Era stato lo spirito di sua sorella o, più probabile, il coagulo di sangue che le si doveva essere formato nel cervello a condurla fin lì. Il tempo stringeva, Leon era sempre più impaziente di tornare da Yvonne e la possibilità di scoprire qualcosa di significativo si stava facendo sempre più remota.
Teresa Miller le passò un vecchio album di fotografie, «Negli anni, in molti mi hanno guardato con compassione, credendo che per me sarebbe stato meglio se mio figlio fosse morto quel giorno, piuttosto che continuare a vivere nella sua condizione.»
Iris osservò quel bambino paffuto, così diverso dall'omone che le aveva fatto sbattere la testa contro al pavimento finché non era svenuta. Cercò di scacciare via quell'immagine, quella sensazione di impotenza.
«Naturalmente mi dispiace per quello che è successo in ospedale.» continuò Teresa come se l'avesse letta nella mente.
«Oh, non si preoccupi. Non sono qui per questo.» chiuse l'album con un colpo secco, «So che Lenny non voleva aggredire me e, se l'ha fatto, è perché gli ho ricordato qualcuno. Qualcuno che ha visto la notte in cui Maggie Doyle è stata uccisa.»
«Naturalmente.» Teresa sospirò. Neppure quelle ragazza, di primo impatto così carina e gentile, si stava interessando davvero a Lenny.
Tutti si aspettavano che suo figlio ricordasse cos'era successo quella terribile notte, che indicasse l'assassino di Maggie tra le foto che la polizia gli aveva mostrato, foto di criminali mischiate a quelle di comuni cittadini di Westwood.
Quello che nessuno sembrava ricordarsi era che anche Lenny era una vittima. Era sopravvissuto, certo, ma la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Suo figlio non sarebbe mai stato autonomo, era stato questo il responso dei medici quando avevano dimesso Lenny dall'ospedale. Teresa si svegliava nel cuore della notte, con il fiatone, domandandosi cosa ne sarebbe stato di suo figlio quando lei e Joe non ci sarebbero stati più per lui. O se Lenny avesse davvero visto l'assassino e questi fosse tornato per finire quello che aveva iniziato, per liberarsi dell'unico testimone che poteva incastrarlo.
Poi gli anni erano passati, Lenny era cresciuto sereno, nonostante quello che gli era successo, nonostante gli atti di bullismo a cui veniva costantemente sottoposto. A.J. era l'unico che gli era rimasto amico, almeno fino agli avvenimenti dell'anno precedente, quando le aveva detto che era necessario fare qualcosa per Lenny, per la sua sicurezza e per quella degli altri. Non necessariamente in quell'ordine.
Joe si era subito mostrato d'accordo con A.J., le aveva detto che loro due ormai erano anziani e non potevano più occuparsi di Lenny come quando era piccolo. Per la prima volta in quasi quarant'anni di matrimonio, aveva odiato suo marito.
«Vedrai, è la cosa giusta.» le aveva detto, «Sia per Lenny che per noi. Finalmente potremo goderci la pensione.»
Teresa si era occupata di Lenny per così tanti anni che non sapeva di farsene di tutto quel tempo libero.
«Aveva lavorato spesso per voi?» domandò Iris riportandola al presente, «Maggie Doyle, come babysitter.»
«Conoscevamo i suoi genitori, Harry aveva detto a Joe che sua figlia cercava un lavoretto dopo la scuola, per guadagnare qualche soldo extra. E allora ci siamo detti: "perché no?". Maggie era una brava ragazza, frequentava la giusta compagnia di amici, aveva buoni voti... e Lenny non era mai stato un bambino impegnativo, almeno fino a quel momento.»
«Avevate qualcosa di prezioso in casa?» domandò Iris, «Gioielli, contanti... Una cassaforte.»
Teresa inclinò leggermente la testa, «Sì, avevamo qualcosa di prezioso. Qualcosa che ci è stato portato via e che nessuno potrà mai ridarci.»
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La ragazza dagli occhi di ghiaccio
Mistério / SuspenseRachel, la ragazza dagli occhi di ghiaccio, ha un passato difficile, di cui non parla volentieri. Ogni anno, il giorno del suo compleanno, riceve una rosa rossa ed un biglietto di auguri da parte di uno sconosciuto. Chi perseguita Rachel? C'entr...