Gli uccellini cinguettano nel cielo e mi fermo ad osservarli mentre sono immersa in mezzo alla calca di studenti laureati. Tutti sorridono, si abbracciano, iniziano a scambiarsi gli auguri. C'è chi di loro ha già dei piani per il futuro, chi un lavoro nell'azienda di famiglia, chi si specializzerà e poi volerà lontano. Faccio un grosso sospiro spostandomi per non essere schiacciata dalla folla di genitori intenzionati ad abbracciare i loro figli con occhi pieni di lacrime e l'orgoglio chiaro e visibile nei loro volti. Chissà come sarebbe stato se i miei genitori fossero ancora vivi. Mi abbraccio e cerco di non guardare troppo quella madre che bacia la figlia la quale si lamenta delle molte attenzioni e premure o quel ragazzo che si allontana dal padre in imbarazzo quando questi tenta di aggiustargli la cravatta. Al suo posto forse anch'io mi irriterei ma ora come ora avrei tanto bisogno di quelle attenzioni. Purtroppo non è possibile. Mi si stringe il cuore. Per fortuna ci sono loro: i miei veri amici. Sorrido e attendo che si avvicinino. Lexa mi abbraccia e saltella esaltata. Le scappa anche qualche lacrima. Anya continua a scattare foto mentre Mark mi da una pacca sulla spalla. David arriva con una bottiglia di spumante e dei bicchieri. Stappo la bottiglia e verso da bere per tutti. Tra di loro, ci sono pure Tea e George. Non li vedevo da una settimana, da quando ho lasciato il lavoro.
«Sono orgogliosa di te tesoro!», sussurra contro il mio orecchio Lexa. Le asciugo le lacrime e nel frattempo tento di trattenere le mie. Non avrò dei genitori accanto ma sono circondata da una famiglia diversa a cui tengo. Davanti ho delle persone meravigliose a cui voglio bene più di me stessa.
Sento una voce che si schiarisce mi volto e vedo Max e Tony. I miei occhi si annebbiano per un momento mentre corro da loro lasciandomi abbracciare. Sono stati i miei genitori per un anno. A loro devo tanto. «Che bella sorpresa!», strillo come una ragazzina nel giorno di Natale. Questa è una bellissima sorpresa.
«In realtà, ce n'è un'altra!»
Non ho bisogno di altre parole per capire. Mi giro e vedo lui. Il mio cuore rischia di scoppiare. Le lacrime escono incontrollate dai miei occhi e corro tra le braccia di Ethan. Mi stringe forte sollevandomi da terra facendomi mancare il respiro. Non l'ho notato tra le persone durante la lunga cerimonia. Forse è stato meglio così perchè mi sarei preoccupata per il mio aspetto e avrei continuato a fissarlo, tanto è bello oggi con i pantaloni del completo grigio scuro e una camicia che lascia intravedere i suoi tatuaggi vistosi. Non riesco a staccarmi da lui e continuo a tenere per un paio di secondi ancora la testa contro il suo petto caldo. Prende il mio viso tra le mani e con i polpastrelli asciuga le mie lacrime. Ho voglia di toccare le sue labbra, di sentirne il sapore. Sono contenta di averlo vicino in questo giorno importante.
«Non avrai mica pensato che me lo sarei perso», sorride e gli si formano le fossette sulle guance. Sento le gambe farsi gelatina. Nonostante i disastri, le pessime giornate, continua a farmi lo stesso effetto di sempre. Solo che ora è un ragazzo diverso.
«Caccia fuori le foto!», apro il palmo.
Tutti ridono ed Ethan scuote la testa sciogliendo l'abbraccio e mostrando la macchina fotografica e le foto.
Dalla cerimonia, ci spostiamo al locale di David dove ha assunto un servizio di catering per la mia giornata speciale trasformando tutto in una sala meravigliosa. È il suo regalo di laurea. Sono lusingata da tutte queste attenzioni che mi rivolgono nonostante le mie proteste.
«È la tua giornata Emma, bevi!», Anya mi porge un bicchiere.
Sorseggio l'alcolico e continuo a guardare la porta in attesa che si apra ed entri chi sto aspettando da quando mi sono alzata all'alba ansiosa e nervosa. So che non arriverà nessuno ma continuo ad illudermi, continuo a sperarci. Anya circonda le mie spalle con un braccio attirandomi a sé. «Dovresti sorridere e non guardare la porta di continuo. Lo stai ancora aspettando? Non arriverà di certo in questo posto!»
Annuisco e stampo un sorriso falso sulle labbra. Ha ragione, non arriverà nessuno. «Lo so ma sai come sono, spero sempre che le persone cambino. Avrei dovuto aspettarmelo, insomma dopo un mese...»
Arriviamo a sera alcuni un po' sbronzi rispetto ad altri ma tutti sorridenti e scherzosi. L'atmosfera è stata riempita dall'aria di festa e dal calore della famiglia. Tea e George se ne vanno per una strana emergenza. Abbraccio la mia amica e la guardo mentre esce dalla porta accompagnata dal suo uomo.
«Tu vieni con me un momento. Devi ancora aprire un regalo!»
I miei occhi vengono bendati. Sento le mani di Ethan sulle spalle mentre mi guida fuori facendo attenzione a non farmi cadere. Sento i miei muscoli sussultare sotto il suo tocco e il fiato farsi corto a causa della sua vicinanza. Prende la mia mano e tocco una superficie liscia e fredda. Spalanco la bocca e strillo. «Non dirmi...»
I miei occhi vengono liberati e mi ritrovo davanti un'auto pazzesca con un fiocco enorme blu sopra. Una Audi sportiva nera con gli interni neri e luci blu interne. Rischio di avere un infarto. Ho preso da poco la patente, mi sono impegnata tanto per ottenerla, ho superato una grande paura. In realtà l'ho fatto più per concentrarmi su qualcosa di diverso. Strillo come una ragazzina quando Ethan mi porge le chiavi e lo abbraccio gettandomi addosso a lui.
«Sorpresa!», urlano tutti felici e ci guardano con occhi lucidi.
«Mi farete morire!», continuo a fissare il mio nuovo bolide incredula.
Ridono felici, incitandomi a salire dentro. Mi siedo a disagio e sorrido incredula toccando il volante. «Grazie, davvero!», scoppio in lacrime ed esco dall'auto. Lexa mi abbraccia comprensiva.
Saluto Max e Tony ringraziandoli per essere venuti e per il regalo. Sono felice di averli rivisti. Ho saputo che le cose tra Tony e Lucy sono andate a peggiorare quando lui ha scoperto cosa mi aveva fatto. Non avrei mai voluto che accadesse o che lui ne venisse a conoscenza ma lei si è data da sola la zappa sui piedi. Spero solo che con il tempo possano risolvere. Glielo auguro. Lui è un uomo meraviglioso.
Anche Lexa e David una volta chiuso il locale, se ne vanno dopo avermi abbracciato ed essersi congratulati ancora una volta, mentre Anya lancia uno sguardo a Mark e con una scusa tentano di andare via. «Ci vediamo all'appartamento», da una pacca al fratello e si dileguano bisbigliando.
Mordo il labbro e stringo le dita in grembo. Guardo attorno e sospiro. Ethan si accorge di quello che sto provando e mi fa cenno di fare un giro. Sale sul sedile del passeggero ma chiedo se può guidare lui. Ora come ora, non riuscirei a rimanere concentrata. Sto cercando in tutti i modi di non crollare. Guida senza meta, sbaglia qualche strada facendomi ridere. So che sta tentando di sorreggermi. Lo amo davvero per questo. Non posso ancora credere che mi abbiano regalato un'auto. È davvero confortevole ed equipaggiata dentro.
Ci fermiamo in una piccola piazzola di sosta. Ethan scende aprendo poi la mia portiera. Indugio un momento, esco dall'auto e ci sediamo su di un piccolo muretto. Appoggio le spalle contro il suo petto e lascio che mi abbracci. Chiudo gli occhi e tolgo i tacchi. «Grazie...», sussurro grata.
«Non è stato solo merito mio. Non so se ti ricordi, qualcuno ti ha fatto scegliere il colore...»
Mi volto e noto che Ethan ha gli occhi lucidi e intensi. So a chi si sta riferendo a lo abbraccio. «È riuscito a costruire il mio bolide, non posso crederci», dico ancora incredula.
«Sento costantemente la sua mancanza. Se solo...»
Tappo la sua bocca con le dita. «Non è stata colpa tua. Ethan, devi andare avanti. Devi lasciarlo andare o questo, ti annienterà lentamente. Credimi, ne so qualcosa. I miei genitori sono morti e io da piccola continuavo a chiedermi i se e i ma. Mia nonna è morta e ho continuato a farmi del male. Mi sono sempre sentita fuori posto, come se nella mia vita mancasse qualcosa ma voi, tutti voi, l'avete riempita. Freddy potrà non essere qui fisicamente ma sarà qui, nel tuo cuore e accanto a te sempre, ovunque tu andrai. Lascialo andare Ethan, lascia andare il dolore...», sussurro.
I suoi occhi lasciano uscire delle lacrime. Prima che io possa asciugargliele, le sue labbra si posano sulle mie. Mi stringe a sé in un bacio dolce, potente, misto a lacrime, al sapore del dolore e del ricordo.
«Ti amo così tanto piccola... Senza di te, non riuscirei a reggere questa situazione.»
«Freddy era... è un ragazzo meraviglioso. Cazzo, mi ha costruito un bolide. Lo ha fatto davvero quel fottuto genio!»
Ethan ride per il linguaggio che ho usato e asciuga le lacrime. «Mi ha costretto ad andare a Las Vegas per quei pezzi. Ho perso la testa in quel posto, per te. Forse sapeva già cosa provavo, lo avrà fatto apposta quel coglione!» scuote la testa. Ora è il mio turno e rido.
I nostri occhi si fissano e per un nano secondo mi sembra di tuffarmi nell'azzurro delle sue iridi. Le sue labbra si avvicinano alle mie. «Ho aspettato così tanto questo giorno e ora che ti ho qui davanti non riesco proprio a muovermi. Non voglio sbagliare perché so che in fondo sei legata anche a qualcun altro ma non posso nemmeno trattenere l'istinto che ho di baciarti e tenerti ancora un po' con me!» Sussurra sulle mie labbra.
Scoppio in lacrime. «Non è venuto... ci speravo così tanto... Non so cosa pensare. Voglio solo che questo senso di delusione, smetta di lacerarmi il petto. È vero, è passato un mese, sono stata male abbastanza però non passa, non passa perché ci spero ancora e continuo ad illudermi. E so anche che non posso pentirmi di quello che voglio fare con te perché sono libera e so di non dovermi sentire in colpa se provo questo sentimento anche per te. Sei stato come una boccata d'aria fresca dopo anni di chiusura per me e continui ad esserlo, nonostante tutto. Ti amo e in questo momento, non riesco a trattenere le lacrime e la voglia di lasciarmi andare, di non pensare a niente, di sollevarmi e sorridere. Sono un disastro, lo so. È un giorno importante per me, non posso continuare a rovinarlo».
Ethan mi stringe forte tra le sue braccia consolandomi prima che la sua bocca si impossessi della mia. «Torniamo a casa?»
«Dormi da me?»
«Non voglio disturbare Anya. Sempre che per te non è un problema avermi in casa», replica titubante.
«Mi metti a letto per davvero?», mi esce un sorriso triste.
«Si non me lo perderei per niente al mondo», avvia il motore ma lo spengo.
Ci guardiamo intensamente per alcuni istanti. Attimi in cui riesco a percepire il mio e il suo cuore battere forte e rimbombare attorno. L'aria si ferma, tutto si ferma anche il tempo. Afferra le mie braccia sistemandomi su di sé. Apre i bottoni del vestitino con urgenza scoprendo la mia schiena abbassando tutto fino alla vita. Le sue labbra iniziano a baciare dal collo in giù facendomi gemere. Mi sto godendo il momento, mi sentirò in colpa più tardi.
Lo libero dalla camicia e tocco i suoi tatuaggi. Ha un corpo più sodo e muscoloso. Sotto pelle sento il pulsare dei suoi battiti. Il suo respiro caldo sulla mia pelle è in grado di fare tremare la terra sotto i piedi. Brividi, incontrollati brividi, salgono dal basso mentre le sue dita sfiorano la mia pelle.
«Ho immaginato così tanto questo momento...», ansima. «So che mi sto comportando da stronzo ma sono egoista e ti voglio, ti voglio tutta per me...»
«Non immaginarlo, vivilo insieme a me perchè lo voglio anch'io!», mordo le sue labbra quando le sue mani sollevano il vestitino e le sue dita scostano l'intimo. Gemo facendolo eccitare e sbottono i suoi pantaloni. Stappa una bustina e mi riempie. Chiudiamo gli occhi e ci lasciamo trasportare dal momento.
È tutto così naturale, automatico, carico di amore. Ogni spinta significa: scusami, ti amo, sono qui perché ti voglio nella mia vita anche se saremo lontani. Ogni gemito è una dichiarazione d'amore. Ci fermiamo affannati, in preda agli spasmi dell'orgasmo.
Stampo un piccolo bacio a fior di labbra prima che si impossessi della mia bocca con impeto facendomi strillare quando spinge dentro con forza e incapaci di fermarci ricominciamo ad amarci.
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Unstoppable 3
RomanceQUESTO È IL TERZO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima e seconda storia per capire questo terzo capitolo • TRAMA: È passato un mese da quando Emma è ritornata nella sua Vancouver, a casa. Il soggiorno a New York, non è andato...