La torta

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Questa notte ho dormito molto bene, forse perchè non sono stato costretto con i calmanti. E' stato un riposo profondo, senza incubi, sogni o altro. Ho semplicemente chiuso gli occhi, per poi riaprirli non so quante ore dopo. E' la prima volta che mi sento veramente al pieno delle enrgie da quando ho vinto gli hunger games: da lì, gli incubi mi hanno perseguitato ogni notte, sconvolgendo la mente e torturando l'animo, mentre la coscienza rimuginava su tutte le vittime e le morti che mi sono visto davanti agli occhi. Gli occhi, che non scorderanno mai ciò che hanno visto. Haymitch è diventato completamente preda dell'alcool da quando ha cominciato a bere per dimenticare; sto per ricadere nella depressione ma poi ricordo ciò che devo fare oggi: la torta!
Non aspetto che entri Johan, così lo chiamo io; tanto so che c'è sempre qualcuno dietro i pannelli.
" Johan! Johan! " esclamo a gran voce.
Aspetto e dopo pochi secondi entra il dottore.
" Ciao Peeta." dice con un sorriso smagliante e sincero.
" Ciao! Quando posso iniziare a fare la torta?" chiedo io impaziente.
" Anche subito! Ora ti faccio portare l'occorrente."
" Bene! " rispondo raggiante.
Entra Leyla insieme ad altri due infermieri, spingendo un carrello molto lungo su cui sono poggiati degli sbattitori, alcuni contenitori, un ricettario, un taccuino, un rotolo lungo un metro con sopra disegnati i centimetri, ingredienti di qualsiasi genere, scodelle, pennelli e persino pennini per fare i dettagli sulle glassature.
Johan mi chiede se vuole che resti o se se ne deve andare.
" Certo che puoi restare. Se vuoi ci possiamo fare anche due chiacchiere mentre lavoro, però oggi non voglio parlare della cura come ogni giorno. Oggi voglio parlare di cose felici, come se stessi ancora nella pasticceria della mia famiglia nel distretto 12 e un amico mi è venuto a trovare. Capisci cosa intendo, no? "
" Sì, certo Peeta. "
Si avvicina al lettino, prende dalla tasca una chiave molto piccola e la inserisce in un posto, non so dove, al lato delle cinghie. Si sente appena un piccolo " tink!" e le bande si ritirano lasciandomi libero.
Guardo il mio corpo esterrefatto come se non potessi credere che ora posso muovermi e fare quello che voglio. Alzo le ginocchia. Ruoto le caviglie. Fletto la schiena. Circonduco le braccia. Ruoto il collo.
Mi avvicino al tavolo, assaporando la sensazione di fresco che sale sui miei piedi nudi dal pavimento.
Appena tocco il ricettario, Johan mi ferma:
" Peeta, aspetta, vuoi fare colazione? E' importante mangiare qualcosa al mattino. "
Guardo prima il tavolo con tutti gli attrezzi sopra e poi il mio medico, titubante.
" Ehm...posso farla dopo, quando faccio una pausa per la torta? Per favore! "
Mi guarda esitante per un attimo e poi mi fa:
" E va bene, Peeta. Ora sono le nove. Alle dieci e mezzo mangerai, però."
" Okay, grazie."
" Ora ti dico un'ultima cosa e poi ti lascio lavorare in pace senza interruzioni. Questi due giorni ti faremo lavorare alla torta fino alle tredici, ora in cui pranzi. Il pomeriggio vedremo dei video, o comunque faremo qualcosa di attinente alla cura. Credo che oggi pomeriggio vedremo un ricordo, dopo che ti sarai riposato. Ora puoi lavorare tranquillamente. "
" Bene, grazie. "
Nella mente la torta comincia già a prendere l'aspetto finale.
Credo che dovrò dare una sbirciata al libricino, dato che ho la testa un po' arrugginita a causa del lungo periodo in cui non sono stato letteralmente con le mani in pasta.
