XLIX

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La prima cosa che io e Tori facciamo non appena arriviamo in centrale è accettarsi che nostro padre non sia qui.
Non ho voglia di vederlo per ora, e non ho nemmeno intenzione di mostrargli o di dirgli che ho capito tutto, che so ogni verità.
Uso la carta che ho preso da mio padre per accedere nei vari uffici e strapiombo così direttamente in quello di Parrish.
La stanza in cui lavora è abbastanza piccola e disordinata: c'è una scrivania di legno, penso di ciliegio, piena di archivi, raccoglitori e fogli sparpagliati dappertutto.
Il vicesceriffo non è seduto alla sua scrivania, come sempre, ma ora non si trova nella sua stanza.
Lo intravedo attraverso le vetrate dell'aula affianco, dove lavora mio padre, che al momento è assente, per fortuna.
Uso la card per passare ed apro la porta.
Parrish sta sicuramente cercando qualcosa, lo si vede dal modo in cui butta voracemente dei raccoglitori per terra o mette in disordine lo scaffale della libreria, dove ci sono dei documenti dei vari omicidi o scomparse della settimana in corso, e a Beacon Hills ce ne sono parecchi.
"Parrish". Lo chiamo, facendolo sussultare e girare di scatto.
"Stiles, Tori...Tori?" Il ragazzo lascia stare quel che stava facendo e viene incontro a mia sorella per abbracciarla. Ella sembra un po' basita, ma ricambia il dolce abbraccio.
"Sono così contento, dopo tanti anni ci siamo rivisti! Ma voi due siete parenti?" Ma non è una cosa ovvia?
"Certo che siamo parenti, io e Stiles siamo fratelli", ribatte Tori, come se fosse la cosa più ovvia e scontata che ci sia.
"Oddio, che bello, non ci posso credere! Come stai?"
"Tutto bene, ma adesso è troppo lungo da raccontare il tutto".
Prima che Jordan possa ribattere, intervengo io.
"Che stavi facendo prima, nell'ufficio di nostro padre?"
"Oh, nulla, cercavo delle cose su mio fratello.
Sai, è tanto tempo che cerco di capire chi sia, ma non riesco mai a trovare nulla", risponde desolato, senza sapere che noi siamo a conoscenza di tutto.
Mi avvicino un po' più a lui, per dargli un po' di conforto.
"I documenti che cerchi sono probabilmente sotto terra, negli archivi veri e propri.
Se vuoi controllare tu, vai, ti accompagneremo, ma io e Tori sappiamo qualcosa che tu non sai".
L'espressione del suo viso ora è totalmente rilassata, ma i suoi occhi stanno diventando lucidi.
"Oddio, ragazzi, vi prego, ditemi tutto".
Io e Tori ci scambiamo un'occhiata, poi chiediamo al ragazzo di seguirci fino alla mia Jeep.
Stavolta decido io di guidare la mia auto visto che Tori non sa dove si trova la casa di Isaac e Jordan, beh, lui non sa proprio cosa stiamo per fare.
Per tutto il percorso egli, che si trova dietro di noi, si sporge per farci domande del tipo "Cosa dobbiamo fare? Dai, ho l'ansia!" o "Dove siamo diretti?" oppure si guarda intorno, muove velocemente le sue gambe e le sue braccia, probabilmente per l'ansia accumulata.
"Bene Parrish, siamo arrivati!". Esclamo quando parcheggiamo davanti ad una villetta nella periferia della città.
È una casa abbastanza grande, ma un po' vecchia. È di un colore strano, che va dal giallo al terra di Siena bruciata, e la superficie è piena di crepe.
"Che ci facciamo qui?". Chiede il vicesceriffo, ma io non gli rispondo.
Per mia fortuna, Isaac è fuori, nel giardino di casa sua, e sta leggendo dei fumetti.
"Isaac!" Lo chiamo ad alta voce e lui, meravigliato, lascia stare il suo giornalino e viene verso di voi.
"Stiles, ragazza che non conosco e vicesceriffo, come posso esservi d'aiuto?", chiede quasi ironicamente, facendoci ridere.
"Allora, innanzitutto la ragazza che non conosci è mia sorella Tori", mi fermo un secondo mentre mia sorella allunga la mano destra verso Isaac, che ricambia stringendogliela con la sua, "comunque sono qui per... vabbé, vado dritto al dunque. Entrambi sapete di avere un fratello scomparso, che non avete mai incontrato. Bene, guardatevi in faccia". Si girano, come ho detto, un po' straniti perché forse non hanno capito che intendo.
"Osservatevi, notate qualche somiglianza tra di voi?", chiedo, ma i due fanno cenno di no con la testa.
"Mh, se osservate bene, noterete che tra di voi c'è molto in comune. I lineamenti sono davvero simili, la bocca è..." Mentre facevo il mio discorso, Parrish salta ed esclama "È lui, è mio fratello, è quello che mi vuoi dire?".
Annuisco soddisfatto e vedo gli occhi dei due riempirsi di lacrime di gioia.
"Ragazzi, dopo vi faccio vedere i documenti, che mia sorella Tori ha preso qualche anno fa dagli archivi", aggiungo.
Li osservo mentre i due fratelli si abbracciano: si stringono l'un altro, è un abbraccio sincero, anche se non sapevano niente.
Da oggi in poi ognuno dei due avrà l'amore fraterno che non ha mai avuto.

salve!
come va?
scusate la luuunga assenza e mi dispiace che arrivo con un capitolo così, povero di contenuto.😯
praticamente ho avuto tanto da fare perché, oltre ai compiti e la pallavolo agonistica, domani è il compleanno di mia sorella e ho una cresima, dopodomani vado a Porta Di Roma per incontrare Benji&Fede (oggi è uscito il loro album 0+) e ho dovuto fare tante cose per ciò.😵
comunque ieri ho sclerato troppo, perché Ariana verrà a Roma ed io sono davvero troppo contenta djjwgdkssbkw, visto che i miei mi hanno detto di sì.😍
spero di riuscire a prendere i biglietti.🙈
anyway, vi ho detto cose che non vi interessano, ma ora vorrei RINGRAZIARE tutti voi perché due giorni fa sotto il titolo della mia fan ficion è uscito #994 IN FANFICTION, ed è davvero bellissimo, per cui grazie mille a tutti!❤
Miry.

YOU'RE MY MOONLIGHT [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora