When Everything Changes
Capitolo 66
''Questa giornata sembra essere più faticosa di quello che pensavo.'' Harry ridacchiò nervosamente una volta arrivati alla fine delle scale.
''Solo mantieni la calma, e non far percepire loro la tua paura, altrimenti sarai fottuto.'' Trattenni la mia risata alla vista della sua faccia sconvolta.
''Non mi sei d'aiuto, piccola -sospirò- Ho già pregato Dio?'' Sbirciò attraverso la porta semiaperta del salotto e continuò subito dopo a mormorare. ''Io non sono mai nervoso, ma la tua famiglia, o meglio, tuo padre, è come se fosse pronto ad uccidermi da un momento all'altro anche dopo la nostra tregua.'' Deglutì per l'ennesima volta, e sospirò.
''E ancora non hai visto niente.'' Mi voltai verso la direzione della voce, trovando mio fratello mentre scendeva le scale. ''Allora, quale problema abbiamo ora?'' Ci raggiunse, affiancandoci.
''Avanti, io sono con voi.'' Parlò ancora Stefano, quando io ed Harry continuammo a restare in silenzio. ''Okay, ma dovrai aiutarci a questo punto.'' Presi la parola io, controllando sempre che i miei restassero al loro posto, ed iniziai a raccontare l'idea di Harry.
''Ragazzi, voi volete seriamente vedere la pazienza e la calma di nostro padre sparire, eh?'' Aggrottò le sopracciglia mio fratello, quando conclusi il mio discorso. ''Ma per me andrebbe bene, voglio dire, è anche normale che lui voglia starti accanto. Contate su di me.'' Ci sorrise lui, e senza proferire altra parola aprì la porta del salotto. ''Aspetta! Dove vai coglione?!'' Sussurrai quando entrò dentro la camera.
Stefano si sedette nel divano opposto ai miei e mi fece segno di seguirlo, così senza replicare mi sedetti al suo fianco, così come Harry. ''Tutti qui?'' Ci sorrise mamma, e continuò ''Valentina è tornata a casa sua ed ha detto che passava dopo per prendere le sue cose.''
''Oh, va bene.'' Annuii non prestando molto attenzione alle sue parole, ma stringendo con rassicurazione la mano del mio ragazzo.
''Tutto bene?'' L'attenzione di tutti fu su di me, e con un cenno del capo, mio fratello mi spronò a parlare.
''Si, perché non dovrebbe?'' Presi un lungo respiro stringendo ancora di più la mano di Harry. ''Stavo solo pensando che per le vacanze natalizie potremmo andare da qualche parte.'' Scrollai le spalle, mantenendo un tono di voce calmo e tranquillo.
''E dove precisamente?'' Papà mi guardò con occhi sospetti, ed ero certa che avesse capito tutto. ''Pensavo che potreste stare per quel periodo a casa con me e con la mia famiglia, per passare un po' di tempo insieme.'' La voce di Harry precedette la mia, e ne fui grata, perché non sarei riuscita ad essere così diretta.
''Avete preso questa decisione, così, su due piedi?'' Mio padre guardò entrambi con sguardo duro, che non faceva trapelare niente tranne un velo di curiosità. ''No, ovvio che no signore, pensavo questo da un po' di tempo ed aspettavo con ansia questo momento.'' Rispose con fermezza Harry.
''Per me va bene, possiamo anche andare a preparare le valige.'' Guardai mio fratello, che mi fece l'occhiolino. ''Peccato che non sei tu quello che deve decidere.''
''Oh andiamo, di cosa avete paura ormai? Ancora non avete capito quanto si amino l'un l'altro? Allora perché dovete mettergli i bastoni tra le ruote? La loro è già una situazione complicata, malgrado tutto ciò che hanno passato, non mettetevi anche voi contro, e per una volta pensate al bene di tutti e tre.'' Stefano sputò fuori con severità, e senza un minimo di tremore, ed era in momenti come quelli che mi accorgevo di quanto valesse per me il suo appoggio ed il suo supporto nella mia vita.
''Lasciamoli pensare un po' e schiarire un po' le idee.'' Feci segno ad entrambi i ragazzi ai miei fianchi di andarcene, alzandomi.
''Aspetta, - Bloccai i miei movimenti quando papà parlò- Tua madre è al corrente di tutto e le andrebbe bene?''
Trattenni il respiro a quelle parole, vedendo come a poco a poco si stesse sciogliendo. ''Certo che si, anzi, non vede l'ora di conoscere Giovanna e tutti voi.'' Harry mi affianco alzandosi, con un lieve sorriso speranzoso sul volto.
