Capitolo 37

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«Ok Emma, sei impazzita!», esclama anzi urla Anya incapace di trattenersi. Vestitino premaman verde, anfibi marroni e capelli legati, gira la cannuccia nella sua bevanda analcolica di un rosa acceso puntando il suo sguardo truce su di me. È parecchio arrabbiata e forse anche delusa. Chi non lo sarebbe?
In fondo non ho tenuto conto delle conseguenze quando mi sono gettata in questa follia. Perché è una follia e lo so. Purtroppo non posso tirarmi indietro. Vedo tutto questo come un banco di prova. Questo servirà per decidermi, spero.
«Non credo che impazzita renda l'idea ma io sono felice per lei!», ribatte Lexa mentre sorseggia il suo primo Martini della serata. Lo so che sta mentendo ma le piace andare contro Anya e in più riesce a sostenermi perché è questo quello che fa una vera amica. Anya mi sta solo giudicando anzi sta giudicando Parker. È da quando lo ha conosciuto che non fa altro, paragoni a parte.
Mi aspettavo questo genere di reazione da parte sua. Ormai lo so che non vede di buon occhio Parker a me non può di certo nasconderlo. Attendo anche la sua sfuriata.
Ci troviamo in un locale in centro. Abbiamo deciso di non andare nè da David nè da Luke. Non volevamo essere osservate. Il posto è chiassoso, pieno di gente raffinata intenta a parlare e ad ubriacarsi il primo giorno della settimana. Chissà come si sveglieranno domani e se riusciranno a stare bene nel corso della giornata.
La nostra serata tranquilla tra donne è appena iniziata e credo sia rassicurante sapere di avere le mie amiche accanto in un momento come questo. L'argomento principale ovviamente è la notizia del giorno che ha fatto scalpore. Io e Parker conviviamo e questa volta sul serio.
È stata una giornata abbastanza pesante. Al lavoro ho dovuto sorbirmi Jessy e le sue lagne sul ragazzo che continua a non cercarla. Ho provato a darle dei consigli e poi sono riuscita a sentirmi in colpa perchè la mia situazione non è di certo migliore della sua. Inoltre ho dovuto tenere a bada l'istinto di scappare lontano e fare perdere ogni traccia della mia presenza sulla terra. Ho evitato il pranzo con Parker inventandomi una scusa e l'ho avvisato che avrei passato la serata con le mie amiche. Non ha obiettato ma so che non appena ci vedremo a casa dovrò rispondere alle sue molte domande e ai suoi molteplici dubbi sulla follia che stiamo commettendo. Ma questo non mi ha fatto stare male. Ciò che mi fa stare male è Ethan. Mi ha cercato due volte nel corso della giornata e non ho avuto il coraggio di rispondere. Non credo di essere pronta a dovergli dare la notizia così a freddo. Non penso che Anya andrà a dirglielo non appena usciremo da questo posto ma spero che non sia lei la prima a farlo. Non so come reagirà e la cosa mi fa impensierire e agitare. Le reazioni di Ethan sono solo di due tipi. Esploderà o imploderà. In entrambi i casi starà male e sarà tutta colpa mia. Ho anche paura che mi lasci sola. Ho bisogno di lui nella mia vita ma ho anche bisogno di provare questa convivenza con Parker per avere la certezza e per mettere fine ad un supplizio.
Non sto usando Parker perché lo amo. Sto solo provando a capire se è lui l'uomo della mia vita. In caso contrario eviterò come la peste ogni ragazzo sulla faccia della terra perché sono stanca. Sono stanca di trovarmi nel mezzo e di deludere chi mi sta intorno. Sono stanca di vedere i volti pieni di rimprovero delle persone a cui voglio bene. Sono stanca di non sapere decidere da che parte stare. 
In sottofondo i Coldplay sparano i loro decibel facendo conoscere a tutto il mondo la loro musica, la loro voglia di aprire l'immaginazione alla gente.
Lexa si appoggia allo schienale del divanetto rosso molto comodo e sbuffa notando che mi sono ancora persa. Lei sa perfettamente cosa mi preoccupa al contrario di Anya che continua a tenermi il broncio e a lanciarmi sguardi carichi di rimprovero.
Sospiro guardandole entrambe. «Dovreste essere dalla mia parte. Non dovreste torturarmi in questo modo. È già difficile parlarne, figuriamoci affrontare l'argomento con voi sapete chi!» la voce trema e rischio il crollo emotivo.
Lexa e Anya si guardano un momento, brindano pure alla mia sfortunata vita sentimentale. Faccio una smorfia e sorseggio il mio Margarita. Non so nemmeno perché ne ho preso uno. Le fisso in tralice e con il broncio.
«Hai lasciato mio fratello ma lo ami ed è evidente. Devi dirglielo!»
«Ho rifiutato le sue chiamate. Non credo di riuscire a dargli la notizia in questo stato. Non so come potrebbe reagire e la cosa mi rende inquieta», sospiro. «Conosci meglio di me tuo fratello e quando lo saprà, darà di matto o peggio... andrà a cercare Parker!»
«Oggi sono andata a pranzo da mio padre e mentre se ne stava al computer ad organizzare il suo viaggio aveva qualcosa di strano dipinto in volto e ho evitato di chiedergli che cosa avesse. Non era lui. Non è più lui da quando ti ha visto e si è innamorato! Sembra sempre nervoso, teso e triste. Non credo ci sia un momento adatto per certe cose ma devi dirglielo Emma o starà peggio.»
Sospiro ancora e mando giù un altro sorso con la speranza che mi anneghi. «Sono andata subito al lavoro dopo avere battibeccato con Parker per potere andarci da sola. Avevo bisogno di scappare dal suo appartamento, di stare sola. Sono rimasta per tutto il giorno in ufficio a distarmi con il lavoro. Non ho risposto alle loro chiamate e mi sono sentita in colpa, tremendamente in colpa. Mi sento una stronza! Non so, sono confusa. Ho paura che questa storia finisca male. Anzi, ne sono certa!»
«Guarda il lato positivo. Hai due ragazzi che ti amano e sta a te decidere. Uno di loro soffrirà ugualmente tanto vale togliersi il dente in fretta. Basta con le paranoie Emma. Ethan è grande e vaccinato inoltre se ne andrà dopo Natale e chissà quando lo rivedrai.» Ribatte in mia difesa Lexa. Anya la guarda sconcertata e tra le due inizia un aperto diverbio. Iniziano ad urlarsi quasi contro come se io non ci fossi.
«Adesso basta!», esclamo mentre le altre due litigano. «Smettetela di confondermi ulteriormente. Ethan se ne andrà è vero ma è stato importante per me e lo è tuttora mentre Parker... Parker è il mio presente. Riesce a farmi sentire importante. Non posso aspettare un ragazzo per mesi e mesi che si decida sul suo futuro. Ormai è fatta.»
Le due non sembrano avermi sentita. Si sono infervorate e sono pronte a combattere una guerra non loro. Abbasso lo sguardo e le spalle. Mi sento sconfitta e faccio finta di spolverare il tavolo con la mano, per distrarmi.
«Chiamalo ora!», suggerisce di punto in bianco Anya puntando i suoi occhi su di me. «Poni fine a questa storia!»
«Ora? No, non posso! Non sono pronta».
«Allora continua a lagnarti e a preoccuparti per la sua reazione. Ethan è forte! Reagirà male all'inizio e questo credo sia ovvio ma alla fine troverà il modo di andare avanti e di stare accanto a te anche come amico. Ci tiene troppo a te.»
Lexa fa cenno al cameriere, media statura, biondo, slanciato, di portare altri cocktail. Anya precisa che il suo deve essere analcolico. Le due continuano a guardarmi per convincermi.
Alzo le mani. «Ragazze, non posso! Non posso telefonare e fare la figura della patetica ragazzetta che ha deciso di prendere una decisione importante in una notte alcolica dopo averlo provocato e di riferirglielo con una chiamata. L'ho già perso una volta e non potete immaginare quanto io abbia sofferto. Non posso dirgli proprio ora che... convivo.» Realizzo solo ora quello che ho fatto. È come un pugno allo stomaco.
«Hai solo paura di avere una storia stabile. Hai paura di non riuscire ad essere felice con Parker perché Ethan ti ama davvero e potrebbe soffrire o perché Parker potrebbe stancarsi o peggio, hai paura di non esserne all'altezza per colpa del tuo passato.»
«E mi biasimi dopo, dopo di lui? Non riesco nemmeno a dire il suo fottuto nome. Eravamo due ragazzini eppure eccomi, mi sento una stupida.» Replico ripensando al ragazzo che durante l'adolescenza mi ha distrutto in ogni senso. Mi incupisco trattenendo ancora una volta le lacrime.
Perché dovevo conoscere Ethan? Perché dovevo innamorarmi di lui e patire le pene dell'inferno prima di conoscere Parker e innamorarmene? Perché sto così male per loro?
«Non ti stiamo biasimando. Devi solo prenderti delle responsabilità e questa è una delle tante occasioni per farlo. Ethan capirà e apprezzerà il tuo sforzo di renderlo partecipe nella tua vita e nelle tue decisioni. Devi sbatterci la testa, mi sembra anche sensato.» Ribatte pronta Lexa lanciando uno sguardo torvo ad Anya per dirle di tacere e lei annuisce in fretta abbattuta. Ma, so che non è d'accordo.
Mordo il labbro mandando giù il mio secondo bicchiere della serata. «Glielo dirò ma non per telefono. Devo guardarlo negli occhi e devo farlo se voglio andare avanti.» Sospiro tremando dentro. Non sono affatto pronta ma le mie amiche hanno ragione. Non posso tenere questa storia nascosta a lungo. Prima o poi verrà fuori e se non gliene parlerò di presenza, lui mi odierà o peggio, sparirà dalla mia vita. Sparirà comunque, replica la vocina dentro la mia testa.
Forse ha ragione Lexa. Devo sbatterci la testa, farmi male e andare avanti. Devo provare se voglio ricominciare a vivere serenamente.
Recupero il telefono dalla borsa e scrivo subito un messaggio.

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