Nel palazzo presidenziale

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" E va bene! Parliamo con Plutarch!" sbotto, cercando di frenare quella sensazione dentro di me che mi diceva che qualcosa sarebbe andato storto. 
" Abbi fiducia! So anche io che lui era uno dei più fidati di Snow e che era il capo stratega, ma ha abbandonato tutto per schierarsi al fianco dei ribelli! Magari non è così infido... " dice Haymitch. 
" Ma se ha tradito Snow, il presidente di Panem, il che comportava una probabile condanna a morte se non una tortura, cosa gli impedirà di farlo anche con noi? Ormai la Coin è morta e la gente è sotto shock per quello che è appena successo, non ha niente da perdere! " urlo cercando di farlo ragionare. 
Ricordo, appena saliti sul treno che ci avrebbe portato a Capitol City in occasione dei 74esimi hunger games, che lo avevo bombardato di domande, ansioso di sapere quale poteva essere una strategia vincente. E lui mi aveva risposto così, calmo e placido, mentre beveva, senza fretta. Ed ora mi sembra di rivivere quel momento: io che sto morendo di paura per quello che potrà succedere a Katniss dopo quello che ha fatto e lui se ne sta li, seduto sulla poltrona con tutta la sua calma e le certezze su Plutarch.  Avrà pure aiutato i ribelli ma rimane sempre un capitolino delle alte sfere. Può essere capace di tutto. 
" Ragazzo, calmati! Ora dobbiamo solo parlare con lui! Non gli piomberemo addosso pretendendo risposte! Cercheremo di capire da che parte sta senza fare domande esplicite. Dobbiamo capire le sue intenzioni. " tenta di calmarmi, mentre muove il bicchiere in un moto circolare.
" Sarà, ma io sto morendo per la preoccupazione. Ora che eravamo così vicini al ritorno alla normalità, tutto si stravolge! Capisci come mi sento, Haymitch?" dico, mentre le lacrime premono minacciosamente per uscire. 
Di certo non avevo immaginato coccole davanti al camino o abbracci da rompere le costole. Non avevo immaginato di avere una vita felice e spensierata accanto a lei. Ma comunque era nei miei pensieri il fatto che potessi vederla mentre usciva di casa e mentre tornava con la selvaggina. Io che cucinavo il pane mentre lei cacciava. Questa era la normalità. 
" Ti capisco, certo. Ma non dobbiamo avere fretta, la situazione è delicata." 
" Si" concordo. 
" Devo trovare il modo di informarmi per sapere dove sta Katniss in questo momento. In qualsiasi caso, prima ci sarà un processo e lei nel frattempo sarà tenuta sotto stretto controllo da qualche parte. E poi non sará processata solo lei, sicuramente anche altre persone che erano a stretto contatto anche lei, quindi probabilmente anche noi." 
" Già" dico amareggiato, mentre una lacrima solca il mio viso. 
" Potrei chiederlo comunque a Plutarch, dove sia, sempre se sceglierà di stare dalla nostra parte. In caso contrario, vedrò. " parla alzando gli occhi, e mi sembra che stia pensando ad alta voce, più che stia parlando con me. 
" E se... l'avessero messa in una di queste stanze, come prima dell'esecuzione? Pure prima che scoccasse quella freccia era qui, sotto stretto controllo; magari l'hanno fatta tornare qui..." so già che è un'idea patetica mentre la dico, ma sono talmente disperato che non so nemmeno quello che sto dicendo. 
" Non credo, Peeta. Tentar non nuoce, ma... " 
" Proviamo. Dividiamoci. " propongo.
" Va bene. Io vado verso destra." dice lui. 
" Okay." 
Più che per trovarla, è un modo per farmi stare da solo e far sfogare la rabbia e la tristezza. So da solo che lei non è qui, ma come ha detto il mio mentore, tentar non nuoce. 

