"Voleva vederti un'ultima volta"
"Voleva vederti un'ultima volta"
"Voleva vederti un'ultima volta"
Spalanco gli occhi alzando il busto affannata e passo la mano sul viso e tra i capelli come se questo gesto potesse essere d'aiuto per placare la brutta sensazione lasciata dietro dall'incubo. Bevo un sorso d'acqua e torno a sdraiarmi. Questa volta quando chiudo gli occhi, sogno finalmente qualcosa di positivo e quando riapro le palpebre, i primi raggi del sole primaverile, illuminano la stanza e rendono gli occhi del ragazzo che mi sta guardando con attenzione e premura: intensi, dolci, chiari.
Mi sposto su di lui. Le braccia conserte sul suo petto e la testa sopra. Sorrido e sussurro il mio buongiorno. Le sue dita toccano la mia schiena e il suo sorriso perfetto fa sciogliere il nodo teso lasciato dall'incubo questa notte. Sono ancora intontita dal sonno ma i miei sensi, sono in allerta come sempre.
«Come stai?»
«Oggi sarà una bella giornata non credi?», provo ad alzarmi ma blocca il mio corpo con le sue mani e la sua forza controllata. Sa che odio questa domanda. Ormai sono quasi due mesi che continuo a sviare i discorsi. Non sto male come tutti pensano. Sto come devo stare: al mio posto nel mio piccolo rifugio.
«Hai dei progetti?», le sue dita accarezzano la schiena.
Mi sporgo per stampargli un bacio sulle labbra. «Oggi vedo Jason a pranzo e starò con lui per gran parte del pomeriggio. Ho intenzione di pulire l'appartamento e poi vedere Lexa. Tu?»
«Potremmo pranzare insieme tutti e tre. Posso rinviare il pranzo con i colleghi e avvisare George che sta sera ci sei anche tu così lui porterà Tea.»
Scuoto la testa. «Per oggi passo. E' meglio rimanere al piano di partenza. Non vedo Jason da un paio di mesi. E' appena tornato dall'Europa e ha tanto da raccontarmi. Ti annoieresti e ti sentiresti trascurato. Dovrai divertirti con i tuoi colleghi», schiocco piccoli baci sulla sua gola e scendo lungo la clavicola.
«Sicura che non ti sentirai sola in casa questa sera?»
Faccio di si con la testa e continuo a baciare la sua pelle. Prende il mio viso tra le mani e si impossessa della mia bocca spingendomi su di lui. «Mi penserai?»
Sorrido. «Sempre», mormoro sulle sue labbra. «Tu mi penserai?»
Ricambia il sorriso e con un bacio annuisce. «Fai palestra con me oggi?»
Mi alzo tirando la coperta. «Oggi intendo mettere sottosopra l'appartamento. Sicuro di non volermi aiutare?», lo guardo con gli occhioni.
Diminuisce la distanza che c'è tra di noi e mi porta a sedermi a cavalcioni su di lui dopo essersi sistemato con la schiena contro la testiera del letto. «Andrò a fare palestra così farai le pulizie tutta tranquilla ma al mio ritorno, potresti fare la doccia con me. E' da un pezzo che non partecipi», provoca con baci sotto l'orecchio. Inarco la schiena e sorrido mordendo il labbro e trattenendo un sospiro. «Vedremo. Intanto facciamo colazione?», mi rialzo dal letto per non cadere in tentazioni mattutine.
«Oggi passo. Preferisco prendere una bottiglia d'acqua e andare. Tra un'ora circa sarò di ritorno. Pranzerò con i colleghi dopo una breve riunione e poi farò del lavoro extra per avere tutto il weekend libero. Sicura di non volere venire con noi questa sera?»
«Mi annoierei a morte e non mi sentirei a mio agio con tanti ragazzi che ci fissano. E' già successo e ne abbiamo parlato. Inoltre devo vedere Lexa per aiutarla con i preparativi.» Gli lancio una canotta per la palestra e i pantaloni della tuta.
«Ricevuto principessa», sorride tranquillo e dopo essersi rivestito si avvicina per baciarmi. «Non fare sparire la mia roba», morde il mio labbro.
«Se minacci così dovrò farlo», ridacchio sulle sue labbra e mi stacco per riprendere fiato.
Il campanello suona e ci guardiamo curiosi. «Aspetti qualcuno?», domanda incamminandosi alla porta.
Sento una voce familiare e rimango interdetta sulla soglia quando vedo Anya guardarmi in modo timido sembra anche dispiaciuta. Deglutisco stringendo la vestaglia addosso e lanciando uno sguardo a Parker accetto che entri in casa. Sono nervosa, non so cosa ne uscirà fuori ma tanto vale affrontarla. E' passato troppo tempo e questo gelo tra di noi non fa che rovinare la nostra amicizia.
«Vado in palestra. A dopo!», bacia le mie labbra e salutando Anya richiude la porta alle sue spalle.
«Stavo per fare colazione, ti va?», domando insicura.
Anya annuisce e in silenzio raggiungiamo la cucina. Riempio il tavolo poi prendo posto proprio davanti a lei. So che adora come me i biscotti infatti ne prende subito uno al cacao e lo inzuppa nel latte.
«Sai perchè sono qui vero?»
Mando giù a fatica un pezzo di toast e annuisco. «Sai anche come la penso al riguardo», ribatto rigida e un pò troppo acida.
«Emma, ci sto male. Non voglio rovinare la nostra amicizia per un qualcosa di cui non ho colpa. Ho sbagliato è vero ma ho solo protetto mio fratello. Non sai come sono andate le cose perchè non c'eri e voglio solo spiegarlo poi se non vorrai più vedermi va bene, lo accetterò.» Mi guarda in modo solenne e le faccio cenno di continuare e di mangiare soprattutto. Non sembra essere ingrassata di un etto. Ha la pancia in evidenza certo ma il peso?
«Quando ho saputo che cosa avete fatto a Las Vegas, mi sono subito allarmata. Ho chiesto più volte a quel testone di mio fratello di dirti la verità prima che la situazione peggiorasse. Sapevo che sarebbe successo il casino ma voi due, avreste sempre avuto modo per riprendervi. Più i giorni passavano, più mi sentivo in colpa. La notte in cui sei scappata lasciandolo, l'ho pregato di trovarti e dirti tutta la verità perché così non avresti sofferto. Ero certa che avresti cambiato idea. Sei sua moglie, la sua ragazza, la sua unica ragione di felicità e avevi tutto il diritto di sapere che cosa stava facendo. Anche a costo di rischiare la copertura per te, ma lui non ha voluto. Si è fatto male da solo. Ha deciso di non rincorrerti o meglio era quello che ci faceva credere perchè sapevamo che non smetteva un momento di cercarti o di pensarti. Quando ha visto quelle foto su quei cartelloni, è rimasto spiazzato.» Sospira e mangia un altro biscotto inzuppato. «Non capiva cosa aveva sbagliato e non riusciva ad andare avanti per come aveva fatto. Poi è successo tutto quel dramma e l'ho pregato di nuovo ma continuava a mettermi a tacere. Non era una mia decisione. Io avrei voluto tanto parlarti di questa storia ma non me lo permetteva. Mi dispiace...», asciuga una lacrima.
«Ok», rispondo sgranocchiando il resto del toast.
Anya spalanca gli occhi e poi aggrotta le sopracciglia. «Ok cosa?»
«Accetto le tue scuse. Non avrei dovuto prendermela con te. Adesso però non voglio più sentire niente. Sono stanca e sto provando ad andare avanti da due mesi.»
«Con lui?»
Si riferisce a Parker? So che non lo vede come il ragazzo giusto per me ma, chi lo è? Il principe azzurro non è mai esistito. «Si, con lui».
«Sai che non è la stessa cosa», ribatte veloce, senza freni. «Sai che cosa ti ha fatto provare mio fratello e sai che con Parker non proverai mai le stesse cose».
«Ma ne proverò altre», bevo del succo per placare il fuoco dentro la gola. «Parker non sarà come tuo fratello ma almeno mi rispetta, non mente, mi rende partecipe della sua vita e complice nei suoi piani. E' il marito che non ho mai avuto!»
Questo è stato un colpo basso lo so ma Anya deve capire che sto davvero provando ad andare avanti. Deve capire che sono stata parecchio male a causa di suo fratello, sentimenti a parte, devo continuare a vivere nel mio presente tranquillo perchè con lui, non potrò mai avere delle certezze. Inoltre non posso fidarmi di uno che ha continuato a mentirmi.
«Si è uno scoglio solido certo, ma non è Ethan. Non ti fa ribollire il sangue, non ti fa risvegliare le falene dentro lo stomaco, non ti mette alla prova ogni giorno con delle discussioni accese, non ti fa sentire viva come dovresti essere. Sei spenta, seria, impostata. Sai davvero a cosa stai rinunciando?»
Apro e richiudo la bocca come se avessi appena ingoiato un limone. Non voglio ferirla. In parte ha ragione ma lei non sa che cosa ho dovuto passare. Non era dentro la mia testa e nel mio cuore. «Parker non sarà questo, è vero, ma almeno mi rende felice e serena, mi fa sentire viva ogni giorno e non perchè si deve per forza litigare. Non ho bisogno di sentire le falene per amarlo perchè è la persona migliore che io abbia mai conosciuto e avuto modo di avere accanto. Non sarà una testa di cazzo come tuo fratello ma almeno lui è fedele e deciso. Sa cosa vuole!»
«Andiamo Emma, sembra il tuo cane da compagnia. Scusami se te lo dico ma non ti ha mai messo di fronte a delle scelte, non ha mai deciso da solo con fermezza senza prima averti consultato. Non ha mai usato la forza per convincerti a fare qualcosa, non ti ha mai provocato e invogliato ad essere te stessa. Sei cambiata per lui. Ti ha sempre rispettata, è vero, ma non ha mai fatto il ruolo del maschio».
Stringo il pungo sulla gamba. Ha detto davvero quello che ho appena sentito? Stiamo esagerando. «Parker non è il tenero cucciolo che tutti voi avete conosciuto. Lui sa essere autoritario e sa cosa vuole. Mi rende solo partecipe della sua vita perchè mi ama per come merito. Non sono cambiata, mi sono semplicemente adattata ad una nuova vita.» Alzo il tono della voce indignata.
«Non ti amerà mai come ti ama mio fratello. Emma, Ethan è distrutto, è partito con una scusa e non è ancora tornato. Sono passati due mesi! Chiama di rado ed è freddo. Non ho mai visto mio fratello in questo modo per una ragazza. Lui è il tuo vero lui e tu lo sai ma sei troppo impaurita per ammetterlo perchè pensi che Parker sia l'unico scoglio sicuro sulla faccia della terra. Solo perchè ti fa fare sempre quello che vuoi senza controllarti e senza giudicarti», i suoi occhi si accendono di una strana furia. Capisco che questa discussione sta già arrivando al capolinea ma non voglio farmi abbattere, non ora che sto trovando finalmente uno sfogo.
«Tutti siamo distrutti non credi? Mi ha mentito per mesi e ha visto da lontano come sono cambiata e non ha fatto niente per impedirlo, non ha fatto niente per fermarmi, non ha fatto niente per amarmi...», la voce si riduce ad un sussurro strozzato dalle lacrime che all'improvviso sgorgano fuori dopo mesi di resistenza. Sono ancora debole, lo sarò sempre a causa sua. «Ho ricostruito tutto e sono andata avanti e lui che cosa ha fatto? Si è riavvicinato con l'intento di distruggermi ancora. Non avrei mai dovuto andare da lui quel giorno al cimitero, non avrei mai dovuto permettergli di rientrare nel mio cuore. E sai cosa fa davvero male? Il fatto che tu continui a prendere le sue parti nonostante gli errori commessi e non perchè è tuo fratello e gli vuoi bene ma perchè pensi che siamo una coppia. Non lo siamo. Non lo siamo mai stati perché mi ha sempre tenuto nascosta la verità!» Scrollo le lacrime e mi rialzo per prendere dell'altra cioccolata. Sono nervosa e devo tenere ferme le mani.
«Emma lui...»
«Lui cosa? È partito ed è venuto a salutarmi anzi per come ha detto TJ è venuto per "Vedermi un'ultima volta". Cosa dovrei fare?»
Anya impallidisce. «Cosa, cosa ha fatto?», balbetta sgranando gli occhi.
«Non lo sapevi?», inizio a raccontarle cosa è successo e mi libero dalla rabbia. Quando finisco mi risiedo e smetto di tremare, di piangere, di gesticolare.
«E' impazzito...», scuote la testa. «Per questo ha lasciato l'appartamento, per questo è così freddo...», sussurra incredula.
«Credi ancora che questo sia amore?», scuoto nervosa la testa e inizio a rimettere in ordine la casa. Anya prova ad aiutarmi ma la obbligo a riposarsi e a non rimettere più in mezzo l'argomento: Ethan.
Sto lavando il pavimento del soggiorno quando Parker rientra. Se si accorge che ho pianto, non lo da a vedere. Saluta Anya che se ne va afflitta e poi lui va a fare una doccia. Lavo il bancone della cucina con foga e poi passo alla mia camera. Tolgo le lenzuola e apro la finestra per fare entrare l'aria calda primaverile. Trovo sfogo ripiegando i vestiti puliti. Sono così assorta da non accorgermi minimamente di una presenza sulla soglia.
Braccia conserte, schiena dritta, occhi fissi verso un unico obbiettivo: me. Le mie mani tremano e a sguardo basso continuo a ripiegare i vestiti. Se smetto di muovermi sono fottuta. Continuo a pensare alle parole di Anya, alle parole di TJ che accompagnano i miei incubi da due mesi. Continuo a pensare a tutto e a confondermi. Continuo a destreggiarmi tra le macerie dentro il mio cuore facendo attenzione a non cadere, a non commettere errori a non ferirmi ancora, a non fare soffrire chi mi sta amando veramente.
Ma questo, è abbastanza? Scaccio con violenza la vocina dentro la mia testa. Per oggi ne ho davvero abbastanza di tutto questo frignare.
Le mie mani vengono bloccate e i miei occhi spalancati saettano verso Parker. «Mi dici che cosa ti succede? Riordini i vestiti già in ordine quando qualcosa non va e lo fai per avere una distrazione. Devo preoccuparmi?»
Sono stupita. Mi conosce più di quanto io conosca me stessa. In questi mesi ha avuto modo di vivermi, di respirare con me la stessa aria, di passare assieme le giornate. Ha imparato a conoscermi, mi ha studiata. Se ammetto che c'è un problema non mi lascerà uscire di casa. Decido di sorridere. «No, nessun problema. Stavo solo, stavo solo cercando di capire», scuoto la testa, «niente di preoccupante. Pronto per il lavoro?» guardo il suo torso nudo e gli passò una camicia stirata e inamidata.
Fa una smorfia. Lo so che ha capito che sto mentendo. Non fa domande e gliene sono mentalmente grata. Mi avvicino a lui e abbottono la camicia per distrarlo. Sorrido mentre sistemo anche i polsini e mi guarda stordito. Lo sto confondendo ma devo raggirarlo in qualche modo. Mi alzo sulle punte schioccando un bacio a fior di labbra. «Adesso, sei pronto!». Guardo attorno per intercettare la sua giacca ma blocca nuovamente la mia corsa. «Oggi non la metto», prende il viso tra le mani e mi bacia spingendomi contro il muro. Indietreggio e quando le mie spalle sono costrette a fermarsi, getto le braccia attorno al suo collo e continuo a baciarlo.
«Me lo diresti vero?»
«Cosa?», sorrido cercando di non balbettare.
«Se c'è qualcosa che non va...»
Annuisco e staccandomi da lui prendo la sua mano e stringo le nostre dita prima di baciarlo velocemente. «Farai tardi».
«A sta sera. Chiama se ti annoi, farò il possibile per tornare prima».
«Cerca di divertirti e non pensare a me per una sera.» Passo i palmi sulle sue spalle come se stessi pulendo una superficie e lo guardo mentre esce di casa sorridendomi.
Non appena la porta si chiude getto un sospiro di sollievo. È stato difficile trattenersi. Entro dentro il bagno, faccio una doccia, riordino tutto quanto e poi vado a vestirmi. Indosso qualcosa di comodo e prima di pranzo esco di casa.
Ultimamente tengo sempre le cuffie nelle orecchie. Non perché la città è caotica ma perché devo tenere a bada il frastuono che ho dentro.
Jason arriva in perfetto orario al ristorante con un regalo tra le mani. Corre ad abbracciarmi con un gran sorriso. Strillo felice di rivederlo e incapace di trattenere l'emozione che provo. Ci sediamo e mi porge il suo regalo in ansia e lo apro subito davanti a lui per rassicurarlo. All'interno della scatola trovo: una statua del Colosseo, le nacchere spagnole, una cabina telefonica rossa, e un portachiavi con la torre Eiffel in più c'è anche un quadretto con le nostre foto. Tappo la bocca emozionata e lo abbraccio. «Grazie, mi piace tantissimo. Anch'io ho una cosa per te», dalla borsa estraggo l'ultima edizione del fumetto The Flash, il suo preferito. I suoi occhi si illuminano e lo mostra a distanza al padre il quale ci sorride mimando un grazie. Per la prima volta quell'uomo sembra davvero interessato al figlio, è un miracolo. In più non ha dietro la solita donna piena di sè ma una nuova ragazza dall'aspetto dolce e ordinario. Guarda Jason con attenzione e premura e il bambino sembra ricambiare l'affetto verso la donna. Sono anche felice per questo, ora Jason ha un padre che dimostra di tenerci per come merita un bambino e una matrigna degna del suo amore.
Pranziamo e chiacchieriamo. Mostra le foto del viaggio e racconta aneddoti divertenti come solo un bambino può fare. Dopo pranzo ci spostiamo al parco e passeggiamo un paio di minuti con i visi verso il sole. È una splendida giornata. Ci sediamo sul prato e giochiamo con il Nintendo Ds poi prendiamo anche un gelato.
«Sembri triste...»
Scompiglio i suoi capelli e lo rassicuro. «Sono state giornate un po' pesanti ma sto bene. Allora ometto, hai trovato la ragazza in questi tuoi viaggi?»
Fa una smorfia. «No, preferisco giocare e divertirmi»
Rido. «Ben detto!», battiamo il cinque e continuiamo a goderci il pomeriggio insieme.
Dopo avere lasciato Jason con la sua famiglia, mi incammino verso casa. Non ho un vero piano per la serata. Continuo a tenere a freno i pensieri. Passo dal negozio di dolciumi per fare rifornimento visto che ho la dispensa quasi vuota, poi vado in libreria dove acquisto qualche altro libro per delle letture leggere. Sto riordinando la libreria a casa e i nuovi volumi rendono la collezione interessante. Di recente ho anche acquistato dei vinili e un giradischi che ho sistemato nella parete di mattoni accanto alla libreria e alla zona giorno.
Seduta sul divano porto avanti qualche pratica di lavoro poi accendo la tivù e recupero qualche puntata di New Girl con una scatola di dolcetti al cioccolato in grembo.
Il suono del campanello mi riscuote dalla noia. Lexa entra svelta in casa lanciandosi sul divano e azzannando subito un dolcetto. «Sono nervosa. Ho discusso con David perché vuole ospitare sua madre per tutto il tempo necessario per i preparativi prima del matrimonio. È assurdo. Io e quella donna non andiamo d'accordo. Chi va d'accordo con la propria suocera?»
Prendo posto accanto a lei. «Ho avuto tre suocere. Una era un angelo mentre le altre due hanno remato contro dal primo momento», sorrido.
Lexa mi guarda un momento poi ridacchia. «Scusa, non dovrei farti pensare al matrimonio.»
«Ehi, parlane quanto ti pare. Siamo amiche e se hai bisogno di inveire contro tua suocera, fallo. Ti appoggerò!»
Ci sistemiamo davanti alla tivù con delle birre in mano. Lexa inizia a sfogare la propria rabbia nei confronti della donna che ha messo al mondo il suo futuro marito.
«Secondo me dovresti spiegare a lui che dovete decidere da soli quello che volete. Pagate voi il matrimonio, non lei. Dovete stare voi insieme...»
Lexa riempie la bocca di popcorn. «Hai proprio ragione», biascica, «ma c'è anche quel detto... com'è che fa? Che quando una si sposa, sposa anche la famiglia. Insomma o il pacchetto completo o niente.»
Ridacchio nel vederla così buffa e stressata. Provo ancora a rassicurarla. «Guarda il lato positivo: niente sesso fino al matrimonio», la punzecchio.
Spalanca gli occhi e la bocca rischiando di sputare la poltiglia di patatine al formaggio che ha in bocca. «Assolutamente NO! Non se ne parla!», alza il tono della voce e scatta in piedi.
Scoppio a ridere e mi guarda torva. «Conserverai la tua amica fino a quel giorno»
«Che cosa orribile. Tu stai facendo questo da settimane o è solo un modo per capire se tra di voi è solo questione di sesso? Non avete fatto un'altra scommessa vero? Perché se è così siete due pazzi.»
Caccio in bocca una manciata di patatine, mastico velocemente e mi affretto a rispondere. «Diciamo che lo sto facendo per non essere troppo legata al sesso e perché abbiamo trovato altre attività divertenti da fare insieme. Per fare sesso avremo tanto tempo.»
Domanda incredula: «Come fai a sapere che vorrai fare sesso solo con lui a vita?»
«Oh aspetta, io e Parker non dobbiamo sposarci. Stiamo solo facendo altre attività. In quanto al sesso, mi soddisfa più di quanto tu immagini e non chiedo di meglio. Aspetta...», la guardo con un sorrisetto, «tu hai paura»
Lexa arrossisce bevendo avidamente la sua terza birra. «Si e anche tu dovresti averne. Sicura che lui non vada da qualche altra parte a divertirsi?»
Che dubbio è questo? «In realtà sperimentiamo altri modi per divertirci insieme», arrossisco, «dubito voglia andare da altre». Stiamo proprio facendo come ai vecchi tempi. Una serata tra amiche era proprio quello che ci voleva. Certo, sarebbe stata migliore se ci fosse stata anche Anya ma non sono riuscita a chiamarla dopo che è tornata a casa. Le lascerò digerire tutto quanto e poi proverò a recuperare in qualche modo con lei. Le voglio bene e non mi va di perderla per colpa di suo fratello. Il pensiero mi fa scuotere l'anima. Sento proprio un colpo al cuore. Mi incupisco per un nano secondo mentre la mia amica continua a tartassarmi di domande sulle mie prestazioni intime con il mio ragazzo. Non è imbarazzante parlare con lei. Io so tutto di lei e lei sa tutto di me. Il nostro rapporto di amicizia si basa sulla fiducia e sul rispetto reciproco.
«Io e David facciamo di tutto ma se arriva quella megera può dire addio a quel tutto e adattarsi alla Lexa aggressiva e casalinga disperata»
«Ci sarà da divertirsi», brindiamo e continuiamo con i nostri discorsi tra amiche. Ad un certo punto spunta dal nulla proprio quello su Ethan. Sono un po' alticcia ed essendo sola con la mia amica so di potere esprimere ogni mio pensiero. Spero non ci sia qualche microspia in casa.
