(Capitolo 3) Lezione d'italiano

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[ CLARKE ]

Clarke entrò a scuola cercando così di lasciarsi i suoi problemi alle spalle. Era sempre la prima ad entrare. Approfittava sempre di quel lasso di tempo tra la campanella e l'inizio vero e proprio della prima ora. Ah! la prima ora. La odiava. Soprattutto quando c'era lei. La prof. d'italiano. Dio quanto la odiava. Una nanetta, forse di un metro e cinquanta se vogliamo essere buoni, ma che sapeva come metterti kappaò.

Prese posto al suo banco. Prese il libro e iniziò a ripetere? Aspetta ripetere? Accidenti ma chi voleva prendere in giro? Cosa diavolo doveva ripetere? Non aveva aperto libro il giorno prima. Aveva passato tutto il pomeriggio al computer a vedere Once upon a time con Raven. Ah! Quanto avrebbe voluto scomparire come faceva Regina Miles, lei sì che è forte, pensò.

Il chiacchierare rumoroso delle sue compagne che entravano in classe la svegliò dai suoi pensieri.

Ed eccola lì la prof. in tutta la sua "altezza". Ci dobbiamo inchinare? Ogni volta che entrava in classe sembrava volesse il tappeto rosso. Ed è pure scostumata. Non dice neanche buongiorno, cos'è non siamo neanche degne di essere salutate? Quanto avrebbe voluto lanciarle una sfera di energia. Ah! Sarebbe bello avere la magia.

Tutti presero posto. La prof. prese il registro e iniziò a fare l'appello.

Quando arrivò alla G, Clarke si sentì chiamare...

"Griffin?" la prof. nel pronunciare il suo nome alzò lo sguardo dal registro nella sua direzione e la fissò da dietro la montatura degli occhiali.

"presente" rispose Clarke.

La partita era iniziata, chi avrebbe vinto questa volta?

La prof. calò di nuovo il suo sguardo sul registro e continuò con l'appello.

Quando ebbe finito fece la solita domanda "qualcuno vuole farsi interrogare?"

Clarke lo sapeva, la domanda era per lei.

Due giorni prima c'era stato il colloquio tra docenti e familiari.

Ovviamente anche quest'anno sua madre non era potuta andare, turno al reparto, come non detto pensò Clarke, certo però che il turno poteva anche spostarlo. Vabbè.

Al suo posto si era offerto Kane. Era strano infondo lui non era suo padre. È stato gentile con tutti, lui è fatto così.

Il colloquio era andato abbastanza bene. Tranne forse l'ultimo incontro. Proprio quello con la prof. d'italiano. Prima del mio turno era uscita una ragazzina di un'altra sezione, in lacrime. Non prometteva bene.

Quando entrammo Kane si mostrò gentile. Salutò e sorrise cordiale. Ma la prof. non batté ciglio.

Gli aveva confessato che la mia ultima interrogazione non era andata tanto bene. E il bello è che quella volta avevo anche studiato. Solo che lei non era mai contenta. Ce l'ha con me e ancora non sono riuscita a capire perché.

E qui entrò in scena Kane il super poliziotto buono. In fondo è il suo lavoro no? Combattere i cattivi e difendere i buoni. Per un attimo ebbi un flash loro due che si sfidavano a colpi di spada. Poi lo sentì dire

"sono sicura che Clarke rimedierà" disse tranquillo.

"certo. Se la ragazza si fa interrogare di nuovo" disse l'acida.

Purtroppo però Kane era appunto un poliziotto. E come poliziotto deve fare sempre la cosa giusta. Così quella stessa sera, bè insomma diciamo mattina, quando mia madre rientrò a casa, Kane gli raccontò tutto. E per tutto intendo proprio tutto. Anche della prof. d'italiano.

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