7-Mekbuda

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Ancora l'alba. Per la sesta volta i Gemini avevano dormito fuori casa, lontani dai loro familiari e dal Colorado.
La lontananza dal loro mondo non era spaziale, come essi furono portati a credere fino al giorno prima, bensì temporale.
Erano lontani milioni di anni dalla loro epoca.
Per la prima volta non assistettero all'alba, o meglio all'accensione di Mebsuta e Mekbuda; tuttavia al disotto di esse Posto stava venendo irradiato dalla luce del giorno, che offuscava quella delle costellazioni e rendeva quel pianeta vivo e colorato, sebbene lo fosse solo all'apparenza.
Solamente l'altra faccia di Posto restava buia e oscurata.
Un canto mattutino destó i ragazzi dal loro sonno; non era il solito canto del gallo, ma piú simile a quello di usignoli che intonavano melodie tranquille.
"Stanno cantando" disse una voce rimbombante nella camera azzurra dei gemelli.
"Chi é...che sta cantando?!" fece la voce sonnecchiante di Xander.
Osmio era già sveglio da un pezzo, e nuotava lentamente nella sua boccia di vetro, descrivendo delle circonferenze.
"É ora di svegliarsi!" esclamó il pesciolino con le gambe.
"Ma di giá?!" domandó Ruben, contorcendosi tra le coperte azzurre.
Xander si alzó in piedi e andó verso una finestrella di vetro, i capelli mori arruffati e gli occhi verdi socchiusi contornati da occhiaie violette.
Stormi di strani uccelli colorati solcavano il cielo in tutte le direzioni, cantando allegramente.
"Strix?!" chiese Ruben, strizzandosi gli occhi.
Istintivamente cercó gli occhiali con le mani attorno a lui, poi si ricordó di indossare ancora le lenti di Silver.
"Ma no...sembrano piú, paradisee!" disse il fratello spalancando gli occhi.
"Ho sempre voluto vederle dal vivo, sono stupende!"
"Esatto Xander, sono gli Uccelli del Paradiso!" affermó Osmio.
"Oh buongiorno Osmio!" disse Ruben.
Mentre Ruben si alzava e raggiungeva il fratello per ammirare dalla finestra il volo degli Uccelli del Paradiso, quei grossi volatili dalle piume stravaganti e variopinte, nella camera a pareti viola tenue, le ragazze si erano giá alzate da un po', reduci da quella notte disturbante, mentre Lantanio stava ancora dormendo beatamente avvolto tra i suoi petali bianchi.
"Sveglia Lantanioooo!" urló Amy, intonando la melodia delle Paradisee.
"Sveglia sveglia Lantanioo,
che la notte é finitaaa...
il canto del gallo non é lontano,
e...
continua tu Kry!"
Krista guardó la sorella.
"Ehm...
che é durata troppo la tua dormitaaa!"
"Oh per tutti i lantanidi, ma che succede?!" gridó il girasole bianco.
"Svegliaaaaa!" continuó Amy.
Krista, divertita, si voltó ed andó ad afferrare il grosso ventaglio porpora adagiato sulla parete, che sembrava leggerissimo.
"Ferma ferma ferma..." ordinó Lantanio.
"Sveglia dormiglione!"
La ragazza agitó il ventaglio dall'alto verso il basso e una forte folata di vento colpí il fiore, che sarebbe caduto dal suo comó, se Amy non avesse afferrato il vaso.
Il vento vorticó per tutta la stanza; agitó le lenzuola dei letti e scompiglió i capelli alle ragazze.
"Che ti é saltanto in mente?!" ruggí Lantanio.
Krista rise.
"Oh scusami caro!"
La ragazza rimise a posto l'oggetto sul muro.
"Hai messo a soqquadro la stanza Kry!"
"Eh va bene, rimetteró a posto io!"
Di lì a poco sarebbe arrivato Kripto, il pipistrello viola, e avrebbe portato la colazione in stanza ai quattro gemelli.
"Toc Toc"
"Ragazzeee!"
Silver, tutto allegro e pimpante, bussó alla porta delle gemelle.
"Si arriviamo Sil!" rispose Amy, che si stava rivestendo col suo kimono rosa pallido a rose fucsia.
Anche Xander e Ruben si erano sistemati e, toltosi il pijama, si stavano rimettendo le divise colorate orientaleggianti.
"Mi danno un po' fastidio questi polsini d'oro!" disse Ruben riagganciandosi i due polsini.
"Io ci ho fatto l'abitudine!" esclamó Xander, allacciandosi la cintuta dorata con la calamita a forma di "α".
I ragazzi rindossarono gli stivali bianchi con le alette, i coprispalla piumati ed uscirono dalla camera, salutando il pesciolino Osmio.
Nel medesimo momento anche Krista ed Amy stavano uscendo dalla stanza, cosí si diedero tutti il buongiorno e si raccontarono tutto ció che avevano saputo e che era accaduto loro quella notte.
Kripto e Iridio, quell'enorme occhio arcobaleno, li stavano accompagnando sull'atrio centrale del Place-palace, proprio sotto la volta della cupola.
"Come hai dormito Sil?" chiese Ruben.
"Io benissimo. Era da tanto che non facevo una chiacchierata con Selenio."
Giunti in fondo al corridoio blu, si ritrovarono nella grande sala, che era identica a come la avevano vista la sera prima: la luce che entrava dalle vetrate era la stessa tutto il giorno, trovandosi l'edificio sopra Mebsuta.
Propus aspettava i ragazzi al centro dell'atrio, sotto all'enorme lampadario volante di cristalli.
"Ben svegliati!
Ho saputo cosa ti é successo stanotte Krista, e mi dispiace."
"Oh...é tutto ok ora!" disse la ragazza calma.
"Dunque, prima di partire, devo sistemare alcune cose, quindi avete un paio d'ore libere, e all'ora Kappa partiremo!"
I ragazzi erano spaesati, non conoscendo il modo in cui misuravano il tempo i postiani.
"Ora Kappa Posto = Ore 10 Terra!"
sopraggiunse la voce robotica di Iridio.
"Noi allora vi salutiamo Gemini!" intervenne Kripto, le ali svolazzanti.
"Ciao ciao Kri!" esclamó Amy.
"Dici a me?" fece la sorella.
"No, a Kripto!"
Le due creature volanti si congedarono e lo stesso fece Propus, lasciando i ragazzi e il folletto liberi di andare dove volessero.
"Bene...che facciamo?!" domandó Xander.
"Andiamo su Mekbudaa!" gridó eccitato Silver, a cui Selenio aveva dato un nuovo completino blu a stelline argentate, con tanto di berretto blu alato. La catena dorata con la bussola gli pendeva brillante dal collo.
"Ci accompagnerá Radon, la promessa sposa di Selenio!"
"Oh che bello!" esclamó Amy, pensando alla figura dei due folletti innamorati.
"Ok allora, andiamo!" incitó Ruben, convinto.
I ragazzi attraversarono l'atrio bianco circolare e, guidati da Silver, oltrepassarono una porta rosa.
Si ritrovarono magicamente all'aperto, fuori dal Place-palace, dove in lontananza si vedeva la tartaruga Torio che falciava il prato e li salutava con una zampa.
Il cielo puntinato di stelle era solcato da sciami di Paradisee colorate che cantavano allegramente.
"Ma sono gli Elohim!" esclamò eccitata Amy.
"Già...i loro cuccioli li abbiamo visti a Spatifillo!" continuò Amy.
"Sapete, sono proprio gli Uccelli del Paradiso, o Elohim che producono le nubi colorate che compongono la nostra Cromosfera!" spiegó Silver.
"Cromosfera...?!" esclamó incerto Ruben.
"E come fanno?" chiese Xander appassionato, ignorando il fratello.
"Bhe...insomma...
non so come spiegarlo..." balbettó il folletto "in parole povere ca...
aiutatemi a spiegatlo ragazzi! Loro ca... cioé ca...!"
"Fammi indovinare..." intervenne Krista sul punto di ridere "Le nubi sono la cacca di questi uccelli!"
"Ma che dici Kry?!" la rimproveró la sorella.
"Bravissima Krista! Ottima spiegazione!" convenne Silver.
Ruben e Xander si misero a ridere stupiti.
Attraversarono il prato sul retro del bellissimo Place-palace per raggiungere le alte mura di marmo bianco che proteggevano il quartier generale. Utilizzarono le calamite dorate agganciate alle loro cinte per aprire il cancello sul retro, e camminarono per raggiungere un punto, lontano un centinaio di metri dall'alto recinto dorato che contornava la Stella Maggiore.
Una piccola figura alata li attendeva sorridente.
"Salve Radon!" disse Silver inchinanadosi leggermente.
"Buongiornissimo ragazzi.
Sono lieta di fare la vostra conoscenza, io sono Radon, membro Rho dell'organizzazione!" esclamó con voce acutissima.
La creatura era una piccola fata con ali da libellula; aveva i capelli a caschetto lilla chiaro, gli occhi violetti e un completino rosa floreale.
"Piacere nostro!" disse Ruben.
La fatina teneva in mano un lungo scettro dorato con una cappia, proprio a forma di lettera greca Rho (ρ), simbolo della fata.
"Vi ho visti ieri sera nella Sala delle Riunioni, e devo riconoscere che siete FA-VO-LO-SI!"
"Oddio che carina..." bisbigliò Amy incantata.
Krista sgranó gli occhi, Ruben e Xander le sorrisero rivertiti.
"Lei e Selenio sono principe e principessa del Regno delle Fate della Notte, ad est!" sussurró Silver.
"Si...ci siamo passati con l'Asteroide laggiú!" osservó Krista.
"É lei che ha realizzato le vostre divise..."
"Allora, se siete venuti da me suppongo che vogliate andare a visitare Mekbuda!"
I cinque annuirono.
"Sará una passegiata...ahah" squittí la minuscola principessa.
"Possibile che i membri della Place-corp siamo tutti cosí piccoli e innocenti?!" bisbiglió Xander all'orecchio di Krista.
"É quello che mi sono sempre chiesta!"
Radon alzó in alto il suo scettro d'oro e disse:
"A-DO-RHO!"
Sul buco in cima allo scettro apparve come un sottile strato di acqua saponata.
"Al mio 'quattro' saltate piú in alto che potete, ok?"
Ruben ridacchió per il 'quattro' della fata.
"Sette...sei...cinque...quattro!"
I Gemini fecero dei grandi balzi, grazie al potere degli stivali della divisa; Radon agitó lo scettro e dal foro schizzarono cinque bolle gigantesche che inglobarono i gemelli e Silver.
"Che belloo!" gridó Ruben.
"Siamo dentro delle bolle...come al Luna-Park!" osservó Xander.
"Eeeee...andiamo!" gridó Radon.
La fata sfrecció nel cielo e le bolle iniziarono a seguire la sua traiettoria, guidate dallo scettro.
Estasiati da ció che riuscivano a vedere da dentro quelle bolle di sapone, i ragazzi attraversarono in volo il vasto prato di Mebsuta, per oltrepassare la recinzione d'oro al suo margine e passare nello spazio tra le due Stelle.
Finalmente da lì erano in grado di rivedere Posto, illuminato dalla luce del giorno, seppur velato dalle nubi colorate che caratterizzavano il suo cielo e componevano la Cromosfera.
Era uno scenario magico: se guardavano in basso era giorno, se guardavano in alto era notte.
"Acceleriamooooo!" intimò con voce squillante Radon, in capo al gruppo.
Le bolle dei cinque iniziarono a guadagnare velocitá e la figura della Stella Minore si fece sempre piú nitida e grande.
Era identica a Mebsuta, ma di dimensioni nettamente inferiori: uno spicchio di luna calante la cui faccia superiore ospitava un pratino tagliato all'inglese e dei cristalli fluorescenti.
"Ci siamo ragazzi!
Tra poco atterrerete su Mekbuda. Io me ne vado, ci vediamo fra un po'!"
"Ma come giá se ne va?" chiese Amy.
Silver fece le spallucce.
Si avvicinavano sempre di piú alla falce verde, che presentava una recinsione argentata tutt'attorno.
Ormai a pochi metri dalla superficie, le bolle di sapone scoppiarono in scintille colorate e i ragazzi saltarono a terra, mentre la principessa Radon si allontanava salutandoli con il braccio,
"É stato un volo stupendo!" osservó Ruben.
"Si, ormai siamo abituati a volare!" l'appoggió Krista.
"Ma é uguale a prima. Insomma, sembra di stare su Mebs..."
La frase di Xander venne interrotta da una voce rauca maschile.
"Quì ti sbagli ragazzo! Mekbuda é molto diversa da Mebsuta!"
"Ma chi...?"
"Ma é un riccio" sussurró Krista.
"Un'istrice Kry, non un riccio!" la corresse Xander.
Il ragazzo aveva ragione: una grossa istrice grigia dagli aculei acuminanti camminava lentamente in loro direzione.
"Scusi, lei chi é?" domandó gentilmente Amy.
"Mi presento. Io sono Ittrio, membro Ypsilon. Il mio compito é mantenere l'ordine su Mekbuda. É un piacere parlare con voi personalmente!" affermó con voce rauca.
"Ma si figuri" rispose Silver.
"Sil...non credo si riferisca a te." disse Xander, venendo ignorato dal folletto.
Ruben nel frattempo si stava guardando intorno, come in cerca di qualcosa.
"Eccone uno!" sussurró poi, eccitato.
"Suppongo vogliate visitarla.
Se volete fare un giro vi posso accompagnare io!"
"Ne saremmo lieti Ittrio" disse Amy.
L'istrice si voltó e accompagnó i cinque lungo un sentiero di sassolini bianchi.
"Che stavi farfugliando prima?" chiese Krista a Ruben.
"Le statue. Cercavo le statue!"
"Ah...quasi dimenticavo che i Monumenti della Volta Celeste si trovano quì!"
"Proprio cosí!" s'inserí Ittrio "Sono sparsi sulla superficie di Mekbuda, nello stesso ordine in cui erano sparsi nel Westerlund."
"Andiamo dal Caper!" suggerí Xander.
"Si e poi passeremo per il Leo e la Virgo" continuó Ruben.
"A me piacerebbe rivedere il Sagittarius" propose Amy.
"Non vi preoccupate Gemini, li rivedrete tutti uno ad uno!
Ah...vi ringrazio a nome di tutti per averli purificati dopo tantissimi anni."
"Si figuri...é stata una passeggiata per loro" intervenne Silver, strizzando l'occhio ai gemelli.
La stradina bianca procedeva ondulata come un serpente, e ad ogni curva era presente una differente statua di marmo bianco, dal Caper, destriero di Castor, al Leo, bestia di Pollux, fino al Sagittarius, riproduzione scultorea di Euritione, capo dei Centauri.
Impiegarono più di mezz'ora per attraversare tutto il sentiero, e ogni monumento riportava i gemelli alle battaglie che avevano intrapreso fino a quel giorno.
A Ruben si strinse la gola alla vista della Virgo, mentre Amy riguardando il Sagitarrius ripensó al momento in cui il centauro le aveva carezzato il volto prima di essere purificato, trafitto da una freccia di luce scaiata da Propus.
Krista si limitó ad imprecare contro lo Scorpio, che quella notte le aveva fatto patire le pene dell'Inferno. A parte questo se ne era stata zitta, ammaliata dalla bellezza di quel luogo, e serena.
"...e il combattimento col Cancer, sull'Asteroide..." disse Xander "che paura quella volta!"
"E quando ti sei arrampicato sull'Amphora per fare lo spavaldo?" scherzó Ruben.
"Ma piantala scemo!"
"Per non parlare di Deneb che teneva la Libra sulla testa.
Se non fosse stato per la situazione, sarei schiattato dal ridere." esclamó Ruben.
Mentre i Gemini si confrontavano, ripercorrendo mentalmente tutte le tappe che li avevano condotti fino al Westerlund, Silver richiamó la loro guida.
"Ittrio!"
"Dimmi Silvio!"
"Ma quando Propus avrá finito di organizzarsi, cosa faremo?!"
"Bhe..." rispose l'istrice "Propus sta risistemando la vecchia nave da guerra di proprietá dell'Organizzazione.
Credo abbia intenzione di riutilizzarla per arrivare alla Nowhere-corp!"
"Ho capito" sussurró il folletto "e dove si trova la sede della Nowhere-corp?!"
"Credo che io non sia la persona adatta per dirvelo. Sará Propus a svelarvelo."
Silver comprese che i piani della Place-corp erano giá stati stabiliti e che ognuno all'interno dell'organizzazione svolgesse dei compiti ben precisi. Non era concesso loro deviare da ció che era stato stabilito.
Persino Lantanio e Osmio erano stati collocati nelle camere dei gemelli per uno scopo. Tutto era stato programmato alla perfezione.

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