Capitolo 13

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Il loro non era un addio, ma, anche se la maggior parte delle sue cose era rimasta lì, Rachel sapeva che Yvonne non sarebbe più tornata a Westwood. Ne ebbe la certezza quando, un paio di settimane dopo, le chiese di spedirle il resto dei vestiti. Doveva lasciarla andare. L'avrebbe raggiunta una volta trovato Taylor Kingston.

All'inizio, ai notiziari locali non si parlava d'altro. Poi il numero di telefonate si era ridotto drasticamente, la pioggia aveva sbiadito le foto segnaletiche che avevano sparso per la città rendendo irriconoscibile il volto dell'uomo che stavano cercando. Anche se la sala operativa non era stata del tutto smantellata, nessuno, a parte un paio di centralinisti, si stava più occupando attivamente delle indagini. Il motivo era sempre quello, non c'erano soldi e non mancavano altri casi di cui occuparsi.

Rachel era cresciuta in mezzo ai poliziotti, non aveva bisogno di una squadra per procedere con l'indagine. Doveva concentrarsi su ciò che sapeva.

Tre ragazze bionde. Una assassinata, una aggredita e un'altra... ingannata? Era questo che era accaduto a Yvonne?

Appuntò tre foto sulla bacheca che aveva allestito in quella che era stata la camera della sua migliore amica. Poi scrisse un nome in stampatello, Taylor Kingston. Chi era? Cosa voleva da lei? Isolarla allontanando Yvonne? Spaventarla? Ucciderla? Perché era così ossessionato da lei? Quando era iniziato tutto? E quando avrebbe avuto una fine?

Riprese a correre nel bosco, non avvertiva più la sensazione che qualcuno la osservasse. Forse Kingston se n'era andato o forse era solo ciò che voleva farle credere.

Sia Richard che A.J. si erano raccomandati di stare lontano da lei, ma quando correva perdeva la cognizione del tempo e dello spazio e si era ritrovata proprio di fronte all'appartamento di Abby.

«Credevo che non ti occupassi più del caso.» la ragazza le passò una tazza di caffè. Aveva cambiato taglio di capelli, erano corti fino alle spalle, lisci e con la frangetta. Era il suo modo per superare l'accaduto o forse voleva solo sembrare un'altra persona, proprio come aveva fatto Phoebe anni prima.

«Ormai siamo a un vicolo cieco.» ammise, «Però magari ti era venuto in mente qualcosa.»

«Purtroppo no.» rispose nervosa, guardando prima l'orologio, poi la porta e, infine, il cellulare, «Mi dispiace per la tua amica. Deve averla scambiata per questa Phoebe, proprio come è successo a me e a Chloe Horowitz.»

Rachel deglutì, ignorando la gola improvvisamente secca e il battito del cuore accelerato

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Rachel deglutì, ignorando la gola improvvisamente secca e il battito del cuore accelerato.

Poi la loro attenzione fu catalizzata dal rumore di chiavi che giravano nella serratura e da A.J. che entrava con un sacchetto di carta contenente gli ingredienti per la cena.

La fissò sorpreso, «Cosa fai qui?»

«Semplice visita di cortesia.» Rachel si alzò in piedi, «Me ne stavo giusto andando.»

Il detective l'accompagnò alla porta senza dire una parola.

«Farai la spia con Richard?» gli domandò.

«Ti avevamo detto di non intrometterti.»

«Ora capisco il perché.»

«Non è come credi.»

«Non dovresti uscire con lei, finirai col compromettere l'indagine.»

«Non c'è più nessuna indagine, Rachel. Taylor Kingston è sparito nel nulla. È ora che tutti noi voltiamo pagina.»

«Per tutti intendi tu e la tua nuova ragazza?»

«Non sono...»

«Non sono affari miei, lo so.» lo interruppe, «Non m'interessa. Non siamo fidanzati, non lo siamo mai stati.»

«Abby lo sta superando. Se le piombi in casa così, senza preavviso, le farai solo rivivere brutti momenti.»

«È la nostra unica testimone.»

«Ci ha già detto tutto. Ora vuole solo andare avanti con la sua vita, così come dovresti fare tu.»

Per Rachel non era così facile. Abby era la ragazza sbagliata nel posto sbagliato, con la sfortuna di assomigliarle. Forse era proprio per quel motivo che aveva deciso di cambiare taglio di capelli.

«Perché le hai detto chi sono? Non me l'ha detto esplicitamente ma l'ho capito. Sa che mi chiamo Phoebe e che è stata accoltellata perché Taylor Kingston l'ha scambiata per me.»

«Dovevo parlarne con qualcuno.» ammise il detective, «Abby sa ascoltare.»

Rachel scosse la testa, incredula che proprio a causa del suo passato A.J. si era avvicinato a Abby, allontanandosi da lei.

«Mi dispiace di come sono andate le cose tra noi.»

«Sì, anche a me.»

La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora