«Stavo cercando proprio te, dove sei stato? L'hai saputo?» l'accolse Richard una volta che A.J. fu rientrato a casa.
«Certo che l'hai saputo, guarda che faccia che hai.» continuò il detective senza che A.J. avesse il tempo di rispondere, «Beh, ormai ne parlano tutti, anche se avrei preferito dirtelo io, faccia a faccia.»
«Vieni, siediti qui.» gli disse Abby, «Mentre io preparo il caffè.»
A.J. osservò la tavola della cucina perfettamente apparecchiata, aveva promesso a Abby la colazione più buona della sua vita per poi passare tutta la mattina a caccia di fantasmi e in preda ai ricordi.
«L'hai vista?» gli domandò Abby passandogli una tazza di caffè, «La sorella di Rachel?»
«La sorella...» ripeté lui.
Allora non stava impazzendo come aveva iniziato a temere, aveva davvero visto qualcuno al negozio di alimentari. Solo che non era Rachel, né il suo fantasma.
«Quando è arrivata?»
«Credo da un paio di giorni. Io l'ho vista ieri sera, al Dipartimento.» raccontò Richard, «Si è presentata. Iris Arberg. Stretta di mano decisa. Io l'avevo già conosciuta, al... funerale, l'anno scorso.»
«Già. Anch'io.» A.J. fece un respiro profondo. Come aveva fatto a non pensarci prima?
«Tutti biondi in famiglia.» le aveva detto la prima volta che l'aveva vista in ospedale, al capezzale di suo fratello Leon, in coma farmacologico.
«Solo noi tre.»Iris aveva fatto spallucce, «O forse dovrei dire noi due.»
A.J. le aveva offerto una tazza di caffè, «Le somigli molto.»
«Lo so, non fate che ripeterlo da quando sono arrivata a Westwood.» aveva alzato gli occhi per poi riabbassarli quasi subito.
«Mi dispiace.»
«No, figurati, per me è un complimento.» aveva abbozzato un sorriso.
«Avete gli stessi occhi.»
«Gli occhi di nostro padre. Gli occhi grigi degli Arberg.» aveva detto assumendo un tono di voce profondo, «Io ho anche il mento sporgente degli Arberg.» si mise di profilo, «Quello di mia sorella era più piccolo e grazioso.»
«I capelli.» disse a un tratto lui, «Anche i capelli sono diversi.»
II capelli mossi tagliati all'altezza delle spalle, quegli anelli hippie alle dita, i braccialetti, gli occhi truccati, le unghie con lo smalto blu sbeccato. Rachel non si truccava quasi mai. Così simili e, al tempo stesso, così diverse.
Doveva smetterla, doveva smettere di trovare somiglianze e differenze tra Rachel e sua sorella.
«È la classica ragazzina ricca annoiata.» si lasciò sfuggire Abby con un filo di voce, riportandolo al presente.
A.J sapeva quanto Abby odiasse le ragazzine ricche da quando una di loro aveva investito e ucciso il suo ragazzo del liceo, offrendo poi dei soldi alla famiglia di lui perché non la denunciassero.
«Non sapeva cosa fare quest'estate e così ha deciso di risolvere l'omicidio di sua sorella.» proseguì Richard, «Ma non c'è nulla da risolvere.»
«Dicono che voglia scrivere un libro.» ribatté Abby.
«Un libro?» domandò Richard.
Abby fece spallucce, «Suo padre non è uno scrittore famoso? Scommetto che non faticherà a trovare un editore. Le storie come questa... Vendono parecchio.»
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La ragazza dagli occhi di ghiaccio
غموض / إثارةRachel, la ragazza dagli occhi di ghiaccio, ha un passato difficile, di cui non parla volentieri. Ogni anno, il giorno del suo compleanno, riceve una rosa rossa ed un biglietto di auguri da parte di uno sconosciuto. Chi perseguita Rachel? C'entr...