Trovarono Ethan all'alba del giorno dopo. Fu una coppia a passeggio col proprio cane a dare l'allarme e a chiamare la polizia.
Quando Richard le telefonò, Rachel stava facendo colazione con Leon che si lamentava perché il bacon non era abbastanza croccante. Entrambi credevano che Ethan stesse ancora dormendo nella stanza di Yvonne.
«È stato colpito più volte con qualcosa che sembra essere una grossa mazza da baseball. È grave, ma è ancora vivo.» la rassicurò Richard.
«La situazione clinica è difficile.» spiegò il dottor McNeal in ospedale, «Ha subito un trauma cranico. La prima operazione è andata bene, ora lo stiamo tenendo in coma farmacologico per dare tempo al cervello di riprendersi. Ha un ematoma che va operato al più presto, non appena le sue condizioni si saranno stabilizzate.»
A Rachel e a Leon non serviva ascoltare termini medici per capire che la possibilità che il vecchio detective si risvegliasse era tutt'altro che concreta. Quando il vecchio detective e Leon si erano presentati alla sua porta, Rachel avrebbe dovuto mandarli via. Si era resa ancora più vulnerabile e il suo stalker ne aveva approfittato. Non era servito a niente il fatto che il suo amico fosse un poliziotto e che fosse armato.
L'aggressore non aveva lasciato una rosa rossa, ma Rachel sapeva che Ethan era in punto di morte per colpa sua.
«D'ora in poi sei sotto sorveglianza.»
Rachel stava per replicare, ma Richard la zittì, «Non si discute. Se vuoi farti ammazzare, fallo fuori dalla mia giurisdizione.»
Era stata assegnata a Gavin Prescott, un cagasotto che aveva incrociato un paio di volte al poligono di tiro. Avrebbe dovuto badare anche a lui, oltre che a Leon. Era quasi peggio di essere completamente sola.
«Devi andare via. Non capisci? Devi stare lontano da me.» disse a Leon una volta a casa, «Colpisce le persone che mi sono vicine. Prima Yvonne, ora Ethan. Il prossimo sarai tu e, se ti dovesse fare del male, non potrei perdonarmelo.»
«Io sono qui per te, Phoebe. Sono qui per te e non me ne andrò.» provò ad abbracciarla, ma la ragazza si divincolò.
«Il dottor McNeal mi sembra una brava persona, ma noi sappiamo chi potrebbe dare più chance a Ethan di svegliarsi.» disse Leon a un tratto.
«Tuo padre.» capì lei. Ray Corrigan era un neurochirurgo di tutto rispetto, non lo poteva negare, ma non potevano coinvolgerlo senza che loro madre ne venisse a conoscenza.
«Il dottor McNeal sembra un medico competente. Diamogli fiducia.»
«Dici così solo perché vuoi che nessuno sappia che Ethan è stato aggredito.» capì il fratello, «Dobbiamo dirlo a Damian.»
«No.»
«È suo figlio. Il suo unico figlio.» le fece notare Leon, «Gli farò promettere di non farne parola con nessuno.»
«E se Iris volesse venire con lui? È la sua ragazza, ricordi? E quando verrà qui e mi vedrà, correrà a dirlo a nostra madre.»
«Ethan è il migliore amico della mamma, hanno lavorato insieme per tanti anni e adesso lui potrebbe non svegliarsi mai più. Vuoi lasciarlo morire senza che lei gli abbia detto addio?»
«Ethan si sveglierà presto. E, se così non fosse, chiameremo Damian e la mamma. E chiederemo a tuo padre di operarlo di nuovo. Dammi solo qualche giorno.»
«Sempre che non sia troppo tardi.» Leon prese la giacca.
«Dove vai?»
«A trovare Ethan, per raccontargli di quanto sono stupido a dargli retta.» rispose lui senza guardarla, «Tu resta qui. Fatti una doccia, cerca di rilassarti, ma non lasciare l'appartamento. Per nessuna ragione.»
La ragazza lo guardò senza replicare, non l'aveva mai visto così.
«E, per una volta, una volta soltanto, fa' quello che ti viene detto.»
Rachel ubbidì, abbandonandosi, sotto al getto d'acqua calda, a un pianto liberatorio.
Quando tornò in soggiorno, trovò A.J. sul divano, «E tu cosa ci fai qui?»
«Leon mi ha dato le chiavi.» spiegò il detective, «Non voleva che stessi sola.»
«Io...»
«Sai badare a te stessa, lo so.» le disse A.J. come se le avesse letto nel pensiero, «Anche Ethan lo credeva. Aveva molti anni di esperienza alle spalle, eppure è stato colto alla sprovvista e ora rischia di morire.»
«Vattene via, A.J., lasciami in pace.» non aveva voglia di starlo a sentire, «C'è Prescott lì fuori, non ho bisogno di te. Vattene.»
«Come vuoi.» il detective si alzò in piedi e s'incamminò verso la porta, poi si fermò, «Prima però... Voglio sapere una cosa, Rachel.» la ragazza alzò lo sguardo su di lui, «Perché... ti dà così tanto fastidio il pensiero di stare con me?»
«Non mi dà fastidio. Stare con te... mi spaventa.» ammise, «Mi spaventa il fatto di essere ancora vulnerabile.»
«E credi che costruire un muro insormontabile intorno a te sia la cosa giusta da fare?» le chiese, «Sbagli, Rachel, non sai quanto. Quindi non rifilarmi queste stronzate, perché non sei l'unica ad avere sofferto. Io posso capire quello che provi.»
«Nessuno può capirlo.»
«Mettimi alla prova, allora.» la sfidò lui.
«Cosa vuoi che ti racconti? Di mio padre? Di Oliver? Che aspettavo un bambino da lui, ma ci sono state delle complicazioni e l'ho perso... È questo che vuoi sentire?»
«Io... Mi dispiace.»
«Vuoi che ti dica che odiavo mio padre perché se n'era andato via di casa? E odiavo mia madre perché era di nuovo incinta a quasi quarant'anni mentre io avevo perso il mio bambino?»
Finalmente A.J. riusciva a dare un significato al tatuaggio di Rachel.
«Avevamo scelto anche il nome, se fosse stata una bambina: Maisie.» mormorò, «Come la sorella di Oliver, morta quand'era piccola.»
A.J. avrebbe voluto chiamare sua figlia Maggie, ma era nato un maschio, «Mi dispiace. Non lo sapevo.»
«Tu non sai niente di me... perché io volevo così.»
A.J. l'abbracciò e Rachel lo lasciò fare, «Io volevo così. Volevo così.»
![](https://img.wattpad.com/cover/7135749-288-k228114.jpg)
STAI LEGGENDO
La ragazza dagli occhi di ghiaccio
Misteri / ThrillerRachel, la ragazza dagli occhi di ghiaccio, ha un passato difficile, di cui non parla volentieri. Ogni anno, il giorno del suo compleanno, riceve una rosa rossa ed un biglietto di auguri da parte di uno sconosciuto. Chi perseguita Rachel? C'entr...