Sfoglio il ricettario fino ad arrivare al capitolo intitolato " base generale per torte". Leggendo l'occorrente e seguendo passo per passo il procedimento, comincio con il lavoro.
Farò una torta a più piani; gli invitati saranno più di cinquemila, se facessi una base unica verrebbe larga un chilometro!
Dopo aver preparato l'impasto per il primo piano, ed averlo versato in una tortiera, mi guardo un attimo intorno: dove cuocerò tutto quello che c'è da cuocere?
" Johan? Dove posso cuocere questo?" dico indicando la massa liquida giallastra.
" Ah, sì, scusa Peeta. Mi ero un attimo assopito; è stata una lunga notte. Comunque, lasciala li, sul bordo libero del tavolo, ora chiamo un'infermiera che la porterà in cucina dove verrà cotta. "
" Ok, grazie."
Mi rimetto all'opera; è strano lavorare con tutti questi strumenti: nel distretto 12 avevamo pochi e semplici strumenti per realizzare le prelibatezze; qui, invece, c'è di tutto.
Mentre mescolo i vari ingredienti per fare le altre basi, mi metto a chiacchierare con il dottore, che fino ad ora è stato in silenzio.
" Hai detto che è stata una lunga notte. Posso sapere perchè?" chiedo.
Non ottengo subito una risposta.
" Oh, beh, io sono il direttore dell'ospedale, ma questo non mi esonera dal lavoro, anzi, curo i casi più delicati e particolari. Questa notte ho dovuto operare un paziente a cui è cascata una trave di metallo sopra la schiena, perforandogli un rene. Ha avuto questo incidente mentre rimetteva a posto le unità abitative distrutte dall'attacco di Capitol City. "
Ripenso a quell'attacco.
All'intervista.
Agli schiaffi che ho preso per colpa di quell'avviso.
Al mio sangue che ha imbrattato il pavimento del palazzo presidenziale.
Penso di aver messo su un'aria accigliata perchè Johan prosegue subito.
" Sei stato forte a dire quella cosa,Peeta. Hai salvato migliaia di persone e ci hai dato quasi otto minuti di vantaggio sui bombardieri capitolini. Il distretto 13 non scorderà mai questa cosa. Davvero. "
" Sì. "
Tra di noi cade un silenzio imbarazzato, così mi dedico totalmente alla torta per il resto del tempo.
Quando Johan mi avvisa che è ora di fare colazione, ho finito di fare tutti e i sei piani della torta, che verrà alta all'incirca un metro e trenta e larga uno.
Mentre mangio velocemente, Leyla mi ha già riportato tutte le basi cotte. Ho ancora un boccone di brioche in bocca quando ricomincio a lavorare. Mancano ancora due ore.
Un'idea mi balena in mente; non voglio fare una torta classica, ma una cosa più pensata ed attinente agli sposi; farò una torta a tema Distretto 4.

Comincio a fare la pasta di zucchero, aggiungendo del colorante naturale ai mirtilli, per dare una sfumatura celeste/blu alla torta. La pasta da creare è tanta e così quando arriva l'ora di pranzo ho appena finito di ricoprire le prime tre basi.
Leyla viene con gli altri suoi colleghi a riprendere il tavolo, e gli impartisco diversi ordini su dove e come devono mettere i vari pezzi.
" Allora, le basi scoperte devono stare in un luogo asciutto e fresco, quelle coperte in frigorifero ad una temperatura non troppo bassa insieme alla pasta da zucchero. Per domani, vorrei avere degli altri coloranti se si può. Grazie. " dico con un sorriso.
Leyla annuisce e se ne va, lasciando a Johan il vassoio con il mio pranzo.
Mentre mangio, il dottore mi da un annuncio.
" Oggi pomeriggio, avrai visite. Una persona che conosci molto bene vuole vederti. "

Spazio autrice! 🌼
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-A

Hunger Games: Il Canto della Rivolta visto da Peeta. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora