Capitolo 7

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Attenzione
Questo capitolo può contenere scene esplicite e linguaggio forte. (Se non volete non leggete).

Gironzolo in casa facendo attenzione a non fare il minimo rumore, raggiungo la cucina e chiamo Lexa. Risponde al secondo squillo per fortuna.
«Emma, è presto, che ci fai sveglia a quest'ora
«Potrei farti la stessa domanda. Comunque volevo sentire la tua voce e chiederti se secondo te ho sbagliato...», dico a bassa voce rannicchiandomi sul divano con i piedi sotto il sedere.
«Sbagliato cosa? Aspetta, ci sei andata a letto? Oh oh, signorina tu mi devi i dettagli lo sai?», ridacchia e sento qualcuno mormorarle qualcosa.
«Anche tu a quanto pare», sorrido. «Non so se sia stata la cosa migliore ma il problema non è questo ma è che mentre lo guardavo dormire, volevo svegliarlo e tornare tra le sue braccia. Mi prenderai per pazza, forse lo sono...»
«Respira tesoro
Faccio un grosso respiro e la sento ridacchiare e bisticciare con David che mi saluta. Alzo gli occhi al cielo.
«Torna a letto e prenditi quello che vuoi! Me lo hai sempre detto anche tu no? Allora che aspetti? Non avere paura di sbagliare e se ne hai bisogno, gettati a capofitto. Non voglio che tu abbia rimpianti».
Rifletto un momento prima di sentire un certo trambusto dall'altra parte della cornetta. «Emma sono David! Ti prego, va a letto con quel povero ragazzo perché ti ama davvero! Intanto se non ti dispiace approfitto della tua amica per una scopata mattutina, fa sempre bene sai? Dovresti provare», ridacchia. Immagino Lexa intenta a picchiarlo mentre ride divertita e imbarazzata.
Arrossisco. «Ok, grazie David. Buona performance sessuale e soddisfa la mia amica!», sorrido.
«Sarà fatto! Ciao Emma!», ride.
Mi guardo attorno indecisa. Mordo il labbro e sbuffo. Faccio qualche passo verso la camera poi torno indietro sul divano. Dopo avere fatto avanti e indietro un paio di volte e drizzando le spalle, raggiungo la mia camera.
Parker dorme tranquillo con un braccio attorno al cuscino e uno sotto. È così tenero mentre dorme. Quasi quasi mi dispiace svegliarlo. Posso anche ammirare il suo fisico e ogni segno evidente sulla sua pelle senza che se ne accorga. Di solito non sopporta quando lo fisso, lo fa sentire a disagio.
Gattono sul letto e stampo piccoli baci sulla schiena nuda del ragazzo che continua a dormire tranquillo nel mio letto. Chissà come starebbe con qualche tatuaggio. Abbandono subito il pensiero. Non è il momento per certe distrazioni.
Abbiamo passato una settimana pesante entrambi, credo non abbia dormito bene visto che non si sveglia. Mordicchio il lobo e lo sento mugolare. Con la bocca contro il suo orecchio e un sorriso chiamo il suo nome sussurrando. Emette piccolo lamento e apre gli occhi mentre bacio la sua spalla.
Sulle sue labbra, spunta subito un sorriso bellissimo. Si volta e ricado su di lui che mi afferra per i fianchi. Bacio subito le sue labbra. «Buongiorno», sibilo.
«Ho dormito benissimo...», la sua voce rauca fa vibrare ogni parte del mio corpo che si risveglia immediatamente. Inizio a sentire un certo formicolio e calore incendiare la mia pelle.
Continuo a baciarlo e lui si rilassa sotto il mio tocco. Ha un sorriso da ebete stampato sulle labbra e un profumo buonissimo addosso. Mordicchio sotto l'orecchio poi passo la lingua lungo il collo e stampo qualche succhiotto qua e là. Sento la sua erezione crescente e continuo a stuzzicarlo. Emette un gemito e mi sotterra sotto il suo peso. Stringe i miei polsi sopra la testa e tormenta subito la mia pelle con i suoi denti e le sue labbra morbide. Anche il lieve accento di barba lascia il segno ma è piacevole.
Spingo i fianchi contro i suoi ed emette un suono strozzato prima di trattenere il fiato. Non ho bisogno di domandare cosa voglio. Capisce subito e spinto dalla provocazione, abbassa i suoi boxer infila un preservativo. Un gesto secco che mi fa urlare. Tappa la mia bocca con la mano, questo sa che mi fa impazzire e mentre guarda la mia espressione, continua a spingere i fianchi. Allargo le cosce e inarco la schiena mentre continua a tormentarmi.
«Par...ker...», biascico affannata.
«Cazzo, shhh, Emma non parlare, non così...», geme e continua a spingere.
«Uhmm, si...», strillo incapace di trattenermi.
Stringe le mani sul mio seno mentre si muove affannato e bacia la mia spalla.
Getto la testa indietro, inarco la schiena e sento il corpo cedere sotto il suo tocco deciso e forte. Si allontana creando un vuoto improvviso. «No...», biascico incapace di parlare.
«No? No cosa?», mi provoca con un sorrisetto da bastardo sulle labbra.
«Ti prego», ansimo.
Sfiora con le dita in mezzo alle cosce e gemo. «Cosa vuoi?»
Apro la bocca e inizialmente non riesco a parlare. «Voglio te», mugolo sentendo le sue dita così vicine eppure lontane.
«Vuoi che ti prenda?»
Annuisco sotto il suo sguardo ardente arrossendo come un peperone. «Si».
Entra ed esce velocemente. Protesto ma stringe un seno con la mano mentre con l'altra allarga le mie cosce. «Vuoi che entri dentro di te?»
Faccio di sì con la testa e mordo il labbro per trattenere l'affanno. Sono troppo eccitata e basterà poco a farmi perdere la testa.
«Come? Piano così...», inizia a provocarmi. «O così?», usa più forza. Non attende risposta rallenta apposta con quel sorrisetto soddisfatto. Sposto la sua mano tra le mie cosce e la muovo con il ritmo che voglio. Trattengo uno strilletto quando aumenta ed entra a fondo. Geme spingendomi oltre il limite. Ho un orgasmo violento e ricado sudata sul letto. Parker mi segue affannato e soddisfatto.
«Che bel risveglio...», soffia accaldato e stampa un bacio sulla mia spalla. Toglie il preservativo e si sdraia su di un fianco.
Ci guardiamo a lungo senza dire niente. La sua mano sulla mia schiena, la mia sul suo petto. Tocco le cicatrici e quando i suoi occhi si posano sulle mie dita, le allontano verso le sue labbra.
Fa respiri profondi mentre io resto sdraiata, non sapendo bene cosa fare con la mano posata sul suo petto. Sotto pelle sento i battiti costanti del suo cuore. Mentre ci guardiamo, inizio a chiedermi se lui è la persona con cui voglio convivere per molti altri giorni, se lo amo tanto quanto amo Ethan o se lo amo perché sta dimostrando di essere una presenza stabile nel mio quotidiano. Il vederlo piangere, mi ha fatto crollare. Non mi aspettavo una reazione simile da parte sua. È sempre stato un ragazzo posato, a modo, dolce, caparbio, intelligente e furbo ma anche un ragazzo stronzo e freddo. È rimasto al mio fianco nonostante gli errori e le brutte situazioni, nonostante il sentimento che provo per un altro. Non posso e non potrò mai ignorare le emozioni provate con entrambi. Emozioni mai provate prima. Non posso neanche ignorare il bisogno che ho di vederlo anche quando non riesco a guardarlo negli occhi perché sono arrabbiata con lui. Il modo in cui è entrato in punta di piedi nella mia vita. Forse è proprio questo l'amore: non riuscire ad ignorare i piccoli dettagli che fanno la differenza.
Mi dà un pizzicotto sul braccio scoppiando la bolla facendomi ricadere nel presente. Batto le ciglia per mettere a fuoco. «Auu! Che c'è?», lo colpisco piano facendolo ridere.
«Ti sei persa. A cosa pensi?», si fa subito serio e sdraiandosi su di un fianco con la testa appoggiata sulla mano mi rivolge tutta la sua attenzione.
Per un momento vado nel panico. Adesso che cosa dico? Non posso di certo spiegargli quello a cui penso, non dopo averlo svegliato e avere fatto sesso con lui. «Niente, mi sento meglio quando sei qui con me», sorrido timida e mi avvicino a lui.
Il suo viso non muta espressione. Rimane serio e attento. «Sei una pessima bugiarda lo sai?», tocca il mio naso.
Arrossisco. «Lo so ma sai che è vero quello che ho detto!». Nascondo il viso tra le sue braccia quando mi avvolge contro il suo petto. Chiudo gli occhi e inspiro il suo buonissimo profumo.
«Mi diresti se c'è qualcosa che non va?»
«Si, lo faccio sempre no?»
Annuisce e il suo viso si addolcisce. Alzo lo sguardo posando le labbra sulle sue. «Che cosa vuoi fare oggi?», domando senza allontanarmi.
«Se rimaniamo in casa, credo proprio che non usciremo da questo letto. Potremmo mangiare qualcosa e andare da qualche parte?»
«Hai fame?», sollevo le gambe e con le dita sfioro le sue labbra. Mi piace delineare il contorno e sentire sotto i polpastrelli quel piacevole formicolio.
Afferra con i denti il mio dito e passa la sua lingua sopra provocandomi un forte brivido. Stampa un bacio e ritraggo la mano. «Molta», sussurra sensualmente.
«Dopo la doccia preparo qualcosa.» Mi rialzo e dopo avergli dato un bacio a stampo, mi sposto in bagno. Entro dentro la doccia lasciando scorrere sotto il getto dell'acqua tutto il cumulo di nervi, tristezza e rancore provato nei giorni precedenti. Quando esco dal bagno avvolta dall'asciugamano Parker se ne sta sdraiato ad occhi chiusi. Credo stia dormendo ma quando prendo il beauty mi attira sul letto. Strillo colta alla sprovvista. Mi abbraccia da dietro e prendendo la crema dalle mie mani inizia a massaggiare le mie spalle. Mi esce un mugolio dalle labbra. «Amo quando mi fai i massaggi», dico affannata. Non ho bisogno di voltarmi per sapere che sta sorridendo.
«Amo toccare la tua pelle», inizia a baciare la spalla spostandosi sul collo, sotto l'orecchio. Inspira, «amo il tuo profumo», continua la sequenza di baci.
Mi volto e lo abbraccio. «Vado a preparare il pranzo. Le tue cose sono dentro l'armadio.» Mi rivesto sotto il suo sguardo famelico.

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