Capitolo 85

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Un anno dopo...

Oggi è un giorno speciale. Il frutto dell'amore con mio marito, compie un anno. Passa così velocemente il tempo. Così veloce che spesso non abbiamo neanche il tempo di fermarci a scattare una foto per immortalare il momento rendendolo eterno. Ciò che resta veramente eterno però è l'amore.
Sono emozionata e orgogliosa. Sono in trepidazione. Non riuscendo a dormire, mi sono alzata quasi all'alba per preparare una buonissima colazione.
Ci troviamo nella nostra bellissima casa in mezzo alla natura, al bianco della prima neve arrivata dopo giorni freddi e cupi. Il camino è acceso, il fuoco crepita, la casa si riscalda.
Accendo il bollitore, preparo la spremuta e poi i pancake, le uova e il bacon.
Presto arriveranno tutti gli altri. Ho già sistemato il soggiorno per la festa di compleanno di questa sera, mancano solo gli addobbi. In realtà sarà per tutto il giorno festa ma questa sera in particolare sarà speciale per il piccolo di casa.
Mi rilasso rigirando i pancake. Sorrido anche come una stupida mentre sorseggio un po' di te' verde per scaldarmi e di tanto in tanto lancio lo sguardo fuori dalla finestra. Dall'enorme vetrata si vede il giardino ricoperto da uno strato sottile di neve e l'orizzonte pieno di colori. Un bellissimo risveglio questo.
Due braccia tatuate e forti avvolgono la mia vita. Ethan bacia la mia spalla poi il collo che allungo mugolando.
«Buongiorno piccola», saluta con voce impastata dal sonno.
«'Giorno» piego leggermente il collo mentre vengo percossa dai brividi.
Tra di noi non è cambiato niente. Anzi è tutto amplificato. Siamo una vera squadra. Ormai riusciamo a gestire la nostra vita senza fare danni. Dopo la nascita di Noah, abbiamo affrontato ogni problema insieme. Siamo davvero cresciuti. Adesso abbiamo un nostro ritmo ed equilibrio. Sono orgogliosa e follemente innamorata di mio marito e dei miei figli.
Prendo un pancake porgendoglielo. Lo addenta prima di baciarmi una guancia. «Buono ma tu», sfiora il mio orecchio con il suo fiato caldo. «Tu di più», morde poco più sotto e io mi lascio sfuggire un risolino e un gemito prima di spingerlo.
Sistemo tutto a tavola poi inizio a pulire il bancone. Ethan ravviva il fuoco, controlla che Thor, il nostro cane Husky abbia tutto quello che gli serve e poi dopo avere lavato le mani, torna in cucina.
Indossa una camicia blu dalla quale si intravedono i suoi bellissimi tatuaggi. Di recente ha aggiunto anche il nome delle nostre due pesti. Davina è cresciuta parecchio. È una bambina meravigliosa in ogni senso. Noah, beh è la piccola peste di casa. Due fossette graziose, occhi chiarissimi, di un color ghiaccio da fare invidia al mondo, capelli neri di un nero pazzesco. Un giorno sarà parecchio gettonato tra le ragazzine e io sarò gelosa più di ora.
È gia una peste, specie quando si unisce con  i suoi cugini. Chanel, la figlia di Lexa. Una bambina dai capelli scuri e dagli occhi grandi nocciola. Will, il figlio di Tea. Un bambino furbo e sempre allegro. Stella, bellissima e una peste tanto quanto Noah.
Sono un gruppo unito e pronto a combinare qualche marachella. Davina è il capitano il più delle volte. Lei mi ricorda tanto sua madre ma non dal carattere quanto dall'aspetto. Questo però non influenza il bene che le voglio e che lei ricambia costantemente.
Sorrido. Sento le sue mani sulla pelle. «A cosa pensi?»
Mi volto gettandogli le braccia al collo. «La nostra peste ha compiuto un anno, non posso crederci», dico emozionata saltellando.
Ethan mi fissa imbambolato dopo mi inchioda contro il bancone. «È passato troppo tempo, dobbiamo darci da fare...» dice serio mentre le sue mani sfiorano le mie cosce nude.
Rido. «Sei già pronto a riempire il pulmino?»
Ride anche lui. «Sempre pronto a mettere al mondo con te persone speciali!»
Il mio cuore batte all'impazzata. «Ti amo!» sibilo tra le sue labbra.
Solleva leggermente i miei glutei facendo contatto. Schiudo le labbra mentre se ne impossessa. È sempre sensuale e provocatorio. In più si sta eccitando mentre premo il mio corpo contro il suo.
«Che ne dici se programmiamo domani?» domando accaldata.
«Quanti minuti abbiamo?» Chiede spingendomi contro il muro.
Lancio uno sguardo all'orologio attaccato alla parete. «Quindici», gemo quando solleva le mie natiche e mi aggrappo a lui come una scimmietta. Prendo il suo viso tra le mani. «Farai l'amore con me?»
Sorride. «Adoro quando lo chiedi!» sussurra.
Ho il corpo scosso dai brividi. Mi piace. Mi è sempre piaciuto provare tutto questo con lui. Non è mai cambiato e mai cambierà.
La sua mano si infila dentro l'intimo in pizzo nero per stuzzicarmi. «Sai che ti amo?»
Sorrido sbottonando la sua camicia e trattenendo i gemiti. Trattiene anche lui il fiato mentre mordo le sue labbra e il suo collo facendolo eccitare maggiormente.
«Emma mi stai provocando per caso?» domanda affannato ma con un sorriso malizioso sulle labbra che non vedo l'ora di sentire sulla pelle.
Scivolo lungo il suo corpo. «Forse...» inumidisco le labbra e prima che scatti corro in camera.
Mi insegue e rido. Chiude la porta con il piede e si lancia su di me. Imprigiona i miei polsi sulla testa.
«Dillo!» rido divertita.
«La dichiaro in arresto per tentata seduzione signorina...»
Non lo lascio finire. Afferro il suo viso e avvio un bacio lungo e sensuale. Freme mentre sfila la mia maglietta. «Quanti minuti?» domanda smanioso.
«Dieci», replico affannata.
«Me ne bastano cinque per prenderti qua e cinque per fare una doccia con te!» mi spoglia con urgenza mentre le mie mani sbottonano i suoi pantaloni.
Geme recuperando una protezione. Sorride in modo spavaldo. Brividi ecco cosa sono. Un cumulo di piacevoli brividi.
Entra dentro di me con attenzione. Gemo e tappa le mie labbra per controllare anche i suoi. Stringo le cosce e aumenta il ritmo eccitato.
«Mi sei mancata!» sibila.
Mordo il suo labbro inferiore mentre mi stringo a lui. «Anche tu!» afferro il suo viso per un bacio eloquente.
Geme fermandosi un po'. Lo guardo curiosa ma anche tremendamente eccitata. Cerco di riprendere un po' fiato. Torniamo stanchi dal lavoro e non abbiamo mai tempo per questo tipo di coccole ma il fine settimana è sempre il nostro anche se dobbiamo calcolare i minuti per non farci beccare. Tutto questo è eccitante.
Le sue labbra si spostano lungo il collo poi verso le clavicole. Mi agito sotto il suo tocco, sotto il suo fiato caldo. Tremo visibilmente. Solo lui è in grado di provocarmi così tanto in così poco. Con un sorriso sornione bacia il mio seno mentre torna a spingere.
Questo suo attacco mi provoca forti gemiti che attutiamo con i baci e i morsi.
Stringo le dita sulle sue spalle segnate dell'inchiostro lasciando qualche mezza luna. Quando lo faccio, si eccita maggiormente. Infatti spinge con più vigore.
Le mie gambe tremano e ben presto mi perdo affannata, rilassata e piacevolmente amata. Anche lui si ferma appoggiando la fronte tra la spalla e il collo. «Il più bel risveglio di sempre!» si solleva toglie la protezione e poi afferrando la mia mano mi trascina a suon di baci verso il bagno.
Rido sulle sue labbra abbracciandolo. Entriamo dentro la doccia. «Cinque minuti?» sussurra.
Annuisco aprendo il soffione e ricominciando a fare l'amore con lui.
Dopo la doccia usciamo rilassati e avvolti dai morbidi asciugamani. Lo abbraccio passando una mano tra i suoi capelli. «Rimettiamo il tempo a dieci minuti fa?» mugolo mentre le sue labbra sfiorano il mio collo.
«In ripetizione continua?» sorride.
Ridacchio. «Ti amo!»
Sfiora le mie labbra prima di rubarmi un bacio. «Ti amo!»
Mi passa la crema e io gli passo lo spazzolino. Ormai siamo sincronizzati. «Quando arrivano?» domanda sciacquando i denti.
«Tra un paio di minuti!» ovviamente mi riferisco alle due pesti che sento ridere.
Ethan ghigna prima di sollevarmi sul ripiano del bagno. Si sistema in mezzo alle mie gambe. «Da quando siamo così grandi?» bacia il mio naso.
«Il tempo vola», sistemo il suo ciuffo. «Hai già un capello bianco», rido quando guarda lo specchio e capendo che sto scherzando inizia a mordermi. «Ti sei salvata!» sibila mentre la porta si apre.
Davina e Noah sbucano sorridenti e mano nella mano. Scendo subito dal ripiano e sollevo Davina mentre Ethan bacia Noah augurandogli buon compleanno.
«Hai fatto gli auguri al fratellino?» domando alla piccola. Annuisce poi si sporge per baciare Ethan mentre prendo il mio piccolo ometto sciogliendolo di baci. «Auguri amore mio!»
Ethan schiarisce la voce. «Papà è geloso!» cantileno mentre bacio Noah che ride aggrappandosi al mio collo.
Mi sporgo e Ethan mi stampa un bacio sulla guancia. «Dobbiamo ancora vestirci e fare il bagno a queste pesti!»
Rido. «Io mi occupo di Davina tu di Noah! E poi ripulite il bagno!»
Ethan alza gli occhi al cielo mentre Noah ridacchia in braccio a lui. È bellissimo vederli insieme e anche emozionante. Sto per mettermi a piangere e non lo faccio da mesi ormai.
Mi rivesto mentre Davina gioca con i miei trucchi poi le faccio il bagno che è un momento divertente perché giochiamo sempre con le bolle. Mentre le asciugo i capelli entrano Ethan e Noah già puliti e lavati.
Noah se ne sta a cavalluccio sulle spalle di Ethan. Ha lo sguardo del padre. Sono la fotocopia identica. Mi daranno del filo da torcere entrambi. Davina invece sta assimilando un po' del mio carattere. Ovviamente non essendo mia figlia non sarà mai come me però non è come sua madre, questo è certo.
«Papà dov'è?» domanda.
Ethan porta subito fuori dal bagno Noah. Davina non lo ha mai chiamato papà. Solo qualche volta "zio". Lo so che inizierà a fare strane domande ma so anche che ha già capito come stanno le cose.
«Il tuo papà arriva tra qualche minuto», le bacio le guance e poi la porto in cucina.
Noah e Ethan sono davanti la tivù. Davina corre da loro mettendosi nel mezzo. Vedo Ethan baciarle la testolina. Vanno parecchio d'accordo.
Si sente il campanello e sorrido correndo ad aprire. La casa in breve si riempie di gente e bambini.
Ci mettiamo subito a tavola per la colazione. In pochi attimi il brusio riempie la casa. Mi rilasso bevendo il mio te' caldo e mangiando i pancake. È sempre piacevole essere circondata dalla famiglia.
Sentiamo il campanello. Guardo Noah. «Perché non andiamo ad aprire?»
Il piccolo mi fissa curioso mentre lo prendo in braccio.
Apro la porta e lui strilla felice. «Zioooo!» lo abbraccia forte. La prima parola di Noah, non è stata "mamma" o "papà". La sua prima parola è stata "zio". Non potete capire l'emozione di quel giorno. Parker era presente ed è stato davvero un momento intenso.
Parker lo stringe tra le braccia. «Ho saputo che un ometto a cui voglio tanto bene ha compiuto un anno oggi! Auguri piccolino!»
Mi bacia una guancia poi entra in casa tenendo Noah in braccio. Al suo seguito c'è anche Drew. Chiamo Davina che arriva timida all'entrata. Non appena lo vede corre da lui saltandogli addosso con un sorriso bellissimo sulle labbra. Ha portato due regali. È davvero cambiato. Inoltre ha iniziato a lavorare come meccanico in una delle officine qui vicino per potere comprare casa e portare Davina con sé. Mi mancherà la piccola e spero sempre che quel giorno sia lontano.
Li lascio entrare e poi torno in cucina riscuotendomi. Prendo posto accanto a Ethan e finisco serena la mia colazione.
Ovviamente subito dopo si creano due gruppi. I ragazzi con i bambini e noi ragazze in cucina a pulire e a preparare il pranzo mentre chiacchieriamo.
«Allora?» domanda Lexa maliziosa.
«Allora cosa?» prendo una teglia per le patate da condire evitando lo sguardo curioso delle mie amiche.
«Tu e Ethan...»
Arrossisco. «Va più che bene con lui!» ammetto.
Parlare davanti a Ester non è mai semplice. Lei si è trasferita qui a Vancouver e adesso vive con Daniel e Tommy mentre i nonni hanno trovato una piccola casetta qui vicino e di tanto in tanto passano a trovarci in città.
Sono davvero circondata dall'amore e per questo non ringrazierò mai abbastanza.
«Se non è un problema, vorrei portare Noah con noi al locale. Abbiamo organizzato una piccola festa...» inizia indecisa.
Sorrido. «Hai organizzato una festa per Noah o lo hai fatto per lasciarci un'ora liberi?»
Sorride. Ci capiamo al volo noi due. «Ecco, diciamo per entrambi i motivi.»
La abbraccio. «Grazie!»
Ethan passa dalla cucina per prendere delle birre. Mi lancia uno sguardo complice e di sfuggita mi bacia una guancia.
Ester ride. «È davvero cambiato!»
Lo guardiamo entrambe mentre solleva il piccolo per farlo giocare.
«Noah è davvero la sua fotocopia!»
Sospiro. «Ci sarà da divertirsi allora...»
Ridono tutte. «Mio fratello è cambiato e non è detto che Noah sarà spericolato come lui»
Inarco un sopracciglio quando vedo Noah e Chanel sul bordo del divano pronti a saltare sulle spalle di Mark che nel mentre sta parlando con Daniel ignaro di tutto.
Lexa spalanca gli occhi mentre io scoppio a ridere. «Stavi dicendo?» domando ad Anya la quale indica sua figlia accanto a Davina con le mani imbrattate di colori.
Ridiamo tutte. «Saranno proprio un gruppo unito e pestifero!» dice Anya. «Prepariamoci al peggio!», sospira.
Concordiamo.

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