''E quando sarebbe la partenza?'' Continuò mia mamma. ''Come ho spiegato prima a vostra figlia, la promozione dell'album finisce il 30 novembre, e pensavo che per il primo dicembre potesse essere perfetto. -prese una piccola pausa- Avrei voluto volentieri fare molto prima, ma sarei stato comunque assente tutto il mese di novembre e quindi non sarebbe cambiato molto.''
I miei genitori si scambiarono una lunga occhiata, questo fino a quando Harry non continuò a parlare. ''Riguardo il viaggio potreste usare il mio Jet privato, oppure se volete ho già controllato gli orari degli aerei, che mi permetterei di pagare personalmente per questa situazione che ho creato.''
''Non disturbarti con il tuo Jet, se verremo, useremo un normale aereo e poi-...'' ''Quindi questo è un si?'' Chiesi speranzosa io, interrompendo le parole di mio padre. ''Questo è un forse.'' Rispose mia mamma alzando un sopracciglio.
''Ma mamma!'' Esclamai con occhi supplicanti. ''Niente ma, sai che non possiamo decidere senza prima rifletterci.''
Rimasi per qualche secondo in silenzio, fino a quando annuii ai miei genitori ''Va bene prendetevi tutto il tempo che volete, vado di sopra.''
Sospirando salii le scale, arrivando esausta alla mia camera. ''Piccolino, perché devi essere così pesante, mh?'' Ripresi fiato, accarezzando la mia grossa pancia e sorridendo quando percepii dei lievi movimenti.
''Presto uscirà da lì e potremo finalmente tenerlo tra le braccia.'' Mi voltai verso di Harry, appoggiato allo stipite della porta della mia camera. ''Non dovresti comportarti in quel modo con i tuoi, li capisco benissimo e avrei fatto la stessa cosa se fossi stato in loro.'' Si avvicinò circondandomi la vita ed appoggiando la sua testa sulla mia spalla.
''Quale genitore vorrebbe la propria figlia incinta a quest'età? -Rimasi in silenzio- E poi dopo tutto ciò che hanno passato è normale che non vogliano che tu vada da una parte all'altra del mondo.'' Continuò a sussurrarmi nell'orecchio, con il suo solito tono rassicurante.
''Ma non partirò da sola, ci saranno anche loro quindi non vedo quale sia il problema.'' Sbuffai per l'ennesima volta quel pomeriggio.
''Dagli solo un po' di tempo e vedrai che accetteranno la nostra proposta.'' Iniziò ad indietreggiare verso il letto fino a quando non si sedette su di esso. ''Lo spero.''
Si appoggiò sulla spalliera e divaricò leggermente le gambe, facendomi cenno di avvicinarmi, cosa che non mi feci ripetere due volte. Così restammo in quella situazione per non so quanto tempo, ma era come se stessi in paradiso. Avere Harry lì, al mio fianco che mi stringeva a sé, sussurrandomi parole dolci e rassicuranti mentre accarezzava il mio pancione, era tutto ciò che potevo desiderare.
''Harry ma, per quanto tempo resterai qui?'' Chiesi a bassa voce, non volendo ascoltare la sua risposta. ''Harry?'' Lo richiamai quando non sentii alcuna parola.
''Fino alle 10 di questa sera, abbiamo un'intervista molto importante domani mattina.'' Dopo pochi minuti parlò, ma avrei preferito che non lo facesse.
''Oh.'' Fu l'unica cosa che fui in grado di dire, così cercai in tutti i modi di godermi quegli ultimi momenti insieme, consapevole che, se tutto fosse andato bene, l'avrei visto dopo un mese.
''Posso entrare?'' Dopo alcuni minuti mia madre bussò alla porta, ed ebbi soltanto il tempo di spostarmi da Harry, che lei l'aprì.
''Harry, posso parlare con mia figlia in privato?'' Parlò subito lei. ''Certo, vado in salotto.'' Rispose Harry, accennandomi un saluto.
''Di cosa vuoi parlarmi mamma?'' Le feci segno di sedersi al mio fianco e così fece. ''Secondo te?''
''Del viaggio giusto?'' Le sorrisi lievemente, cercando di essere il più dolce possibile. ''Si, e riguardo questo, vorrei dirti di non abituarti all'idea di andare a casa di Harry.'' Mi sorrise di rimando appoggiando la sua mano sul mio ginocchio.
''Questa volta è un si?'' Esclamai sul punto di urlare. ''Si tesoro, lo è.'' E bastarono quelle parole a rendermi la ragazza più felice del mondo.
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When Everything Changes [H.S]
Romance''Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non s...