botte: pugni che vanno a finire sul setto nasale, schiaffi che percuotono le guancie, calci che colpiscono fortemente le costole sporgenti, gemiti che escono dalle corde vocali danneggiate dai continui strilli, sangue che gronda sul pavimento, un corpo debole che non riesce a reagire.
Non so per quanto continuano, spero solo che se devo morire sia veloce.
Dopo, Gradis mi rialza e mi trascina fino all'ascensore, mentre Taffel ritorna alla stanza con le celle.
Mi accascio contro la parete mentre il mio guardiano dice mentre mi punta una pistola contro:
"Se ci riprovi una sola volta ti uccido"
Come risposta, deglutisco rumorosamente.
Il viaggio fino al palazzo presidenziale è silenzioso come le altre volte.
Vengo portato nella stanza dove mi preparano ed entra una ragazza: ha le sopracciglia lunghissime, che sfumano da un blu elettrico ad un rosa shocking. La pelle è verde, mentre i capelli sono rosso fuoco.
Non capirò mai la moda capitolina.
Mi leva il camice e poi mi ordina con voce ferma e annoiata di mettermi dentro la vasca e lavarmi.
Cerco di strofinare la pelle con una spugna ma sono così debole che non riesco a metterci forza nel movimento. Cosí non riuscirò mai a pulirmi.
La ragazza se ne accorge, cosí sbuffa e comincia a lavarmi lei.
Ha le mani forti e la mia pelle smorta si riempie di macchie rosse ad ogni suo passaggio con la spugna.
Dopo avermi lavato il corpo e i capelli mi fa sdraiare su un lettino e mi asciuga.
Per pettinarmi i capelli mi fa molto male a causa di tutti i nodi che ci sono.
Il risultato è un'acconciatura orribile a cui non faccio molto caso.
Mi mette un qualcosa sulla faccia chiamato "cipria" e basta.
Infine mi fa indossare un completo grigio con una scollatura che mi stringe sulla gola.
Mi specchio. La cipria non ha coperto i lividi, la magrezza del mio viso e l'infossatura degl'occhi.
Stavolta Capitol City non si è preoccupata di farmi apparire "come se non fosse successo niente" in tv.
La ragazza mi accompagna nella stanza adiacente dove c'è la mia cena. Rimango molto deluso quando vedo che sulla tavola c'è solo un piatto di riso bianco e un bicchiere d'acqua.
La stilista esce.
Appena mi siedo entra Gradis.
" Hai un minuto. "
Mi fiondo sul riso ma molti chicchi cadono fuori dal piatto a causa del tremito che ho alle mani e per la fretta; ma non voglio lasciarli lì e sprecarli.
Devo mangiare più che posso.
Ho mangiato appena metá piatto e bevuto tre sorsi d'acqua quando il mio guardiano mi obbliga ad alzarmi ed andare via.
Torniamo nella stanza dove la ragazza mi ha preparato.
Gradis mi guarda grave:
" Non fare sciocchezze. Stasera sarai accanto al presidente Snow e non ho intenzione di fare brutte figure, quindi pensa prima di parlare e sai cosa ti aspetta se commetti errori. Dovrai discutere al riguardo delle azioni ribelli che hanno permesso la distruzione della diga nel distretto 7, del treno deragliato e del granaio crollato. Io starò dietro le telecamere ma sarò comunque vicino a te. Vedi quello che devi fare. Ora andiamo."
Andiamo nella stanza dove mi intervisteranno.

Hunger Games: Il Canto della Rivolta visto da Peeta. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora