Capitolo 39

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Con i calzini antiscivolo con sopra il logo di The Flash, capelli legati in una crocchia scomposta alta, tuta nera con le strisce fosforescenti, struccata, gambe accavallate sul divano, schiena ben sprofondata contro il cuscino, una ciotola di patatine e pop corn sul ventre, la tivù a schermo piatto accesa, continuo a guardare uno dei miei film preferiti: Edward mani di forbice.
Ho avuto una giornata piena di impegni. Non ho dormito molto la notte scorsa e ho lavorato per gran parte della mattinata e del pomeriggio rinchiusa nel mio piccolo ufficio. Non ho pranzato, non ho risposto alle chiamate. Mi sono fatta in quattro per un servizio fotografico e ce l'ho messa tutta per apparire serena e felice di fronte alla mia amica e allo schermo. Quando è tornato a casa, Parker non si è accorto minimamente del mio umore, forse perché gli ho aperto la porta assonnata e ci siamo messi subito a letto. È stata una fortuna, perché nel corso della nottata ho avuto modo di rimuginare e di trovare un piano convincente e alla fine ho fatto finta di niente infatti a colazione è andato tutto liscio. Ho sospirato di sollievo quando sono uscita di casa e ho guidato fino al mio ufficio.
Sento girare la chiave nella toppa. Mi immobilizzo con una manciata di pop corn in bocca. Metto in pausa il film e attendo che si avvicini al soggiorno dove me ne sto comoda a poltrire ormai da ore.
Sorride avvicinandosi. Stampa un bacio sulle mie labbra per salutarmi. «Cosa guardi?», lancia uno sguardo sullo schermo della tivù e poi sistema la cartella sull'altro divano. Si siede comodo mettendo le mie gambe sulle sue iniziando a massaggiarle.
«Ti prendo la cena», provo ad alzarmi ma mi blocca immediatamente.
«Guardiamo il film», bacia la mia bocca ancora una volta mettendosi comodo. Deve essere stanco per rifiutare un pasto caldo.
«Com'è andata la giornata?», non so cosa chiedere. Sarà banale però mi sento in imbarazzo perché ci sono ancora tante cose che devo imparare di lui. Non so cosa preferisce fare per cena, non so quali film preferisce vedere dopo cena o se intende lavorare. Calma Emma, niente panico. È Parker, lo conosci da mesi.
«Oggi giornata piena. Tea ti manda i suoi saluti, le manchi tanto. La tua?»
Sorrido. «Manca anche a me. La mia il solito. Oggi ho pure fatto un servizio fotografico con Lexa. Non chiedermi com'è andato perché direi una bugia. Dico solo che mi sono impegnata.»
Sgranocchio le patatine riavviando il film.
Le sue dita accarezzano ancora le mie gambe. Noto che è stanco perché i suoi occhi si appesantiscono quasi chiudendosi. Spengo la tivù e mi guarda sorpreso. Poso la ciotola sul tavolo e mi alzo. «Andiamo a letto?»
«Ma non è finito il tuo film preferito», borbotta per trattenere uno sbadiglio.
«Lo so a memoria, adiamo!» Prendo la sua mano trascinandolo in camera. Apro la sua giacca sistemandola sulla sedia. Sbottono la sua camicia e poi i pantaloni gettandoli dentro la cesta del bucato. Parker sorride divertito. Lo so, mi sto comportando come una moglie troppo attenta e premurosa ma a lui non sembra dare fastidio. Guarda il mio abbigliamento piegando leggermente la testa. Con ogni probabilità si starà già pentendo di avere me come ragazza. Oggi ho proprio l'aspetto trascurato, lo so ma riesco a sentirmi a mio agio in questo modo. Schiocco dei piccoli baci sul suo collo e indietreggio sul letto trascinandolo con me. Scosto le coperte e lascio che si stenda. Tolgo i vestiti e mi infilo subito sotto le coperte. Rabbrividisco dal freddo e lui ridacchia quando mi rannicchio contro il suo petto tremando. Mi abbraccia da dietro, si sporge per spegnere la luce e torna a stendersi. «Buona notte principessa!»
Sento le sue labbra sulla mia spalla, poi sul collo. Mugolo come un gatto pronto a fare le fusa. Sento il suo sorriso caldo sulla pelle e ho di nuovo la pelle d'oca. «Notte», rispondo chiudendo gli occhi accaldata prima di addormentarmi profondamente.

Sento le sue labbra sul collo poi sotto l'orecchio. Apro gli occhi intontita e scossa da piacevoli brividi. «Non riesci a dormire?», domando con voce arrochita dal sonno e sbadigliando. Quanto ho dormito?
Spero di ritornare nel mondo dei sogni, stavo così bene in quella posizione. Per una volta che nessun incubo all'orizzonte minacciava di arrivare mi ritrovo sveglia, tra le braccia di Parker che tenta di farmi eccitare. Ma cosa gli prende?
«Non resisto più. Scusa se ti ho svegliata ma guardarti mentre dormi è eccitante», schiocca qualche altro bacio sul collo facendomi venire ancora la pelle d'oca. Brontolo spingendolo via, tiro la coperta fin sopra il mento e lo ignoro per punizione. Fa freddo e ho troppo sonno. Sa quanto odio essere svegliata quando posso dormire. Lo sento ridere poi la sua mano fredda scende lungo la mia pancia. Drizzo le antenne e la schiena bloccando subito il suo polso prima di sistemarmi su di lui. La luce accesa ferisce i miei occhi ma lo prenderò a morsi per vendicarmi. Mi fermo a pochi centimetri dal suo viso compiaciuto. «Che ore sono?» domando fredda e autoritaria.
Lancia uno sguardo alla sveglia. «L'ora in cui fai l'amore con me?», sorride come un bambino che tenta di ottenere sempre tutto ciò che vuole.
«Sei viziato lo sai?», borbotto mordendo le sue labbra costringendolo a mugolare.
Inspira di scatto lamentandosi per il morso. «Uhm aggressiva, mi piace!».
Lo colpisco con un cuscino in faccia e scoppia a ridere. Ormai sono sveglia e sono le cinque del mattino. È impazzito, non c'è altra spiegazione. Mi muovo sensualmente su di lui e parlo sulle sue labbra: «mi hai fatto svegliare perché non resistevi più? Sul serio?». Tengo ferme le sue mani sulla testa. I nostri sguardi incrociati.
«Si, voglio fare l'amore con la mia ragazza alle cinque del mattino. E si, non riuscivo a chiudere occhio e ti guardavo mentre dormivi e si, mi sono eccitato facendomi certi pensieri quando ho sfiorato le tue labbra e hai mugolato», spinge i fianchi mentre i suoi occhi si accendono di uno strano desiderio.
Lo colpisco ancora con il cuscino e riesce a capovolgere la situazione. Blocca i miei polsi sulla testa e si sdraia su di me con impeto. Sollevo le ginocchia per stare comoda e rido quando inizia a schioccare baci sulla mia pelle per provocarmi.
«Smettila!», strillo ridendo mentre tento invano di fermarlo. Decido allora di provocarlo muovendo i fianchi. Si ferma immediatamente e ottengo così la sua attenzione. «Bene ora che ho la tua attenzione...», passo su di lui, «dimmi quali fantasie ti sei fatto mentre dormivo». Bacio le clavicole poi le sue labbra.
«Con quelle labbra potresti fare tante di quelle cose...», sfiora le mie con i polpastrelli. Le sento subito formicolare sotto il suo tocco delicato. Le mie guance si infiammano tingendosi leggermente di rosso. Sorrido e decido di metterlo un po' in difficoltà ma conoscendolo mi darà le risposte che voglio senza il minimo sforzo. Sa essere diretto e spontaneo ad ogni occasione. «Dimmene una», sussurro contro il suo orecchio prima di mordergli il lobo. Mugola e il suo respiro cambia repentinamente. Inizio a scendere baciando la sua gola poi il suo addome. Tira subito indietro il mio viso. Ha gli occhi appannati dal desiderio. «Emma, che stai facendo?», parla a fatica, balbetta quasi. Sorrido e continuo imperterrita. Si muove agitato e lo blocco. «Shhh», tappo la sua bocca con le dita. «Adesso ci divertiamo un pò.»
Apre e richiude la bocca senza fiato quando muovo leggermente i fianchi e sorrido soddisfatta. Non l'ho mai provocato così tanto ma è colpa sua e adesso voglio portarlo al limite e magari lasciarlo insoddisfatto.
Non mi fa sentire a disagio e il suo affanno mi aiuta a capire cosa gli piace, cosa vuole, cosa fare per procurargli piacere. Vuole essere provocato questo è certo perché lo diverte. Vuole provare qualcosa di nuovo ed eccitante.
Lo accontento abbassando la mano dentro i suoi boxer.
Ricordo brevemente le dritte che Lexa una sera ha voluto darmi. Mi viene anche da ridere perché inizialmente ero inorridita dalla quantità di dettagli che cercava di propinarmi ma ora capisco cosa si prova: potere. Ho il potere di farlo gemere e dimenare a mio piacimento. Ho il potere di punirlo o farlo godere.
Le sue mani si spostano sulla mia nuca. Cerca di tenere i fili della situazione. Sembra ubriaco, estasiato, in uno stato di puro piacere. «Cazzo, Emma!», chiude gli occhi e geme quando premo sui punti giusti. Aumento il ritmo e spalanca gli occhi e la bocca incapace di avere una reazione lucida. Mi fermo un momento ed esita. Ci guardiamo negli occhi per un lungo istante carico di tensione sessuale. Vorrei essere cattiva, punirlo ma è bello vederlo sudato, eccitato e pronto, così ricomincio con più impeto.
«Sto per... Emma smettila!», ringhia tra i denti provando a bloccarmi, deglutisce e si irrigidisce. Continuo con più vigore fino a quando non si perde.
Tolgo la mano dai suoi boxer soddisfatta.
Parker afferra il mento avvicinando il mio viso al suo. «Tu...», inizia affannato. Sorrido e bacio la sua bocca. Stringe subito i miei glutei e si stacca ancora affannato. «Hai troppa energia al risveglio! Non ti provocherò più!»
Ghigno mordendo il suo mento e lascio un bacio sul segno lasciato dai denti. «Ho soddisfatto parte della tua voglia mattutina?»
«Se hai soddisfatto...», sorride incredulo con le mani sul viso mentre tenta di ricomporsi. «Mi hai appena fatto svegliare e credi che non mi sia piaciuto?», scuote la testa e si alza a metà busto appoggiando la schiena contro la testiera del letto. Mi sistemo su di lui e tiro su la coperta per non sentire freddo. Fissa le mie labbra e so che sta per provocarmi dicendo qualcosa che mi farà arrossire.
«Chissà queste labbra cosa sono in grado di fare», mormora baciandomi e toccandole. «Sono contento di avere ricevuto un così eccitante  buongiorno».
Avverto di nuovo il formicolio piacevole e lo abbraccio. «Avrei voluto fermarmi e lasciarti in estasi e deluso», ammetto.
«Lo so, per un attimo ho temuto di doverti supplicare di non farlo», risponde sincero.
Lo guardo stupida. Decido di punzecchiarlo. «Parker Johansson che supplica me? Questa è bella!», ridacchio. «Ti è piaciuto così tanto?»
Mi schiaccia contro il materasso. Stringe i miei glutei e si struscia contro di me. Gemo e mi stringo al suo corpo. «Mi sta forse prendendo in giro signorina?»
Dimeno i fianchi in risposta e per fargli capire che posso ancora stuzzicarlo. Con un visetto innocente batto le ciglia. «Chi io? No signore».
Le sue pupille si dilatano. «Posso ricambiare il favore?»
«No, dopo farai l'amore con me», sussurro posando le sue mani sull'orlo del mio intimo bicolore. Sorride raggiante e in breve mi spoglia con gli occhi. Stringo il petto contro il suo perché sento freddo. Sorrido con il cuore colmo di gioia. «Buon risveglio signore.» Strofino il naso contro il suo.
«Ti amo», sussurra prima di alzarsi dal letto.
Mi alzo anch'io per fare una doccia mentre lui va a preparare la colazione. Sotto il getto dell'acqua provo a non riflettere troppo sulle ultime ore passate e sulle sensazioni provate.
Quando mi dirigo in cucina in asciugamano, lo trovo ai fornelli intento a preparare dei toast in padella dall'aspetto invitante. Con un sorrisetto mi siedo sullo sgabello e lo osservo mentre si muove nel mio ambiente.
Deve considerare questa anche la sua casa ora che conviviamo?
Di punto in bianco immagino un'altra persona al suo posto e sento mancare il fiato. Che diavolo sto facendo? Perché sto pensando a lui quando non dovrei? Ho Parker davanti e penso ad un fottuto stronzo che ancora una volta mi ha fatto soffrire.
«Ti senti bene?»
Ritorno al presente mentre Parker mi guarda con i suoi occhi attenti. Sorrido imbarazzata e annuisco. «Ho fame! Quanto ci metti a preparare quei toast?» lo prendo in giro smorzando la situazione. Lo so che non riuscirò sempre a nascondere ogni pensiero e che prima o poi inizierà ad insospettirsi.
«Ecco a lei signorina!»
Batto le mani e assaggio il toast dondolando i piedi dallo sgabello. «Hmm buono!»
Parker si siede accanto a me dandomi un bacio sulla guancia e facciamo colazione tranquilli, nella quiete dell'alba.
Dopo avere pulito l'appartamento da cima a fondo con l'aiuto straordinario di Parker, mi siedo sul divano sfinita e lui si lancia accanto a me accendendo subito la tivù.
«Ieri non abbiamo visto il secondo tempo», sorride avviando il film.
Lo guardo sorpresa e con una strana sensazione nel cuore. Mi butto tra le sue braccia ringraziandolo e lui mi stringe contro il suo petto tranquillo mentre le immagini del film si susseguono.

Dopo cena mi trascino in camera. È stata una giornata diversa e stranamente piacevole. Niente drammi e tutto tranquillo. Mi domando se è così che voglio passare la mia vita.
Pettino i capelli legandoli e mi guardo per un nano secondo allo specchio quasi smarrita. Noto Parker appoggiato allo stipite della porta. Mi volto e corro tra le sue braccia aggrappandomi a lui come una scimmietta.
«Sembri distratta, tutto bene?»
«Si, adesso voglio fare l'amore con te!» sorrido baciando le sue labbra mentre indietreggio verso il letto. Le sue mani sfilano la mia maglietta mentre già le mie sono partite all'attacco sulla sua.
Ricado sul letto ridendo per il suo sguardo sensuale e divertito per la mia foga.
Quando inizia a baciare ogni centimetro di pelle ansimo e stringo la presa sulle sue spalle prima di ritrovarmi su di lui.
«Quanto mi desideri?», domando strusciandomi contro la sua eccitazione.
Arrossisce. «Dio, Emma smettila! Oggi mi farai morire», morde il mio lobo e tenta di recuperare una protezione dal cassetto. Non so perché li abbia nascosti li dentro visto che ci abitiamo solo noi due nel mio appartamento. Oddio, è una cosa strana da dire ma si, ci viviamo insieme. Scaccio questo pensiero. Ora voglio solo sentirmi sua e protetta tra le sue braccia, sotto le sue attenzioni e il suo amore.
«Hai iniziato tu!», muovo nuovamente i fianchi e si ferma un momento per indossare la protezione. Blocca i miei polsi e spingendosi su di me entra dentro delicatamente mentre bacia le mie labbra impossessandosi della mia bocca con foga. Gemo accaldata sotto le sue spinte e i suoi baci. Seguo il suo ritmo e mi sposto su di lui. Intreccio le nostre dita muovendo i fianchi. Tengo in mano la situazione per un paio di minuti. Parker geme stringendomi affannato, mi provoca piacere premendo a fondo con più decisione e forza. Le mie gambe tremano e se ne accorge. «Non ora», sorride sbattendomi contro il materasso. Rimango inebetita e insoddisfatta e mi esce un mugolio. Tento di stringermi a lui ma mi allontana con un sorrisetto da bastardo stampato in faccia. Decido di usare il broncio e mi bacia immediatamente. «Cosa vuoi?», mordicchia sotto l'orecchio.
«Parker...», i miei pensieri sono sconnessi. So cosa voglio e deve arrivare subito o impazzirò. Sento il fuoco dentro e non riesco a domare la piacevole sensazione dell'appartenersi.
Stringe le dita sul mio viso e affonda una volta dentro me. «Cosa vuoi?», domanda ancora. Che stronzo!
«Fai l'amore con me», mi esce un tono stridulo.
«Lo stiamo facendo. Ma tu, cosa vuoi?», ghigna.
Stringo la presa sulla coperta. «Dio, Parker voglio te!» alzo la voce incapace di trattenermi.
Soddisfatto entra dentro me e con più decisione e forza preme a fondo facendomi gemere e raggiungere il massimo del piacere. Tremo e mi dissolvo, tra le sue braccia, sotto i suoi baci. Anche lui si ferma ricadendo su di me. Accarezzo la sua nuca e bacio la tempia sudata. Alza il viso e passo la mano tra i suoi capelli. «Ti amo principessa».
«Ti amo».

N/A:
~ Ecco a voi un breve capitolo prima "dell'impatto". Spero vi sia piaciuto.
Colgo l'occasione per dirvi che ieri mi è dispiaciuto non potere leggere i vostri commenti sui due capitoli perché ci tenevo tantissimo. Fatemi sapere se riuscite a commentare.
Questi sono capitoli di "passaggio" passatemi il termine. Succederanno molte cose nei prossimi, promesso.
Scusate per gli errori. Buona serata :* ~

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