~ Ethan's POV:Man mano che ci avviciniamo in centrale, i miei muscoli si tendono. Contraggo la mandibola serrando la presa sul volante per non dare di matto. Non sono convinto. È una pessima idea. Ho paura che possa succedere qualcosa. Devo fare attenzione. Non posso rischiare proprio ora. Emma al contrario non sembra agitata. Se ne sta con sguardo fisso verso la strada. Vorrei potere sapere a cosa sta pensando. Prima è stata così comprensiva, così attenta. Mi ha lasciato senza fiato. Ancora una volta è riuscita a stupirmi. La amo. Dio sa solo quanto la amo. Vorrei potere fermare il tempo ma so che non è possibile. La sua domanda prima che TJ irrompesse in camera senza avere bussato, mi ha colto alla sprovvista. Come posso spiegarle che accanto a lei mi sento in pace con me stesso e davvero vivo? Come fa a non capire che è l'unica ragione del mio sorriso?
Freno quasi bruscamente. TJ mi lancia uno sguardo allarmato prima di uscire svelto dall'auto sbattendo la portiera. Corro ad aprire ad Emma la quale si guarda attorno sempre curiosa prima di rivolgermi uno dei suoi sorrisi timidi. Stringo la sua mano intrecciando le nostre dita e la porto dentro il comando dove è già stata una volta.
Molti colleghi mi salutano con dei sorrisi altri con delle pacche sulla spalla. Alcuni si presentano con Emma provandoci spudoratamente. Li avverto con lo sguardo e battono in ritirata. Non vedono quel fottuto anello sulla sua mano ecco perché ci provano. Questo alimenta la mia rabbia e la mia gelosia mentre ci avviciniamo all'ufficio del capo.
Mi volto verso Emma. «Sicura?» domando sfiorando la sua guancia e avvicinandomi a lei. Trattiene il respiro. La bacio fregandomene di chi ci può vedere. «Puoi sederti in quella saletta. Lì vedrai l'interrogatorio. Vado a parlare con il capo per vedere cosa devo scoprire. Torno più in fretta che posso!» bacio ancora le sue labbra.
«Fa con calma!» sorride con le guance rosse e poi va a sedersi tranquilla fissando i monitor spenti con curiosità e in trepidante attesa.
Rimango per un momento a guardarla. I miei piedi si muovo da soli. Mi ritrovo in ginocchio accanto a lei. Prendo il suo viso tra le mani. «Non sto scegliendo il lavoro a te ok?»
Anche lei afferra il mio viso. «Non l'ho minimamente pensato. Adesso sbrigati che voglio vedere cosa combini li dentro!»
La bacio con impeto e lei ricambia. «Ti amo!» le sussurro.
Mi spinge sorridendo. «Dopo voglio un gelato!»
«Tutto quello che vuoi!» bacio la sua guancia e poi la lascio tranquilla. Avviso una collega che lei assisterà e di tenerla d'occhio e poi mi dirigo dal capo dove nel frattempo TJ sta già sbraitando. Cosa sta succedendo? Perché è così agitato?
Chiudo la porta interrompendoli. «Ho poco tempo. Spero sia davvero importante!»
«Dovrai solo parlare con il detenuto e ottenere l'ultimo nome o quanto meno qualcosa», replica il capo con un lieve accenno di sudore sulla fronte.
«Togliamoci il pensiero», mi avvio alla porta.
«Aspetta!» TJ mi blocca. «Devi sapere chi dovremo interrogare».
Dal suo sguardo capisco che c'è qualcosa che non va. Sembra preoccupato.
Il capo accende un monitor e impallidisco. Indietreggio scuotendo subito la testa. «No, non posso! Non con lei lì dentro! State scherzando?» urlo incapace di trattenermi. «Mi avete chiamato per interrogare quel farabutto? Scordatevelo!»
«Sposteremo tua moglie in un'altra stanza dove potrà solo sentire. Solo voi due siete in grado di ottenere qualcosa da quel fottuto stronzo!»
«Lei sa che cosa le ha fatto? Lo sa? Riconoscerà la sua voce e starà male e io non avrò più l'occasione per guadagnarmi la sua fiducia. Ho già perso tutto. Non ho intenzione di perdere anche lei! Non lo farò!» sbraito uscendo dalla stanza con furia. Raggiungo Emma la quale non appena mi vede scatta in piedi.
«Torniamo a casa», dico brusco.
«Ehi, ehi!» mi frena. «Che succede?»
«Ethan tu devi farlo! È il tuo ultimo compito!» sbraita il capo seguito da TJ. «È un ordine!»
Attorno non vola una mosca mentre mi volto per fronteggiare il capo.
Emma guarda tutti spaesata. La stringo come per proteggerla. «Non interrogherò quello stronzo! Non con lei qui!»
«Chi?» domanda Emma. «Chi devi interrogare?»
TJ lancia sguardi ovunque. Il capo invece si prepara ad attaccare. «Drew».
Lei indietreggia spalancando gli occhi. Stringo i pugni. «Andiamo!»
Trattiene il mio polso. Segue un altro brutto momento di silenzio in cui sento di scoppiare. Sono quasi al limite.
«Fallo!» dice con decisione interrompendo il breve momento di angoscia.
«Starai male!» sbraito. «Non posso farti anche questo!»
Scuote la testa. «Starò male se non lo farai. Vai lì dentro e rendimi orgogliosa».
Il suo tono autoritario, i suoi occhi leggermente rossi e fissi nei miei. Non capisco più niente e l'abbraccio. Me ne frego se ci stanno fissando. «Dopo andremo a mangiare il gelato?»
Ride ed io con lei. «Va bene ma adesso lavora», mi rassicura.
«Sicura che starai bene?»
Mi spinge ridendo. «Vai o facciamo notte!» mi rimprovera. Lo so che si sta trattenendo. È nervosa. A me non può di certo mentire.
Mi rendo conto che siamo rimasti soli così mi avvento contro le sue labbra.
Non sono mai stato così insicuro in vita mia ma la sua presenza mi fa sentire forte, in grado di superare ogni cosa.
«Sei la mia forza», sussurro contro il suo orecchio. Rabbrividisce sorridendo sulle mie labbra. «E tu la mia!» risponde.
Mi sorprende. Mi sorprende nelle piccole cose. La lascio tranquilla assicurandomi che abbia tutto quello che le serve e poi senza guardare nessuno in faccia mi concentro ed entro nella stanza degli interrogatori.
Con una certa forza, lancio la cartella sul piccolo tavolo dove è ammanettato Drew. Ghigna non appena mi vede. «Ma guarda chi c'è qua!»
«Saltiamo i convenevoli. Dimmi dove si trova il tuo amico e io ti farò diminuire la pena e potrei farti vedere tua figlia!»
C'è stato. C'è stato un tremolio proprio sotto l'occhio. Un secondo e tutto sembra svanito. Ogni traccia di umanità non c'è più nel suo sguardo.
«Non dirò niente. Mi credi stupido? Mia figlia è stata portata lontano e affidata ad una famiglia diversa. Lo so perché me lo ha detto il mio avvocato».
Il suo essere spavaldo e sicuro di sé non sembra averlo abbandonato in questi lunghi mesi di prigionia.
«È vero ma non ti ha detto che possiamo permetterti di vederla diciamo una volta al mese o a settimana», dico tranquillo a braccia conserte mentre TJ entra nella piccola stanza sedendosi accanto a me.
Drew tira indietro la testa ridendo. «Ma guardateli. Sembrate i paladini della giustizia in questo momento. Siete solo due sporchi sbirri!» ringhia.
«Che sono riusciti a fotterti!» replica tranquillo TJ.
«Se vuoi ottenere un permesso per vedere tua figlia, parla!» dico con voce calma e fissandolo dritto negli occhi.
Drew ricambia lo sguardo poi ghigna. «No, no, no. Non funziona così! Qui faccio io le richieste e voi le accettate se volete quel nome».
Trattengo la rabbia. «Sentiamo», dice TJ fermandomi. Sa che tra poco perderò la pazienza.
«Voi mi permettete di vedere mia figlia quando voglio! Mi date una stanza da solo, una tivù e...»
Le luci oltre lo specchio di punto in bianco si accendono rivelando quello che sta succedendo nella stanza accanto. Emma tiene in braccio una bambina. Spalanco gli occhi incredulo mentre gioca con lei sorridendole e tenendo un sonaglino. A poca distanza una donna dei servizi sociali e una guardia oltre ai colleghi dietro lo schermo.
Stringo i pugni in vita. Non mi aspettavo tutto questo.
Drew spalanca gli occhi alzandosi. «Fatemela vedere!» urla ringhiando.
«Dicci il nome!» urla a sua volta TJ deciso.
«Digli ad Emma di portarmela ti prego!» Drew torna a sedersi quasi stanco. I suoi occhi sono rossi ora e fissi verso Emma e la bambina.
Io sono impalato. Lo sguardo rivolto verso Emma. Sa chi è quella bambina? Perché è così buona? Perché non si lascia mai abbattere dalla rabbia? Perché fa sempre del bene?
«Dicci quel nome e noi te la faremo vedere da vicino!» sta dicendo TJ tornando all'attacco.
Lo schermo si spegne. Torno a guardare Drew il quale di punto in bianco ride. Sta escogitando qualcosa. Sta tornando lucido. «Lo dirò solo a lei!» indica il vetro.
«Scordalo!» ringhio.
«Andiamo, cosa vuoi che le faccia? Sono ammanettato e voglio vedere mia figlia! O lei o niente!»
Mi avvento su di lui mollandogli il pugno che merita. TJ con la guardia mi allontano mentre spalanco la porta. «Non vedrai più tua figlia!» sbraito. «Mi assicurerò personalmente che lei non sappia mai chi sei!» sbraito rosso in viso. Sto tentando un approccio diverso ma dovrebbe funzionare. A volte bisogna fare leva sulle debolezze.
La mia minaccia sembra colpirlo. «Non puoi farlo!»
«Lo sto già facendo!» dilato le narici.
«Ok, ok! Fermo! Io ecco, devo chiederle scusa. Ho avuto modo di riflettere in questi mesi e voglio davvero vedere mia figlia ed essere un padre diverso...»
Il suo tono di voce sembra quello di un ragazzo disperato. Anche il suo sguardo è cambiato. «Non si avvicinerà mai a te! Non glielo permetterò!»
«Sei sempre stato protettivo nei suoi confronti! La ami davvero. Ti ho invidiato per questo sai? Io non ho saputo fare lo stesso con Tara perché avevo altri piani in mente. Ho messo in pericolo mia figlia e voglio davvero cambiare e meritare il suo amore...» ammette. «Lascia decidere lei, ti prego! Ho bisogno come tutti voi di andare avanti, mettere un punto e ricominciare. Ho fatto tanti errori e ne commetterò ancora ma voglio recuperare il tempo perduto e se per farlo devo darvi un fottuto nome e rischiare la vita, voglio almeno farlo per avere cinque minuti con mia figlia!»
La porta emette uno scatto. Ci voltiamo tutti. Emma entra indecisa tenendo in braccio la bambina che si guarda attorno curiosa. I suoi occhi sono rossi. Sta trattenendo le lacrime. L'assistente sociale le segue ad ogni passo così come una guardia.
Mi avvicino a lei. «Ethan lei è Davina, Davina lui è Ethan», le fa fare ciao con la manina e la bambina sorride aggrappandosi alla sua maglietta e nascondendo il viso contro il suo petto. È così piccola e attenta. Ha molti tratti di Drew altri mi ricordano Tara.
Sentiamo un singhiozzo. Emma si volta verso Drew. «Lo vedi quel ragazzo? È il tuo vero papà. Dillo anche tu, papà!»
La bambina fissa Drew un momento prima di sorridergli. «Papà», ripete.
Drew scoppia in lacrime. «Cazzo! Potete uscire?»
«Purtroppo le guardie non possono!»
«Io Emma e la bambina, le guardie lontano!» Drew sembra a disagio sotto lo sguardo attendo della figlia.
Mi avvicino ad Emma. «Sicura? Emma io non...»
Tappa le mie labbra con le sue. «Sono cinque minuti. Ha bisogno di vedere sua figlia. Andrà tutto bene!» dice avvicinandosi cauta a Drew mentre TJ mi trascina quasi a forza fuori. Rimango in attesa, ad assistere dietro il vetro.
«Se le succede qualcosa...» inizio sbraitando. «Ritenetevi tutti morti!»
TJ posa una mano sulla mia spalla ma la scrollo con furia. «Mi riferisco anche a te! Avresti dovuto dirmi subito che il piano era questo!»
«Non lo sapeva!»
Ci interrompe il capo. «Non potevamo sapere se avrebbe accettato!»
Non lo guardo nemmeno. Dopo questa ho chiuso per davvero. Stanno usando Emma e i suoi sentimenti per ottenere uno stupido nome. Non voglio più vivere in mezzo a questo schifo. Torno a guardare dal vetro con una certa ansia e pronto a scattare.
Emma sorride alla bambina poi ascolta Drew con sguardo teso. I suoi occhi si velano di tristezza, morde il labbro e distoglie lo sguardo da lui. Dice qualcosa poi le avvicina la bambina e lui scoppia in lacrime sorridendo.
Cammino come un leone in gabbia. I minuti sembrano eterni. Sto per dare di matto quando la porta si apre ed Emma esce dalla stanza. Porge la bambina all'assistente dopo averla salutata con la manina e un bacio sulla testa. Si volta e la attiro tra le mie braccia. Affonda la guancia contro il mio petto e inizia a respirare lentamente. Capisco che sta avendo un breve attacco di panico.
Lei è così: dolce, sensibile, forte. Ma, sa anche essere tanto fragile. Crolla sempre dopo essere stata davvero coraggiosa.
«Sto bene. Prima che lo dimentico, potete darmi carta e penna?» domanda asciugandosi le lacrime e sorridendomi.
Una collega le porge quello che ha appena chiesto e mi affretto a darle anche un bicchiere d'acqua che svuota immediatamente assetata. Scrive sul foglietto il nome e poi torna tra le mie braccia. «Possiamo andare?» domanda con voce tremante.
«Si! Qui abbiamo finito». Mettendole un braccio attorno alle spalle ci incamminiamo.
Il capo blocca il passaggio. «A nome di tutti, vi ringrazio! Quello che avete fatto...»
Guardo Emma e lei ricambia complice. «Non abbiamo bisogno di ringraziamenti», dice interrompendolo. «Lo abbiamo fatto per una giusta causa nonostante i modi», detto ciò mi tira per la maglietta e la seguo verso il parcheggio.
La blocco contro lo sportello e la bacio. Ricambia con forza. Stringo il suo viso tra le mani. «Ti amo Emma! Mi dispiace!»
Scuote la testa. «L'ho fatto perché quella bambina merita di avere una famiglia e un padre che la ami. Io non ne ho più avuto uno perché l'ho perso e non sopporto l'idea che una bambina pur avendone uno non abbia la possibilità di vederlo. Si è pentito. Si è davvero pentito. A te non lo avrà detto ma a me si e le sue scuse non erano solo per me. Quelle scuse erano anche per te!»
Ci guardiamo intensamente. Come faccio a non amarla? Trova sempre il bene in tutto. Trova sempre il modo per dimostrare che si può deve essere buoni nella vita. Questa di oggi, è l'ennesima dimostrazione che è una persona meravigliosa, speciale, unica.
«Adesso possiamo andare a prendere il gelato?» sorride timida pizzicandomi una guancia.
Rimango stupido dal gesto. Il suo sguardo si posa dietro le mie spalle. Mi volto e TJ mi guarda con le mani dentro le tasche.
«Volevo scusarmi...», inizia grattandosi una tempia.
Emma mi spinge verso di lui. «Dispiace anche a me!» dico dandogli una pacca sulla spalla. «Ti unisci a noi per un gelato?»
«Con piacere!»
Emma entra in auto con un gran sorriso. Sembra più rilassata. Prendo la sua mano e le bacio le nocche. Arrossisce e sporgendosi posa un bacio sulla mia guancia.
Prendiamo un gelato in un piccolo locale. Ci sediamo rilassati e chiacchieriamo fino a tardi.
Più la guardo, più mi rendo conto dell'amore che provo nei suoi confronti. È proprio vero che quando l'amore arriva, ci si sente in paradiso. Io ho visto un angelo e ora ne sono perdutamente innamorato.
«Non perderti», sorride avvicinandosi e sistemando il mio braccio attorno alle sue spalle.
TJ si guarda attorno poi arrossisce quando una ragazza si avvicina timidamente. Si alza in imbarazzo. Non credo di averlo mai visto in questo modo. Lei bacia la sua guancia e lui le sorride in modo stupido. Ho anch'io quello sguardo con Emma?
«Ethan, Emma, lei è Sally! Sally loro sono i miei amici», TJ passa subito alle presentazioni.
Saluto con un cenno mentre Emma porge la sua mano a Sally sorridendole nel suo modo dolce. Le chiede subito come sta e le due iniziano a parlare di cartelloni pubblicitari e moda.
Dimentico sempre di avere una modella per moglie. Sono parecchio geloso del suo corpo e forse lei questo lo sa già.
TJ continua a fissare la ragazza mentre con Emma ridono e chiacchierano.
Tutto quello che è successo prima, è passato in secondo piano. Si è come dissolto nell'aria. Al posto della rabbia e del dolore, ora c'è uno strano senso di allegria.
Faccio cenno a TJ e ci alziamo lasciandole sole per prendere dell'altro gelato. «Amico sei fottuto!» lo prendo in giro vedendolo imbambolato. «Comunque per questa sera hai l'appartamento libero».
«Parli proprio tu!» ride rosso in viso. «Comunque e voi? Dove andate?»
«Ho intenzione di portare Emma in un posto prima della partenza. Goditi la serata e non fare cazzate!»
Tornati al tavolo io e Emma decidiamo di lasciarli soli. Camminiamo verso l'auto con le coppette piene di gelato tra le mani.
«Come stai?» domando preoccupato per lei. Fa davvero caldo da queste parti. Mi sento leggermente sudato e parecchio stanco.
«Non mi sono mai sentita così bene! Tu?»
Mi limito ad una alzata di spalle. «Sono ancora un po' frastornato ma accanto a te sto bene».
Mi lancia uno sguardo dolce mettendo in bocca una cucchiaiata di gelato. «Sally è proprio cotta», biascica.
«Non hai visto TJ!»
Ci guardiamo complici prima di scoppiare a ridere. Posa le coppette vuote e si sistema a cavalcioni su di me abbracciandomi. Accarezzo la sua schiena e sembra rilassarsi.
Sollevo il suo mento iniziando a tormentare la sua pelle con baci e morsi. Mugola sorridendo. «Non avevi detto che ti saresti trattenuto?» domanda accaldata.
Sorrido. «Ho cambiato idea», mi avvento sulle sue labbra.
Si spinge sul mio corpo provocando un grosso incendio. La sua bocca sa di menta, pistacchio e cioccolato. Il suo profumo confonde i miei sensi. Le mie mani stringono i suoi glutei. Mi stacco in tempo accaldato.
«Ho una sorpresa per te», dico affannato.
«Oggi ne ho avute abbastanza non credi?» ride baciando sotto l'orecchio.
A malincuore la allontano sistemandole la cintura. «Così starai buona e non farai danni», bacio le sue labbra e avvio il motore.
Mi guarda curiosa ma non fa nessuna domanda. Dentro sto provando tante, troppe emozioni mentre ci avviciniamo all'hotel.
Spalanca gli occhi incredula e saltella allegra quando le apro la portiera. «Non posso crederci!» strilla. «Sei sicuro?»
«Ho parecchi biglietti da sfruttare. Questa è l'occasione giusta non credi?» Senza attendere la trascino nella hall.
Il ragazzo dietro il bancone riconoscendomi sorride. «Signor Evans che bello rivederla! Cosa posso fare per lei?»
Poso un braccio attorno alle spalle di Emma e sorrido raggiante al ragazzo dall'aspetto ordinario ed educato dietro il bancone. «Io e mia moglie abbiamo un biglietto da sfruttare. Stessa suite mi raccomando!»
Il ragazzo sorride cercando tra le carte magnetiche. «Ecco a voi la chiave! Vi chiamerò non appena le cameriere avranno sistemato per voi la suite. Di recente abbiamo cambiato gli interni ed è rimasta vuota. Ci vorranno solo un paio di minuti. Nel frattempo posso offrirvi un aperitivo al bar!»
Ringrazio e con Emma ci spostiamo in un piccolo divano del bar. Un cameriere ci offre due drink colorati con gli ombrellini.
Emma continua a sorridere eccitata. Non credo di averla vista così raggiante.
Il mio cuore batte a mille. Sono parecchio emozionato. Inoltre devo tenere a freno la voglia che ho di lei. Su questo ci sto lavorando.
Dopo circa cinque minuti, il ragazzo ci avvisa che la suite è pronta. Sollevo Emma in spalla. Inizia a ridere mentre la gente ci fissa curiosa.
Ride mentre entriamo dentro l'ascensore. Scivola lungo il mio corpo e afferrando il mio viso ci baciamo ignorando le persone che ci circondano.
Le porte scorrevoli si aprono emettendo il tipico suono. Non aspetto. Sollevo Emma in braccio. Mi guarda trattenendo il fiato. «Che fai?»
«La prima volta non l'ho fatto come si deve perché eravamo ubriachi. Sto ricominciando da dove avevamo lasciato ricordi?»
Sorride stringendo le braccia attorno al mio collo.
Apro la porta ed entriamo nella meravigliosa suite con la vetrata che da la vista spettacolare verso tutta Las Vegas.
Emma torna con i piedi per terra e corre subito ad ammirare il panorama.
Le cingo la vita appoggiando il meno sulla sua spalla. «Doccia e dormita?»
Si volta con sguardo sensuale. «Io avrei in mente qualcosa di diverso», sorride spingendomi verso il letto. Mi fa sdraiare sul morbido lenzuolo bianco e si sistema su di me iniziando a baciarmi.
Mugolo accaldato quando si spinge in su stringendo il suo bellissimo corpo sul mio. Ribalto la situazione. Blocco i suoi polsi sulla testa. «Ti arrendi?»
Ride. «No!»
Mordo il suo collo e si agita. «Ti arrendi?»
Scuote la testa divertita. Libera una mano avvicinando il mio viso al suo. «Ti amo!»
Mordo le sue labbra. «Ti amo!» sussurro.
Mi abbraccia e sussulto. «Stai bene?»
«Mai stata meglio!»Continua...
N/A:
~ Ciao a tutti! Come va? Come avete passato Halloween?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Sto cercando di mostrarvi al meglio il rapporto tra Emma e Ethan. Per alcuni potrebbe apparire come un tentativo di non chiusura della storia ma sto scrivendo questi capitoli finali per mostrarvi delle differenze. Ovviamente il destino ha quasi sempre qualcosa in serbo per loro come avete visto. Questa volta è tornato Drew che ha chiesto scusa. Questo avrà avuto un certo impatto su Emma. Adesso cosa succederà? Riusciranno ad andare avanti più forti di prima?
Come sempre potete esprimere il vostro parere con un commento, votare, inserire questa storia nei vostri elenchi di lettura, invitare più persone a leggerla.
Spero di avervi tenuto un po' di compagnia anche oggi. Scusatemi per gli errori.
Se vi va, passate a leggere:
~ Come Cielo D'inverno
~ Ogni traccia che ho di te
~ Forbidden
(Fatemi sapere cosa ne pensate!!! ❤️)
Grazie di tutto ❤️ •G ~#EMVANS ❤️
STAI LEGGENDO
Unstoppable 3
RomanceQUESTO È IL TERZO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima e seconda storia per capire questo terzo capitolo • TRAMA: È passato un mese da quando Emma è ritornata nella sua Vancouver, a casa. Il soggiorno a New York, non è andato...