5-Alkaid

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L'ora Tau arrivó, e mentre i Gemini erano stesi nei letti delle loro camere bianche, Silver aveva provveduto ad apparecchiare il tavolino di cristallo nella sala, poiché quegli strani spaghetti bianchi congelati sembravano magicamente essersi scaldati; erano ribollenti e fumosi, conditi con una salsa rossa e delle specie di fagioli azzurri.
"É pronto!" gridó il folletto, facendo le porzioni su delle grandi conchiglie bianche.
"Xander, hai sentito? É pronta la cena"
"Si lo so Ruben, ancora un attimo." disse sonnecchiante al fratello "Anche prima Silver ci ha lanciato un falso allarme no?!"
Ruben uscí dalla sua stanza, proprio mentre Krista stava chiudendo la porta della sua.
Amy era giá a tavola, aspettando con ansia l'arrivo di tutti. Lo stress accumulato le aveva messo un grande appetito, tuttavia questa cosa la spaventava, seppur fosse magrissima.
Xander uscí dalla camera.
"Hai tutti i capelli arruffati Xander!" notó buffamente Krista "Sembra che ti sia passata una bufera sulla testa!"
"Ahh, finiscila Kry! Sono stanchissimo"
"A proposito" esclamó Ruben "fuori la bufera sembra non fermarsi!"
"Silver dice che di notte su Antartica c'é sempre la bufera" spiegó Amy.
Si sedettero tutti.
Krista poi spalancó gli occhi verso Xander.
"Che c'é ora?" domandó quest'ultimo con le occhiaie.
"Un altro capello bianco Xandy...sei diventato vecchio caro mio!"
"Oh Santo Cielo!" fece lui; poi si passó le mani sul volto cercando di giustificarsi.
"Bhe, sono il piú vecchio qui! Qualche capello bianco me lo posso anche concedere!"
Mangiarono alla svelta gli spaghetti bianchi e rossi, per poi ritirarsi ognuno nella propria camera da letto.
"Silver ma tu russi di notte?" domandó Ruben, mentre sistemava il suo cuscino.
"No! Ma che ti salta in mente?"
"Bhe che ne so...ognuno si comporta diversamente di notte" continuó Ruben "Per esempio, Xander parla e grida a volte, io invece sono silenzioso come un morto."
"Guarda che parli anche te eh..." fece Xander.
Silver rise.
"Che buffi che siete ragazzi!"
Silver entró nelle calde e imbottite coperte bianche del suo giaciglio; sospirò profondamente ad occhi chiusi e poi sorrise.
"Mi piace stare con voi." disse lui guardando il soffitto.
"Con voi mi sento bene...mi sento me stesso!"
"Ne siamo felici Sil!" rispose Xander, rimboccandosi le coperte.
"Ma..." balbettò Ruben abbassando la voce "è vero quello che hai detto che per te noi siamo come una famiglia?"
Il folletto ridacchiò.
"Bhe, sai Ruby...non avendone mai avuta una non posso sapere con certezza cosa sia, ne sentirne la mancanza, ma..."
"Tu dici?!" fece Xander girandosi verso di lui.
"Provavo un po' di invidia quando ero piccolo nei confronti di chi ne possedeva una ed ero triste."
"Povero Sil..." mormorò Ruben.
"...ma poi ho accettato la cosa. Dobbiamo sempre fare i conti con ciò che siamo, ed abbracciare tutte le nostre sfumature, anche quelle che non ci vanno a genio."
Xander e Ruben sorrisero e si guardarono tra di loro.
"E...si!" concluse il folletto "Io posso scegliermela la famiglia! Ed ho scelto tutti coloro a cui tengo particolarmente."
I gemelli pensarono a quanto fossero fortunati ad avere come guida una figura come quella di Silver. Ci si erano affezionati sin da subito, e l'idea che prima o poi avrebbero dovuto dirgli addio li distruggeva.
Mentre fuori dall'igloo regnava il gelo e una tempesta minacciosa turbinava in ogni angolo della cittá, facendo agitare tutte le cime blu degli abeti, nella camera dei ragazzi si era creata un'atmosfera intima ed accogliente illuminata da un'abat-jour su un comodino di cristallo.
"I tuoi pijama Sil sono davvero comodi!" disse Ruben.
"Preparatevi ad una lunga notte!" sopraggiunse Silver "Probabilmente alla notte piú lunga della vostra vita."
"Non ti preoccupare, ho sempre amato dormire!" scherzó Xander.
Ruben si giró verso la finestra e rifletté profondamente; Silver spense poi la lampadina ed auguró ai ragazzi una buona notte.
Era calato il buio anche nella camera dei ragazzi, cosí Ruben ne approfittó.
"Silver...hei Silver!" bisbiglió.
"Che c'é?!" sussurró il folletto.
"Bhe ecco...devi sapere che noi..." continuó Ruben.
"Che stai cercando di dirmi Xandy?!"
"Hey sono Ruben, Xander stará giá ronfando...non é cosí fratello?" esclamó alzando il tono della voce.
Silenzio tombale.
"Ecco vedi!?"
"Si ok ok Ruby, ma che c'é?"
