7-Famiglia

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Percorsa anche l'ultima curva del sentiero bianco su Mekbuda ed oltrepassato il Sagittarius, ultimo monumento dello Zodiaco, si ritrovarono ad una ventina di metri dalla recinzione argentata della grande mezzaluna.
"Ittrio, non c'é nient'altro su Mekbuda?" chiese Xander all'istrice grigia.
"No...nient'altro!" rispose l'animale con voce roca.
"E prima che ci fossero i Monumenti" intervenne Amy "cosa c'era quassú?"
"Niente.
Una volta Mekbuda e Mebsuta erano un tutt'uno. Servivano a...rimpiazzare la luce del Sole."
"Sul serio?!" chiese Silver. Da quando il folletto si trovava alla Place-corp aveva realizzato di ignorare piú cose riguardanti Posto di quanto potesse immaginare.
"Una volta i due astri formavano una superficie tonda, ma quando cent'anni fà la Gemma Geminorum sparí dal pianeta, gli equilibri di questo si alterarono e man mano una parte dell'astro che componeva Mekbuda e Mebsuta si staccó..."
"E si generarono la Stella Maggiore e quella Minore." concluse Silver deducendo il proseguo della frase.
"Noi costruimmo la base dell'organizzazione su Mebsuta...lasciammo l'altra stella a sè stessa.
Fino a che decidemmo di attirare su Mekbuda i Monumenti che voi Gemini avreste purificato."
"Quindi...eravate sicuri che ce l'avremmo fatta?!" sopraggiunse Krista.
"Bhe si...Propus piú di tutti.
Ha sempre confidato in voi. Devo dire che non ha mai esitato sul fatto che ce l'avreste fatta. É sempre stato speranzoso."
"É una cosa bella, no ragazzi?!" disse sorridendo Silver ai gemelli, confortante come sempre.
Il percorso era terminato e l'istrice Ittrio salutó i ragazzi facendogli un grosso 'in bocca al lupo'.
La figura di una fatina dai capelli a caschetto lilla li stava attendendo piú in là, appoggiata sulla recinsione d'argento; spiegó le ali da libellula e si diresse verso i Gemini.
Come un'ora prima, i cinque rincontrarono la principessa Radon, dallo scettro dorato a forma di "ρ".
"Avete disteso i nervi durante la passeggiata?! Bene, perché ora si riparteeeee" squittí con voce altissima.
La fata agitó lo scettro e altre cinque bolle giganti ingogliarono i ragazzi, e tutti insieme, dopo aver ammirato nuovamente il paesaggio postiano sottostante sovrastato da striate nubi arcobaleno, tornarono sul suolo erboso di Mebsuta.
Giunsero di fronte al maestoso Place Palace e si addentrarono nel prato, dopo aver superato il cancello sul retro.
Fù Silver ad usare la sua bussola dorata come chiave del cancello, tutto entusiasta del suo oggetto magico che trattava come un gioiello.
Rientrarono nell'atrio del palazzo di cristallo e videro tre figure alte meno di mezzo metro che attraversavano l'aula in fila indiana.
"Ma sono tre gatti!" bisbiglió Xander con gli occhi illuminati e un sorriso come di un maniaco.
"Contieniti Xander...te ne prego." lo calmó il gemello.
"Il solito gattaro!" fece Amy, ridacchiando.
Le tre figure feline indossavano delle mantelline che non lasciavano intravedere il corpo, se non la testa e la coda.
Si fermarono, si disposero in fila orizzontale, e si misero a fissare i ragazzi.
"Nekoluna." disse a bassa voce Silver.
"Giá, é lei." l'appoggió Krisa, con gli occhi fissi sul gatto in mezzo.
L'animale a sinistra era tutto grigio, aveva gli occhi arancioni e la mantellina arancione con un grossa lettera 'Mu' disegnata in oro (μ).
La strega Luna, gatto dal pelo maculato nero e arancione, indossava una mantellina verde chiaro come i suoi occhi e una lettera greca 'Ni' (ν) stampata in oro; infine il gatto a destra era completamente nero, aveva gli occhi e la mantellina celesti e su quest'ultima era disegnata in oro la lettera 'Xi' (χ).
Inoltre le pupille feline dei tre gatti erano dorate e luccicanti.
"Che carini, tutti e tre in fila." fece Amy.
"Salve Nekoluna!" intervenne Silver, chinandosi in avanti. Poi sussurró ai ragazzi a bocca storta:
"Loro tre sono gli stregoni piú potenti di Posto!"
"Oh...bhe in questo caso..." balbettó Ruben.
I quattro erano un po' impacciati e non sapevano come rapportarsi con quei tre gatti. E per giunta avevano giá conosciuto Nekoluna giorni addietro in qualitá di semplice strega.
"Buon giorno, ragazzi. Buongiorno Silver.
Ci rivediamo ancora."
Nekoluna inizió a parlare col suo timbro pacato da donna adulta.
"Ho saputo che ti piace la bussola che ti ho lasciato, caro Silver."
"Oh...si, mi piace molto."
Silver arrossí e inizió a giocherellare con la catenina al collo.
"Felice di parlare con voi Gemini" sopraggiunse una voce maschile.
Il gatto grigio dagli occhi arancioni a sinistra aveva parlato.
"Il mio nome é Mercurio, e sono il membro Mu dell'organizzazione. Provengo da sud."
"Io invece mi chiamo Xeno, sono il membro Xi della Place-corp e provengo da est." continuó il gatto nero a destra, con un timbro vocale da ragazzo piú giovane rispetto a Nekoluna e Mercurio.
"É un piacere." disse Ruben.
"Come avrete capito anch'io faccio parte della Place-corp." proseguí Luna "Quì sono il membro Ni."
"Capisco" affermó Silver.
"Ruben...non ti sembra che Xeno somigli a Mr.X?" domandó Xander all'orecchio del fratello.
"Cacchio...é proprio identico."
"Mr.X, sarebbe?!" chiese Krista ad Amy.
"Il loro gatto Kry" rispose lei.
"Fra meno di un'ora dovrete partire, lo sapete vero?" intervenne Mercurio.
"Scusi...ma lei é un certosino puro?" intervenne Xander, che non seppe tenere a freno la lingua.
"Ma che ti salta in mente Xand..." lo rimproveró Silver.
"Bhe...ecco io...suppongo di si." mormoró Mercurio.
"Che meraviglia.
Quando Mr.X muore prendiamo un certosino, va bene Rub?" proseguí Xander, gli occhi spalancati e puntati sul gemello.
Ruben lo guardó imbarazzato, chiuse gli occhi, sospiró e colpí il naso del fratello con due dita.
"Ahia!"
"Perdonatelo signor Mercurio." esclamó Krista. "E comunque si, lo sappiamo.
Propus ci ha datto che saremmo dovuti partire per la Nowhere-corp."
"Allora vi facciamo un grosso in bocca al lupo e vi auguriamo buon viaggio." concluse Mercurio.
"Vi prego di accettare la nostra benedizione." disse Xeno.
I tre gatti si guardarono complici; emisero un miagolio prolungato all'unisono e le loro pupille dorate si illuminarono.
Conseguentemente anche i polsini dorati, le cinture, le alette sugli stivali, i coprispalla dei ragazzi e la bussola di Silver si illuminarono per qualche secondo.
"Abbiamo incrementato i poteri dei vostri accessori da combattimento!" disse Nekoluna.
"Molte grazie!" sorrise Amy, a nome del gruppo.
I tessuti dei kimono dei ragazzi vennero aggiustati o rattoppati nei punti in cui erano stati danneggiati; vennero anche ripuliti e dotati di un potere protettivo maggiore.
"Buona partenza!" auguró Mercurio.
"Fate un buon viaggio e non affaticatevi troppo nella strada per la Nowhere-corp, che vi serviranno le energie per battere Onix." spiegó Xeno.
Il cuore dei ragazzi andó a implodere. L'ansia li stava pervadendo; il fatto era che quel gatto nero stesse parlando di sconfiggere Onix con fin troppa naturalezza.
Krista ingurgitó la saliva e Ruben fece un respiro profondo.
Amy fece per portarsi la mano alla bocca per mangiarsi le unghie, ma Xander la bloccó.
Subito dopo il ragazzo portó le dita alle labbra, pronto per strapparsele dal nervosismo, ma questa volta lo frenó Silver.
"Che vi prende ragazzi?!" domandó il folletto.
"Niente Sil, niente." rispose Krista.
"É normale avere paura. Tutti provano paura.
Ansi...sarebbe anormale se non ne aveste." ridacchió Nekoluna.
"Ricordate" si affrettó a concludere Xeno "di camminare nella luce. E non lasciate che l'oscuritá invada i vostri cuori e le vostre menti."
"Restate lucidi!" auguró Mercurio.
I ragazzi annuirono decisi; i tre stregoni felini miagolarono, e le loro pupille brillarono di luce dorata.
Mentre le figure evanescenti dei tre felini stavano sbiadendo davanti ai ragazzi, Silver si crucció e abbassó lo sguardo, come offeso.
"Silver." echeggió una voce rimbombante.
Il folletto alzó lo sguardo e vide ancora la sagoma semitrasparente di Nekoluna; a quanto sembrava solamente lui aveva udito la sua voce.
"Mi dispiace che il tempo del nostro riincontro sia stato cosí breve e fugace, ma...sai, c'é un'intera isola da proteggere dalle tenebre."
La figura della strega felina si dissolse, e il folletto si mise l'anima in pace, comprendendo quanto fosse arduo e stancante far parte di un'organizzazione che si preoccupava di salvaguardare un intero mondo.
"Se non'altro abbiamo la loro benedizione." intervenne Xander, non sapendo se sorridere o farsi prendere dall'agitazione.
Da quando Xeno aveva detto loro di sconfiggere Onix, i Gemini si erano alterati.
"Che sono quelle facce?" sdrammatizzó il folletto.
Il cinque si trovavano nel bel mezzo dell'immenso atrio bianco, accerchiati da tutte quelle porte colorate che disseminavano le pareti.
Tra una porta e l'altra c'erano delle colonne marmoree con statue angeliche e la splendida cupola sovrastava il tutto.
"E ora che si fa?" domandó Ruben.
"Non so. Aspettiamo Propus" propose Krista.
"E se tornassimo in stanza?" chiese Xander.
"Io proporrei di cercare Propus nel castello. Cosí abbiamo modo di esplorarlo." consiglió Amy.
"L'ultima volta che abbiamo esplorato qualcosa é andata a finire male." intervenne Krista "Ogni riferimento all'Asteroide é puramente casuale..."
"Io ci sto!" esclamó Ruben.
"Si va bene...anch'io dai." lo appoggió il fratello.
"Eh va bene." si convinse Krista.
"Ok deciso." disse Silver "Cerchiamo Propus.
Credo di poter utilizzare la mia bussola!"
I gemelli fissarono il ciondolo dorato al collo del folletto, proprio quell'oggetto che aveva permesso loro di orientarsi a Wasteland.
Silver afferró la bussola.
"Vogliamo andare da Propus. Bussola, indicaci la strada!"
Il fondo della bussola si illuminó di bianco e una sferetta di luce fuoriuscí dal vetro dell'oggetto e fluttuó per la sala.
"Waw!" disse Ruben.
"Seguiamola dai!" incitó Amy.
La pallina di luce che era fuoriuscita dalla bussola di Silver, si avvicinó ad una porta dell'atrio, precisamente a un'alta porta dorata.
I ragazzi la seguirono senza indugiare un secondo; Silver aprí la porta e la pallina di luce rientró nella bussola, tramutandosi nella sferetta dorata che indicava la posizione.
Aldilà della porta dorata c'era un corridoio simile a quello delle camere da letto, con il soffitto basso e blu scuro, illuminato da lampade al neon azzurre.
Sulle pareti c'erano altrettanti quadri e raffigurazioni di personaggi storici di Posto.
"Che spettacolo" disse Amy.
"Ero bravo vero?!" scherzó Ruben.
"Le ha fatte tutte Pollux?" chiese Krista.
"Credo di si" rispose Silver.
Dei volti familiari comparivano protagonisti sulle opere d'arte: Castor dai capelli argentati e gli occhi blu che cavalcava il Caper, tra onde e tempeste; Pollux dai lunghi capelli e la barba castana, che in sella al Leo brandiva la sua grossa spada ricoperta di fiamme; Alhena dai capelli corvini che fluttuava tra nubi violette generate dal suo ventaglio purpureo, e infine la bella Wasat, dagli occhi smeraldo e i lunghi capelli castani abboccolati, che impugnava la Cornucopia, in un immenso prato di rose fucsia.
"Mi domando come abbia fatto Pollux a ritrarsi da solo..." mormoró Xander con le sopracciglia alte "in ogni caso era un narcisita."
"Si chiamano AUTORITRATTI" scandí il fratello "imbecille!"
"Piano con le parole..." sussurró Silver.
Krista ed Amy ridacchiarono.
"E comunque...non ricordavo di essere cosí bello un tempo!" esclamó Ruben.
"Ma ci pensate che eravamo fratelli...tutti e quattro?" disse Amy.
"Questo non va bene!" intervenne Xander "Io e Krista da piccoli stavamo insieme!"
Krista rise.
"Ah giá...che ricordi."
A Silver uscí spontaneo un sorriso: era contento che i ragazzi avevano riacquistato il buonumore, ma era un po' triste del fatto che lui non aveva mai provato emozioni come quelle dei ragazzi. La sua famiglia non esisteva, lui era nato dalla brina del mattino, non sapeva lontanamente cosa potesse essere avere una famiglia.
Una volta aveva affermato che la sua erano i ragazzi, e ora poteva ritenersi fiero di averlo detto.
Percorsero lentamente il corridoio, per notare un'altra porta d'oro che lo bloccava.
"Quello deve essere il suo ufficio!" disse il folletto.
Krista si arrestó.
"Proporrei di fermarci, non credo che sarebbe contento se..."
Gli altri quattro si fermarono.
"Poverino...chissá quanto sta lavorando." sussurró Amy.
I cinque provarono un po' di pena per Propus, ignari del fatto che esso stesse dormendo sulla sua sedia, con la faccia su una pergamena e una goccia di saliva che gli pendeva dalla bocca spalancata.
Ruben si guardó attorno e il suo sguardo venne attratto quasi magneticamente dal piú grosso quadro appeso, con la cornice argentata.
Sembrava una foto: sullo sfondo un sontuoso palazzo, mentre in primo piano vi era l'immagine di quella che sembrava una famiglia.
Anche Xander si avvicinó curioso all'opera dalla cornice argentata.
Un uomo ed una donna con degli scettri e dei vestiti regali, sorridevano nel quadro, con delle corone sul capo.
La donna aveva i capelli neri ed ondulati, lunghi fino al ginocchio; due occhi blu come il mare e la pelle chiarissima.
Alla sua destra c'era un uomo dai capelli castani corti e gli occhi verde acceso che spiccavano come due smeraldi.
"Kry guarda che bello!" disse Amy alla sorella.
Anche Silver si avvicinó al quadro.
C'era una terza persona rappresentata tra le due figure regali: un ragazzo giovanissimo dai capelli corvini come la madre e gli occhi viola brillanti.
"Non credo che questo l'abbia fatto Pollux!" esclamó Silver.
"Perché?" domandó Amy.
"Eppure la tecnica é la stessa." aggiunse perplesso Ruben.
"Perché quelli là non sono altro che Re Iperione e la Regina Teia." rispose il folletto.
Ruben intervenne.
"Quindi sono i genitori di Pollux e gli altri."
Il ragazzo abbassó lo sguardo e vide per un attimo una scritta sul quadro, in caratteri sconosciuti, che si trasformó nella firma di Pollux.
"La leggo, c'é scritto Pollux."
"Che strano...com'é possibile che l'abbia fatto Pollux se rappresenta i genitori prima che lui nascesse...?" fece Silver grattandosi il capo.
"Dimentichi Silvy, che la Gemma Geminorum era in grado di mostrare ai sovrani anche eventi del passato e del futuro." spiegó sorridente Ruben.
"Giá...il Terzo Occhio." concluse Xander.
Amy si soffermó sulla figura della bellissima regina Teia, giovane donna dalle vesti azzurre, con una corona e uno scettro argentati, in contrasto con la veste rossa e gli accessori regali d'oro di Iperione.
"Sembra...incinta" pensó la ragazza, notando un rigonfiamento sul grembo della "Regina dell'Aurora".

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