Non riesco a dormire. Chi lo avrebbe mai detto che mi sarebbe mancato così tanto? Mi sono addormentata al suono della sua voce ma dopo circa un'ora ho riaperto gli occhi toccando la parte vuota del letto e mi è mancato tanto. Mi è mancato come quando ti manca l'aria dentro i polmoni. Mi è mancato come quando ti manca la luce del sole in mezzo ad una brutta giornata grigia e tempestosa.
Non voglio svegliarlo e fare la figura della patetica. Ho capito che non posso andare avanti senza di lui nel mio presente. È diventato il mio tutto all'improvviso. Come quando una raffica di vento arriva di punto in bianco senza preavviso sparpagliando tutto quello che c'è attorno.
Mi alzo dal letto e apro la finestra. La luna è quasi bassa nel cielo e l'alba sta iniziando a fare la sua magia su Vancouver colorando il cielo di rosso e giallo. Un miscuglio di colori. Un quadro meraviglioso. Uno spettacolo come pochi.
Ma ne sto rannicchiata ad osservare il panorama mentre cerco di non cedere, di non essere così fragile e insicura.
Ci affezioniamo troppo alle persone. Alla fine la loro presenza diventa come una macchia d'inchiostro indelebile. Lasciano il segno. Certe persone lasciano il segno. Puoi tentare di cancellarlo o coprirlo ma questo non andrà mai via.
Sento caldo poi freddo poi di nuovo caldo. Corro in bagno per sciacquare un po' il viso con dell'acqua fredda. Non so che cosa mi sta succedendo. Spero di non svenire di nuovo. È stato orribile aprire gli occhi intontita e cercare risposte in occhi impauriti e preoccupati. Io voglio e devo essere forte.
Alzo gli occhi verso lo specchio. Vedo una ragazza diversa. È vero quel detto che una volta entrati in mezzo la tempesta si esce cambiati. Io sono diversa. Sono cresciuta in questi due anni pazzeschi. Sono cresciuta grazie alle persone che continuano a circondarmi e a volermi bene. Spero di avere ricambiato. Spero di non essermi fatta vincere troppo dal dolore.
Una strana nausea sale, barcollo leggermente appoggiandomi sul bordo del lavandino. Deve essere tutto questo trambusto. Sono stati giorni pieni di lavoro, uscite e mai di riposo. Per una volta devo ascoltare il medico e rilassarmi.
Esco dal bagno dirigendomi in cucina. Le mie amiche dormono tutte tranquillamente. Mi metto ai fornelli preparando per loro la colazione. Mescolo gli ingredienti per i pancake, quelli per i waffle, taglio la frutta per una macedonia, preparo dei toast, la frittata. L'odore mi provoca un conato. Sbatto la padella sul ripiano per non fare bruciare tutto e corro in bagno. Arrivo in tempo sul water ma vomito solo aria. Tento di riprendermi cercando di respirare. Mentalmente calcolo quando è stato l'ultimo ciclo. Nel panico recupero la borsa e corro fuori. Dietro l'angolo c'è una farmacia aperta 24 ore su 24. Consapevole di essere in pigiama estivo appariscente con una giacca lunga e comoda, entro velocemente nel negozio dirigendomi in quel reparto che mi fa tremare le mani.
Cerco i test migliori con il cuore che galoppa impazzito nel petto. Rischio l'infarto e non posso. Non posso sentirmi proprio ora male.
Passo alla cassa. La commessa mi sorride lanciando uno sguardo al mio abbigliamento. Schiarisco la voce e stringo la giacca per coprirmi. All'alba fa sempre fresco ma io sembro una pazza. «Buona giornata e buona fortuna!» mi augura. Ringrazio anche se vorrei mettermi ad urlare e rigida torno a casa.
Trovo le mie amiche sveglie. Credo di avere fatto un gran casino prima.
Anya corre da me. «Dove sei stata?»
«Credevo di avere dimenticato un ingrediente», mento.
Scruta attentamente il mio sguardo. «Ti senti bene?»
Sorrido. «Si, mai stata meglio!» mento ancora. «Vi raggiungo tra poco!»
In realtà sono nel panico. Adesso che cosa faccio? Non sono pronta. Non posso farlo da sola. Poso la borsa dentro l'armadio. Decido di farlo insieme a lui quando tornerà. Ci siederemo, gli dirò che ho avuto un breve sospetto e poi farò il test e lui mi sosterrà moralmente. Vero? Oh buon Dio ti prego, non ora!
Il mio stomaco si contrae in risposta. No, non sono pronta. Sono agitata e si nota. Devo solo calmarmi. Faccio un profondo respiro poi un altro e torno in cucina con uno dei miei sorrisi di scorta.
Tutte mi guardano stringendo gli occhi. Facendo finta di niente prendo posto a tavola, farcisco un pancake prendo un po' di frutta e mangio svogliata mentre le mie amiche sembrano in fermento per quel servizio fotografico sulle cerimonie che faremo tutte tra qualche ora. Ho anche saputo che Camille riceverà una bella sorpresa oggi e sono emozionata per lei.
Anya mi passa la piccola Stella per farle fare il ruttino. Cammino per il soggiorno mentre Lexa continua a fissarmi in modo strano.
Stella fa il ruttino ma dopo un momento sento che ha anche fatto qualcosa di grosso. Trattengo la nausea che sale di nuovo. Le cambio il pannolino e quando ho finito la riporto dalle mie amiche che nel frattempo stanno sparecchiando. Non riesco a tenere niente dentro lo stomaco. Porto Stella da Anya e corro in bagno.
Chiudo a chiave la porta e vomito. Mi rannicchio in un angolo con le mani tra i capelli. Ho bisogno di lui. Deve venire qua per due minuti. Devo togliermi questo pensiero.
Due colpetti alla porta mi fanno sobbalzare. «Emma ti senti bene?» Lexa prova ad aprire la porta.
«Si, sono solo dentro la doccia!»
«Emma, lo so che stai mentendo! Apri ci sono solo io!»
Scoppio a piangere mentre apro la porta e abbraccio forte la mia amica. In automatico le spiego la situazione in lacrime. Lexa sorride. «Adesso ti calmi e aspettiamo che lui arrivi ok?» mi fa una carezza sulle spalle.
«Devo chiamargli. Lui deve...» mi precipito in cucina. Le mie amiche mi fissano allarmata. Non appena prendo il telefono però strillano tutte insieme. Mi blocco. «Che succede?» domando aggrottando la fronte.
«Non puoi chiamare Ethan!»
«Perché?» mi allarmo.
«Perché devi lasciarlo con gli altri. Deve divertirsi. Noi oggi abbiamo altri impegni!» Anya mi chiede il telefono aprendo il palmo. «Giornata sul set per sole donne!»
Guardo Lexa la quale sorride sviando il mio sguardo.
Alzo gli occhi al cielo posando il telefono sul palmo di Anya che va subito ad ammassarlo insieme agli altri telefoni e poi ci prepariamo per andare sul set.
Sono nervosa. Mi servono quei due minuti con lui. Non posso resistere fino a questa sera con questo dubbio che rischia di mangiarmi viva.
Usciamo di casa tutte insieme. È strano ma siamo un bel gruppetto. Ognuna di noi ha una caratteristica.
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Unstoppable 3
RomanceQUESTO È IL TERZO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima e seconda storia per capire questo terzo capitolo • TRAMA: È passato un mese da quando Emma è ritornata nella sua Vancouver, a casa. Il soggiorno a New York, non è andato...