"Bhe ecco..." balbettó il ragazzo "Noi sappiamo del Percorso di Ripristino! E della lettera di Propus, intendo del post-scriptum..."
Silver non proferí parola ne esaló alcun respiro.
"Sappiamo insomma, che forse abbiamo viaggiato inutilmente..."
"Sh, basta Ruben ti prego" mormoró Silver, ansimando.
"Io...io ve l'avrei detto ma...avevo paura che l'avreste presa male!"
Silver stava per scoppiare a piangere.
"Dai non fare cosí Silvy, non é colpa tua, non é colpa di nessuno!"
Ruben cercó in tutti i modi di non far sentire a disagio il piccolo folletto, dotato di una grande sensibilitá e appesantito dal senso di colpa.
"Mi spiace che spesso non mi ricordo delle cose...mi dispiace di avervi trascinato in tutto questo, solo che..."
Gli scesero delle lacrime sulle paffute gote rosate.
"Dai Sil, non é successo niente! Sei un uomo o no? Non piangere dai!"
"Non-non-non s-sto piangendo!" disse singhiozzando.
"Se fai cosí le ragazze non ti guarderanno mai!"
Silver si ammutolí.
"Scusa Ruby. É solo che non volevo vi preoccupaste!
Capisco che stare lontani dalla vostra casa non é semplice, alla fine vi ho portati io quaggiú...ma non avevo altra scelta!"
"Va bene cosí Sil. Non siamo riusciti a ripristinare quel qualcosa? Non siamo riusciti a..."
Ruben ci pensó qualche secondo sù.
"...a modificare la nostra anima? Non fa niente! Siamo arrivati quasi a destinazione e questo lo dobbiamo esclusivamente a te Silver!"
"Grazie Ruben...ti voglio bene..."
"Sai..." ridacchió il ragazzo "non ti nascondo che per i primi tre giorni ho pensato solamente ad uscire da quí! Intendo da Posto.
Ció che mi faceva andare avanti era solamente il desiderio di tornare a casa...non mi interessava di tutto quello che stava accadendo quì, tuttavia..."
"Tuttavia?" chiese Silver come un bambino incuriosito.
"Tuttavia...ora non voglio procedere per questo cammino solo per tornare a casa.
Voglio completare la missione perché tengo agli abitanti di questo pianeta...non voglio piú che altre creature viventi vengano uccise, e non posso rifiutarmi di combattere!"
"Mi commuovo Ruben..." sussurró il folletto.
"Se siamo stati scelti noi quattro un motivo c'é, ed io ne sono convinto!" affermó il ragazzo.
Xander si stava agitando nelle coperte.
"Ruben...il dentifricio..." disse nel sonno.
"Si Xander, l'ho preso il dentifricio!" esclamó il gemello, suscitando una risata al folletto Silver.
"Buona notte ancora Ruben, e dormi mi raccomando!"
"Ok Silver, buona notte!" disse sorridente, spostando la testa dall'altra parte del cuscino.
Nella camera a pareti rosa pallido delle ragazze, Amy stava leggendo il suo romanzo come tutte le sere prima di andare a dormire, mentre Krista stava cercando di prendere sonno.
"Chi l'avrebbe mai detto!" sopraggiunse la voce di quest'ultima.
"Cosa Kry?"
"Che avremmo passato cinque giorni fuori casa!"
"Bhe, é una cosa strana." disse Amy, chiudendo il grosso romanzo rosa "Tutto quello che ci é accaduto é senza dubbio strano no?!"
"Io...non ho mai creduto alle cose sovrannaturali...eppure eccomi quí, a fare la paladina di un mondo magico lontana chissá quanto da casa, con creature fantastiche e un nemico sconosciuto da abbattere..." continuó Krista.
"Il Ficus...chissá che strana pianta é mai!"
"É un parassita Amy, succhia il sangue!"
Cercando di non pensare agli orrori che quella pianta demoniaca stava compiendo, le due gemelle calarono addormentate, dopo che Krista aveva provato inutilmente ad accendere il suo telefono per ascoltare un po' di musica.
Dopotutto non poteva esserci nessun tipo di segnale su Posto, in quanto si trovava in un universo parallelo a quella Terra, in cui le tecnologie funzionavano diversamente e l'ausilio della magia che era presente grazie alla Gemma Geminorum, semplificava notevolmente le azioni della popolazione.
Eppure Posto e la Terra erano simili, sia per dimensioni che per aspetto, e i quattro ragazzi non sapevano ancora che quel magico luogo fosse piú vicino al loro pianeta azzurro piú di quanto pensassero. Solo i frammenti dentro i loro corpi avrebbero potuto far vedere loro cosa si celasse oltre l'orizzonte arcobaleno di quell'Universo alternativo; inoltre era solo grazie alla pietra fatata che riuscivano a comprendere il linguaggio postiano.
Senza di essa non avrebbero nemmeno potuto attraversare il portale nella Foresta delle Illusioni. Tuttavia, una ragione sulla scelta di loro quattro per adempiere alla missione c'era; erano nati per quello, il loro destino era quello, le cose non sarebbero potute andare diversamente anche se avessero evitato sin dal principio di seguire Silver.
Era stato l'Exponentia Genesis a scegliere i ragazzi cento anni prima, quell'incantesimo sconosciuto che i quattro passati sovrani avevano scaiato per far si che la Gemma Geminorum si frantumasse e raggiungesse i Gemini sulla Terra.
La notte incombeva apparentemente tranquilla su Antartica, seppure quasi tutti i suoi abitanti erano stati eliminati. Gli attacchi degli Strix stavano aumentando giorno per giorno; quotidianamente da qualche giorno prima che i quattro ragazzi avevano avuto accesso a Posto, in moltissime regioni dell'Isola si erano verificate delle aggressioni che avevano messo all'erta tutti gli abitanti.
Una figura nera incappucciata si mosse furtiva fuori dall'igloo dei cinque, come se si stesse nascondendo.
Un cappuccio nero si avvicinó a una finestra chiusa, sotto la tempesta di neve che infuriava.
Due occhi verdi e sfavillanti, privi di pupille, guardavano i tre ragazzi dormire nella loro camera buia.
"Che stai facendo Alkaid?" domandó una voce di donna.
La piccola regina Maud si affacció da dietro un abete blu tutto innevato, a cavallo di Uma, l'orsa madre.
"Oh, maestà" disse la figura incappucciata.
"Stavo controllando se l'abitazione fosse sicura! Sa...non si sa mai di questi tempi cosa potrebbe accadere!"
"Bhe, hai ragione Alkaid, l'igloo é avvolta da un incantesimo di protezione, tuttavia...temo che non basti" continuó Maud, avvicinandosi fluttuante all'uomo incappucciato.
"Uma, provvedi tu!" ordinó la regina all'orsa polare "Crea una barriera che possa respingere gli spiriti maligni."
Il grosso animale bianco corse verso l'igloo e inizió a sbuffare. Una nube bianca inizió a girare attorno alla costruzione di ghiaccio, per poi diventare invisibile.
"Coff Coff"
L'uomo incappucciato tossí e si allontanó dall'igloo.
"Che c'é Alkaid?!" fece la regina.
"Non...non mi sento bene, ho dovuto affrontare quel mostro di nome Deneb prima che arrivasse quí, e ho perso molte energie."
"Mi dispiace! Io purtroppo sono stata intrappolata e non ho potuto affrontarlo..."
"Non si preoccupi Maestà, i Gemini hanno sconfitto quell'orrida creatura."
Alkaid tossí di nuovo e si allontanó dall'igloo.
"Come ti senti?" chiese preoccupata la strega fluttuando.
"Sto bene..." rispose con voce rauca l'uomo.
"Rimettiti presto allora" disse gentilmente la regina "e ricorda che domattina accompagneremo i Gemini e il folletto all'entrata del Westerlund, io apriró il portale e tu li scorterai fino al raggiungimento della loro meta."
"Ne sono onorato regina! Saró felice di accompagnare i Predestinati." esclamó l'uomo incappucciato, volgendo la testa verso la finestra, guardando con occhi verdi e penetranti le figure buie di Xander, Ruben e Silver.
Alakid si allontanó dalla costruzione dove dormivano i Gemini e scomparve tra la tempesta di neve, che pian piano si stava placando.
Il suolo della cittá era ormai completamente ricoperto di neve fresca.
L'uomo misterioso riapparve all'interno della piazzola contornata di arbusti in cui Deneb era stato sconfitto; si guardó un po' intorno e poi inizió a fissare un punto in particolare e disse, scuotendo il capo coperto dal cappuccio nero:
"Che stupida creatura..."
Non lontano da quella piazza innevata c'era la porta per il deserto di Wasteland, un grosso cancello in cui il Magnetar, incantesimo attrattivo di protezione, era del tutto assente.
Il cancello di bronzo coperto di neve era altissimo ed ai lati di questo partiva la Grande Muraglia che circondava tutta la regione centrale dell'Isola di Posto.
Vi era un sigillo con una serratura su un grosso lucchetto che incatenava il cancello, ornato di cristalli di neve bronzei.
Ai lati del portale inoltre c'erano due statue di bronzo che rappresentavano due guerrieri, un uomo ed una donna: uno, con i capelli lunghi fino al collo, teneva in mano una lunga e sottile spada nel fodero, mentre l'altra, dai capelli lisci e fluenti, tendeva un arco verso il cielo.
Proprio a qualche metro a destra del grosso cancello, vi era un binario dorato con una piccola panchina d'oro, da cui i Gemini e Silver sarebbero dovuti scendere la mattina seguente per raggiungere il deserto, se solo fossero rimasti sull'Asteroide.
Alkaid apparve in una nube di sabbia davanti al cancello.
"Mi domando perché avrebbero dovuto prendere proprio quell' Asteroide per arrivare fin qui?!" si chiese l'uomo incappucciato.
"Tra tutti i treni hanno scelto quello che fa il giro dei quattro bracci...bha!" fece perplesso.
Due luci bianche e fioche si accesero oltre le nubi da neve di Antartica.
Un altro lungo giorno stava per iniziare.

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