Ho superato migliaia di corridoi e saloni, ma di Katniss nemmeno una traccia. Ora sono in una stanza piena di quadri. Profili, mezzobusti, dettagli. Tutte immagini di Snow. Mi guarda con i suoi occhi, accesi da una scintilla maligna. Un serpente. Mi ricorda un serpente. Anche qui, lei non c'è. Apro l'ennesima porta e mi trovo in uno stanzone. Ciò che mi colpisce subito è l' odore di rose, talmente forte da essere nauseante. Da una parte, una scrivania in mogano. Le pareti sembrano non esistere, perchè sono occupate da immense librerie piene zeppe di volumi. Mi diventano dritti tutti i peli del mio corpo. Questo è il posto in cui mi aveva ricevuto il presidente Snow quando mi aveva fatto la proposta per collaborare con lui. Il mio rifiuto aveva comportato la tortura. La testa comincia a girarmi e barcollo. La protesi si fa più pesante, facendomi strascicare i piedi. Lo stomaco ribolle, mentre i conati di vomito si fanno sentire. Cado a terra e chiudo gli occhi, incapace di riaprirli, perchè ho paura di quello che posso vedere. No, devo andarmene da qui. Mi trascino fino alla porta, e poi la richiudo dietro di me. Crollo disteso sul pavimento e non faccio nemmeno girare lo sguardo per la stanza in cerca di Katniss. I miei occhi sono troppo occupati a piangere. Ricordi si affollano nella mia mente. La fame. Il freddo della cella. Le luci perennemente accese. La mano pesante di Gradis. La scossa elettrica che aveva stravolto il mio corpo quando avevo toccato le sbarre. Il sangue di Johanna che aveva macchiato il pavimento quando l'avevano imprigionata e lei aveva cercato di ribellarsi. Le interviste e quello che mi aspettava se non dicevo ciò che volevano loro. La pagnotta della mia famiglia che molto probabilmente è ancora li. O forse l'hanno buttata. L'unico ricordo della mia famiglia. Il braccio gonfio a forza di punture. Gli incubi. Tutte le botte che ho preso. La morte che non arrivava. 
" Katniss!" urlo, con tutto il fiato che ho. Cerco di far uscire tutto il dolore con le urla, provocandomi un mal di gola tremendo.
Mi rialzo, rimanendo in ginocchio. Lei non c'è neanche qui. Dato che nella stanza non c'è una porta sono costretto a tornare indietro. Non vado subito, ma aspetto qualche minuto per calmarmi un po'. Quando il tremito alle gambe sembra cessare, riprendo la mia ricerca. Arrivo in un salone con un tavolo rotondo enorme e lì trovo Haymitch. 
" Trovata?" chiedo. 
" No. Proviamo di la." dice indicando un'altra porta che prima non avevo notato. Ci dirigiamo verso quell' imponente tavola di legno ma dal corridoio da cui è venuto Haymitch si sentono dei rumori. 
Ci fermiamo, con le nostre facce che hanno assunto una smorfia intterrogativa. Plutarch è accerchiato da tantissimi soldati dalle divise diverse. Ha una brutta cera: è pallido e gocce di sudore gli imperlano le tempie e la fronte. La nostra presenza tuttavia non è molto gradita e veniamo cacciati. 
" Forse non è il momento adatto per parlare con Plutarch." dice Haymitch con un sorriso, giusto per sdrammatizzare. 
" Già." annuisco. 
Cosa gli faranno? Lo arresteranno? Lo uccideranno? Ma non è questo a preoccuparmi; il problema è: faranno la stessa cosa a Katniss? 
Il panico dilaga dentro di me.

Spazio autrice! 🌼
Grazie per le 2.05k visualizzazioni!
Dato che oggi ho iniziato la scuola, non assicuro il regolare aggiornamento dei capitoli, ma ciò non significa che la storia non andrá avanti.
Anyway, continuate a leggere e se volete lasciate voti e recensioni!
Grazie e a presto :)
-Azzurra

Hunger Games: Il Canto della Rivolta visto da Peeta. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora