Capitolo 53

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~ Ethan's POV:

Il rumore in questa discoteca è assordante. C'è troppo caos, troppa gente, troppo fumo e alcol. Lavorare è impossibile con tutte queste distrazioni di mezzo. Devo fare parecchia attenzione. Non posso farmi sfuggire quel gruppo di ragazzi che con ogni probabilità mi porteranno dalle ultime due persone che stiamo tentando di stanare da mesi. Sono a tanto così dalla libertà e non posso rischiare parte del lavoro.
TJ al contrario sembra a suo agio. Sta ballando a poca distanza con delle ragazze. Come sempre ci sta provando ma osservo anche lui e non ha ancora toccato un bicchiere. Per fortuna è lucido e vigile quanto me. Non possiamo commettere errori questa notte o la nostra copertura salterà.
Devo finalmente liberarmi da questo peso e trovare il mio equilibrio riprendendo in mano la mia vita. Ho distrutto tutto con le mie mani è arrivato il momento di fare qualcosa di positivo finalmente.
Prendo posto su uno sgabello accendendo una sigaretta per finta. Non fumerò, ho smesso da tempo con questa merda. Una ragazza alta, formosa dai capelli rossi legati in modo scomposto, si avvicina subito con sguardo felino. È ubriaca. La ignoro. Ho notato le sue amiche in fondo come la spingevano per farsi avanti. Deve essere una di quelle che hanno bisogno di qualcuno accanto dall'aspetto presentabile. Odio questo genere di persone. Dove sono finite quelle genuine, che si curano dei sentimenti e non dell'aspetto esteriore? Non hanno capito che la bellezza sfiorisce?
«Ciao»
Ha una voce stridula e sembra abbastanza nervosa mentre si volta per avere il consenso delle amiche. Alzo gli occhi al cielo e trattengo l'istinto di risponderle per le righe facendola piangere.
Decido di ignorarla voltandomi e lancio uno sguardo al gruppo di ragazzi per essere certo che non si sono mossi. Si è aggiunto un uomo al loro gruppo. Sta parlando animatamente e li fissa con una certa furia negli occhi. Mi allontano dal bancone dove la ragazza sbuffa mandandomi a quel paese irritata. Ghigno e vado a sedermi in un posto isolato dove posso osservare tranquillamente ogni persona presente qui dentro e dove posso anche sentire qualche straccio di conversazione.
TJ mi segue con lo sguardo per assicurarsi che io non esca lasciandolo qui dentro. So quanto odia fare tutto da solo quando può anche divertirsi.
Siamo così diversi io e lui eppure la nostra amicizia continua ad esistere proprio per questo. Siamo diversi ma riusciamo a capirci e a lavorare insieme tranquillamente e senza mai avere problemi. Non abbiamo mai litigato per qualcosa ecco perché in centrale hanno scelto proprio noi due. Siamo silenziosi nel nostro lavoro e agiamo quando tutto sembra perduto.
Una cameriera mi passa da vicino lanciandomi uno sguardo. Tiene in mano un vassoio e mi fa un cenno ammiccando.
Le sorrido poi torno a fissare davanti a me. I due ragazzi si stanno alzando e hanno lo sguardo infuocato. TJ li segue come me con lo sguardo.
Mi alzo per seguirli e lui mi raggiunge dopo essersi scusato con la ragazza che gli stava ballando addosso.
Usciamo nel parcheggio e con disinvoltura raggiungiamo la nostra auto. Mi metto al volante mentre il mio amico allaccia la cintura e apre di poco il finestrino.
«Non hai provato nemmeno a divertirti», caccia in bocca una chewing-gum e si sistema comodo mentre io guido indisturbato seguendo da una certa distanza l'auto con i due ragazzi dentro.
«Stiamo lavorando, non siamo usciti per bere e ballare con delle ragazze ubriache e pronte a tutto pur di divertirsi», replico asciutto.
«Stai parlando della rossa che ti si è avvicinata e che hai ignorato?»
«Esatto!» rispondo tranquillo.
TJ inarca un sopracciglio. «Sono mesi che eviti tutti come la peste e lavori come un dannato. Una volta tanto puoi anche divertirti!»
Faccio una smorfia. «Dobbiamo mettere fine a tutto questo! Così solo potrò tornare a divertirmi».
TJ non parla, sta riflettendo. Mi fermo prima che i due si accorgano della nostra presenza. Ormai in fatto di appostamenti o inseguimenti siamo pratici. Dobbiamo solo trovare l'attimo perfetto per installare delle microspie su quell'auto.
Controlliamo la zona circostante.
L'auto si ferma a pochi metri. I due ragazzi escono entrando in una delle abitazioni che teniamo d'occhio già da giorni.
Io e TJ siamo già fuori dalla vettura. Cammino a passo spedito verso l'auto mentre TJ segue i due ragazzi nella penombra. Mi guardo attorno e con praticità apro la portiera senza fare scattare l'allarme. Per essere dei ragazzini hanno proprio delle belle macchine, grazie al traffico che riescono a gestire ma ancora per poco. Mentre rifletto, TJ mi fa cenno di sbrigarmi. Inserisco le microspie ovunque ed esco dall'auto come se niente fosse.
Ogni volta è una corsa contro il tempo e bisogna essere veloci e silenziosi. Ho i battiti in aumento e l'adrenalina in corpo mentre entro in auto e dopo avere dato il cinque e il pugno al mio amico sfrecciamo via dalla zona per non destare altri sospetti. Il quartiere non è dei migliori e ci può essere sempre quel qualcuno pronto a parlare per una dose gratuita.
«È stato pazzesco!» urla TJ divertito.
«Si!» sorrido premendo sull'acceleratore mentre l'adrenalina va scemando dal mio corpo.

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