La chiacchierata con Delly

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La porta della mia stanza si spalanca: è Delly Cartwright.
Entra titubante nella mia stanza.
Per un attimo vengo distratto dal pizzicorio della flebo che mi inietta calmanti in caso di emergenza, dato che me l'hanno rinfilata in occasione della chiacchierata.
" E' solo una preucazione, Peeta. Niente di più." aveva assicurato il dottor Johan.
La ragazza si avvicina, ma non troppo, come se avesse paura che le salto addosso anche se ho le cinghie che non permettono a nessuna parte del corpo di fare il minimo movimento, eccetto alle mani.
Ha mantenuto la bellezza e la grazia che aveva sempre avuto ma sembra più vecchia nella sua divisa grigio smorto; i lunghi capelli sono raccolti in una treccia e mi sembra sia un po' più magra di quanto ricordassi.
Quando arriva a qualche metro da me, mi sorride con naturalezza; quello è un sorriso vero, di quelli che fanno bene al cuore e alla mente.

" Peeta? Sono Delly. Da casa."
" Delly? " sì, è lei. " Delly. Sei tu."
" Sì!" dice lei, evidentemente sollevata. " Come ti senti?"
Delly era una delle persone che mi voleva bene veramente e al momento non avevo avuto nessuna prova che potesse smentirlo. Così, decido di risponderle sempre con la verità e di far chiarezza sui miei dubbi.
" Malissimo. Dove siamo? Cos'è successo? " chiedo.
" Beh... siamo nel Distretto 13. Viviamo qui, ora." risponde lei.
" E' quello che continuava a dirmi quella gente. " dico come per darle conferma che le credo. " Ma non ha senso. Perchè non siamo a casa? " continuo.
Ho paura di quello che dirà; perchè temo di sapere già la risposta alla mia domanda.
Delly si morde un labbro.
" C'è stato...un incidente. Anche a me manca tanto casa. Stavo giusto pensando a quei disegni con il gesso che facevamo una volta sulle pietre sulla strada. I tuoi erano magnifici. Ti ricordi quando ne avevi fatto uno per ogni animale? "
Sta cercando di ignorare la mia domanda, così la incalzo.
" Si. Maiali e gatti e roba così. " poi riprovo " Hai detto...un incidente?"
Il sudore luccica sulla fronte della mia amica mentre cerca di aggirare la mia richiesta.
" E' stato brutto. Nessuno...è potuto rimanere." dice esitante, per poi proseguire " Però so che ti piacerà qui, Peeta. Sono stati tutti davvero gentili con noi. Abbiamo sempre da mangiare e dei vestiti puliti, e la scuola è molto più interessante. "
Sto per fare una domanda dolorosa.
" Perchè i miei familiari non sono venuti a trovarmi?" chiedo.
Qui, nel 13, tutti sanno che sono qui in ospedale in cura, per riprendermi dal depistaggio di Capitol City. Lo saprà, quindi, anche la mia famiglia.Non sono mai stato tanto ben accetto, eccetto da mio padre, però quando stavo male loro si preoccupavano per me. Perchè non sono venuti a farmi visita?
" Non possono". Delly ha gli occhi lucidi, a causa di un velo di lacrime, che non vogliono cadere.
"Molti non sono usciti dal 12. Cosí dovremo rifarci una vita qui. Sono sicura che un buon fornaio potrebbe essere molto utile. " dice.
Sta cercando di non esprimere apertamente la morte della mia famiglia, ma non voglio piangere davanti a lei. Lo farò dopo. Non rispondo nulla e lei riempie quel silenzio.
" Ti ricordi di quando tuo padre ci lasciava fare bamboline e soldatini con la pasta del pane?"
È inutile continuare con questa recita, facendo finta che non sia successo niente, cosí la blocco all'improvviso.
" C'è stato un incendio."
"Sí" bisbiglia lei.
Come temevo.
Le immagini del video di Capitol City mi balenano in mente.
Ripenso alle parole dei dottori
" Gli hanno fatto credere cose non vere"
Io non potevo distruggere il mio distretto.
Io non potevo uccidere la mia famiglia.
Ma qualcun'altro, qualcuno molto, ma molto malvagio poteva farlo.
" Il 12 è stato ridotto in cenere, vero? A causa sua, a causa di Katniss!" dico io con tono rabbioso.
Comincio a tirare sulle cinghie di contenimento, cercando di liberarmi per sfogare tutta la mia rabbia.
" Oh no, Peeta. Non è stata colpa sua." ribatte Delly.
" Te l'ha detto lei?" sibilo io.
" Non aveva bisogno di dirmelo, perché io ero..." inizia lei.
" Perché sta mentendo! È una bugiarda! Non si può credere a niente di quello che dice! È una specie di ibrido creato da Capitol City, che lo userà contro di noi! " urlo io interrompendola.
Continuo a dimenarmi e sento la flebo cominciar a fare male, segno che i calmanti stanno per essere iniettati.
So che, dopo l'immissione del liquido cadrò in quel limbo della confusione quindi mi sbrigo a dire le ultime cose a Delly.
Lei cerca di calmarmi cominciando a dire " No, Peeta. Lei non è un...."
Sento il liquido entrarmi nelle vene cosí inizio subito a parlare, con voce affannata.
" Non fidarti di lei, Delly. Io l'ho fatto e lei ha cercato di uccidermi. Ha ucciso i miei amici. La mia famiglia. Non avvicinarti a lei! È un ibrido!"
La porta si avvicina e una mano afferra Delly per una spalla, trascinandola fuori.
La porta si richiude bruscamente ma io continuo a gridare, lasciando che le parole si abbattano sul metallo.
" Un ibrido! Uno schifoso ibrido!"
I miei muscoli si rilassano, ma la mia mente continua a tener duro.
Non posso lasciarmi andare.
Devo ucciderla prima che sia troppo tardi.
Ho cercato di salvare Delly e spero che le mie parole abbiano avuto effetto; io, a lei, ci tengo veramente.
Da piccoli eravamo cosí legati che lei diceva a tutti che io ero suo fratello. Faceva sembrare tutti meravigliosi, tutte persone per bene. Ed è per questo che cercava di difendere Katniss.
Comincio ad avere la vista annebbiata.
I calmanti, malgrado la mia volontà, stano cominciando a prendere il sopravvento.
Le mani non si muovono più sotto le cinghie.
La vista non funziona.
La mente si svuota di tutti i pensieri, tranne uno che continua ad essere lì. Quello della persona che odio di più al mondo.
Io ti ucciderò, Katniss.

Spazio autrice🌼
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Grazie veramente ragazzi, vi voglio bene❤
-A

Hunger Games: Il Canto della Rivolta visto da Peeta. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora