Capitolo 76

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Non faccio altro che pensare alla sorpresa di compleanno che Emma mi ha fatto. Sono tutti qui, a Vancouver, ormai da un paio di giorni. È pazza!
Sono fortunato ad averla incontrata. Sono fortunato ad averla ancora accanto. Sono fortunato ad essere suo marito.
Le stampo un bacio sulla tempia e mi alzo. Mi sento carico di energia e ho bisogno di sfogarla. Indosso una tuta ed esco alle prime luci del mattino dirigendomi verso il parco. Ci sarebbe anche la palestra in cui Emma passa qualche ora ma non è la stessa cosa. Io voglio sentire l'aria fresca dentro i polmoni che bruciano per lo sforzo. Voglio sentire le mie gambe protestare ad ogni metro. Adesso che non dovrò più andare a lavoro in centrale, dovrò trovare qualcosa da fare oltre il lavoro con mio padre e a quello con Parker.
Emma è convinta che io e lui diventeremo buoni amici. Non è un'illusione la sua. Magari un giorno non mi sentirò più in competizione con lui. Magari un giorno non proverò più quella gelosia verso mia moglie. Magari un giorno non sarò più impaurito e paranoico. Come lei anch'io ho paura di perderla di nuovo.
Lego bene i lacci delle scarpe, infilo le cuffie, aziono la playlist e inizio a correre. Questo posto mi ricorda tanto New York. Il parco in cui io e Emma ci ritrovavamo spesso durante le nostre strane corse notturne. Una notte l'ho incontrata, stava male, malissimo perché avevo scelto la mia professione anziché lei. Si vedeva che c'era qualcosa che non andava. Infatti poi ha commesso quello sbaglio. Emma non è forte come vuole apparire. È testarda, spesso diretta e insicura ma non è forte. Lo è per gli altri e davanti agli altri, non per lei. La sua anima è tormentata dai ricordi, dalla paura di perdere le persone a cui tiene, dal senso di colpa per quel passato di cui non è artefice.
Ci sono momenti in cui vorrei premere il tasto stop, ritornare indietro a quegli istanti e cambiare tutto. Ci sono momenti in cui vorrei potere salvare davvero quella ragazza dalle macerie del suo dolore. Ha perso troppo nella vita e in così poco tempo. Forse devo fare qualcosa per lei, per farle capire che è a casa, che fa parte della mia famiglia, che è amata e voluta.
Mentre rifletto ho già percorso quattro volte lo stesso sentiero alberato pieno di ciottoli e piccoli arbusti. Corro sotto le note di "Bird Set Free" di Sia. Adesso capisco perché ad Emma piace così tanto questa cantante dalla voce pazzesca e dalle canzoni coinvolgenti e forti. Capisco perché la prima volta in auto ha scelto "Unstoppable" e da allora quella canzone sembra la colonna sonora della nostra storia. Adesso capisco perché lei non riesce a fermarsi. Capisco perché tenta di tenere la mente sempre impegnata. Se si ferma, crolla. Se crolla, si spegne. Se si spegne, la perdiamo.
Per la sesta volta mi ritrovo al punto di partenza. Faccio un po' di passeggiata e stretching con affanno. Quando sono rinvigorito e scarico, torno all'appartamento di Emma.
Non so ancora come fare per far funzionare questa nostra strana storia. Forse dobbiamo davvero ricominciare tutto da capo. Magari devo organizzarle una cena o una delle nostre strane gita in qualche paesino qui vicino. Mi sento come uno di quei ragazzini al loro primo appuntamento.
Ancora non posso credere di avere la sua chiave. Devo farle la copia della mia. Non solo quella di Las Vegas ma anche quella dell'appartamento in cui vivo con papà.
Senza fare rumore entro in camera. Dorme ancora abbracciata al cuscino. Prendo degli indumenti puliti e faccio una doccia.
Quando esco dalla doccia, mi sento già meglio. La trovo intenta a stiracchiarsi. «Sei andato a correre senza di me?» brontola.
Sorrido avvicinandomi. Bacio le sue labbra per darle il mio buongiorno. Il suo corpo tradisce sempre ogni sua emozione. Trattiene il mio viso mentre mi stendo su di lei. «Rimani a casa oggi», mormoro come un bambino capriccioso.
Si stacca. Ha capito cosa sto facendo. Rido. «Devo lavorare! Intanto tu stai con i tuoi amici che se non ricordo male sono accampati in soggiorno», bacia a stampo le mie labbra e dopo avere lanciato uno sguardo all'orologio corre a prepararsi per il lavoro.
La osservo sdraiato su un fianco mentre corre per la stanza guardando continuamente il display della sveglia. Non è in ritardo ma ha sempre avuto una sorta di mania con l'ora.
Sparisce dalla camera e dopo cinque minuti torna con una tazza isotermica in mano e un biscotto tra i denti. Indossa quei tacchi che la rendono sexy e recupera allo stesso tempo la ventiquattrore. Si avvicina toglie il biscotto dalla bocca mi stampa un bacio veloce sulle labbra e corre verso la porta.
Con uno scatto le sbarro la strada. Spalanca gli occhi. «Che succede?» biascica.
Metto le mani sulle sue spalle. «Sei in anticipo di quindici minuti...» inizio.
«E se c'è traffico?»
Rido spingendola contro il muro. Sfioro il suo collo e rabbrividisce deglutendo a fatica. «Non ci sarà nessun traffico e arriverai in perfetto orario a lavoro», replico tranquillo.
Fa una smorfia poi sorride. «Mi stai intrattenendo di proposito!» mi spinge.
«Mi piace provocarti», replico ghignando.
Sfiora le mie labbra con le sue battendo le ciglia in modo sensuale. Il sangue mi arriva velocemente nei punti sensibili. Trattengo il fiato.
«Anche a me!» sussurra prima di uscire dalla stanza e di casa lasciandomi come un cretino. Lascio uscire il respiro trattenuto. Passo una mano sul viso. Mi ha letteralmente steso. Quando sono calmo, vado in cucina.
Emma ha preparato la colazione e apparecchiato la tavola. Dovrebbero farle un monumento. Pensa sempre a tutto. Camille sbadiglia con i capelli biondi arruffati e sorride prima di alzarsi dal divano letto e sedersi a tavola.
«Adesso capisco perché le piace questo posto», sbadiglia stendendo le braccia prima di versarsi una tazza di caffè. «È tranquillo...»
«Non ti manca un posto così?»
Sembra rifletterci. «Dopo i viaggi e tutte queste avventure si», replica. «A te non mancano le corse e i divertimenti?»
«No, non se ho lei accanto», rispondo senza un minimo di esitazione.
Camille sorride. «Vi siete sposati eh? Ho sempre avuto come l'impressione che la guardassi in modo diverso ma mai avrei immaginato tutto questo...» biascica addentando un triangolo di frittata.
Mi servo anch'io. Emma come sempre è una cuoca provetta. Mi domando se le manca lavorare da Max. Ricordo ancora come riusciva a destreggiarsi tra i tavoli con disinvoltura a studiare la notte e ad ottenere eccellenti risultati. Per me è speciale in ogni senso. Lo so, sembra che io abbia preso una botta in testa ma quando ci si innamora è una cosa simile. È come se bevessi una pozione e in ogni cosa ci vedessi quella persona.
«Ci sei?» Camille schiocca le dita davanti.
Mi riscuoto. «Si! Dicevi?»
Sorride nel suo modo sfrontato. Camille ha una bellezza sfacciata e naturale. È anche una ragazza diretta, senza peli sulla lingua, spontanea e solare. Sa anche essere seria. Capisco perché piace a Seth. Quei due sono quasi identici.
«Niente che siete meravigliosi insieme. È davvero bello quello che state facendo per sostenervi a vicenda...»
Seth si alza assonnato. Bacia la fronte di Camille poi si fa riempire una tazza di caffè per svegliarsi. «Non dormivo così bene da mesi! Che cazzo c'é in quel divano? Un sonnifero?» sbadiglia avvicinando Camille con un braccio attorno alle sue spalle. Lei lo imbocca prima di alzarsi. «Vado a fare una doccia poi scendo da Anya», bacia Seth e sparisce dalla cucina. Capisco che mi ha lasciato da sola con il mio amico.
Seth sembra imbambolato mentre lei recupera degli indumenti puliti. Schiocco due dita davanti.
«Hai la stessa espressione se non peggio quando guardi Emma!»
Alzo le mani. «Non ho detto niente!»
«I tuoi occhi si! Allora? Recuperiamo Mark e Jason e usciamo?»
