Gli piaceva che A.J. insistesse tanto per accompagnarla al lavoro, che si prendesse costantemente cura di lei. Abby non rifiutava le sue premure come invece avrebbe fatto Rachel e A.J., in cuor suo lo sapeva. Non sarebbero mai stati felici insieme.
Durante il tragitto in macchina, Abby ripensò a tutte le volte che stava per andare via da Westwood, era troppo pericoloso restare e ormai non aveva più niente lì, poi, quando finalmente si era decisa, A.J. aveva bussato alla sua porta, mentre lei stava finendo di preparare le valigie.
«E così... te ne saresti andata via senza dire niente?» le aveva chiesto lui davanti a una tazza di cioccolata fumante.
«Non c'è molto da dire.»
Le dispiaceva per A.J., vederlo in quello stato, pallido e con la barba incolta. Un'altra vittima di Phoebe, proprio come Oliver.
«Mi sei mancato.» si lasciò sfuggire Abby a un tratto.
Il detective le sorrise, «Tu eri così dolce con me. Stavamo bene insieme. Mi dispiace di aver rovinato tutto.» ammise, «Non avrei mai voluto farti soffrire, devi credermi.»
«Lo so. Tu sei un bravo ragazzo, A.J., ma hai scelto lei. Nonostante stessimo bene insieme o io fossi dolce. Mi dispiace che Rachel sia morta e che tu stia soffrendo per questo, ma io non voglio essere il rimpiazzo di nessuno. Non più.» Abby si era incamminata verso la porta, «Devo andare ora. O perderò il mio autobus.»
«Lascia almeno che ti accompagni a casa.»
Durante il tragitto in macchina, A.J. aveva accostato all'improvviso, senza dire nulla. Abby si era voltata verso di lui e aveva visto che stava piangendo. D'istinto l'aveva stretto a sé, «Andrà tutto bene. Andrà tutto bene.» gli ripeté e ne era convinta. Ora che Phoebe era morta.
«E così stai con Abby adesso?»
Giacca di pelle, capelli portati indietro, la barba ben curata. Non era più il ragazzo che aveva conosciuto un anno prima, era un uomo che aveva perso la sorella e che per poco non era morto anche lui.
«Leon.»
Doveva averli visti mentre accompagnava Abby in ospedale, chissà se si era accorto che era incinta. Probabilmente no, la pancia si intravedeva appena.
Leon fece un passo verso di lui, «Come fai a passare da una all'altra così, come se niente fosse?»
«Come puoi dire questo? Sono stato malissimo dopo che tua sorella è morta, Abby mi è stata vicina, mi ha aiutato ad andare avanti.»
Gli aveva dato una ragione per alzarsi la mattina, ma questo preferì non dirlo a Leon.
«Tu sai quello che provavo per Rachel.» A.J. lo fissò, «O forse no, visto che non ci hai messo un secondo a puntarmi il dito contro.»
«Mi dispiace. Noi non avremmo mai dovuto dubitare di te. Ci siamo fidati di quello che aveva detto Lenny, gli abbiamo creduto ciecamente.» si giustificò Leon, «Mai e poi mai avrei pensato che qualcuno l'avesse manipolato.»
«Già. Taylor Kingston gli ha fatto il lavaggio del cervello. L'ha persino convinto che tu... Lasciamo perdere.» A.J. fece un respiro profondo, «Siamo stati sempre insieme negli ultimi giorni, Cristo! Ero a casa vostra tutte le sere. Non le avrei mai fatto del male, io... ero innamorato di lei. »
«Anche Oliver era innamorato di lei. Per questo, mia sorella non si fidava più di nessuno.»
«E questo lo posso anche capire. Ma tu... saresti dovuto essere quello razionale, avresti dovuto farla ragionare.» lo rimproverò, «Sai qual è il mio più grande rimpianto? Non sono riuscito a convincerla. Le ultime parole di tua sorella erano piene di rabbia e sospetto. Quello che abbiamo passato non ha contato nulla.»
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La ragazza dagli occhi di ghiaccio
Mystery / ThrillerRachel, la ragazza dagli occhi di ghiaccio, ha un passato difficile, di cui non parla volentieri. Ogni anno, il giorno del suo compleanno, riceve una rosa rossa ed un biglietto di auguri da parte di uno sconosciuto. Chi perseguita Rachel? C'entr...