«Se ne è andato. Davvero questa volta. Non tornerà più o se lo farà sarà per vedere la sua nipotina e poi sparirà di nuovo. La cosa che mi fa davvero rabbia è che non ha provato a parlarmi. È solo venuto in ufficio e poi il suo amico ha detto quelle parole che continuano a tormentarmi da giorni. "Voleva salutarti un'ultima volta"» ripeto facendo le virgolette e poi sospiro. Inizio a sentirmi stanca.
«Sei sua moglie cazzo! Come fa a lasciarti tra le braccia di un altro? Per carità, Parker è fantastico. Bello, intelligente, educato... Io non riuscirei a lasciare David tra le braccia di un'altra. Non me ne starei in disparte ad aspettare. Userei ferro e fuoco e spazzerei tutto e tutti per lui.»
Stringo la mano alla mia amica. «Lui non farà niente del genere. Ha preso la sua decisione. Non posso che essere felice per lui.»
«Ma non per te», Lexa beve avidamente la sua birra e poi pulisce le labbra con un gesto secco del dorso della mano. «Tu lo ami ancora. Tu lo ami nonostante tutto. Ami Ethan come non hai mai amato nessuno neanche Parker. Questo ti farà stare sempre male e lo sai benissimo. Non ti merita uno così».
Da ubriaca sa essere sempre saggia e anche un pò contraddittoria. Inoltre si sa che il coraggio liquido aiuta parecchio quei soggetti chiusi come me. Sto parlando troppo. Sto aprendo il mio cuore e so che poi starò male. Distolgo lo sguardo e finisco la mia quinta birra. «Amo Parker e sto con lui. Non posso chiedere di meglio. Sto bene con lui, mi rende... Tranquilla»
Lexa inarca un sopracciglio e singhiozza. «Ma ti rende felice? Ti fa sentire come se stessi per toccare il cielo con un dito? Ti fa venire voglia di commettere delle stronzate tipo: sposarsi, denudarsi in pieno centro, urlare mentre si guida a tutta velocità...» Mi guarda con attenzione e capisce che sto mentendo a me stessa. «Ti stai solo rifugiando nel tuo sogno sicuro lo sai?»
Fisso la carta della bottiglia provando a staccarla. «Lo so. Parker è il mio nuovo inizio», mormoro biascicando.
«Ti appoggerò sempre lo sai ma non appoggerò la scelta di non essere felice perché hai paura e scegli la via più facile. È come se io dovessi scegliere tra David che non è un porto sicuro ma riesce a rendermi felice come nessuno e un mio ex tipo Red che credevo fosse il mio nuovo inizio e poi mi ha deluso.»
«Non è la stessa cosa. David ti ama e tu ricambi il suo sentimento. David non ti ha mai mentito. È sempre stato se stesso davanti a te. Non ha mai cambiato atteggiamento per te. Ethan mi ha mentito, mi ha usata per la sua copertura, mi ha sposata e ha nascosto la cosa per mesi, ha tentato di riconquistare la mia fiducia e poi mi ha abbandonata come carta straccia. Ho rischiato la vita per lui. Ho le mie colpe e lo ammetto ma non credo di meritare ancora certe cose nella mia vita. Parker mi ama e io amo lui. Non sarò mai alla sua altezza perché è un ragazzo meraviglioso ma so che mi renderà una persona migliore e mi farà sentire al sicuro. Lui è il mio presente...»
Lexa fa una smorfia ma non ribatte. Credo di sapere cosa sta pensando. Sono una sciocca. Sto accettando qualcosa che mi farà soffrire un giorno. Somiglierò a una di quelle mogli insoddisfatte e tradirò il mio uomo per un po' di svago, di adrenalina, di follia.Lexa si sdraia sul divano, prima finisce la sua birra. Forse dovremmo smettere ma perché avere limiti? È venerdì. Domani nessuna delle due andrà al lavoro e potremo goderci il post sbronza. Sento la mente leggera e gli occhi appesantiti. La luce inizia a darmi fastidio e vedo il mondo girare leggermente. E' una sensazione piacevole.
Sento il rumore della serratura. Non mi alzo nemmeno. Sono troppo fuori fase per farlo. So già chi sta entrando e non mi preoccupa. Ormai convivo con Parker da mesi e averlo in casa mi piace, mi fa sentire protetta.
«Eccola la mia donna»
David? Alzo leggermente la testa ma gira tutto troppo in fretta ed emetto un lamento. Ho esagerato con l'alcol. Che ci faceva David con Parker?
«Potete dormire qui», dice Parker. Non c'è traccia di preoccupazione nella sua voce. Non è deluso o arrabbiato con me. In fondo sono adulta e mi sono pure ubriacata in casa. Non mi sono comportata come una pazza davanti a tutti. Vengo sollevata e poi tocco il mio morbido letto.
«Sai che ti amo?», biascico guardando Parker che mi sorride mentre accarezza la mia guancia.
«Ci mettiamo a letto?»
«Siamo già a letto», rido senza un motivo.
«Posso toglierti questi indumenti e rimboccarti le coperte?»
«Se volevi spogliarmi bastava dirlo subito», sorrido come una ragazzina maliziosa.
Parker scuote la testa e sorride divertito. «Quanto hai bevuto? Ti si scioglie la lingua quando bevi»
«E a te piace. Allora? Mi spogli?», alzo le braccia in attesa che sfili la mia maglietta.
Le sue dita indugiano un momento poi mi aiuta a spogliarmi. È così rilassato che quasi mi fa paura ma sono troppo andata per queste cose. Lo guardo mentre scosta la coperta.
«Cosa c'è?», domanda.
«Tu non ti spogli? Mi piace sentire il tuo petto nudo a contatto con la mia schiena. Posso ascoltare a tua insaputa i battiti del tuo cuore.» Ridacchio poi tappo la bocca. «Ops, ora lo sai».
Toglie la maglietta e sbottona i jeans sfilandoseli agilmente. «Sdraiati, su amore» batte la mano sul materasso.
Percepisco i miei battiti in aumento. Sbaglio o mi ha chiamato amore? Che bella sensazione. Sbadiglio e mi stendo. Mi abbraccia da dietro e rilasso il mio corpo mentre il suo mi avvolge. «Non mi hai dato il bacio della buona notte», mormoro.
«Vuoi un bacio della buona notte?»
«Ogni principe né da uno alla sua principessa», non so cosa sto dicendo. Mi volto e avvicino il viso al suo.
Parker stringe i miei fianchi. «Buona notte», sussurra poi si impossessa della mia bocca con avidità.
Sento il sangue ribollire. Stringo subito il suo viso e ricambio con forza. Geme sulle mie labbra e questo mi spinge ad aumentare la presa e a spingermi su di lui. Riesco a staccarmi senza fiato. «Buona notte», balbetto stordita.N/A:
~ Crollano i muri in cemento armato, figuriamoci l'amore.
Spero che questo triplo aggiornamento vi sia piaciuto. Come sempre ringrazio tutte voi per il continuo sostegno nonostante gli scleri.
Vorrei rispondere a qualche vostro dubbio quindi se avete delle domande fatele qui sotto e provvederò a rispondere nei prossimi capitoli. (Potete chiedere di tutto! Facciamo un Ask #Emvans o #Emker)
Emma dopo due mesi sta cercando di trovare la sua strada ma ovviamente c'è sempre qualcosa o qualcuno che le fa ricordare cosa sta perdendo... siete d'accordo con Anya e con Lexa? Cosa succederà? Prenderà in considerazione i consigli delle proprie amiche?
Scusate per gli errori. Buona giornata! 😘 ~#EMKER ❤️
#EMVANS ❤️
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Unstoppable 3
RomanceQUESTO È IL TERZO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima e seconda storia per capire questo terzo capitolo • TRAMA: È passato un mese da quando Emma è ritornata nella sua Vancouver, a casa. Il soggiorno a New York, non è andato...