Annuisco mentre riordino la cucina. Seth mi aiuta anche se è un disordinato cronico. Non voglio lasciare a Emma ogni compito. Non so nemmeno perché sto pensando a questo.
Con Seth passiamo a prendere Mark e Jason per una giornata tra amici. Quando ci ritroviamo in auto però, ci guardiamo come degli stupidi. Non sappiamo cosa fare. Siamo cresciuti ormai. Non è più come prima dove bastava una gara per tenerci allegri e uniti. Mark ha una figlia, io sto cercando di recuperare con mia moglie, Jason ha la testa tra le nuvole per un ragazzo, Seth programma viaggi con Camille.
Il mio telefono vibra. È David.
«Posso unirvi a voi? Lexa mi sta dando il tormento per dei sottobicchieri per la cerimonia!»
Ridiamo visto che è in vivavoce. «Passiamo a prenderti!»
«Sono già fuori!» brontola disperato.
Ormai mancano poche ore alle loro nozze. Non so come ci si sente durante i preparativi. Con Emma abbiamo bruciato ogni tappa. Ho pensato più volte di farle una sorpresa ma ho visto come era spaventata quella notte all'hotel e non credo sia ancora pronta per un'altra proposta di matrimonio. Ho notato che accetta questa nuova e strana situazione anche se spesso le sue paure prendono inevitabilmente il sopravvento.
Ho ancora davanti i suoi occhi spaventati quando sono andato a prendere le valigie. Li ho capito che ha bisogno di qualcuno accanto, di avere almeno una certezza, di sentirsi al sicuro, a casa. Sto provando ad essere tutto per lei.
David entra in auto disperato. Sospira un paio di volte raccontando dei capricci di sua madre e dei litigi con Lexa.
«Non sposatevi mai!»
Ridiamo. «Io sono sposato e non ho questi problemi a parte quando Anya mi urla contro dopo una giornata di lavoro! Ethan sembra tranquillo quindi andrà bene...» dice Mark.
«Ma Ethan non ha ancora visto niente! Emma non ha preteso un fottuto centrotavola o un sottobicchiere di diverso colore!»
Ridiamo ancora. «Emma pretenderà di peggio!» aggiunge Mark ghignando.
«A me piacerebbe accontentarla...» replico mentre parlano tra loro. «In fondo non ha preteso chissà che cosa...»
«Ovvio! Basta guardarvi! Sembrate due che si beccherebbero una pugnalata a vicenda pur di salvarsi!» ribatte Seth.
«È vero! Due come loro non si vedono spesso in giro», parla Jason ancora con la testa tra le nuvole.
Passiamo parte della mattinata in un piccolo centro commerciale dove riesco a trovare una cravatta adatta al vestito. Ci fermiamo a pranzo in un piccolo locale. Dopo avere ordinato decido di chiamarla. Ho bisogno di sapere che sta bene.
«Emma tutto ok?» domando non appena risponde allegra.
«Si, oggi giornata un po' pesante ma chiudiamo prima visto che questa sera David intente festeggiare con voi ragazzi e Lexa fare le ore piccole per poi svegliarsi prima dell'alba come una pazza isterica...»
Avevo dimenticato che al matrimonio ci sarà anche Parker. Lui e Emma andranno sempre d'accordo. Dovrò sempre sentirmi in competizione con lui anche se si sono lasciati. Anche se ora lei sembra davvero serena. Anche se lui sembra avere accettato il suo posto.
«Dimmi che ci vedremo almeno due minuti»
Ride. «Hai ancora il borsone a casa mia no?»
«Si»
«Allora ci vedremo prima di cena! Adesso pranzo e torno al lavoro».
«Va bene piccola ma dimmi una cosa...», ghigno. «Cederai almeno questa sera?»
La immagino arrossire. Dopo l'altra sera non abbiamo più fatto sesso. Abbiamo avuto a malapena il tempo di vederci.
«Metterò il completino nuovo blu di pizzo...», mi provoca.
Passo una mano sul viso sorridendo mentre la immagino. «Ok, hai vinto! Buon pranzo e non affaticarti troppo, mi servi in forze!»
Ride. «Sei incredibile!».
C'è qualcosa che non va nel suo tono di voce. «Sicura di stare bene?» domando ancora.
«Parliamo dopo ok? Adesso scappo! Un bacio».
