When Everything Changes
Capitolo 64
''E quindi pensavo a Blaise, o James, o ci sarebbero anche Matthew e Andrew oppure possiamo dargli un nome di origine italiana come An-..'' ''Quando hai pensato a tutti questi nomi?'' Harry ridacchiò guardandomi per pochi secondi e riportano l'attenzione sulla strada.
Avevamo appena finito la visita dalla dottoressa ed in quel momento stavamo tornando a casa mia, e dato che, oltre alla macchina di mio fratello, c'era quella di Harry, decisi di tornare con quella per evitare che si perdesse.
''Beh, sono trascorsi dieci minuti da quando siamo partiti, non ti bastano?'' Lo guardai con sguardo serio ed immediatamente scoppiai a ridere vedendo l'espressione della sua faccia.
''Scherzo, ho pensato a lungo a dei nomi per il piccolo e già avevo scelto i miei preferiti, dovevo solo sapere il sesso.'' Gli strinsi la mano appoggiata al mio ginocchio. ''Ci pensi? Fra pochi mesi potremmo stringere a noi quella piccola creaturina.'' Sorrise teneramente Harry.
''Spero solo di essere alla sua altezza.'' Scossi il capo, osservando le macchine passare al nostro fianco.
''Piccola, sarai un madre fantastica e non devi mai pensare il contrario.'' Continuai a non guardarlo sentendomi improvvisamente non abbastanza per affrontare quella situazione.
''Piccola?'' Iniziai a mordermi il labbro in modo nervoso, non volevo parlarne in quel momento. ''Ascolta, sono anch'io nervoso per questa situazione. -Varcò il vialetto di casa e parcheggiò- E' tutto completamente nuovo per me, e si, anch'io mi sono sentito come se non fossi all'altezza o non sarei stato capace di crescere un figlio, ma solo a pensare al nostro bambino tutte le paure e l'incertezze sono volate via.'' Accarezzò la mia guancia e mi diede un bacio a stampo sulle labbra.
''Ma devi pensare che siamo insieme a combattere tutto questo, e ci riusciremo.'' Sussurrò e mi soffermai sulle sue parole. Eravamo insieme. ''Va bene?'' Annuii con sicurezza e lo baciai, necessitando quel contatto.
''Mi mette un'ansia assurda casa tua. Se a tuo padre non stavo simpatico la prima volta che venni qui, figuriamoci ora che ho messo incinta sua figlia.'' Harry parlò dopo essere sceso dalla sua macchina, ed intanto che mi aiutava.
''Sii solo te stesso, anche questa volta. Ormai i miei l'hanno accettato.'' Sorrisi comprensiva prendendo la sua mano, e dopo pochi istanti ci avviammo all'entrata di casa.
''Spero che alla fine di questo, mio figlio abbia ancora un padre.'' Harry parlò così a bassa voce, che quasi non lo riuscii a sentire, e forse era quello il suo intento.
Feci finta di niente, e stringendo ancora la mano di Harry, suonai il campanello. ''Ciao mamma.'' La salutai appena aprì la porta, e fui immediatamente stretta fra le sue braccia. ''Harry, entra. Stefano mi ha raccontato tutto, perché non ci hai avvisati prima? Saremmo potuti passarti a prendere all'aeroporto.'' Mamma l'abbracciò, ed Harry, senza pensarci due volte l'abbraccio di rimando.
''Non volevo creare disturbo, signora. E poi era una piccola sorpresa.'' Il riccio sorrise imbarazzato e con le guance leggermente arrossate, era davvero tenero. ''Ti ho già detto di chiamarmi Ginevra, e per questa volta te lo concedo, ma la prossima volta non farti scrupoli e chiamaci.'' Mamma ci fece strada in salotto dove trovammo papà.
''Dio, proteggimi.'' Percepii la voce di Harry in un piccolo mormorio, che fortunatamente gli altri non notarono. ''Signor Everdeen.'' Parlò poi con tono più sicuro e forte. ''Harry, mi chiedevo quando venissi a fare visita a mia figlia dopo che l'avessi messa incinta.'' Rimasi spiazzata alle sue parole, così come Harry. ''Papà!'' Esclamai, sperando che si scusasse.
''No no, ha ragione, sarei dovuto venirti a trovare più spesso.'' Harry passò lo sguardo da me a mio padre, che ricambiava il suo sguardo in modo freddo.
''Venite a tavolo prima che il pranzo si raffreddi.'' Mamma annunciò sperando di spezzare quella tensione. E dopo essermi messa qualcosa di più comodo, ritornai di sotto dove vidi gli altri esattamente come li avevo lasciati, e cioè seduti al tavolo ad aspettare, con mia mamma e mio fratello che cercavano di far interagire mio padre nelle discussioni con Harry.
''Mangiamo? Ho una fame assurda.'' Ridacchiai nervosamente e sedendomi affianco al mio ragazzo.
''Buon appetito.'' Ognuno mormorò, ed il pranzo procedette in questo modo, tra le occhiatacce che mio padre mandava ad Harry, che erano smorzate da mia madre.
''Signore, comprendo benissimo la sua collera nei miei confronti, perché so che in questi 9 mesi in cui conosco e sono stato con sua figlia la maggior parte dei giorni siamo stati lontani e pieni di rabbia e di delusione verso l'altro, ma, in quei giorni trascorsi insieme ci siamo amati e siamo stati felici come non mai, insieme. So che avere un figlio dopo così poco tempo e alla nostra età è davvero difficile ed irresponsabile, ma io amo sua figlia come non ho mai amato nessuno, ed è diventata parte fondamentale nella mia vita e poterne formare una famiglia insieme mi rende terribilmente felice. - Guardandomi mi sorrise, e cercò la mia mano, che non esitai a stringere- Ed ora vorrei solo che capisse che io non me ne andrò facilmente, malgrado i suoi comportamenti e la poca considerazione e stima che ha nei miei confronti, a meno che non sarà proprio Giovanna a mandarmi via. Con questo vorrei che almeno accetti l'idea di noi due insieme, perché ripeto, so che questa situazione è complicata, lo è per tutti, ma renderebbe le cose più semplici per entrambi.'' Harry parlò con il suo perfetto accento inglese mentre mia madre mise in tavola il dolce, e nessuno di noi si aspettava quel discorso, nemmeno mio padre, che dopo quel discorso sembrò riflettere.
''Lo farò, ma falla soffrire o falle del male, e non mi importerà di chi tu sia, te ne pentirai.'' Papà parlò e il suo sguardo si addolcì leggermente. ''Non si deve preoccupare di questo, la amo e farei di tutto per non vederla star male.'' Harry tese una mano a mio padre, che dopo pochi secondi la strinse facendo sorridere il mio ragazzo. E per poco non scoppiai a piangere dalla felicità per quel gesto.
''Okay, questa giornata mi ha già stancata, vado di sopra.'' Sbadigliai una volta pulito il tavolo. ''Si, vai a riposare. Finisco io qui.'' Mamma mi sorrise, e dopo aver ricambiato il gesto, mi avviai verso le scale.
''Oh no signorina, non salirà queste scale senza un piccolo aiuto.'' Harry mi apparve alle spalle, facendomi quasi prendere un infarto. ''Harry, mi hai spaventato.'' Mi lamentai con una mano sul cuore.
''Mi dispiace amore, non era mia intenzione.'' Trattenne una risata ed in pochi secondi mi trovai tra le sue braccia. ''Harry! Cosa stai facendo? Mettimi giù!'' Alzai di poco la voce quando iniziò a salire le scale. ''Harry, ti spezzerai la schiena, lasciami.'' Continuai dimenandomi. ''No, ma se ti stessi ferma mi aiuteresti.'' Ridacchiò lui, stringendomi di più a sé.
''In altri casi mi sarei preoccupato, ma dato che già è incinta non posso fare niente.'' Mio fratello sbucò dalla sua camera ridendo e contagiando anche Harry, cosa che però non avvenne con me, ovviamente.
''Stronzo.'' Mormorai quando superammo la sua porta. ''Non si dicono parolacce, ricordi?'' Harry mi imitò e rise ancora di più quando vide il mio broncio. ''Non usare le mie parole contro di me.'' Mi mise delicatamente sul letto e non riuscii a reggere molto la mia rabbia nei suoi confronti. ''Ecco, non mi piace vedere quel musone.'' Si mise su di me, facendo attenzione al mio pancione.
''Mi era mancato tutto questo.'' Sussurrai a poca distanza dal suo volto e portando le mie mani fra i suoi morbidi capelli. ''Anche a me, e parlando di questo, vorrei proporti qualcosa.'' Baciò le mie labbra con una lentezza quasi dolorosa.
''Dimmi tutto.'' Mormorai tra un bacio ed un altro, non volendomi mai staccare da quelle labbra.
''Parti e vieni a stare da me.'' Si bloccò e fissò i suoi occhi nei miei, in quel momento sbarrati per la sorpresa.
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When Everything Changes [H.S]
Roman d'amour''Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non s...