Rimango come uno stupido a fissare lo schermo mentre mostra la nostra foto quella scattata da Emma a Las Vegas con dietro la chiesetta. Ripenso alla sua risposta.
Mark richiama la mia attenzione con una gomitata così riscuotendomi domando a David cosa ha intenzione di fare per il suo addio al nubilato. A quanto pare ha organizzato una serata al locale dove ci saranno anche le ragazze così potremo tenerle d'occhio anche se prima di mezzanotte dovranno andare via come per tradizione. Lo sposo non può vedere la sposa prima delle nozze. Una cosa assurda visto che la vedrai poi per tutta la vita.
Mentre pranziamo continuo a pensare al tono di voce di Emma. Si è incupita per qualcosa che ho detto? Non vuole scherzare con me?
«Ti senti bene?» domanda Seth mentre si accende una sigaretta. Mi offre il pacchetto ma rifiuto. Non fumo da tempo e non intendo ricadere in vecchi vizi. «Si ma Emma non mi è sembrata poi così felice oggi», ammetto.
«Amico, dovresti smetterla con questa paranoia. Va da lei e chiediglielo».
Aggrotto la fronte. Chiedergli cosa?
Seth si rende conto che non ho ben capito la sua frase. «Chiediglielo come si deve! Quella ragazza non aspetta altro che te! Ti fai troppi pensieri quando la soluzione è solo una ed è la più semplice. Ti ama davvero e dopo tutti i casini in cui l'hai cacciata merita il suo giorno felice. Merita di vivere davvero la sua favola. Merita di avere te accanto perché ha fatto di tutto per te...»
Crede che io non lo sappia? Sono solo impaurito. Non troverò mai le parole giuste. La prima volta sono stato impulsivo ora dovrei ragionare, capire cosa vuole e dopo chiederle di sposarmi per come si deve. «Non è ancora il momento».
Seth sbuffa mentre i ragazzi si affiancano. «Che succede?» domanda David.
«Ethan ha paura a chiedere ad Emma di rinnovare i voti!» risponde Seth.
«Sono qui vi ricordo!» brontolo.
Mark mi lancia uno sguardo complice. «Fallo! Ora!»
«Cosa? No! Non se ne parla!» sbraito entrando in auto e scuotendo la testa.
«Stai solo mettendo tempo! Quella ragazza è da sempre cotta di te. Si è anche fatta accoltellare ti ricordo!»
Sbatto i palmi contro il volante. Attorno si crea uno strano silenzio. «Credete che non lo sappia?» sbraito. «Ogni cosa che le è successa è avvenuta a causa mia! Ora voglio solo chiederglielo per come merita e non irrompendo nel suo ufficio e spaventandola!»
I miei amici mi guardano stupiti della mia reazione. Sto accumulando troppo stress e non voglio scoppiare. «Scusate, sono solo un po' stanco!»
«No, non sei stanco. Sei solo un codardo!» Replica Jason sorprendendoci tutti.
«È rimasta al tuo fianco nonostante le tue menzogne. È rimasta al tuo fianco anche se ha perso un bambino. È rimasta al tuo fianco anche se hai continuato a tradire la sua fiducia. È rimasta al tuo fianco anche se aveva quel bel ragazzo accanto. Fattele due domande e datti una risposta. Devi solo inginocchiarti e aprire quel cazzo di cuore che già batte per lei! Se non lo fai tu, lo farà qualcun altro e fidati che soffrirai come un cane! Adesso se abbiamo finito, ho bisogno di annegare i miei problemi sentimentali davanti una bottiglia di alcol puro!» sbraita acido passando la mano sul ciuffo.
Avvio il motore e in silenzio ci dirigiamo al locale. Jason non è solito sbraitare in questo modo. Le sue parole mi hanno colpito. Hanno tutti ragione ma non sono sicuro. Non voglio rischiare in questo modo. Non posso perderla. Sarebbe un brutto incubo senza uscita se dovesse andarsene dalla mia vita.
Il locale è stato sistemato per una festa di addio al celibato e nubilato. Da una parte ci saranno le ragazze e dall'altra i ragazzi. Ovviamente conoscenti e gente famosa. Il locale sarà pieno di persone tra poche ore.
Aiuto David a portare le casse di birra e alcolici sotto il bancone mentre dentro la testa continuano ad affollarsi tanti, troppi pensieri.

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